martedì 24 febbraio 2009

.....CHE AMAREZZA.....

…..Che Amarezza…….!!!


….Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un criminale.
Bertolt Brecht

Sento la necessità di fissare alcuni pensieri, alcune libere ed aperte riflessioni e considerazioni personali che riguardano lo stato complessivo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie nella nostra realtà: quella della AUSL RM/D, prendendo anche spunto dall’ultima riunione delle R.S.U..
Al termine della discussione tra i delegati, nell’ultima riunione del 18/02 u.s., ho chiesto che la prossima riunione venisse considerata un aggiornamento, quindi un prosieguo della discussione. Tale richiesta ha diverse ragioni, ma tutte in relazione ed in connessione tra loro. Tra queste c’è anche il carattere degli interventi, la loro finalità ed il valore che assumono all’interno del dibattito e nella stessa gestione dei lavori del Consiglio dei Delegati. C’è l’abitudine, infatti, che, da una relazione dal carattere esclusivamente informativo e, considerata la situazione e lo stato, all’interno delle R.S.U. inevitabilmente tecnicistica, svolta normalmente da Eugenio Bellomo che è il Coordinatore, si passa ad interventi, a volte, anche molto articolati che toccano, sia le diverse problematiche sia spunti di riflessione che, non avendo la possibilità di essere sviscerati, analizzati ed approfonditi, rimangono non solo irrisolti, ma in pratica elusi, se non realmente schiacciati dentro interventi che, solo per il fatto di essere svolti per ultimi, sembra assumano un carattere di risposta, di sintesi “conclusiva” e “definitiva” alle questioni e alle problematiche poste.
Punti di vista, opinioni, certamente legittimi e rispettabili, ma che non devono e non possono, solo per il fatto di essere esposti, sempre, alla fine, di tutti gli interventi, assurgere al ruolo di “verità assolute”, assiomi, prese di posizione e/o decisioni date per assodate e scontate senza, peraltro, che vi sia la possibilità, di volta, in volta, considerata anche la rarità degli incontri, rispetto alle questioni e alle problematiche da affrontare, di esprimere e manifestare, in modo esplicito, le diverse posizioni e proposte, sottoponendole, eventualmente, al voto di tutte /i le delegate ed i delegati presenti. Cosicché, anche richieste più volte avanzate, sollecitate e continuamente reiterate vengono sistematicamente accantonate, rimandate se non completamente ignorate ( V. richiesta discussione Gestione Risorse Umane, bilancio attività delle R.S.U., verifica degli accordi sottoscritti, Posizioni Organizzative, ecc. ).
In questo quadro s’inseriscono anche le ”conclusioni” che lo stesso Eugenio ha fatto e fa alla fine di ogni riunione, cosicché tutte le problematiche, le considerazioni, le proposte emerse restano perennemente in sospeso, irrisolte, dilatate in un tempo infinito ed indefinito dentro quello che ormai sembra essere diventato solo uno stanco, vuoto ed inutile rituale.
Penso si dovrebbe prestare maggiore attenzione anche al modo come sono “gestite” le riunioni, perché esse rappresentano, non solo simbolicamente, ma sostanzialmente, lo strumento con il quale, le diverse problematiche vengono analizzate ed affrontate e le diverse posizioni riconosciute e rispettate e, nelle quali possa essere possibile, attraverso il confronto franco e leale, trovare, esprimere e rappresentare qualificate sintesi.
Si tende a normalizzare, se non ad ignorare e/o a fingere di farlo, dinamiche interne, scelte politico/sindacali, che hanno pesato e pesano sull’attività, sul ruolo, sull’autonomia, sulla funzione dei singoli delegati/e e sulle stesse R.S.U.. Tutta l’attività e l’intero sistema di relazioni sindacali e, quindi il rapporto stesso con le/i lavoratrici/tori e l’Azienda, nel bene e nel male, è legato e determinato dall’impegno di pochi, singoli soggetti e/o da questa o quella sigla sindacale, e non sempre attraverso percorsi pubblici, trasparenti e condivisi.
Tale situazione, di fatto, rappresenta un vero esautoramento e una perdita di senso del ruolo di rappresentanza dei delegati e delle stesse R.S.U., che si trovano a svolgere, in questo modo, una funzione esclusivamente burocratica, notarile e subalterna alle decisioni e alle logiche degli apparati politico/sindacali, nonché Aziendali.
