giovedì 17 dicembre 2009

PUBBLICHIAMO IL NOSTRO NOTIZIARIO INTERNO N 1 DICEMBRE 2009 DIRITTI SALUTE TERRITORIO


Diritti Salute Territorio
N 1 DICEMBRE 2009
Se la libertà significa qualcosa, allora significa il diritto di dire alla gente cose che non vogliono sentire.George Orwell


DIALOGO DI UN VENDITORE D'ALMANACCHI
E DI UN PASSEGGERE di GIACOMO LEOPARDI
stralci:
Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo? Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo? Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest'anno passato? Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là? Venditore. Più più, illustrissimo. Passeggere. Ma come
qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Si signore. Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo? Venditore.
Oh illustrissimo si, certo. Passeggere. Come quest'anno passato? Venditore. Più più
assai. Passeggere. Come quello di là? Venditore. Più più, illustrissimo. Passeggere. Ma
come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni
ultimi? … Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno
che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è
d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di
riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella
vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la
vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e
tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? Venditore. Speriamo. ...
UN SINTETICO BILANCIO

Sta per concludersi il 2009 ed è doveroso tentare un bilancio di quanto fatto.
Chi ci ha seguito con un po’ di attenzione sa della produzione di decine di volantini e comunicati in cui abbiamo espresso le nostre posizione su quanto accadeva nella AUSL RM D e nel territorio senza recedere dal principio di affermare, chiaramente, quanto di cui eravamo convinti senza guardare in faccia nessuno. Questo convincimento ci ha portato ad essere quasi l’unica voce critica della gestione “sinistra” della sanità nel Lazio e nel particolare di questa ausl. Abbiamo anche pagato dei prezzi per questo atteggiamento ma non ci hanno intimorito né piegati.
Perché siamo stati in grado di resistere e proponiamo di continuare?
Innanzitutto perché mettiamo al centro la difesa del servizio sanitario e la dignità- qualità
del lavoro nelle sue diverse professionalità. Siamo gli unici a difendere i servizi sociosanitari
territoriali e a denunciare il loro storico abbandono da parte di tutte le amministrazioni
che in trenta anni si sono succedute .
Già dalla riforma sanitaria del 1978 si sapeva che i posto letto in Italia erano troppi e fuori
da parametri scientifici e bisognava tagliare ed aprire i servizi territoriali ,invece,chi ha governato
ha preferito ignorare per mantenere le varie clientele e gruppi di potere;per non
parlare di Roma con tutte le sue cliniche private e con la rete ospedaliera vecchia che non
teneva assolutamente conto delle nuove realtà dei suoi territori
In questi giorni la dura realtà ci da ragione il deficit sanitario è sempre in agguato e tutti i
nodi stanno venendo al pettine la direzione politica regionale è allo sbando e non solo per
quanto accaduto al suo governatore, ma dallo spettacolo indegno della sua maggioranza politica
di procrastinare il loro “stesso gioco democratico” da posizioni di più forza clientelare
mascherata di fedeltà alle istituzioni ed ai bisogni della gente che guarda caso ci pensano
alla fine della legislatura. con il consenso di questa destra berlusconiana.
L’esperienza di questi ultimi 18 anni ci dice, a nostro parere,e ,che non c’è differenza sostanziale,
per la sanità, tra chi amministra sia lo stato e sia la regione; infatti la spesa sanitaria
delle famiglie,nel 2007,nel Lazio è stata 2.778,40 ml di € è in costante aumento, come anche
a livello nazionale ,quella istituzionale è stata 8.944,00 ml € (,nel 2004:8.682,30 €; 2005
:9.119,80 €; 2006:8.871,40 €,per il famigerato piano di rientro). A livello nazionale la spesa,
sempre negli ultimi 18 anni, è in continuo aumento, nel 2008 sono stati spesi circa 108.747
milioni di euro.
Ovviamente la spesa sanitaria andrebbe analizzata e studiata in relazione a quanta salute,
cura e prevenzione riesce a dare ai cittadini e a quante clientele ,pubbliche e private, impedisce
di succhiare risorse, invece, di aumentare la copertura sanitaria per tutti.
Continueremo, e con l’aiuto, di quanti vorranno darcelo, vogliamo migliorare e svilupparci.


BRUNETTA IL DECRETO DELLA LEGGE 4.3.2009 N.15
Stralci dal documento Cobas Pubblico Impiego
Il decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì 9 ottobre e è un attacco senza pre-cedenti, ai lavoratori, ai loro salari, ai servizi pubblici. E’ il secondo durissimo colpo, dopo la pessima riforma del modello contrattuale, che ha triennalizzato i contratti di lavoro e ha determinato un nuovo sistema di recupero salariale dell’inflazione peggiore di quello della cosiddetta inflazione programmata, aumentando l’emergenza salariale tra i lavoratori.
Questo decreto di fatto sancisce il furto del salario accessorio, l’azzeramento della contrattazione collettiva, l’inasprimento delle sanzioni disciplinari, la modifica/accorpamento dei comparti pubblici. Le disposizioni del decreto “assicurano… l’incentivazione della qualità della prestazione lavorativa, la selettività e la concorsualità nelle progressioni di carriera, il riconoscimento di meriti e demeriti, la selettività e la valorizzazione delle capacità e dei risultati … l’incremento dell’efficienza del lavoro pubblico ed il contrasto alla scarsa produttività e all’assenteismo …” insomma sono un inno alla meritocrazia, l’atto finale della campagna che da anni viene svolta contro il lavoro pubblico e i “fannulloni”.
Scende trionfalmente in campo la MISURAZIONE, VALUTAZIONE E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE con obiettivi programmati su base triennale, con gli indicatori per la misu-razione e la valutazione della performance dell’amministrazione nonché gli obiettivi assegnati al perso-nale dirigenziale e non.
Viene istituita la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Funzione pubblica e con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, con il compito di indirizzare, coordinare e sovrintendere alle funzioni di valutazione, alla misurazione della performance, nonché di gestione e valutazione del personale. Ogni amministrazione, singolarmente o in forma associata, si dota di un Organismo indipendente di valutazione della performance.
In ogni amministrazione, l’Organismo indipendente, sulla base dei livelli di performance at-tribuiti ai valutati compila una graduatoria delle valutazioni individuali del personale dirigenziale e di quello non dirigenziale.
Con questa graduatoria:
a) il venticinque per cento del personale è collocato nella fascia di merito alta, alla quale corrisponde l’attribuzione del cinquanta per cento delle risorse destinate al salario accessorio collegato alla performance individuale;
b) il cinquanta per cento è collocato nella fascia di merito intermedia, alla quale corrisponde l’attribuzione del cinquanta per cento delle risorse destinate al trattamento accessorio collegato alla performance individuale;
c) il restante venticinque per cento è collocato nella fascia di merito bassa, alla quale non corri-sponde l’attribuzione di alcun trattamento accessorio collegato alla performance individuale.
d) Sono previste deroghe alla per-centuale del venticinque per cento in misura non superiore a cinque punti percentuali in aumento o in diminuzione, con corrispondente variazione compensativa delle percentuali.
In soldoni questa cosiddetta Autorità Indipendente per la Valutazione avrà il compito di distribuire il salario accessorio che non sarà più oggetto di contrattazione, ma sarà disciplinato per legge attraverso un meccanismo per cui solo il 25% dei lavoratori potrà prendere il massimo del-la produttività (oggi sono il 90%), metà del personale avrà solo il 50%, il 25% nulla.
Di fatto il fantomatico Organismo indipendente di valutazione della performance darà gli indicatori ai Dirigenti per effettuare le singole valutazioni, i quali avranno, quindi, piena autonomia nella gestione delle risorse umane, nel rispetto dei profili professionali e nella distribuzione del salario accessorio conseguente.
Niente di oggettivo per la valuta-zione della produttività, si spenderanno soldi e risorse umane per tal tipo di valutazione del personale, senza far funzionare e rilanciare i servizi pubblici!·
Dalle materie relative alle relazio-ni sindacali vengono escluse dalla contrattazione collettiva quelle attinenti all’organizzazione degli uffici e del lavoro ovvero viene a mancare una grossa fetta di contrattazione delle RSU di posto di lavoro e delle amministrazioni in generale.
Codice disciplinare più severo. Le norme già inserite negli ultimi contratti nazionali in tema di licenziamento per “giusta causa o per giustificato motivo” sono aggravate e specificano una serie di fattispecie.Il licenziamento in sede disciplinare è disposto, altresì, nel caso di prestazione lavorativa, riferibile ad un arco temporale non inferiore al biennio, per la quale l’amministrazione formula una valutazione del personale di insufficiente rendimento. Si affaccia il rischio che chi non percepirà la produttività per più anni potrà essere licenziato per “prolungato insufficiente ren-dimento”.
Siamo di fronte al peggior tsunami legislativo che i lavoratori pubblici abbiano mai sopportato, Ma non solo il salario accessorio esce dalla contrattazione collettiva, anche l’organizzazione del lavoro e degli uffici sarà disciplinata direttamente per legge, quindi fine del potere di contrattazione, e perfino di concertazione. Il cerchio, insomma, sta per chiudersi, con la conseguenza che a rimetterci sa-ranno i servizi pubblici (privatizzati e con costi sempre in aumento a carico dei cittadini) e saranno i lavoratori, che si vedran-no tagliare i loro salari già bassi e saranno istigati a mettersi gli uni contro gli altri per i pochi aumenti previsti per una piccola minoranza del personale.
Così i "fannulloni" sono serviti!

Il recente Decreto Legge n. 78 del 1 luglio 2009, poi Legge 102 del 3/8/2009
aveva ripristinato le vecchie fasce di reperibilità, ossia dalle 10 alle 12 e
dalle 17 alle 19. L’ultimo Decreto Legislativo attuativo della Legge 15/2009,
pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 ottobre 2009, all’art 69 prevede invece
ancora una volta nuove fasce di reperibilità da individuare a breve con decreto
del Ministro della Funzione Pubblica.
Il Ministro Brunetta in questi
ultimissimi giorni ha già annunciato alla stampa la decisione del Governo di
emanare entro poche settimane un nuovo Decreto Ministeriale che introduca nuove
fasce orarie, ossia dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00.

LOTTARE E VINCERE E’ POSSIBILE

Vittoria su tutto il fronte per Dante De Angelis. Il macchinista e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza licenziato a Ferragosto del 2008 per le sue denunce sull'insicurezza degli Eurostar è stato reintegrato dal Giudi-ce del Lavoro di Roma. De Angelis è stato festeggiato da centinaia di colleghi e da una delegazione di famigliari delle vitti-me della strage di Viareggio, venuti a Roma a sottolineare che la battaglia per la sicurezza è di tutti: lavoratori, uten-ti, cittadini che abitano vicino ai binari. Licenziamento illegittimo, immediato ordi-ne di reintegro e risarcimento di tutte le retribuzioni perdute. La sentenza del giudice è una botta forte contro le Ferrovie dello Stato e il suo management, in primis l'amministratore delegato (ed ex segretario della Filt Cgil) Mauro Mo-retti. De Angelis era stato licenziato per la seconda volta (la prima fu nel 2006 per essersi rifiutato di guidare un Eurostar da solo, fu reintegrato tramite con-ciliazione) dopo che le Ferrovie gli contestarono le dichiarazioni sullo spezza-mento di un Eurostar in partenza da Milano il 14 luglio 2008. De Angelis ha voluto ringraziare tutti: "Per primi i familiari delle vittime di Viareggio. Non so se questa sarà considera-ta una minaccia, ma prometto di continuare a fare il mio lavoro e a denuncia-re tutto ciò che in ferrovia è insicu-rezza". "No comment” da parte di F.S.

ARTICOLI COSTITUZIONE ITALIANA SULLA RELIGIONE

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordi-namento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]


PARLAMENTARI EUROPEI BIPARTISAN
LIBERE CHIESE IN LIBERO STATO
Dopo duecento anni di liberalismo in materia religiosa, che credeva-mo, riassunto, nella formula di “Libera chiesa in libero stato” ci dobbiamo ricredere, non è così, nell’interpretazione che ne danno cin-que “nostri” parlamentari europei, che spassosamente si definiscono di “cultura liberale”, vogliono che ogni stato usi simboli religiosi se lo de-sidera.
Ecco chi sono: Sergio Silvestris e Ma-rio Mauro (Pdl), David Maria Sassoli e Gianni Pittella (Pd), e Magdi Cristiano Allam (Udc). I quali hanno depositato e firmato una bozza di dichiarazione contro ,a loro dire, sorprendente sen-tenza di alcuni giorni fa della Corte
europea dei diritti dell ’uomo sull’esposizione del crocifisso nelle aule delle scuole italiane.
Nella bozza di dichiarazione si legge che non è: “né una imposizione circa la libera scelta religiosa che appartie-ne a ciascun individuo(e ci manche-rebbe!!), né tanto meno un riferimento di carattere cultuale o catechi-stico”( ma allora che sarebbe?) e si chiede «di riconoscere il pieno diritto di tutti gli stati membri ad esporre anche simboli religiosi all’interno dei luoghi pubblici e delle sedi istituzio-nali, laddove tali simboli siano rappresentativi della tradizione e della identità di tutto il Paese, e dun-que ele-menti unificanti dell’intera co
munità nazionale, rispettosi dell’orientamento religioso di cia-scun cittadino»
A questa perla si sono aggiunti altre firme quali: la vicepresidente della Commissione commercio internazionale, Cristiana Muscardini (Pdl), Carlo Casini (Udc), Mario Borghezio (Lega), Erminia Mazzoni (Udc), Gianlu-ca Susta (Pd) e Anna Zaborska (Ppe).
Sarebbe meglio che questi parlamen-tari europei, e chi li seguirà, si dedicas-sero a stabilire “la pezzatura della frut-ta “ e non si sprecassero a tentare di affrontare argomenti ardui che riguar-dano la coscienza e sensibilità di ognu-no di noi.
Non abbiamo bisogno di tali difensori.

Poesia: Lode del dubbio di B. Brecht
Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall’acqua i passeggeri di navi che affondano.
Sotto l’ascia dell’assassino
si chiedono se anche egli non sia un uomo.
Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata, vanno a letto.
La loro attività consiste nell’oscillare.
Il loro motto preferito è l’istruttoria continua.
Certo, se il dubbio lodate,
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!

Noi siamo una piccola entità ,ci pensiamo, comunque, come una possibilità di opposizione allo stato di cose presenti.
Cerchiamo di pensare e chiamare le cose con il loro nome senza schemi vecchi a cui fare riferimento.
Invitiamo chi lo vuole a frequentarci ,le nostre riunioni sono aperte,e chi lo desidera ad iscriversi, comunque a sostenerci.
Chi vuole contattarci:
email: listacobasrmd@gmail.com blog listacobasrmd.blogspot.com

QUESTA RSU NON VA’

Ogni pazienza ha il suo limite (Totò) Il no-stro limite è stato raggiunto rispetto a questa RSU.
In questi due anni abbiamo sempre messo al cen-tro delle nostre azioni e ragionamenti la preoccu-pazione di unire i lavoratori e i delegati della RSU, di là dalle appartenenze alle loro sigle sindacali in cui sono eletti, e cercare di far esistere la RSU co-me strumento di tutti i lavoratori in difesa delle loro condizioni di lavoro e del servizio sanitario contro la loro controparte aziendale e regio-nale. Come anche esplicitato nella nostra let-tera aperta ai delegati del 26.10.09 e riportia-mo uno stralcio: “Certamente, questi, sono solo alcuni degli aspetti e delle problematiche che ci troviamo e ci troveremo davanti, ma ci sembra sia-no sufficienti per comprendere che, per affrontare con serietà e coerenza tutto ciò, è necessario un notevole cambio di rotta anche negli atteggiamen-ti, nei comportamenti, iniziando a dimostrare mag-giore presenza, serietà, impegno, rispetto e lealtà, senza, peraltro, quella confusione di ruoli che ha caratterizzato e caratterizza l’azione di quanti ri-coprono all’interno della RSU. incarichi e funzioni sia di carattere Sindacale, Politico, Aziendale e, soprattutto con e nei rapporti con la Direzione A-ziendale nel suo insieme”.
Ciò non è avvenuto, con nostro dispiacere, non daremo più nessun appoggio.

RIUSCITO SCIOPERO DEL 23 OTTOBRE 2009 DEL SINDACALISMO DI BASE
150 MILA IN PIAZZA A ROMA, DUE MILIONI IN SCIOPERO.