E’ bene ricordare, a tale proposito, anche come si è arrivati alla decisione di escludere dalla Commissione Trattante che, va ribadito, dovrebbe avere, esclusivamente carattere e funzione esecutiva delle decisioni prese nel Consiglio dei Delegati, i delegati eletti nelle liste delle Organizzazioni Sindacali di Base. Tale decisione fu presa a maggioranza dai delegati di CGIL - CISL - UIL, che, in questo modo, non solo hanno assegnato un rilievo “ politico” alla Commissione Trattante, ma ne hanno indebolito e snaturato il ruolo e la funzione stessa violando il principio base della rappresentanza e della rappresentatività, nel rispetto della volontà e dell’espressione, emersa liberamente e democraticamente con il voto, dei lavoratori e delle lavoratrici. Quell’idea di rappresentanza e rappresentatività che è stata e che viene, ancor di più oggi, calpestata da coloro che sottoscrivono accordi e firmano contratti di lavoro senza interpellare e consultare chi di quegli accordi è e resta il legittimo e unico destinatario: Il mondo del lavoro e del non lavoro.
Questi sono solo alcuni degli aspetti e degli episodi che hanno lasciato intendere che il ruolo e l’autonomia dei delegati e delle R.S.U. fosse a “ sovranità limitata”. Tanto è vero che l’ “unità”, registrata ed espressa con quella decisione, proprio perché, imposta, fuori da qualsiasi oggettivo ragionamento e criterio di buon senso e dettata da logiche e dagli interessi degli apparati politico/sindacali si è rivelata subito fallace e rivelatrice dei molti conflitti e tensioni interne alle Organizzazioni Sindacali, maggiormente rappresentative, dei quali, però, mai venivano esplicitati i motivi e ne divenivano chiare le vere ragioni. Tensioni e conflitti che hanno portato gli stessi delegati, appartenenti alle OO.SS. suddette a non votare, contraddicendo anche lo stesso Statuto dei Delegati R.S.U., la proposta, come vice Coordinatore, di un delegato CISL avanzata in seguito alle dimissioni, per motivi personali, da quel ruolo di un altro delegato, sempre CISL.
Un altro aspetto che, penso, abbia limitato l’azione e l’attività della R.S.U., è stata, anche, l’assenza di una reale autonomia di giudizio nei confronti della Direzione Aziendale della AUSL RM/D.
Una Direzione Aziendale autocratica che non ha perso occasione per mostrare indifferenza e disinteresse per la partecipazione ed il confronto democratico, nel rispetto dei diritti e delle prerogative sindacali, sottolineando, peraltro, anche tutto il suo carattere autoritario e vessatorio, utilizzando strumenti ( vedi l’uso e la gestione delle Risorse Umane - il trasferimento dei Servizi, ecc.) al di fuori da ogni regola di confronto, nonché di accordi dichiarati e sottoscritti.
Quali azioni, iniziative di contrasto, sono state poste in essere per affermare e difendere un sistema di regole, capace di dare certezza del diritto e tutele ai lavoratori/trici, liberando energie umane e professionali da un sistema di ricatto, di vessazione ed oppressione che mortifica ed umilia le condizioni di vita e di lavoro di quanti, in condizioni sempre più difficili, sono costretti a svolgere la loro attività lavorativa in difesa del Servizio Pubblico? Si è provato ad “indagare”, ad interrogarsi sulle sensazioni, sulle opinioni e sulle condizioni che i lavoratori e le lavoratrici vivono?
Si ritiene adeguata la presenza e l’iniziativa delle R.S.U. nei luoghi di lavoro in rapporto alle esigenze, alle problematiche e alle istanze delle lavoratrici e dei lavoratori stessi?
Forse cercare di rendere marginale il ruolo e la funzione delle R.S.U. è funzionale agli apparati politico/sindacali e Aziendali che si sentono e sono, così, più liberi di agire e determinare logiche e pratiche spartitorie/clientelari in modo da trovare maggiore spazio, agibilità e, quindi, incidere sulle scelte ritenute più interessanti e determinanti alla loro ragione d’essere? ( Posizioni Organizzative, Trasferimenti, Incarichi, ecc., ecc, ).
E’a causa di questo stato di cose che, penso, diviene sempre più importante ed urgente, e non più rinviabile, una discussione aperta, un approfondimento, un’analisi in grado di affrontare e ripensare l’intero sistema di Relazioni Sindacali esistenti.
Non si sente, invece, la necessità, l’urgenza di impegnarsi per ripensare e ridefinire un senso dell’essere e dell’agire sindacale che sia in grado di lavorare per la costruzione di un blocco sociale di riferimento, che partendo dalle condizioni di vita e di lavoro, dai bisogni materiali ed immateriali delle persone, sia in grado di rivendicare diritti, poteri, dignità.