domenica 8 novembre 2009

GIOCO DELLE TRE CARTE

Roma, 5 novembre 2009

AUSL RM D
e mail:listacobasrmd@gmail.com
blog: listacobasrmd.blogspot.com
… IL GIOCO DELLE TRE CARTE …
La Direzione Generale dell’AUSL RM/D continua nel girare il suo film con le sue iniziative mediatico/propagandistiche, cercando, con l’uso continuo e reiterato a mezzo stampa, di costruire, “effetti speciali”, circa eventuali potenziamenti, aperture di servizi, reparti, malgrado, queste, contrastino, come ben sanno operatrici/tori e cittadini/utenti con la realtà e lo stato e le condizioni reali dei vari servizi socio sanitari a causa della grave mancanza/assenza di quelle figure professionali (mediche, infermieristiche, sociali, tecniche, amministrative e ausiliarie) necessarie a garantirne la piena e completa efficienza e funzionalità.
L’ultima in ordine di tempo è quella apparsa su organi di stampa in data 30/10 u.s., che saranno “assunti” quindici nuove unità infermieristiche per potenziare, non solo il Pronto Soccorso dell’Ospedale G.B. Grassi, ma anche per adeguare il personale nell’ Unità Coronaria, nella Rianimazione, nella Cardiologia interventistica ed, inoltre, per creare venti posti in più per la degenza breve.
Ora sono due le alternative o la Direzione Generale non è ben informata dalle sue stesse articolazioni (v. S.A.I.) sulla grave carenza di personale che c’è nelle strutture ospedaliere ( G.B.Grassi - C.P.O.) e nei vari servizi e strutture socio sanitarie, con notevoli disagi per le/gli operatrici/tori tutti e, soprattutto, per gli stessi cittadini utenti, nonché per le stesse capacità qualitative/quantitative degli stessi, o la smania spettacolare/propagandistica arriva persino ad annunciare ciò che, in realtà, è già in essere, spacciando per novità,e soluzioni, provvedimenti già adottati e/o inesistenti, e/o solo parzialmente “corretti”.
Visto che siamo in epoca di domande, proviamo anche noi a farne qualcuna, delle tante che potremmo rivolgere, sperando che queste abbiano miglior “ fortuna”:
1) Con quali strumenti e provvedimenti vengono “assunte” queste “ nuove 15 Unità” infermieristiche o non è che, forse, quelle annunciate a mezzo stampa come “ nuove unità”, si riferiscono, invece, a quelle già esistenti, entrate, peraltro, con il precedente avviso pubblico di luglio?
2) Quanti posti letto sono entrati in funzione e già attivi, e da quando, nella Degenza Breve? Ed è breve veramente o si sta profilando, come prevedibile, in queste stato di cose, un secondo reparto di Medicina?
3) Quali sono i provvedimenti che la Direzione Generale intende prendere per reintegrare il personale infermieristico all’eventuale scadenza, prevista a gennaio 2010, del suddetto avviso pubblico ?
4) Quante e quali sono le figure professionali non presenti e strettamente necessarie al fine di garantire condizioni dignitose nei vari Servizi e Reparti a garanzia sia delle condizioni di lavoro di tutte/i operatrici/tori che degli stessi cittadini/utenti?
5) Come mai e con quali risorse umane e professionali, la D. G. continua ad annunciare apertura di nuovi servizi quando la stessa D. G. dichiarò, nella trasmissione, Presa Diretta, di Riccardo Iacona su Rai 3, che, con le attuali, inadeguate esigue risorse economico/finanziarie (AUSL RM/D 383 euro procapite rispetto, per esempio, ai 1.075 della AUSL di Latina ) si sarebbe trovata nelle condizioni di chiudere i Servizi anche in ragione di una grave mancanza di figure professionali presente ovunque?
6) Le immissioni e le collocazioni delle risorse umane e professionali avvenute tramite comandi trasferimenti, spostamenti, ecc., con quali criteri di programmazione e priorità sono stati eseguite e dove, eventualmente, tali risorse, sono state collocate?
7) Quale Programmazione e Organizzazione intende promuovere ed adottare, la Direzione Generale della AUSL RM/D, per far fronte alle gravi e profonde difficoltà e criticità nelle quali versano i vari Servizi Socio Sanitari? Se l’amara realtà è che, le figure professionali sanitarie,sociali,tecniche,esclusi i dirigenti, nel 2007 erano 1822 e, ad ottobre 2009, sono ancora solo 1834 unità?
Aspettiamo risposte, ma anche se non ci risponderete, sappiate che le attendono i Lavoratori e le Lavoratrici, ma sopratutto le attendono le persone che domandano e chiedono Servizi Pubblici efficienti, efficaci ed umani capaci di affermare e tutelare per ciascuno/a quel BENE che è il DIRITTO ALLA SALUTE.

domenica 4 ottobre 2009

Attività R.S.U.

Al Coordinatore della R.S.U.
Eugenio Bellomo

Alle Delegate ai Delegati della R.S.U.


Oggetto: attività R.S.U. – richiesta/proposte - calendarizzazione/confronto/ iniziative.


Ci troviamo costretti, visto lo stato e la condizione esistente nella R.S.U., nonchè le continue difficoltà che, peraltro, si sono registrate e manifestate anche nell’ultima riunione del 23/09 u.s., a rivolgerci a voi tutte e tutti, attraverso la forma di questa lettera, per rinnovare, e per sollecitare, come già, peraltro, altre volte avvenuto, ( formalmente nelle riunioni R.S.U. e informalmente con mess., mail, colloqui telefonici, ecc.), l’avvio di un confronto ampio su una serie di aspetti e di problematiche più volte rappresentate, ma che per ragioni, secondo noi, di carattere Politico/Sindacale/Aziendale non hanno mai avuto, a quasi due anni di distanza, dall’elezione di questo Consiglio dei Delegati, alcun riscontro effettivo. Malgrado continui inviti non c’è mai stata la possibilità di affrontare realmente con metodo, nel rispetto dei tempi che la realtà e le condizioni, a volte, impongono, un’analisi ed un confronto di merito sulle rispettive situazioni.
Nonostante le reiterate richieste, ad oggi, non è stato possibile affrontare questioni fondamentali e decisive per il ruolo, la funzione, l’autonomia e l’attività stessa della R.S.U. ( i Rappresentanti ), come la questione centrale che attiene al “Sistema delle Relazioni Sindacali” di riferimento, ossia il rapporto che si ha, e si dovrebbe avere, con l’insieme di una Direzione Aziendale ( la Controparte ), al di là dell’appartenenza politica, e a quello, troppo spesso dimenticato e/o volutamente eluso, del rapporto con i Lavoratori e le Lavoratrici ( i Rappresentati ).
Ci sembra sia venuta sempre meno la consapevolezza e la volontà della necessità di ripensare e ridefinire il rapporto ed il principio stesso della rappresentanza e della rappresentatività come elemento inscindibile, per ricostruire quel rapporto di fiducia con quel mondo del lavoro e con quelle realtà che più vivono e risentono del peso della crisi economica e sociale e di una condizione lavorativa, professionale ed umana sottoposta, ormai, da tempo, a subire continui e pesanti attacchi, con la progressiva polverizzazione e cancellazione di quei diritti e di quelle tutele sociali e lavorative che con fatica e, soprattutto, con molte lotte, sono state, in passato, conquistate.
Si continua a sostenere che questa R.S.U. ha fatto e sta facendo un buon lavoro, senza peraltro, mai esplicitare, entrando nel merito, le ragioni di tale opinione e giudizio. Forse sarebbe sufficiente indagare ed interrogarsi sulla realtà che ci circonda, percepire e ascoltare gli umori, gli stati d’animo, i pensieri di quelle tante lavoratrici e lavoratori che, davanti ai problemi, sentono e vivono una condizione di profonda solitudine ed isolamento. Tale giudizio, in ogni caso, non tiene conto, anzi volutamente rimuove, l’impegno, lo sforzo ed il contributo di idee e di iniziativa portato da chi, anche partendo da una posizione critica, non ha mai cessato di lavorare, con spirito costruttivo, per cercare di trovare una sintesi unitaria e condivisa e per garantire il corretto ed adeguato funzionamento dell’Organismo Sindacale, soprattutto, nel rispetto di quel mandato, ( non una delega ), che era stato assegnato, con il voto, da parte delle Lavoratrici e dei Lavoratori.
Certo, noi muoviamo una critica profonda alla R.S.U. per il senso e la condizione di profonda inadeguatezza che manifesta davanti ai problemi e, pensiamo, di essere proprio tra coloro che non hanno mai fatto venire meno quel contributo di idee, di proposte e di iniziativa, sempre, in modo sincero e leale, per cercare di garantirne un corretto e d adeguato funzionamento, malgrado siano state prese decisioni discriminatorie, come quella di escluderci, per logiche dettate dagli apparati politico/sindacali delle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative, C.G.I.L: - C.I.S.L. – U.I.L., dalla Commissione Trattante, calpestando, così, anche i più elementari e basilari principi e i valori della Rappresentanza, nonché della Democrazia.
Per non parlare dell’assordante silenzio davanti agli attacchi, anche a mezzo stampa, alle pressioni e alle provocazioni, nei nostri confronti, ma non solo, portati avanti, solo per il fatto di aver espresso le nostre opinioni ed il nostro libero pensiero, da una Direzione Aziendale autocratica e autoritaria.
E’proprio partendo da tutto ciò che torniamo a richiedere e a sollecitare, in forma pubblica, un confronto, una discussione e un bilancio sull’attività della R.S.U. e sulle problematiche da affrontare.







Non lo facciamo per semplificare una realtà, oggettivamente complessa, per emettere giudizi sommari, ma per riflettere e ragionare sull’esperienza, sin qui condotta e sulla realtà che ci circonda, per analizzarne ed affrontarne eventuali problemi, limiti, contraddizioni e difficoltà che ne ostacolano e ne impediscono il pieno, corretto ed adeguato funzionamento; sentiamo e vogliamo farlo, lo diciamo con chiarezza a tutte e a tutti, non in termini strumentali,“ideologici”, assiomatici ed astratti, ma per cercare di vedere se sia ancora possibile dare un diverso e rinnovato ruolo, un maggiore peso ed una reale autonomia alla funzione ed alla iniziativa delle Rappresentanze Sindacali Unitarie; e lo vogliamo fare discutendo e ragionando sui fatti, partendo da questi……., solo ed esclusivamente, dai fatti!
Sarà possibile, partendo da qui, anche esprimere una valutazione, dare un giudizio sulla gestione di questa Direzione Aziendale?
Pensiamo anche che di questo confronto e di questa discussione debbano essere fatti partecipi e diventare protagoniste/i le/gli stesse/i lavoratrici e i lavoratori, perché riteniamo la pratica della Democrazia Partecipata il senso stesso del sentire ed agire Politico/Sindacale/Sociale e la libera espressione delle opinioni, anche e, soprattutto, quando sono critiche , parte fondamentale e imprescindibile della dialettica Democratica.
La Democrazia si afferma e si difende praticandola!
La decisione che ci ha spinto a formalizzare, attraverso questa lettera, alcune richieste, pur se mossa da profonde critiche, più volte già espresse e rappresentate, non vuole avere alcun intento polemico e strumentale, ma vuole, appunto, cercare di rimuovere ritardi e resistenze che stanno ostacolando, penalizzando, impedendo l’iniziativa e l’azione della R.S.U., su questioni importanti e fondamentali che riguardano le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori e la difesa del Servizio Pubblico Socio – Sanitario.
Chiediamo, pertanto, proprio partendo dalle questioni suddette, che venga promosso un ordine di lavori/calendarizzazione e di iniziative per poter affrontare e portare a compimento le seguenti problematiche, avviando e chiedendo, anche, un Tavolo di Confronto con la Direzione Aziendale:

1) Sistema sull’insieme delle Relazioni Sindacali;
2) Stato di Agitazione ( il secondo, malgrado il primo non sia mai stato revocato) per l’ Ospedale G.B. Grassi, con l’impegno a verificare lo stato e i destini di tutte le Strutture Sanitarie C.P.O. - Cure Primarie, ecc. );
3) Gestione delle Risorse Umane ( precari, carenza personale/figure professionali, assunzioni, trasferimenti, comandi, ecc.);
4) Stato complessivo dei Servizi Tecnico- Amministrativi e Socio - Sanitari ( collocazione, sedi, problematiche e criticità, ecc.);
5) Verifica e giudizio complessivo sulle Posizioni Organizzative;
6) Rispetto dei diritti e delle tutele per le Lavoratrici e i Lavoratori ( v. L. 104/92 ), ecc.;
7) Agibilità Diritti, Prerogative e Tutele Sindacali;
8) Elezioni Organismo Sociale.

Alcuni di questi problemi sono già stati, in parte, accennati nella R.S.U., ma richiedono ancora definizioni, prese di posizione chiare ( anche con l’espressione di voto delle/i Delegate/i); impegno, coerenza, incisività e, soprattutto, la volontà di promuovere e organizzare, attraverso il continuo confronto con le Lavoratrici ed i Lavoratori, le iniziative adeguate, quando le richieste, avanzate agli Organi di Direzione Aziendale, non trovano riscontro ed ascolto e gli impegni non vengono rispettati (v. Accordi violati, richiesta incontri disattesi, mancata risposta alla richiesta di conoscere elenco dei trasferimenti avvenuti nel corso degli anni, nota di diffida per L.104/92, ecc., ecc., ecc. l’elenco sarebbe lungo…! ).
Certamente, questi, sono solo alcuni degli aspetti e delle problematiche che ci troviamo e ci troveremo davanti, ma ci sembra siano sufficienti per comprendere che, per affrontare con serietà e coerenza tutto ciò, è necessario un notevole cambio di rotta anche negli atteggiamenti, nei comportamenti, iniziando a dimostrare maggiore presenza, serietà, impegno, rispetto e lealtà, senza, peraltro, quella confusione di ruoli che ha caratterizzato e caratterizza l’azione di quanti ricoprono all’interno della R.S.U. incarichi e funzioni sia di carattere Sindacale, Politico, Aziendale ( delegati/e con P.O. ) e, soprattutto con e nei rapporti con la Direzione Aziendale nel suo insieme.

Certi che sarà colto lo spirito e l’intento costruttivo di questa nostra lettera , attendiamo un positivo riscontro e inviamo a tutte e a tutti un cordiale saluto.

I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

giovedì 24 settembre 2009

Stato dei Servizi Socio Sanitari Distretto 2 Municipio XIII

Roma, 21/09/2009

Al Direttore Generale AUSL Roma D

Dr.ssa Giuseppina Gabriele

Al Direttore Amministrativo AUSL Roma D

Dr. Antonio Scuteri

Al Direttore Sanitario AUSL Roma D

Dr. Maurizio Rango

Al Direttore del Distretto 2

Dott. Vittorio Chinni

Al Direttore Area Tutela della Donna e del Bambino

Dr. Pierluigi Palazzetti

Al Direttore U.O.C.I. Salute della Donna e del Bambino

Dr.ssa Patrizia Musacchio

Al Responsabile U.O.S. Consultori - Distretto 2

Dr. Gianlorenzo Darbisi

Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione

Dr. Agostino Sorce

Al Dirigente del C.S.M.- Distretto 2

Dr. Antonello D’Elia

Al Dirigente Responsabile U.O.

Tutela Salute Mentale e Riabilitativa Età Evolutiva

Dr. Enrico Nonnis

Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali

Dr. Filippo Coiro

e,p.c. Al Presidente della Regione Lazio

On. Piero Marrazzo

Al Presidente del Municipio XIII –Comune di Roma

On. Giacomo Vizzani

All’ Assessore ai Servizi Sociali, Scuola e Casa

del XIII Municipio – Comune di Roma

On. Ludovico Pace

All’ Assemblea delle Donne 13 Municipio

Sig.ra Ada Codecà

Al Coordinatore delle R.S.U.

Eugenio Bellomo

Oggetto: stato dei Servizi Socio – Sanitari / trasferimenti – Distretto 2 – Municipio XIII.

Scrivente O.S. ha più volte evidenziato le problematiche concernenti la mancanza e l’inadeguatezza delle sedi ai fini di una più idonea e funzionale collocazione dei Servizi - Socio Sanitari, con particolare riferimento al XIII Municipio - Distretto 2 essendo, questo, insieme al territorio del Comune di Fiumicino, in continua crescita ed espansione urbanistica-edilizio-abitativa.

In virtù di tale situazione è oggi ancor più necessario porre una maggior attenzione e avviare un processo per un piano ed un programma di progressivo sviluppo e potenziamento della rete dei Servizi Socio - Sanitari capaci di rispondere appieno alla complessa e sempre più crescente domanda di salute da parte dei cittadini.

Tali problematiche hanno diverse ragioni e, tra le principali, quella che la crescita e lo sviluppo territoriale, avvenuto nel corso degli anni, non è stato preceduto ed accompagnato da scelte ed interventi frutto di una programmazione capace di individuare e realizzare quei Servizi, quegli Spazi e quei Beni Pubblici, più in generale ( sociali, sanitari, culturali, sportivi, ricreativi, ecc. ), anche attraverso la scelta di sedi e di strutture, in rapporto alla popolazione di riferimento.

Le responsabilità di tale situazione sono da suddividersi tra i vari e diversi Governi e le forze politiche che hanno governato, nel corso degli anni, le Giunte di Regione, Comuni, Municipi e per i quali una crescita distorta, spesso legata ad interessi edilizio/speculativi/proprietari/immobiliari, era prioritaria rispetto ad uno sviluppo qualitativo ed armonico del Territorio.

Questa idea e concezione dello sviluppo della Città e del Territorio, ha comportato e comporta per le persone, per i cittadini, un reale e progressivo peggioramento delle condizioni di vita, dovuto alla carenza e all’assenza di quei Servizi essenziali e necessari alla tutela e alla salvaguardia dei diritti e dei bisogni primari delle persone quali Infrastrutture, Scuole, Trasporti, Servizi e Spazi Sociali, Sanitari, Culturali, Sportivi, ecc..

I Servizi Socio - Sanitari, in particolare, hanno maggiormente risentito di questa situazione. Alle difficoltà dovute anche al continuo e progressivo impoverimento delle risorse umane e finanziarie destinate al loro funzionamento, oltre, chiaramente, ai processi di privatizzazione, si è aggiunta la problematica dell’individuazione, della destinazione e collocazione delle varie strutture, sedi e presidi.

E’ mancata, nei fatti, quella necessaria programmazione territoriale di Beni e Servizi necessari al Territorio/Città. Ciò ha comportato, anche, il mancato completamento, potenziamento e realizzazione di Servizi con compiti e funzioni articolate capaci di favorire quella necessaria integrazione Socio - Sanitaria in modo da rispondere appieno alla domanda e alle esigenze di salute delle persone, oltre a svolgere anche una funzione di deospedalizzazione degli interventi sanitari e, quindi, di “alleggerimento” delle Strutture Sanitarie Ospedaliere.

Ad aggravare tale situazione, in particolar modo, nel Municipio XIII - Distretto 2, è intervenuta la problematica della sistemazione e ricollocazione di alcuni Servizi Socio - Sanitari, alla luce della chiusura, per ristrutturazione, del Sant’Agostino e al rilascio della sede di Lungomare Paolo Toscanelli, 72.

Lo spostamento dei Servizi, ivi esistenti, infatti, è avvenuto senza uno studio attento e razionale degli spazi, senza considerare le effettive necessità delle diverse attività e le molteplici funzioni per poter garantire la piena ottimizzazione e funzionalità degli stessi, in modo idoneo ed appropriato; Servizi come il Dipartimento di Prevenzione, con le rispettive Unità Operative, come lo SPRESAL, il SISP, il SIAN, hanno funzioni e competenze fondamentali per le attività di Prevenzione e Promozione e Tutela della Salute Pubblica dai rischi di natura Igienico, Ambientale, Sanitaria, Alimentare e Lavorativa ed, avrebbero, pertanto, la necessità di maggiori Risorse Umane e Professionali e quindi l’urgenza di un effettivo sviluppo e potenziamento.