Centrali, quindi, diventano le iniziative per promuovere ed attivare processi in grado di rivendicare salari dignitosi, sicurezza del e nel lavoro e servizi pubblici efficienti, umani e dignitosi.
Stiamo attraversando una crisi profonda che non è solo economica, ma sociale, culturale, civile, democratica. Una crisi che peserà e graverà ulteriormente sulle già difficili e precarie condizioni di vita e di lavoro delle persone. C’è il rischio che il senso profondo di un insicurezza sociale, sempre più acuta, possa scavare irrimediabilmente nel già fragile tessuto connettivo del paese, nelle sue relazioni umane e sociali, nella stessa capacità di essere e divenire Comunità Solidale, sfociare nell’intolleranza, nel razzismo, nell’indifferenza, preda di derive populiste ed antidemocratiche.
E’ necessario, quindi, cercare di invertire, correggere la rotta, tentare di arrestare il declino, ritrovare e ridare slancio, iniziativa a quel bisogno di cambiamento e trasformazione della società che non è mai venuto meno, ma che, nel corso di questi anni, è stato continuamente soffocato, mortificato, ferito.
Da tempo, come delegati R.S.U. eletti nella Lista COBAS, segnaliamo e denunciamo il profondo distacco che c’è tra i lavoratori e le lavoratrici e coloro che sono stati chiamati, attraverso il voto, a rappresentarli.
Un distacco enorme, profondo; un diffuso clima di sfiducia, di rassegnazione, di crescente passivizzazione generato da una condizione di profonda solitudine nella quale si sentono e che vivono i lavoratori e le lavoratrici e che spinge, spesso, verso la ricerca di “ strategie personali” per trovare risposte ai propri bisogni, nonché, a volte, per veder, anche, riconosciuti legittimi diritti, trasformati in “ favori da chiedere “, da un sistema di potere, clientelare, vessatorio, autoritario.
Ciò, ha certamente ragioni profonde e generali frutto anche di una frammentazione e divisione sempre più evidente e lacerante nel mondo del lavoro e del non lavoro (disoccupati, precari, ecc.) frutto anche di determinate e deliberate scelte, strategie e pratiche politico/sindacali, che, in assenza di prospettive e speranze, finiscono per autoalimentarsi, lasciando, così, spazio agli “egoismi” e alla difesa dei particolarismi. Ma ciò non deve e non può costituire un alibi, una giustificazione, un impedimento per non tentare, per non cercare di sperimentare, dal basso, nei luoghi di lavoro, tra i lavoratori e le lavoratrici forme di democrazia diretta e partecipata che, partendo dai bisogni e dalle condizioni di vita e di lavoro delle persone, siano in grado di ripensare e ridefinire, nella ricerca del bene comune, il senso stesso dell’essere e dell’agire sindacale e lo stesso concetto di rappresentanza e rappresentatività.
Con altri delegate/i elette/i nella lista COBAS, abbiamo più volte chiesto, sollecitato, continueremo a farlo, l’apertura di un confronto con e tra le lavoratrici e tra i lavoratori, su tutta una serie di problematiche, ivi compresa quella di un bilancio ed un’analisi sul ruolo, sull’attività stessa della R.S.U. e sul sistema di relazioni sindacali esistenti all’interno della Azienda AUSL RM/D, partendo dalle condizioni di vita e di lavoro delle/dei lavoratrici/tori, dallo stato dei Servizi Socio – Sanitari Pubblici per difenderli e cercare di migliorarli, per affermare il principio ed il valore del Diritto alla Salute come benessere psico – fisico delle persone.
Abbiamo proposto lo svolgimento di una serie di assemblee nei posti di lavoro per provare a ricucire un rapporto, per far sentire tutte e tutti partecipi e protagonisti delle decisioni che riguardano tutte e tutti. Sappiamo che non sarà facile, non è facile, che non basta indire un’assemblea o una serie di assemblee; è un lavoro che richiede impegno, presenza quotidiana, energie, volontà e consapevolezza, ma pensiamo sia possibile e, crediamo, che questo tentativo merita di essere avviato.
La Democrazia per essere realizzata deve essere praticata costantemente; un processo democratico e partecipato non si improvvisa, è fatto di presenza costante, di dialogo, di ascolto, di rispetto delle opinioni e delle idee di ognuna/o.
SAPPIAMO CHE E’ DIFFICILE, MA PERCHE’ NON TENTARE? PERCHE’ NON PROVARE A RIACCENDERE E RIMETTERE IN MOTO LA SPERANZA, LA VOGLIA DI LOTTARE ?
NON E’ FORSE LECITO POTER ANCORA PENSARE, SPERARE, SOGNARE, CERCANDO DI LOTTARE PER REALIZZARE UNA COMUNITA’, UNA SOCIETA’ ED UN MONDO PIU’ GIUSTO E SOLIDALE?!!!
….RIPRENDIAMOCI LA PAROLA…....!
Cari saluti, Cesare
Roma, 22/02/2009


Delegato R.S.U.
Cesare Morra