In prospettiva di ciò era necessaria, in occasione di una nuova collocazione, una reale programmazione e, quindi, una più attenta verifica circa gli spazi da destinare loro ( risulterebbe che non sia stata ancora assegnata una sala per le Visite Mediche Preventive - Testo Unico Sicurezza 81/08 ).

Situazione confusa e per certi versi paradossale è stata quella relativa alle Vaccinazioni e al Servizio U.O.S.D. Immunoprofilassi, Programmi di Prevenzione e Promozione della Salute ( trasferito inizialmente in Via del Sommergibile ) comprensivo dell’ex Medicina Preventiva, e che si era dapprima, per ragioni allora più che pretestuose, dichiarato di voler accorpare al Sant’ Agostino per rendere, questi, maggiormente funzionali e che, invece, sono stati poi collocati in sedi diverse e distanti tra loro ( V.le Vasco De Gama - Via delle Repubbliche Marinare - Via U. Cagni ); altri servizi come il COMAVI, anch’esso situato al Sant’Agostino, hanno, invece, trovato sistemazione presso il presidio di Ostia Antica dove era stata dichiarata, in precedenza, l’intenzione di voler sistemare altri Servizi (odontoiatria?).

La situazione più delicata e, per certi aspetti, insensata e scandalosa, riguarda la collocazione del Consultorio Familiare di Ostia, l’unico presente nella zona Litorale, trasferito in un mini appartamento, e che è stata più volte segnalata dall’Assemblea delle Donne del XIII Municipio e da questa O.S. ( v. anche ultima nota del 23/06 u.s. Prot. N° 57806 ), per il quale la stessa Direzione Aziendale della AUSL RM/D, aveva in precedenza annunciato, impegnandosi, anche a mezzo stampa, il temporaneo trasferimento, presso la “Casetta nel Bosco” - Ospedale G.B. Grassi -, per poi immediatamente e contraddittoriamente smentirlo.

Lo stato e la condizione del Consultorio Familiare di Ostia, di fatto, ha visto diminuire e frammentare i servizi e le attività già esistenti al Sant’Agostino, con il determinarsi di una situazione d’estremo e crescente disagio e difficoltà per le/gli operatrici/ori e per i cittadini/utenti.

Tale condizione aveva portato, dopo varie e diverse proteste, anche alla sottoscrizione in data 07/03/2009 di un Verbale d’Intesa tra la R.S.U., l’Assemblea delle Donne e la Stessa Direzione Aziendale, nel quale veniva dichiarato l’impegno per “…. valutare l’adeguatezza dei Servizi Consultoriali con l’avvio di trattative anche in considerazione di un’eventuale apertura di un secondo Consultorio…”. Accordi, promesse ed impegni puntualmente disattesi, contraddetti e smentiti.

Gli spostamenti, la dislocazione e la ricollocazione dei Servizi suddetti, fatta eccezione per i locali del TSMREE, che ha trovato almeno sistemazione dignitosa, dopo che, peraltro, in precedenza, ne era stato ufficializzato il suo spostamento nei locali di Via Umberto Cagni, presso la sede ANFFAS di Via del Sommergibile (soluzione alla quale si è pervenuti solo dopo e attraverso il confronto, tra la R.S.U., alcuni Dirigenti Aziendali con il contributo di diverse realtà - ANFFAS e Municipio XIII - ), sono avvenuti, infatti, tutti in modo improvvisato e frammentato, peraltro contraddicendo e violando decisioni e lo stesso confronto, che su questi temi era stato avviato tra la R.S.U. e alcuni Dirigenti Aziendali. Confronto, in ogni caso, avvenuto senza che mai fosse chiara, da parte della Direzione Aziendale, un’idea d’insieme delle varie e diverse problematiche; senza che mai venisse, in realtà, minimamente presentato un progetto, un ragionamento, un piano organico di intervento capace di limitare gli sprechi, costi, i numerosi disagi e le notevoli difficoltà, nel rispetto delle professionalità degli operatori/trici tutti e, soprattutto, delle esigenze, dei bisogni e dei diritti di salute dei cittadini/utenti, con particolare attenzione, soprattutto alle esigenze, alla domanda, ed ai bisogni di salute del Territorio.

Nulla, quindi, di concreto è stato fatto per pervenire a soluzioni che fossero e risultassero, idonee e dignitose, sia nello studio e nell’analisi dello stato e delle esigenze complessive dei vari Servizi, che nella ricerca e nell’individuazione concreta dei locali, delle sedi e dei presidi appropriati alle varie e diverse necessità ed esigenze.

La ricerca e le varie trattative di mercato, che, si “vociferava”, sarebbero, state in qualche modo, condotte, non ha mai dimostrato, nei fatti, da parte dell’Azienda, la pur minima e veritiera intenzionalità, una reale e concreta volontà, che potesse condurre ad una effettiva soluzione delle varie problematiche: non si è ritenuto, neanche in presenza di oggettive difficoltà, di dover adottare gli opportuni e necessari provvedimenti di tipo tecnico/amministrativo, come l’emissione di bandi di gara per la ricerca degli spazi e delle sedi necessarie ( strumento, peraltro, già utilizzato in altre Amministrazioni Pubbliche ).

Alla luce di questo stato di cose alcune scelte, adottate dall’Azienda AUSL RM/D, in merito alle problematiche sulla sistemazione dei Servizi, proprio per la “difficoltà” nell’individuare e trovare delle sedi idonee, appaiono dettate più da improvvisazione, approssimazione e pressappochismo che da un piano organico e razionale; anche il rilascio della sede di Lungomare Paolo Toscanelli, pur tra i vari problemi che la stessa presentava, risulta essere stato prematuro ed inopportuno, anche in vista dei previsti e annunciati lavori di ristrutturazione ed adeguamento del Presidio AUSL di Via Paolini ad Ostia. Dove e come saranno collocati e sistemati, durante i lavori, i servizi e le attività esistenti in questa struttura?

Non si comprende, alla luce di ciò, come mai la Direzione Aziendale non abbia provato a rinegoziare, anche attraverso una limitazione temporale, la locazione dei suddetti locali, tenuto conto che, gli stessi, risultano, a tutt’oggi, in affitto per uso ufficio. Ciò avrebbe permesso, in previsione anche della chiusura del Sant’Agostino, una programmazione, uno studio, ed un utilizzo più razionale e appropriato degli spazi e delle Sedi a disposizione, più corrispondente alle esigenze e alle necessità dei vari Servizi e, soprattutto, dei cittadini/utenti.

Una diversa gestione, accompagnata da una qualificata capacità programmatrice delle problematiche avrebbe anche permesso di individuare soluzioni più compatibili con i bisogni e le necessità dei cittadini, attraverso un utilizzo diverso di quelle “nuove” sedi ( v. Via Umberto Cagni ) dove si sarebbero potuti realizzare Servizi ( es. sportello C.U.P. per le prenotazioni, Centro psico – sociale/ ambulatorio per la popolazione femminile, ecc.) in grado di rispondere ed integrarsi meglio in una zona carente di servizi e funzioni e che ha particolari ed enormi necessità di giungere ad una effettiva ed immediata riqualificazione.

La ristrutturazione del Sant’Agostino, che si auspica avvenga nei modi e nei tempi idonei, così com’è stato annunciato e previsto, anche se sussistono delle preoccupazioni in merito ai tempi di consegna, considerato le problematiche emerse in alcuni precedenti cantieri di lavoro ( Ostia Antica, Acilia, V.le Vasco De Gama - Repubbliche Marinare, ecc. ), porterà a soluzione parte dei problemi sopra accennati, ma non si può certamente pensare di lasciare nelle condizioni attuali situazioni al limite della sostenibilità e agibilità se non con il risultato e la responsabilità di aver determinato un disagio ed un danno notevole allo sviluppo qualitativo/quantitativo dei Servizi e alla loro attività ritenuta da tutte/i necessaria ed essenziale, con conseguenze e ripercussioni sulla dignità e professionalità delle/gli operatrici/tori e, soprattutto sui diritti e sulla salute dei cittadini/utenti.

C’è la necessità, pertanto, di pervenire urgentemente a soluzioni che riportino a condizioni dignitose quei Servizi che più risentono delle difficoltà e dei disagi sopra accennati e nel frattempo promuovere una seria e reale programmazione della Rete di Servizi Socio Sanitari nei vari Territori, tenendo altresì conto che ci sono zone completamente sprovviste di qualsiasi struttura e presidio Socio - Sanitario, dando soluzione, in particolar modo, alle situazioni di maggiore criticità, come quelle in diverse occasioni rappresentate, legate alla condizione del Consultorio Familiare di Ostia, attraverso la ricerca di locali e spazi idonei, così come la stessa Direzione Aziendale si era impegnata a fare con la sottoscrizione del Verbale d’Intesa del 7 marzo 2009.

Si coglie, altresì, l’occasione per segnalare, ancora una volta ( v. anche nota Prot. 57806 del 23/06 c.a. ), la necessità, in vista del prossimo, imminente trasferimento del Consultorio Familiare e delle Vaccinazioni di Acilia, presso i locali di Largo da Montesarchio, nonché del TSMREE e CSM di Acilia, onde evitare disagi e difficoltà ad operatrici/tori ed utenti, la messa in atto di tutte le verifiche di legge necessarie in merito alla idoneità, alla compatibilità, non tralasciando quelle riguardanti la piena e ottimale funzionalità dei Servizi stessi, anche attraverso il confronto, il contributo e la partecipazione degli operatori/operatrici, delle Organizzazioni Sociali e Sindacali.

Confronto necessario, come già in altre precedenti occasioni richiesto, anche per individuare e definire le idonee e giuste destinazioni dei locali lasciati dopo il trasferimento dei suddetti Servizi.

A questo proposito si chiede di conoscere la fondatezza circa un eventuale utilizzo dei locali del TSMREE di Acilia da parte della Medicina Legale di Via Paolini.

Ove tale ipotesi fosse veritiera sarebbe un’ulteriore dimostrazione di come la Direzione Aziendale stia affrontando la situazione della destinazione dei vari Servizi in modo confuso e approssimativo, evitando quelle soluzioni, quali l’individuazione di nuove sedi e presidi, le sole che porterebbero a soluzioni razionali e dignitose nell’interesse della funzionalità dei Servizi stessi e dei bisogni dei cittadini/utenti. Se la suddetta ipotesi venisse realizzata, anche solo temporaneamente, non solo non si risolverebbe il problema della carenza di spazi del CSM di Acilia, ma si costringerebbero i cittadini di Ostia a spostamenti verso l’entroterra che, per la particolarità del Servizio di Medicina Legale, risulterebbero chiaramente difficoltosi e disagevoli.

Si è ben consapevoli che su alcune delle questioni sopraesposte, come anche su altre, hanno pesato e pesano ragioni ed esigenze di bilancio, ma queste non possono e non devono essere anteposte alla necessità di dover dare e garantire, almeno, quella continuità quantitativa/qualitativa di tutti i Servizi interessati; fermo restando che ci si dovrebbe porre delle domande, e magari trarre anche tutte le conseguenze Gestionali/Politico/Istituzionali, sull’inadeguatezza dei trasferimenti finanziari assegnati dalla Regione Lazio, in accordo con il Governo, alle Aziende UU.SS.LL., e che vede, in la AUSL RM/D, in particolare il Distretto 2 Municipio XIII, quella che riceve minori stanziamenti e finanziamenti ( AUSL RM/D 383 euro procapite rispetto, per esempio, ai 1.075 della AUSL di Latina). Allo stato attuale, pertanto, ci si trova davanti a situazioni che sono fonte e causa di vari e profondi disagi e difficoltà e che richiedono l’immediata promozione e adozione di iniziative e provvedimenti Gestionali/Politico/Istituzionali non più eludibili se non con la conseguenza di un progressivo svilimento e indebolimento di tutti quei Servizi ritenuti e dichiarati come essenziali per le tutele e i diritti di salute delle persone.

Questa O.S. ha più volte espresso la necessità di avviare, su queste questioni, un confronto ampio, tra Azienda ed Istituzioni interessate ( Regione, Comuni, Municipi ) e le realtà Sociali, Sindacali e Politiche per cercare di dare risposte concrete alle suddette problematiche e per realizzare quella prospettiva e quella programmazione Socio - Sanitaria necessaria allo sviluppo e alla crescita qualitativa dei Territori, ma si deve, invece, purtroppo, constatare, ancora una volta, come, al di là dei ruoli e delle rispettive posizioni, davanti a problemi posti siano prevalse logiche dettate da opportunità e compatibilità Gestionali/Istituzionali/Politiche/Sindacali che poco hanno a che vedere con la ricerca della difesa dell’ interesse del Bene Comune.

Ci dichiariamo, comunque, sempre e malgrado tutto, disponibili a qualsiasi confronto si intenda avviare su tutte queste problematiche.

Cordiali Saluti

Prot. AUSL RM/D

n° 85039 del 21/09/2009

p. i COBAS AUSL RM/D

I Delegati R.S.U.

Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

mercoledì 5 agosto 2009

LETTERA APERTA COBAS

Ai Lavoratori e Lavoratrici AUSL RM/D
Alle Associazioni e Organizzazioni Territoriali
Ai Delegati e Delegate R.S.U.



LETTERA APERTA


Si sa, l’estate e le vacanze dovrebbero essere, dopo gli impegni e i vari problemi, con le relative tensioni vissute nel corso dell’anno, occasione per rilassarsi, riflettere e, perché no, divertirsi, ma indubbiamente la realtà, con i suoi problemi, ci richiede sempre la necessaria attenzione e concentrazione. Così, come avviene a livello generale, anche nel nostro Territorio sono molti i problemi che non hanno e conoscono pause; alcuni di questi riguardano la difesa e la salvaguardia degli Spazi e dei Servizi Pubblici: dalla questione della Casa della Cultura presso la Vittorio Emanuele, alla questione del Teatro del Lido, alla privatizzazione delle spiagge e del Litorale e la devastazione ambientale con la feroce cementificazione del territorio e la realizzazione di opere a carattere esclusivamente privatistico/speculativo ( v. Polo natatorio, ecc. ).
Anche nella Sanità affiorano problemi ed incongruenze legate all’assenza, nella sua gestione, di reali processi di democrazia partecipata con il prevalere di un sistema di relazioni dominato dalle logiche e dalle dinamiche degli apparati Politico/Sindacali/Aziendali, frutto acerbo ed espressione di un’ idea privatistica, autocratica e autoritaria nella gestione della Cosa Pubblica. Questo sistema non consente di affrontare in modo adeguato, concreto ed analitico i veri problemi che affliggono il Servizio Sanitario Pubblico in generale e, nello specifico, dei “Nostri Territori” quali la carenza ed insufficienza dei Servizi Socio - Sanitari, nonché l’inadeguatezza di spazi, strutture e sedi idonee ( V. Consultorio Familiare di Ostia, ma non solo) e per la scarsità delle varie e diverse figure professionali ( infermieristiche, ausiliarie, tecniche e sociali) che limita di fatto la completa funzionalità dei Servizi stessi, rispetto ad un Territorio ( XIII Municipio - Comune di Fiumicino ) in continua crescita ed espansione edilizio/abitativa e che rende ancora lontana, se non impossibile da realizzare, quell’idea di integrazione socio sanitaria da sempre ritenuta fondamentale per rispondere alla complessiva domanda di salute della popolazione.
Le politiche economico/finanziarie e le scelte del Governo Berlusconi, che non hanno trovato e non trovano una reale, adeguata e credibile opposizione, insieme alle scelte assunte da parte del Governo della Regione Lazio, porteranno, attraverso minori stanziamenti finanziari, con il relativo Piano di rientro e la riorganizzazione delle Rete Ospedaliera, ad un pesante ridimensionamento dei Servizi Socio Sanitari con la diminuzione di posti letto e la chiusura anche di vari reparti ospedalieri.
Mentre accade tutto questo la Direzione Generale della AUSL RM/D sembra intenzionata a procedere all’aumento dei posti letto presso la Degenza Breve dell’Ospedale G.B. Grassi. Certamente non si è contrari al potenziamento e all’apertura di nuovi servizi, ma questa deve essere reale, funzionale e garante delle esigenze e dei diritti delle persone, sia dei lavoratori/trici che, soprattutto, dei cittadini utenti.
L’impressione, invece, è quella del prevalere di logiche, tentativi ed esigenze esclusivamente di natura elettoralistica e/o di prestigio/accreditamento di carattere “politico/personale” che cercano di affermarsi attraverso quella politica degli annunci, quelle iniziative mediatico/propagandistiche, oggi tanto in voga, che possono dimostrarsi inutili se non dannose.
Infatti, il previsto eventuale aumento dei posti letto, presso la Degenza Breve, senza che venga data la reale garanzia dell’effettiva funzionalità, attraverso l’indispensabile copertura di tutte le figure professionali necessarie ( mediche, infermieristiche, ausiliari e tecniche) secondo criteri di priorità ed emergenza, appare una follia e un ulteriore inganno ai danni dei/le lavoratori/trici e dei cittadini. Sarebbe necessario e prioritario, invece, affrontare prima e seriamente le già gravi carenze in merito agli organici di tutta la Struttura Sanitaria Ospedaliera ( dove sono le deroghe per le assunzioni?) di tutte le figure professionali ( mediche, infermieristiche, ausiliarie e tecniche) nei vari servizi e reparti, dove dovrebbero trovare gradualmente la giusta collocazione le figure attualmente in entrata. Questo modo di fare, di assumere decisioni, scelte senza una verifica, un confronto, senza il coinvolgimento diretto di competenze, di saperi appare come un’ulteriore dimostrazione dell’incapacità e della mancanza di volontà nell’affrontare le varie problematiche , di “governare“ i processi, finendo così, per essere, nella realtà data, affrontati solo ed esclusivamente con logiche e criteri di “dominio” con improvvisazione, approssimazione, personalismo e autoritarismo.
La Sanità in Territori come il XIII Municipio e il Comune di Fiumicino, in continua crescita ed espansione edilizio abitativa, richiede un piano di programmazione e realizzazione di una rete di Servizi Socio-Sanitari capaci di rispondere appieno alle esigenze di salute dei cittadini e per questo ribadiamo, ancora una volta, la necessità di promuovere iniziative e un confronto pubblico tra le diverse realtà del territorio, le Organizzazioni Sociali e Sindacali, e i vari livelli Istituzionali ( Regione, Comune di Fiumicino, Municipio XIII ).
Per questo pensiamo che la R.S.U. della AUSL RM/D possa ancora svolgere un ruolo fondamentale per avviare un processo partecipativo, sin da subito dopo la pausa estiva, ma ciò, crediamo, possa essere possibile solo se verranno superate quelle ambiguità, quelle resistenze, quei ritardi che ne hanno sino ad oggi limitato e condizionato la sua azione, dimostrandosi, di fatto, un vero e proprio ostacolo allo sviluppo di una libera, autonoma e necessaria azione politico - sindacale capace di dar voce e rappresentare le varie e diverse problematiche e quel malessere diffuso che riguarda le condizioni di vita e di lavoro delle persone.
Il sindacato deve poter svolgere il suo ruolo e la funzione per il quale è chiamato a rispondere in piena autonomia e libertà senza confondere il pur legittimo “ senso di appartenenza” con la sudditanza e la subalternità alle varie e più diverse compatibilità: questa, infatti, non può e non deve divenire una soffocante gabbia ideologica.
Ciò che oggi è più che mai in pericolo è il concetto ed il senso di rappresentanza e rappresentatività e l’idea e la ragione stessa di Democrazia.
Pensiamo che sia valido ancora oggi quel principio sancito dalla legge 833/78 che affermava l’idea della Salute come benessere psico - fisico della persona: un principio ed un valore che racchiude e riguarda tutti gli aspetti della qualità della vita delle persone quali la sanità, l’ambiente, il lavoro, la vivibilità stessa nel proprio territorio ed è a tal fine che riteniamo importante riprendere e rilanciare una forte iniziativa sociale, culturale e politica per la difesa di quei diritti fondamentali intesi come bene d’uso contro tutte le logiche e le politiche di mercificazione e privatizzazione da tempo in atto.
Noi delegati R.S.U. eletti nella Lista Cobas e COBAS della AUSL RM/D, pur consapevoli delle difficoltà, della grave e profonda crisi politica, economica, sociale e del degrado culturale e civile che investe oggi il paese, continuiamo a ritenere lo strumento sindacale un elemento di crescita fondamentale per i lavoratori e le lavoratrici al solo ed unico scopo di favorire e realizzare, nel rispetto delle differenze, in piena autonomia e libertà, un’idea “Altra” dell’essere e dell’agire sindacale, attraverso l’informazione, il dialogo, il confronto, l’impegno costante per la creazione di reali processi e percorsi di democrazia partecipata in grado di cambiare i rapporti di forza oggi esistenti, per affermare e rappresentare le nostre idee, le nostre ragioni, i nostri bisogni, i nostri sogni, i nostri diritti e le nostre istanze.
Cercheremo di farlo con tutte quelle forze, quelle realtà, quelle energie umane, sociali, culturali che non hanno rinunciato e non rinunciano a pensare e a lottare per realizzare una comunità, una società solidale, in grado di rendere diversa e migliore la vita di ciascuno e ciascuna di noi.
Buone vacanze a Tutte e a Tutti….
03/08/2009


I Delegati R.S.U. COBAS AUSL RM/D
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

COMUNICATO STAMPA del 30/07/09

Comunicato stampa
La Direzione Aziendale della AUSL RM/D sembra intenzionata a procedere all’aumento dei posti letto presso la Degenza Breve dell’ ospedale G. B. Grassi, si parla del 1 agosto.
Certamente non si è contrari al potenziamento e all’apertura di nuovi servizi, ma questa deve essere reale e funzionale alle esigenze e a GARANZIA dei diritti delle persone, sia dei lavoratori/trici che soprattutto dei cittadini utenti.
L’impressione, invece, è quella del prevalere di logiche ed esigenze esclusivamente elettoralistiche( il prossimo anno ci sarà il rinnovo del consiglio regionale e già sono avviate le “grandi manovre”) attraverso annunci proclami ed iniziative propagandistiche, come l’apertura di servizi, mentre vanno avanti, da parte del Governo Nazionale e della Regione Lazio, progetti di grave ridimensionamento (piano di rientro finanziario-riordino della rete ospedaliera) di servizi socio sanitari e reparti ospedalieri.
L’eventualità di un aumento di posti letto senza che venga data la reale garanzia dell’effettiva funzionalità, attraverso l’indispensabile copertura degli organici e senza verificare, peraltro, le già gravi carenze di varie e diverse figure professionali nei vari servizi e reparti, dove dovrebbero trovare la giusta collocazione le figure professionali in entrata secondo criteri di priorità ed emergenza.
Ciò appare una follia, un ulteriore beffa, un altro vero e proprio inganno ai danni di lavoratori e cittadini.
Ci si chiede cosa facciano, al di là delle frasi e prese di posizione di circostanza la R. S. U. (che fine ha fatto lo stato di agitazione? Le deroghe per le assunzioni?) FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE: SMASCHERIAMO L’INGANNO.
Sviluppiamo iniziative per un reale sviluppo e potenziamento dei servizi socio sanitari pubblici. Chiediamo a garanzia dell’adeguato e completo funzionamento dei servizi socio sanitari esistenti (Pronto Soccorso, Cure Primarie, ecc ) la verifica del corretto rapporto della dotazione organica di tutte le figure professionali necessarie (mediche, infermieristiche, ausiliarie, tecniche e sociali).
p. il COBAS AUSL RM/D
I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

martedì 23 giugno 2009

Consultori Familiari - 13 Municipio

Al Presidente della Regione Lazio
On. Piero Marrazzo
Al Direttore Generale AUSL Roma D
Dr.ssa Giuseppina Gabriele
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr. Maurizio Rango
Al Direttore Amministrativo
Dr. Antonio Scuteri
Al Direttore Area Tutela della Donna e del Bambino
Dr. Pierluigi Palazzetti
Al Direttore f. f. U.O.C.I. Salute della Donna e del Bambino
Dr.ssa Patrizia Musacchio
Al Responsabile U.O.S. Consultori del Distretto 2
Dr. Gianlorenzo Darbisi
Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Dr. Agostino Sorce
Al Dirigente del Servizio Spresal
Dr.ssa Maria Claudia Proietti
Al Direttore del Distretto 2
Dott. Vittorio Chinni
Al Dirigente U.O.C. Prevenzione e Protezione
Dr. Vittorio Chinni
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
Al Presidente del Municipio 13
On. Giacomo Vizzani
Ai Componenti dell’Osservatorio per l’Integrazione
Socio - Sanitaria del 13 Municipio
e,p.c. All’ Assemblea delle Donne 13 Municipio
Sig.ra Ada Codecà
Al Coordinatore delle R.S.U.
Eugenio Bellomo

Oggetto: Consultori Familiari - 13 Municipio / Distretto 2. - Segnalazione.
Scrivente O.S., facendo seguito alla nota del 15/12/2008 Prot. AUSL RM/D n°103823, con la presente intende rappresentare alcune delle problematiche relative ai Consultori Familiari del 13 Municipio / Distretto 2, con particolare riferimento alla situazione venuta a determinarsi in seguito al trasferimento del Consultorio di Ostia, per la prevista e avvenuta chiusura del Sant’Agostino, con la stipula di un contratto di locazione, presso un locale di proprietà privata, sito in Via Capitan Casella, n° 3.
I locali, come già più volte è stato segnalato dall’Assemblea delle Donne del 13 Municipio, dai delegati R.S.U., nonché dalla stessa scrivente O.S., anche nel Tavolo di confronto con l’Azienda sulle problematiche della Tutela della Salute della Donna e del Bambino, erano apparsi da subito inadeguati, inidonei, al limite dell’agibilità e impossibilitati a garantire l’insieme delle attività precedentemente svolte nel presidio Sant’Agostino, sia in termini quantitativi che qualitativi.
L’appartamento individuato per la collocazione del Consultorio Familiare, infatti, se pur apparentemente accogliente, presenta gravi carenze ed inadeguatezze, anche strutturali, come la presenza, nell’entrata principale, di scalini asimmetrici, particolarmente stretti che creano difficoltà e potrebbero rappresentare, peraltro, un vero e proprio rischio per donne con dei bambini in braccio.
Tale situazione non permette, di fatto, il regolare e normale accesso, deflusso e passaggio per più di una persona alla volta, con evidente difficoltà per passeggini, carrozzine, tant’è che per l’accesso delle persone diversamente abili viene utilizzata l’entrata condominiale che si apre nel locale ripostiglio dello stesso consultorio.
Gli spazi, anche all’interno della struttura, risultano incredibilmente insufficienti, non funzionali e particolarmente disagevoli sia per le/gli operatrici/ori, ma soprattutto per le persone che vi accedono:
- la porta d’ingresso, nell’apertura, prende tutto lo spazio antistante lo sportello per il filtro e l’accoglienza, dove sostano le persone in attesa di indicazione e informazioni;
- il corridoio risulta strettissimo anche per il normale transito delle persone che vi accedono ( una alla volta ) e rimane particolarmente difficoltoso per il passaggio di mamme e/o papà muniti di carrozzine e passeggini;
- la stanza adibita ad accoglienza è quella relativa allo spazio “ ritagliato “ nel corridoio ed è situata subito a ridosso della porta d’entrata, è privo di finestre.
Cosa particolarmente grave è l’impossibilità, in queste condizioni, di poter garantire la riservatezza e la tutela della privacy delle persone, considerata anche la particolare delicatezza delle problematiche trattate.
In realtà manca una vera stanza per l’accoglienza per effettuare in modo idoneo e funzionale i primi colloqui, i lavori di segreteria e tutte le attività organizzative e pratico/amministrative;
- la sala d’attesa è molto piccola , sono presenti solamente sei sedie e risulta disagevole, se non impossibile far sostare e soggiornare in modo adeguato e confortevole gli utenti, all’interno della sala, spesso con bambini, che accedono al servizio e che frequentemente si trovano, così, costretti a sostare all’esterno con i disagi e le difficoltà che questo potrebbe comportare in presenza di condizioni atmosferiche particolarmente avverse ( temperature troppo alte o troppo basse, ecc. );
- l’apertura della porta del bagno ( per i diversamente abili ) si apre verso l’esterno e, quindi, invade, nell’apertura, lo spazio della “ sala d’attesa “ andando persino ad intralciare l’entrata e l’uscita delle persone che accedono o escono dalla stanza del ginecologo;
- la stanza del ginecologo, per le esigue dimensioni, risulta essere ancor più inadeguata e angusta vista la numerosa, ma pur necessaria, presenza di mobilio ( n° 2 scrivanie ) un armadio e strumentazione sanitaria (sterilizzatrice, lettino visite, carrello, computer, ecc. ) ;
- la stanza adibita per la preparazione al parto può consentire un idoneo lavoro per gruppi di massimo otto donne anziché 15, come era in precedenza al Sant’Agostino e, quindi non è possibile garantire lo stesso numero di utenza ( attualmente iniziano due corsi al mese con il rischio evidente di un ulteriore diminuzione ).
I Gruppi del dopo parto, essendoci anche i bambini con passeggini, in queste condizioni non hanno la reale possibilità di accesso;
- le operatrici e gli operatori sono costretti ad alternarsi frequentemente nelle stanze ( v. psicologi, ostetricia ).
Sarebbe imputabile a questa situazione la causa della ridotta attività specialistica ( almeno di circa cinque turni settimanali): prima i turni di specialistica ( pediatria, ginecologia ) erano 15, attualmente sarebbero stati ridotti a circa 10. Risulta, inoltre, che le aperture pomeridiane, attualmente, siano state ridotte di una ed è prevista un’ulteriore riduzione dal prossimo mese di luglio;
- risulta assente l’uscita di sicurezza con porta antipanico e mancherebbe affisso, a tutt’oggi, il piano d’emergenza.
A tale situazione si è risposto in modo improvvisato e approssimativo, con interventi e provvedimenti assunti senza un reale criterio di programmazione e organizzazione funzionale all’attività del Consultorio Familiare. Si è arrivati, persino, a ridimensionare il personale, sopprimendo e/o spostando, in altre sedi, funzioni che, in realtà, sono proprie del Consultorio ( ambulatorio ostetrico ).
Si ricorda che i Consultori Familiari hanno competenze proprie, svolgono, inoltre, una importante ed insostituibile funzione sociale.
Vale la pena ricordare, inoltre, che i C.F. , nati come servizi di assistenza alla famiglia e di educazione alla maternità e paternità responsabili, hanno il compito primario e fondamentale di realizzare e sviluppare tutte quelle attività necessarie…… “ all’informazione, l’educazione e l’assistenza sociale, sanitaria, e psicologica a livello individuale e di gruppo, per i problemi della sessualità, per la procreazione libera e consapevole, per la maternità e paternità responsabili, l’armonico sviluppo fisico e psichico dei figli e per la realizzazione della vita familiare con particolare riguardo alle condizioni sociali ed ambientali…..” ( art. 2 L.R. 15/76 ).
Tali attività debbono essere svolte in un ottica multidisciplinare e in stretto collegamento con le diverse strutture socio – sanitarie e le realtà sociali, culturali e educative presenti sul Territorio.
Va, inoltre, ricordato e sottolineato che la nascita dei C.F. ha costituito una vera e propria anticipazione di quella cultura di promozione della saluta intesa come benessere psico – fisico delle persone e, nello specifico della donna e del bambino. In questo senso, i C. F. hanno rappresentato una svolta, un segnale di cambiamento dell’intervento sanitario poi recepito dalla L.833/78 di Riforma Sanitaria. Un cambiamento, una trasformazione culturale, persino di costume, che invertiva il concetto di salute intesa come assenza di malattia, fino ad allora prevalente, e nello stesso tempo rompeva il dominio ed il Potere esercitato sull’autonomia e autodeterminazione delle donne.
Per tali ragioni, pensiamo, che atteggiamenti e scelte che tendono, di fatto al ridimensionamento e alla mortificazione di questi servizi e delle loro attività e funzioni vadano con forza segnalati e denunciati.
Pensiamo sia necessario, invece, mettere in atto tutte le iniziative per il potenziamento, lo sviluppo e la crescita dei Consultori Familiari. Basti pensare che in un territorio come il 13 Municipio ci sono solo due Consultori Familiari mentre la legge ne prevederebbe uno ogni ventimila abitanti e, quindi, sarebbero necessari almeno altri otto Consultori, se si considera anche la forte espansione edilizio/abitativa ancora in corso.
Resta, pertanto, incomprensibile ed inaccettabile l’atteggiamento della Direzione Aziendale che ha provveduto al trasferimento del Consultorio di Ostia in locali inidonei che, di fatto, limitano e mortificano ulteriormente un’attività fondamentale come quella portata avanti dai Consultori Familiari. Tale atteggiamento è ancor più grave se si considera che in data 7/3/2009 la stessa Azienda è pervenuta alla firma di un verbale di intesa con l’Assemblea delle Donne e con la R.S.U. aziendale con il quale si dichiarava e affermava di voler: ”… ..valutare l’adeguatezza dei servizi consultoriali di Ostia, per i quali è in corso una trattativa ( ? ) per i locali atti all’apertura di un secondo Consultorio…”. Sino ad oggi nessun impegno concreto è stato realmente assunto né, tantomeno, è stata data titolarità e autorevolezza allo stesso Tavolo di confronto istituito dalla Direzione Aziendale.
Un Tavolo di confronto che vedeva in realtà, al di la delle intenzioni, dell’impegno e della disponibilità personale di chi era stato chiamato a rappresentare l’Azienda, l’assenza più totale di una volontà e di una strategia Aziendale se non quella, oramai evidente, di cercare di prendere tempo.
Atteggiamenti che fanno seguito ad annunci, dichiarazioni ed impegni continuamente contraddetti e puntualmente smentiti dai fatti.

Pertanto, malgrado gli impegni assunti con la firma del verbale d’intesa con l’Assemblea delle Donne e la R.S.U. Aziendale, in data 07/03/2009, si deve registrare una totale mancanza di reale volontà a pervenire in tempi utili a soluzioni positive. Ci si trova continuamente di fronte ad atteggiamenti approssimativi e dilatori malgrado più volte siano state avanzate diverse proposte ed alternative. Si ha, invece, l’impressione che si cerchi di prendere tempo con iniziative formalistiche e poco incisive.
Ci si chiede: per i locali dove è attualmente collocato il Consultorio di Ostia sono state espletate tutte le procedure di verifica di idoneità? Sono state richieste tutte le necessarie autorizzazioni? E chi, infine, ha rilasciato i nulla osta per il trasferimento nei locali suddetti?

Si chiede agli Organi competenti in indirizzo di effettuare le necessarie verifiche di fattibilità ed idoneità dei locali del Consultorio di Ostia situati in Via Capitan Casella n° 3 e se le condizioni, ivi esistenti, rispondano alle norme ed ai criteri di appropriatezza e ai requisiti di sicurezza ed agibilità a tutela della salute dei lavoratori/lavoratrici e degli stessi cittadini/utenti ( D.lgs. 81/08 ).
In assenza di reali riscontri, scrivente O.S. si riserva di presentare formale esposto agli Organi Giudiziari.

Si coglie, infine, l’occasione per segnalare la necessità, in vista del prossimo trasferimento del Consultorio Familiare di Acilia nei locali di Largo da Montesarchio, e al fine di evitare ulteriori disagi ad operatori ed utenti, che siano messe in atto tutte le verifiche di fattibilità, compatibilità ed idoneità necessarie attraverso anche il coinvolgimento e la partecipazione degli operatori/operatrici, delle Organizzazioni Sociali e Sindacali.
In attesa di un sollecito riscontro si porgono i più distinti saluti.

Prot. AUSL RM/D
n° 57806 del 23/06/2009
p. il COBAS AUSL RM/D
I Delegati R.S.U.Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera