mercoledì 29 dicembre 2010

A CHE SERVE QUESTO ORGANISMO SOCIALE?

Pacco, Paccotto e Contropaccotto
L’Organismo Sociale ci rivolge ogni anno, durante le occasioni festive ( Natale – Pasqua) i suoi auguri deliziandoci con “graditissimi” confezioni/pacchi dono.
Sarà che siamo in tempo di crisi ( per chi?) ma ai lavoratori e alle lavoratrici, che sono quelli che subiscono le più feroci conseguenze, in termini di peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro e che, peraltro, si sono visti cancellare anche il diritto del rinnovo del contratto, vorremmo che gli fosse risparmiata la beffa e l’umiliazione di ricevere, da un’ Organismo che si definisce e si vuole sociale, pacchi “ dono” a dir poco indecorosi contenenti scarsità di prodotti, privi anche di quei dolci classici che appartengono alla tradizione festiva ( pandoro – panettone – spumante – torrone, ecc. ) per non parlare della scelta e della scarsa qualità dei prodotti stessi presenti al suo interno.
Ricordiamo che gli Organismi Sociali Aziendali si sostengono con il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori e sono, peraltro Organismi elettivi, muniti di un regolare statuto e specifico bilancio (quali sono quelli della A.S.L.RM/D? ) che, non solo dovrebbero promuovere, gestire e garantire attività ed iniziative di partecipazione, pluralismo, solidarietà, oltre a quelle ricreative, assistenziali, formative, turistico e sportive, le cui iniziative ed attività dovrebbero essere sempre, e comunque, discusse e sottoposte a confronto e valutazione da tutti i soci in regola con il pagamento delle quote sociali non ignorando ed eludendo, peraltro, la partecipazione ed il confronto diretto con i dipendenti dell’Azienda ed il rapporto, ed il collegamento, con le R.S.U. Aziendali e con le strutture sindacali territoriali. Di tutto questo non si è mai vista minima traccia nella ASL RM/D….Come Mai?
Ci chiediamo, inoltre, come mai gli Organismi Sociali che, in quanto organismi elettivi, dovrebbero essere democraticamente e periodicamente rinnovati ( ogni tre anni, circa ) non vengono sottoposti regolarmente al rinnovo.
Come COBAS della ASL RM/D nel denunciare la beffa e l’umiliazione inflitta alle lavoratrici ed ai lavoratori con la VERGOGNA della consegna del “PACCO DONO NATALIZIO” valuterà l’ipotesi di promuovere una campagna di cancellazione dall’ Organismo Sociale della ASL RM/D sino a quando non verranno ripristinati e garantiti il rispetto di quei criteri e principi, per noi fondamentali, di trasparenza, democrazia e partecipazione al di fuori di qualsiasi calcolo e/o interesse di bottega.

giovedì 28 ottobre 2010

Problematiche e criticità C.S.M. di Via delle Sirene - Ostia

Al Direttore D.S.M.
Dr. Andrea Balbi
Al Direttore f.f. D.S.M. XIII Municipio – II Distretto
Dr. Antonello D’Elia
Alla CPSE XIII Municipio
Sig.ra Manuela Ialongo
Al Responsabile Centro Diurno XIII Municipio
Dr.ssa Rosina Cursi
Al Responsabile U.O.P. C.S.M.
Dr. Massimo Di Colantonio
Al Coord. Del Servizio delle Professioni Sanitarie e Sociali
Dr. Andrea Tranghese
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e p.c. Al Direttore Generale f.f. USL ROMA D
Dr. Maurizio Vittucci
Al Direttore Amministrativo USL ROMA D
Al Direttore Sanitario Aziendale USL ROMA D

Scrivente O.S. è venuta a conoscenza, dello spostamento dal C.S.M. di Via delle Sirene al Centro Diurno di Via Tagaste, della CPSI Moghetti Roberta. Tale provvedimento è stato adottato con nota prot. 95220 del 20/10/10, a firma della CPSE XIII Municipio Sig.ra Manuela Ialongo, per motivi riguardanti la riorganizzazione dei servizi psichiatrici, “conseguenza” dell‘ esito negativo della richiesta di “adesione volontaria” oggetto di un “bandino interno” del 12/10/2010, divulgato senza alcuna formalizzazione ufficiale, ma soprattutto senza la individuazione dei criteri di preferenza, dei requisiti e titoli che, eventualmente, si ritenessero necessari per il personale infermieristico da destinare al Centro Diurno di Via Tagaste.
E’ pertanto singolare, che le ragioni addotte per tale “spostamento” si riferiscano in modo generico a criteri di esperienza e competenza, non indicati, peraltro, nel suddetto “ bandino” emesso per l’assolvimento delle funzioni richieste e neanche mai valutate, precedentemente, al momento dell’ assegnazione di personale il presso il C.S.M..
E ci si chiede come mai, se si ritenevano necessarie particolari “conoscenze e competenze”, queste, non sono state precedentemente indicate ed esplicitate, com’era auspicabile e necessario, ed eventualmente, se non era peraltro opportuno adottare, nei tempi e nei modi utili, politiche specifiche di formazione e aggiornamento di tutto il personale presente nel servizio, proprio per rispondere alla suddetta ” esigenza”.
Si fa presente che un riferimento, così com’è stato evidenziato nella suddetta nota, riguardante riconosciute, e generiche “competenze ed esperienze”, non solo evidenzia una non chiarezza nella programmazione e nell’indirizzo progettuale del servizio, ma rappresenta una mortificazione delle professionalità, delle competenze, e della dignità stessa, delle/gli operatrici ed operatori del servizio che, si ricorda, hanno lavorato, ed ancora lavorano, in condizioni difficili, per garantire la funzionalità, l’efficacia e l’umanità del servizio.
Un servizio che, non bisogna dimenticare, svolge la sua azione e la sua attività in un territorio dove molteplici e profonde sono le condizioni di disagio e di malessere umano e sociale, anche in virtù di una esponenziale crescita edilizio abitativa e che, per l’appunto, necessita di interventi e progettualità capaci di affrontare e contenere tali difficoltà.
Tale crescita ha determinato un forte aumento della domanda di salute da parte dei cittadini/utenti, non accompagnata da un potenziamento dei servizi, ciò, anche a causa di una pesante carenza di personale riguardante tutte le figure professionali coinvolte ( Psicologi, Assistenti Sociali, Psichiatri, Infermieri ).
A tale proposito sarebbe interessante conoscere i dati riguardanti gli ambulatori del CSM del XIII° Municipio, in particolare i tempi di attesa delle prime visite, nonché delle relative prese in carico dei pazienti, per poter avere un quadro globale della situazione suddetta e per poter meglio valutare, in base alle carenze organiche esistenti, una più idonea distribuzione e collocazione degli operatori in rapporto alle esigenze complessive del Servizio tutto.
Scrivente O.S. non ignora, certamente le difficoltà e le criticità che impediscono l’effettivo potenziamento del Servizio in rapporto alle esigenze ed ai bisogni di salute dei cittadini/utenti, ma in ragione di ciò, si ritengono ancor più necessarie politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali basate su principi e criteri oggettivi, di equità e trasparenza delle scelte effettuate.
Purtroppo, nella Azienda ASL RM/D, come questa O.S. ha già avuto modo di segnalare e denunciare, la politica di Gestione delle Risorse Umane e Professionali ( trasferimenti, incarichi, comandi, ecc.) è stata portata avanti, nel recente passato, al di fuori di ogni regola di diritto e trasparenza, senza criteri e priorità oggettive e programmatiche, da parte della Direzione Aziendale ed, in particolar modo, da alcune sue articolazioni, attraverso una precisa “Strategia di Gestione” ( v. note COBAS ASL RM/D del 29/05/2008, Prot. Aziendale n° 44753 e del 17/11/2008, Prot. n° 94759 )…..”, un’idea proprietaria e feudale della “ Cosa Pubblica”: una rete di piccoli/grandi interessi, particolarismi, clientele, che non esita ad usare forme sottili di “ pressione “ e di “ricatto” utilizzando, anche al di fuori di ogni regola di diritto e trasparenza, la Gestione delle Risorse Umane e Professionali, come strumento di “controllo totale”….”, ed, inoltre, “……L’inosservanza, la violazione sistematica, il mancato rispetto degli accordi sindacali, l’inadeguatezza, se non la vera e propria assenza di regole, normative e di strumenti che diano trasparenza e certezza del diritto, determinano, di fatto, comportamenti discrezionali generando nei lavoratori/trici, condizioni di completa sudditanza e sottomissione, inducendoli, in questo modo, a ricercare “ strategie “ personali e/o a rapporti esclusivamente personalistici, “ prigionieri” magari, di zelanti esponenti e Dirigenti Aziendali che pensano di possedere e, quindi, esercitare, in modo spesso autoritario, il Potere Assoluto nella vita e nei destini lavorativi delle persone, e/o di rappresentanti politici e sindacali, nella speranza e nell’aspettativa di potersi vedere riconoscere e affermare bisogni e diritti altrimenti negati.”
Tali politiche di gestione delle Risorse Umane e Professionali non potevano, proprio in virtù della pesante carenza di personale, non aggravare ulteriormente le difficoltà e le criticità già esistenti in tutti i servizi, reparti, ed uffici.
Questo stato di cose, secondo noi, ha finito per condizionare, incidere ed interferire sulla funzionalità e sull’efficacia dei vari servizi dentro i quali non possono certamente essere ignorate le scelte e le decisioni prese verso e nel CSM del XIII Municipio – Distretto 2.
Infatti, non si comprende come nel corso di questi anni, malgrado diventava sempre più complessa la richiesta di interventi da parte dei cittadini/utenti, non si sia provveduto ad integrare e potenziare il personale anche in ragione dei trasferimenti avvenuti dal CSM di via delle Sirene (circa nove unità infermieristiche) in altri servizi (compreso il Centro Diurno). Ci si domanda con quali criteri e con quali priorità si sono decisi in tutti questi anni trasferimenti, collocazioni di personale da un servizio e/o reparto ad un altro lasciando che, progressivamente, il CSM di Ostia, Via delle Sirene, venisse impoverito di risorse umane e professionali e, di fatto, depotenziato.
Ci si dovrebbe peraltro interrogare sulle molteplici domande di trasferimento giunte in questi ultimi due mesi, come quelle degli infermieri, di un assistente sociale, di due psicologi, e di un Responsabile U.O.S. del CSM. Pensiamo che, quando un fenomeno è così esteso, questo possa essere il segno di un disagio e di un malessere profondo. Tali difficoltà sono emerse, infatti, anche nell’Assemblea svoltasi il 18/10/2010 presso il CSM di Via delle Sirene, come rappresentato ampiamente da alcune operatrici/tori anche attraverso una Lettera Aperta. Tale situazione risulta aggravata da un deficit di comunicazione, di dialogo, da un’ assenza di percorsi di confronto e condivisione, in mancanza di procedure definite in modo chiaro e trasparente, all’interno del Servizio. Inoltre un peso, pensiamo, l’abbiano avuto anche alcune scelte riguardanti l’organizzazione e la funzionalità del servizio stesso, in particolare la revoca e l’assegnazione di diversi incarichi: come la revoca all’incarico dell’Assistente Sociale D.ssa Rosaria Forte e del Dirigente Psicologo Dott. Francesco Sollai, nonché l’incarico affidato al Coordinatore pro-tempore facente funzioni U.O.S. assegnato ad una figura professionale di recente inserimento al CSM nonostante nel Distretto ci fossero operatori con maggiore anzianità di servizio e, quindi, con quel legame, quel radicamento nel territorio di riferimento fondamentale nella complessa rete di relazioni umane, sociali e professionali.
La Scrivente O.S. ritiene che l’impegno, l’umanità e la professionalità degli operatori/trici siano elementi indispensabili ed irrinunciabili per evitare, o quanto meno contenere, disagi e disservizi per l’utenza, soprattutto nei momenti in cui un Servizio non è in grado di rispondere compiutamente ai bisogni e ai diritti di salute degli utenti stessi, per difficoltà legate anche ad una carenza di personale ed in un quadro generale di impoverimento in termini quantitativi e qualitativi del Servizio Socio Sanitario Pubblico.
Se viene, pertanto, a mancare il confronto, il coinvolgimento di coloro che direttamente operano ed intervengono sulle attività di prevenzione, di cura e di assistenza delle persone, questo non può non determinare disfunzioni e difficoltà che potrebbero invece essere evitate attraverso percorsi di condivisione e partecipazione. Ciò è quanto è stato rappresentato, appunto, da alcuni operatori/trici nella Lettera Aperta dove, a tale proposito, è stata chiesta l’apertura di un Tavolo di Confronto Permanente, nel rispetto dei ruoli e della dignità e professionalità di ognuno, soprattutto, nell’interesse dei cittadini/utenti.
Scrivente O.S. esprime, pertanto, preoccupazione per lo stato di profondo malessere e disagio presente maggiormente all’interno del CSM di Via delle Sirene e per il clima di tensione venutosi a creare già con l’ Assemblea del 28 settembre ed altresì aumentato dopo l’Assemblea successiva del 18 ottobre u.s..
In questo quadro lascia “perplessi” l’atteggiamento di quei Dirigenti che, con “spirito democratico”, hanno partecipato ad un momento di confronto e di dibattito voluto dagli stessi operatori/trici, senza coglierne, peraltro, il senso e le necessità espresse, e che, avendone la titolarità, le competenze e le responsabilità, non solo non hanno saputo cogliere quel disagio, quel malessere e le criticità presenti, ma hanno contribuito, con provvedimenti adottati senza alcun rispetto delle regole e di quei criteri di equità, di trasparenza e di professionalità, ad un ulteriore inasprimento dei rapporti e delle relazioni contrariamente a quell’idea di partecipazione e di democrazia che dovrebbe essere alla base di una corretta gestione del Servizio Pubblico.
Scrivente O.S, ribadisce, infine, la propria contrarietà verso tutti quei trasferimenti ed assegnazioni degli incarichi adottati e/o in via di definizione avvenuti senza tener conto di procedure, regole di trasparenza ed equità.
Per quanto riguarda, nello specifico, lo spostamento della CPSI Moghetti Roberta, ribadisce che, tale assegnazione è avvenuta in modo fortemente discrezionale non solo per l’assenza di un percorso di confronto e di condivisione all’interno del servizio, ma anche per la genericità, se non pretestuosità, con la quale tale provvedimento è stato adottato, senza tener conto di alcuna graduatoria e senza nessuna comparazione e/o valutazione di titoli e specificità professionali. In questo contesto appare, altresì evidente, che ad una richiesta di partecipazione e confronto è stato risposto attuando comportamenti ed azioni senza alcuna condivisione con gli operatori del servizio.
Scrivente O.S. nel segnalare e denunciare quanto sopra auspica interventi ed azioni tendenti a ripristinare un clima di dialogo e confronto in difesa della dignità umana e professionale di ciascun operatore/trice ed anche nell’interesse dei cittadini/utenti.
Distinti saluti

p. Il COBAS AUSL RM/D
I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

Prot. ASL RM/D n° 97432 del 27 ottobre 2010

Materassi antidecubito – C.P.O..

Al Direttore Generale f.f.
Dr. Maurizio Vittucci
Al Direttore Amministrativo
Al Direttore Sanitario Aziendale
Al Direttore Sanitario del C.P.O.
Dr.ssa Carla salvitti
Al Dirigente U.O.C. Prevenzione e Protezione
Dr. Vittorio Chinni
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e,p.c. Alle/i Delegate/i del Coordinamento R.S.U.






Scrivente O.S. con la presente intende segnalare l’insufficienza e il grave stato d’usura dei materassi antidecubito ad aria, necessari all’assistenza per il trattamento delle mielolesioni, nella struttura sanitaria ospedaliera del C.P.O.

Tali presidi risultano essere ormai usurati a tal punto da non poter essere più riparati; si trovano, inoltre, nella condizione di dover essere dichiarati fuori uso e non potendo essere sostituiti da quelli nuovi perchè insufficienti rispetto al numero di pazienti ricoverati attualmente presso il C.P.O.

Scrivente O.S. ricorda che tale presidio è indispensabile all’assistenza delle mielolesioni per evitare l’insorgenza di ulcere da decubito, molto frequenti in questo tipo di paziente.

Si chiede, pertanto, che vanga sollecitata la fornitura dei presidi suddetti.

Nell’attesa di un sollecito riscontro, si porgono distinti saluti.

Prot. ASL RM/D n° 94921 del 20/10/2010



p. Il COBAS della ASL RM/D
le/i Delegate/i R.S.U.
Laura Mazzarella – Cesare Morra – Antonio Nocera

Programmazione soggiorni di vacanza utenti psichiatrici.

Al Direttore Generale f.f. AUSL Roma D
Dr. Maurizio Vittucci
Al Direttore Amministrativo AUSL Roma D
Al Direttore Sanitario Aziendale
Al Direttore del DSM AUSL RM D
Dr Andrea Balbi
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro

Crediamo necessario ribadire l’importanza che Il Centro Salute Mentale, struttura complessa, ha nella prevenzione, cura e riabilitazione dei malati psichiatrici. Il Servizio fa parte del Dipartimento di Salute Mentale e, per la sua storia e la sua cultura, ha segnato una seria svolta riformatrice per i servizi socio-sanitari territoriali con un effettivo ed importante ruolo di riequilibrio ed integrazione tra gli interventi ed i servizi ospedalieri e quelli territoriali. Per sua natura, inoltre, ricopre una gamma molteplici d’interventi socio-sanitari con al centro la persona con difficoltà, il suo nucleo familiare e la comunità nel suo insieme.
In questo contesto, particolare importanza rivestono, per gli utenti psichiatrici, ai fini di un loro reinserimento sociale, nonchè per le loro famiglie, i soggiorni di vacanza. Infatti il Comune di Roma e quello di Fiumicino finanziano tali attività con proprie risorse economiche, che quest’anno, per quanto riguarda il comune di Roma, sono arrivati in ritardo generando un evidente disagio per gli utenti.
Questa O.S. chiede, ai fini di una visione più approfondita delle problematiche su esposte, di conoscere la programmazione ed il bilancio analitico di tale attività per i quattro distretti del dipartimento.
In attesa di un Vostro sollecito riscontro si porgono i più cordiali saluti.
Prot. ASL RM/D n° 94930 del 20/10/2010

p. Il COBAS AUSL RM/D
I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

lunedì 4 ottobre 2010

CAMBIANO I MUSICISTI MA LA MUSICA E' SEMPRE LA STESSA...

COMUNICATO STAMPA
Il COBAS ritiene ingiustificabile e grave la decisione, da parte della Regione Lazio, in merito al mancato rinnovo dell’incarico a Commissario dell’AUSL RM/D, Dr.ssa Graziella Ansuini ( per quale motivo..?) incarico, ricordiamo, affidato temporaneamente dal 1 luglio u.s., in attesa della nomina definitiva dei Direttori Generali in tutte le Aziende Sanitarie del Lazio. . ..Ora abbiamo il ” Commissario” del Commissario…!!!
Tale decisione avviene in un momento già grave per la sanità laziale, in attesa, peraltro, di un riordino complessivo che non potrà non comportare ricadute sempre più dannose e pesanti sui Servizi Socio Sanitari Pubblici, per gli operatori e per i cittadini, anche in ragione delle proposte di riordino della Rete Ospedaliera che porteranno al ridimensionamento e al taglio ( circa 2800 ) dei posti letto e alla chiusura di circa 24 ospedali, determinando, peraltro, in modo particolare, un gravoso squilibrio tra il Centro e le Province del Lazio.
Ci sembra un’ulteriore beffa, oltre al danno, far prevalere ancora una volta pratiche, logiche e manovre spartitorie, frutto di equilibri ed appetiti politici che poco hanno a che fare con i bisogni e le necessità di funzionalità e razionalità della Gestione della Salute Pubblica.
Pertanto non possiamo che denunciare questo stato di cose e chiamarlo con il suo vero nome…: …LOTTIZZAZIONE…!!!
La lottizzazione è una degenerazione gravissima che ha sempre caratterizzato il Servizio Sanitario Nazionale e che è andata sempre più affermandosi con l’introduzione della figura dei Direttori Generali nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere con i quali si è cercato, apparentemente, di dare risposte, in nome dell’efficienza e dell’efficacia, ad un’idea di gestione di carattere privatistico e falsamente manageriale; come se i diritti e, soprattutto, la salute delle persone potessero essere considerati una merce, un bene di consumo, ma che, di fatto, per il ruolo e per il potere monocratico e assoluto assegnato ai Direttori Generali, non solo ha finito per mortificare, soffocare e reprimere quell’idea di gestione democratica e partecipata della Cosa Pubblica, che era nello spirito riformatore della L.833/78, ma ha finito per diventare strumento ed elemento di occupazione e spartizione dello Stato da parte dei partiti con tutte le conseguenze degenerative verso quei fenomeni di dominio, clientelismo ed autoritarismo, che questo sistema ha determinato.
I Direttori Generali, nello svolgimento del loro ruolo, hanno dimostrato, sino ad oggi, che non hanno idea di cosa sia la “ Cosa Pubblica”, il Servizio e il Bene Pubblico; non considerano la necessità, l’opportunità che, per poter rendere più efficienti, più efficaci e, soprattutto, più umani l’insieme dei servizi socio sanitari dedicati alla cura e all’assistenza delle persone e per cercare di farli meglio funzionare e per rispondere appieno alle esigenze, ai bisogni ed ai diritti di salute delle persone, questi hanno bisogno di essere “ Governati” attraverso percorsi, processi e gli strumenti della pratica della Democrazia e della Partecipazione, con il coinvolgimento diretto ed indispensabile di tutte quelle competenze, quei saperi, quelle sensibilità presenti all’interno del Servizio Pubblico rappresentato dalle molte e molti operatrici ed operatori che vi lavorano.
Il COBAS della AUSL RM/D, nel denunciare, ancora una volta, questo stato di cose che genera ed aggrava ulteriormente la confusione e il disorientamento nella Gestione del Servizio Sanitario Pubblico, rinnova il suo impegno, al di fuori di qualsiasi opportunità e compatibilità politico/sindacale/aziendale, in difesa delle condizioni di vita e di lavoro delle/dei lavoratrici/tori, del Servizio Pubblico e del Diritto alle cure e alla Salute per tutte/i i cittadini.

giovedì 23 settembre 2010

trasferimento sede servizio T.S.M.R.E.E. – C.S.M. di Acilia.

Al Commissario Straordinario AUSL RM/D
Dr.ssa Graziella Ansuini
Al Direttore Amministrativo AUSL Roma D
Dr.ssa Giuiditta Del Borrello
Al Direttore Sanitario AUSL Roma D
Dr. Maurizio Vittucci
Al Direttore Sanitario del Municipio XIII - Distretto 2
Dr.ssa Climene Pistolesi
Al Dirigente Responsabile U.O.
Tutela Salute Mentale e Riabilitativa Età Evolutiva
Dr. Enrico Nonnis
Al Dirigente del C.S.M.- Distretto 2
Dr. Antonello D’Elia
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e,p.c. Alle/i Delegate/i del Coordinamento della R.S.U.



Scrivente O.S., con la presente intende esprimere la profonda preoccupazione in merito al mancato trasferimento del servizio T.S.M.R.E.E. di Acilia nella sede di via del Poggio di Acilia n° 69, malgrado siano già stati presi in precedenza, dagli Organi di Direzione della passata gestione, impegni in tal senso.
Si fa presente che, quest’O.S., aveva già in passato, con nota/Documento del 25/02/2010, Prot. AUSL RM/D n° 18651, rappresentato e sollecitato, tra le diverse e varie problematiche riguardanti i Servizi Socio Sanitari del Municipio XIII – Distretto 2, la sistemazione, a seguito del trasferimento del Consultorio Familiare di Acilia e del Servizio di Vaccinazioni, avvenuto nei primissimi giorni di marzo di quest’anno, sia del T.S.M.R.E.E. che del C.S.M. proprio nella sede e nei locali lasciati liberi dai suddetti servizi.
Si fa, altresì, presente, che, seppur con un ritardo imbarazzante, i locali di Via del Poggio di Acilia, n° 69 sono stati recentemente ristrutturati sulla base delle esigenze del Servizio T.S.M.R.E.E. che lo avrebbe poi, come da impegno assunto dalla Direzione Aziendale, avuto in assegnazione al fine di migliorare le condizioni di lavoro e di offerta dei servizi alla cittadinanza, sia del Servizio T.S.M.R.E.E., sia del C.S.M. adiacente; servizi entrambi, peraltro, da anni in situazione di gravi carenze sul piano strutturale, oltre che, quelle ancor più gravi, riferite alle dotazioni organiche.
Ad oggi, il presidio ristrutturato, è libero e inutilizzato, nonostante i costi sostenuti dall’Amministrazione per la locazione, le utenze e, appunto, l’avvenuta ristrutturazione.
Pensiamo sia utile ricordare che il Territorio del XIII Municipio – Distretto 2, si collocherebbe, in quanto a popolazione residente, al 15° posto tra le città italiane, subito dopo Padova e prima di Trieste, con una delle composizioni più giovani e con un tasso di natalità tra i più elevati a livello europeo. Riteniamo, pertanto, impensabile che si possa procrastinare una soluzione, anche se parziale e solo strutturale, del Servizio T.S.M.R.E.E. di Acilia e del C.S.M. nella situazione di disponibilità immediata della risorsa necessaria.
Riteniamo indispensabile che, il Servizio T.S.M.R.E.E., per le caratteristiche dell’utenza – minori in condizione di disabilità e loro famiglie – sia pensato e progettato, e quindi strutturato, quale Servizio di prossimità, tanto più in un territorio tanto vasto quale quello del Distretto XIII° Municipio, in continua e progressiva espansione edilizio/abitativa.
Analogamente anche l’utenza del C.S.M. presenta caratteristiche che rendono indispensabile il rispetto del criterio ed il principio di Territorialità e Prossimità e, quindi, la necessità di un effettivo potenziamento anche attraverso l’ampliamento e la funzionalità dei locali.
Si deve, infatti, tenere presente che, nel territorio del Municipio XIII, l’entroterra ha superato da tempo, per numero di abitanti, la zona del litorale e che, in virtù del piano edilizio di zona, sono previsti, sempre nell’entroterra, decine di migliaia di nuovi abitanti nei prossimi anni.
Pertanto, se una riorganizzazione dei servizi del Distretto deve essere fatta, essa deve necessariamente prevedere un armonico e funzionale riequilibrio della realtà dell’entroterra, anche attraverso anche un progressivo potenziamento della presenza e dell’offerta di servizi socio - sanitari.
In particolare modo, scrivente O.S. nell’osservare i ritardi in merito alla concretizzazione degli impegni presi, da parte dell’Azienda, nei confronti del trasferimento del Servizio T.S.M.R.E.E., esprime la preoccupazione, in considerazione anche dell’approssimarsi della consegna del presidio S. Agostino, il cui restauro è in via di ultimazione, che vi sia in qualche “ambito aziendale” l’ipotesi, mai formalmente espressa e dichiarata, di trasferire ed accorpare presso il S. Agostino stesso tutto il personale T.S.M.R.E.E. del Distretto 2.
Tale timore era stato già espresso dalla Scrivente O.S. in un volantino/documento dell’08/03/2010 – “…..Altrimenti assisteremo ad una normale “ricollocazione” di servizi e di attività già esistenti (vedi Consultorio Familiare,T.S.M.R.E.E..ecc. ecc.). Si è tenuto conto di ciò? Si vuole per caso creare le condizioni per un “Unico Polo di Eccellenza” accorpando servizi esistenti rinunciando e sacrificando, così, il principio della Territorialità e della Prossimità al cittadino/utente?......”.
Non dare, pertanto giusta ed idonea collocazione ai servizi socio sanitari, cercando di realizzare nel Territorio quella necessaria Rete in grado di rispondere compitamente ai bisogni e ai diritti sociali e sanitari dei cittadini può causare difficoltà insormontabili in territori, come nel nostro, dove già sono presenti criticità e problematiche socio-ambientali di rilievo. Ciò può provocare una limitazione forte all’accesso alla cura e alla riabilitazione con conseguenze gravi sul piano della mancata riduzione della disabilità sanitaria e sociale, con costi sul piano umano ma anche economici, nel lungo periodo, non quantificabili.
Speriamo di essere stati cattivi profeti e di essere smentiti da interventi lungimiranti, da parte della attuale Direzione aziendale che tengano presente i bisogni di salute dei cittadini/utenti, in particolar modo dei più piccoli e delle persone in condizione di maggior disagio, respingendo logiche di accentramento e depotenziamento dei servizi che troppo spesso oggi vengono anteposte al Diritto alla Salute della popolazione.
Nel confermare la nostra disponibilità al dialogo ed al confronto su tali problematiche e sperando in una positiva e sollecita soluzione delle problematiche su esposte, si inviano cordiali saluti.

Prot. AUSL RM/D
n° 86566 del 23/09/2010

p. Il COBAS AUSL RM/D
I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

mercoledì 15 settembre 2010

segnalazione – richiesta di sopralluogo e verifiche Sede di Via Umberto Cagni, n°48.

Al Commissario Straordinario AUSL RM/D
Dr.ssa Graziella Ansuini
Al Direttore Amministrativo
Dr.ssa Giuditta Del Borrello
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr. Maurizio Vittucci
Al Dirigente U.O.C. Prevenzione e Protezione
Dr. Vittorio Chinni
Al Dirigente U.O.C. Gestione Patrimonio Immobiliare
Ing. Domenico Di Nino
Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Dr. Claudio Fantini
Al Dirigente U.O.S.D. Immunoprofilassi e Programmi di
Prevenzione e Promozione della Salute
Dr.ssa Daniela Reggiani
Al Dirigente Medico U.O.S.D.. Immunoprofilassi
Dr.ssa Patrizia Grammatico
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e,p.c. Alle/i Delegate/i del Coordinamento R.S.U.




Scrivente O.S., con la presente, intende segnalare che, all’interno della sede dell’ U.O.S.D. Immunoprofilassi e Programmi di Prevenzione e Promozione della Salute / Coordinamento Screening CCR e Tabagismo, di Via Umberto Cagni, n° 48, a circa un anno e mezzo di distanza dalla fine dei lavori, e dalla conseguente sua apertura, persiste, a tutt’oggi, un forte odore presumibilmente dovuto ad esalazioni di sostanze chimiche.
Si fa presente, che tale situazione, è stata già segnalata dalle/i operatrici/tori presenti nel servizio stesso, i quali, peraltro, sembra abbiano anche lamentato, a volte, l’insorgenza di fastidi e irritazione alle mucose, agli occhi, alla gola e alle vie respiratorie.
Questa O.S. chiede, pertanto, con cortese urgenza l’effettuazione degli opportuni sopralluoghi e di tutte le verifiche ed analisi necessarie per accertare le ragioni e la natura di tali emissioni e se, queste, possano rappresentare rischi per la salute e per la sicurezza stessa delle/gli operatrici/tori, ivi presenti.
Certi di un Vostro sollecito riscontro si porgono i più cordiali saluti.
Prot. AUSL RM/D
n° 82892 del 14/10/2010
p. Il COBAS
le/i Delegate/i R.S.U. della AUSL RM/D
Laura Mazzarella – Cesare Morra – Antonio Nocera

martedì 7 settembre 2010

trasferimento attività e servizi Presidio di Via Paolini – Sant’Agostino.

Commissario Straordinario AUSL RM/D
Dr.ssa Graziella Ansuini
Al Direttore Amministrativo
Dr.ssa Giuditta Del Borrello
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr. Maurizio Vittucci
Al Direttore del Distretto Sanitario Municipio XIII
Dr.ssa Climene Pistolesi
Al Direttore Area Tutela della Donna e del Bambino
Dr. Pierluigi Palazzetti
Al Direttore f. f. U.O.C.I. Salute della Donna e del Bambino
Dr.ssa Patrizia Musacchio
Al Dirigente Responsabile U.O.
Tutela Salute Mentale e Riabilitativa Età Evolutiva
Dr. Enrico Nonnis
Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Dr.Fabrizio Fantini
Al Dirigente U.O.S.D. Immunoprofilassi Programmi
Prevenzione e Promozione della Salute
Dr.ssa Daniela Reggiani
Al Dirigente U.O.C. Prevenzione e Protezione
Dr. Vittorio Chinni
Al Dirigente U.O.C. Gestione Patrimonio Immobiliare
Ing. Domenico Di Nino
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e,p.c. Al Consiglio delle/i Delegate/ti R.S.U.

Scrivente O.S. è venuta a conoscenza, attraverso gli organi d’informazione ( il Messaggero del 02 settembre u.s.) dell’intenzione da parte della Direzione Aziendale, di trasferire, i servizi e le attività, in particolar modo quelle riferite agli ambulatori di Medicina Specialistica, dalla sede di Via Paolini al presidio ristrutturato Sant’Agostino. Tale trasferimento sarebbe determinato dalla necessità di realizzare i lavori di ristrutturazione, soprattutto di messa in sicurezza della struttura stessa di Via Paolini,lavori peraltro già preventivati e annunciati da tempo.
Questa O.S., ha avuto modo di rappresentare già in passato, attraverso diverse segnalazioni, nonché denunce, la problematica della carenza e dell’inadeguatezza delle strutture nel Distretto Sanitario del XIII Municipio (v. note del 30/09/2008 Prot. n° 79158, 15/12/2008 Prot. n° 103823, del 23/06/2009 Prot. 57806, del 21/09/2009 Prot. n° 85039 e del 25/02/2010 Prot. n°18651 ) .
Tale situazione, dovuta principalmente alle profonde trasformazioni avvenute, in questi anni, nel tessuto urbano, sociale e culturale, conseguenza, soprattutto, dello sviluppo edilizio abitativo tuttora in continua vertiginosa crescita, senza che tale sviluppo fosse accompagnato, come sarebbe stato necessario, da politiche volte all’individuazione e alla realizzazione di spazi e strutture dove potenziare e collocare quei servizi socio – sanitari primari, necessari alle politiche della tutela della salute e, di conseguenza, al miglioramento della qualità della vita delle persone.
Tale condizione è venuta ad aggravarsi, in particolar modo nel XIII Municipio, a seguito dei lavori di ristrutturazione del Sant’Agostino e la dismissione del presidio di Lungomare Paolo Toscanelli, n° 72, che ha visto il trasferimento e la collocazione dei servizi e delle attività, ivi esistenti, in sedi e spazi inidonei ( v. Consultorio Familiare di Ostia, l’Immunoprofilassi / Vaccinazioni, TSMREE, Spresal, Sisp, Sian, ecc.).
Ha finito per pesare su tutto ciò l’assenza, in questi anni, di una seria programmazione e organizzazione e la mancanza di un’idea, di una visione d’insieme delle varie e diverse problematiche legate alle esigenze ed ai bisogni, allo sviluppo del Territorio, prova ne è stata l’approssimazione, il pressappochismo e la vacuità delle proposte di volta, in volta avanzate, in modo frammentario e contradditorio,senza che queste rispondessero alle esigenze funzionali dei servizi interessati. Per non parlare poi della completa assenza di volontà, oltre al mancato rispetto degli impegni/accordi presi ( v. Tavolo di Confronto) della precedente Direzione Aziendale, nel cercare di tenere aperto un ragionamento di merito che avrebbe meglio garantito, nei tempi e nei modi utili, proprio attraverso il confronto, l’esame e l’approfondimento delle diverse ipotesi e proposte, la ricerca di più idonee soluzioni per assicurare servizi quantitativamente e qualitativamente migliori ai cittadini/utenti del Territorio.
Atteggiamento, questo, che ha finito per aggravare ulteriormente la già pesante situazione con il rischio di ulteriori pesanti ritardi nei confronti delle attese, delle aspettative in merito alla realizzazione di progetti tanto annunciati e proclamati ( v. Casa della Salute della Donna e del Bambino)e, soprattutto, in merito alla definitiva, idonea sistemazione di tutti i Servizi e le attività interessate, in questi anni, alle varie collocazioni e ai trasferimenti.
Questa O.S., pur consapevole che tale atteggiamento, ha finito per pesare, condizionandole, sulle problematiche, le criticità presenti, e sulle scelte, in merito alla sistemazione dei vari servizi, esprime, allo stesso tempo, preoccupazione nei confronti dell’ipotesi del trasferimento presso il Sant’Agostino dei servizi e delle attività presenti nella sede di Via Paolini.
C’è il timore, infatti, che questa decisione possa, in un prossimo futuro, senza le opportune e necessarie garanzie sui tempi, sui modi e, soprattutto, sulla temporaneità del trasferimento in questione , in riferimento ai lavori di ristrutturazione della sede di Via Paolini, ulteriormente ritardare, se non compromettere, non solo il progetto della Casa della Salute della Donna e del Bambino( progetto che, peraltro, secondo noi, resta ancora tutto da definire, sia in merito ai servizi e alle specifiche attività che lì dovrebbero svolgersi, sia per la carenza delle risorse umane e professionali necessarie alla realizzazione del progetto stesso e al conseguente pieno e completo funzionamento della struttura stessa) ma anche ostacolare la ricollocazione all’interno del Sant’Agostino, di quei servizi che lì si trovavano e che attualmente operano con particolari difficoltà e con enormi disagi per le/gli operatrici/tori e, soprattutto per i cittadini/utenti.
Questa O.S., nell’esprimere e nel dichiarare, ancora una volta il proprio auspicio e la propria disponibilità affinché possa essere avviato, su tali problematiche, un confronto, insieme a tutte le forze sociali e sindacali del territorio, chiede che, l’eventuale spostamento temporaneo, dal presidio di Via Paolini, delle attività e dei servizi presso l’edificio ristrutturato Sant’Agostino, possa avvenire garantendo, nello stesso tempo, attraverso l’ uso oculato e razionale degli spazi, e garantendone la funzionalità delle diverse attività, l’immediata e contemporanea ricollocazione di quei servizi, in particolar modo, del Consultorio Familiare di Ostia, per il quale questa O.S. ha presentato una dettagliata e specifica segnalazione/esposto in data 23/06/2009 Prot. ASL 57806, del TSMREE, e dell’immunoprofilassi/Vaccinazioni.
Nell’attesa di un sollecito e positivo riscontro si porgono cordiali saluti.
Prot.AUSL RM D n°80838 del 7.9.10


p. il COBAS AUSL RM/D
I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

giovedì 29 luglio 2010

Sanità: Casa del Parto di Ostia, riapre Acqualuce e nasce Simone.

Grande festa alla Casa del Parto di Ostia, mentre si brindava alla proroga dell’attività, sospesa lo scorso 16 luglio per assenza di accreditamento e sulla cui riapertura c’erano state rassicurazioni della Presidente Polverini, Barbara, donna inserita nel percorso del parto demedicalizzato di “acqualuce” è entrata in travaglio.

Contemporaneamente era in corso una conferenza stampa convocata dal “Comitato a difesa della Casa del Parto e dei Servizi Materno Infantili” composto dal Coordinamento donne di Ostia, dalle mamme e i papà, dai Cobas ASL RM/D e dalla RdB/USB Sanità che da giorni presidiano la Casa del Parto in attesa della riapertura; al termine della conferenza stampa è giunta anche la Presidente Polverini che ha atteso la nascita di Simone, primo nato della “restituita” casa del parto di Ostia.

La lotta di questi giorni è riuscita a segnare un punto di non ritorno a difesa e speriamo rilancio, del servizio pubblico e di qualità. La sperimentazione – assicurano dal comitato – garantirà certamente il superamento delle inadempienze burocratiche ma resta il gravissimo stato in cui versa il Servizio Materno Infantile della ASL RM/D, caratterizzato da locali angusti ed inadeguati e carenza di personale (Ostetriche, Infermieri, Pediatri, ecc.) con un conseguente abbassamento dei livelli di assistenza in un territorio densamente popolato e che esige risposte adeguate.

L’apertura del tavolo di confronto con la Direzione Generale – concludono dal Comitato – dovrà garantire la piena funzionalità attraverso la soluzione delle criticità esistenti e soprattutto in riferimento alla carenza di personale ostetrico, così come dichiarato in assemblea dal Commissario Straordinario della ASL.

Casa del Parto - Ostia, 29 luglio 2010

L'ATTIVITA' DELLA CASA DEL PARTO "ACQUALUCE" AUTORIZZATA DAL COMMISSARIO AD ACTA DELLA REGIONE LAZIO ON.POLVERINI OGGI CONFERENZA STAMPA ALLE 11,00

Si riporta il comunicato:
Omniroma-SANITÀ, REGIONE PROROGA SPERIMENTAZIONE CASA PARTO OSTIA (OMNIROMA) Roma, 28 lug - Il commissario ad acta RenataPolverini, comunica la Regione, ha autorizzato la prosecuzione,per la durata di sei mesi, della sperimentazione dell'assistenzaal parto nella struttura "Acqualuce" ubicata presso l'ospedaleGrassi di Ostia. E' confermato il Protocollo sperimentale che già prevede lasupervisione, sotto il profilo clinico, del direttore dell'areamaterno infantile del nosocomio, Pierluigi Palazzetti, e, dalpunto di vista organizzativo, del direttore sanitario MaurizioVittucci e del direttore di Distretto, Climene Pistolesi,finalizzato a gestire l'insorgere di eventuali complicanze.Verrà, inoltre, istituito un gruppo di lavoro, in analogia adaltre Regioni, per individuare, tra l'altro, i requisiti ai finidell'accreditamento per il parto in ambiente extraospedaliero eredigere linee guida, da sottoporre all'approvazione dellaRegione

lunedì 26 luglio 2010

COMUNICATO STAMPA

Il Contratto alle cinque terapiste del TSMREE della AUSL RM D sarà rinnovato ed gli utenti non subiranno l’interruzione delle prestazioni lo hanno annunciato nella conferenza stampa, che si è tenuta oggi nella sede dell’ospedale G.B.Grassi, la Governatrice del Lazio Polverini e La Commissaria Straordinaria della AUSL RM D.
Il COBAS della AUSL/RMD esprime il suo apprezzamento per l’importante risultato ottenuto attraverso la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della AUSL/RMD.
Questo risultato, conseguito anche grazie all’impegno di un movimento sociale,alcuni delegati RSU,familiari degli utenti,consulta dell’handicap, e dall’attenzione da parte dei diversi, livelli istituzionali(Commissario Straordinario e Consiglio del 13° Municipio) ci spinge a sottolineare l’importanza di un tale movimento per il miglioramento e l’integrazione di altri servizi.
Il COBAS della AUSL/RMD ribadisce la necessità della stabilizzazione di tutto il personale precario e che il contratto in oggetto non sia inferiore ai tre anni.
Il Cobas della AUSL RM D ribadisce la disponibilità e l’auspicio di costruire un tavolo partecipativo che colleghi tutti i servizi che rispondono ai bisogni dei minori,donne,famiglie; a tale riguardo il S.Agostino è la sede naturale di tale area e non si accetteranno usi impropri di tale struttura.
Roma 24.7.2010

giovedì 22 luglio 2010

ASSEMBLEA PER LA DIFESA DELLA CASA DEL PARTO "ACQUALUCE" PRESSO L'OSPEDALE G.B.GRASSI DI OSTIA

Martedì 27 luglio presso Ospedale G.B. Grassi - Ostia, alle ore 10.00, presso la Casa del Parto " Acqualuce " Assemblea Pubblica


Si è tenuta oggi, 21 LUGLIO 2010, PRESSO LA CASA DEL pARTO " Acqualuce" una assemblea autoconvocata delle gestanti coinvolte nel percorso parto spontaneo della ASL RM/D, sita nel parco dell’Ospedale G.B. Grassi di Ostia contro la chiusura della struttura “Casa del Parto”. All’assemblea erano presenti anche alcune Ostetriche dell’Ospedale, una delegazione della RdB/USB Sanità del Lazio, dei Cobas ASL RM/D, del coordinamento Donne del XIII° Municipio, Delegati R.S.U. ed il Consigliere Regionale Angelo Bonelli dei Verdi.

L’attività della “Casa del Parto”, unica struttura pubblica del centro-sud che segue le fasi della gestazione fisiologica fino al parto spontaneo evitando l’ospedalizzazione della gestante, è stata formalmente sospesa dopo un anno di gestione sperimentale e 30 parti in attivo in attesa che la Regione Lazio e l’Azienda RM/D ne formalizzino l’esistenza e la dotino dei contingenti di personale necessari al suo funzionamento.

Molte donne in lista di attesa per partorire nella “Casa del Parto”, hanno ricevuto una telefonata dal servizio in cui sono state avvisate che la fase sperimentale si è conclusa e, in attesa delle necessarie autorizzazioni, non potranno più partorire presso questo servizio.

Nelle more dei procedimenti di denuncia che si realizzeranno al più presto, si è deciso di intraprendere un percorso di lotta a tutela del servizio, per il suo rilancio e per garantirne la massima funzionalità e contro ogni ipotesi di chiusura che rischia di ricadere nelle manovre del piano di rientro dal deficit sanitario che la Regione Lazio varerà a giorni.

Pertanto è indetta un’assemblea pubblica per martedì 27 luglio presso Ospedale G.B. Grassi di Ostia alle ore 10.00, per chiedere formalmente al Commissario Straordinario della ASL RM/D il ripristino del servizio e la tutela delle donne, dei Bambini/e e di quanti vi lavorano.

COMUNICATO RDB-USB E COBAS RM D

COMUNICATO STAMPA

SANITA’: PROTESTA DELLE PARTORIENTI AD OSTIA DOPO LA CHIUSURA DELLA “CASA DEL PARTO” DELL’ OSPEDALE GRASSI

RDB-USB E COBAS ASL RM/D INDICONO ASSEMBLEA
Martedì 27 luglio presso Ospedale G.B. Grassi
Ostia - ore 10.00


Si è tenuta oggi una assemblea autoconvocata delle gestanti coinvolte nel percorso parto spontaneo della ASL RM/D, sita nel parco dell’Ospedale G.B. Grassi di Ostia contro la chiusura della struttura “Casa del Parto”. All’assemblea erano presenti anche alcune Ostetriche dell’Ospedale, una delegazione della RdB/USB Sanità del Lazio, dei Cobas ASL RM/D, del coordinamento Donne del XIII° Municipio ed il Consigliere Regionale Angelo Bonelli dei Verdi.

L’attività della “Casa del Parto”, unica struttura pubblica del centro-sud che segue le fasi della gestazione fisiologica fino al parto spontaneo evitando l’ospedalizzazione della gestante, è stata formalmente sospesa dopo un anno di gestione sperimentale e 30 parti in attivo in attesa che la Regione Lazio e l’Azienda RM/D ne formalizzino l’esistenza e la dotino dei contingenti di personale necessari al suo funzionamento.

Molte donne in lista di attesa per partorire nella “Casa del Parto”, hanno ricevuto una telefonata dal servizio in cui sono state avvisate che la fase sperimentale si è conclusa e, in attesa delle necessarie autorizzazioni, non potranno più partorire presso questo servizio.

RdB/USB e Cobas ASL RM/D, nelle more dei procedimenti di denuncia che si realizzeranno al più presto, hanno deciso di intraprendere un percorso di lotta a tutela del servizio, per il suo rilancio e per garantirne la massima funzionalità e contro ogni ipotesi di chiusura che rischia di ricadere nelle manovre del piano di rientro dal deficit sanitario che la Regione Lazio varerà a giorni.

Indicono pertanto l’assemblea pubblica che si terrà martedì 27 luglio presso Ospedale G.B. Grassi di Ostia alle ore 10.00, per chiedere formalmente al Commissario Straordinario della ASL RM/D il ripristino del servizio e la tutela delle donne, dei Bambini/e e di quanti vi lavorano.


Roma, 21 luglio 2010

mercoledì 7 luglio 2010

CONFERNZA - DIBATTITO INDETTA DALLA RSU AUSL RM D

CONFERENZA STAMPA PER DIRE NO ALLO
STOP DELLE CURE RIABILITATIVE PER I MINORI

MARTEDI' 13 LUGLIO 2010 ALLE ORE 11,30
PRESSO LA SEDE DEL TSMREE DI VIA DEL SOMMERGIBILE - OSTIA LIDO


IL TEMPO STA PER SCADERE SE NON CI SARANNO RISPOSTE VERRANNO PROMOSSE TUTTE LE INIZIATIVE NECESSARIE E LE FORME DI LOTTA ADEGUATE


Il 2 settembre scade il contratto di lavoro di N. 3 Logopediste e N. 2 Terapiste della Neuropsicomotricità in servizio presso il T.S.M.R.E.E. ( Tutela Salute Mentale Riabilitazione Età Evolutiva) di Ostia e Acilia, servizio preposto alla prevenzione, diagnosi e cura dei bambini e ragazzi ( 0/18 anni) affetti da sindromi genetiche, ritardi mentali, disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, cerebrolesioni etc..

CHI SI OCCUPERA’ DELLE CURE RIABILITATIVE DI QUESTI BAMBINI E RAGAZZI DEL TERRITORIO DEL XIII MUNICIPIO?

Il suddetto personale in questi tre anni di attività ha significativamente contribuito ad assorbire la domanda di terapia proveniente dal territorio. prendendo in carico i bambini in attesa dal 2005 (attesa causata dalla mancanza di personale)!

Con la brusca riduzione degli operatori sanitari in un territorio in continua espansione edilizio/abitativa e soggetto quindi ad una conseguente crescita della domanda, la situazione rischia di subire un deciso peggioramento poiché le restanti risorse risulterebbero insufficienti per far fronte alle numerose richieste.

Anche il consiglio del XIII Municipio preoccupato per la possibile emergenza, ha approvato all’unanimità in data 27/05 una risoluzione chiedendo e auspicando una soluzione positiva del problema.

LA RSU A FIANCO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO E PER POTER ASSICURARE ALMENO LA CONTINUITA’ DEGLI ATTUALI LIVELLI DI ASSISTENZA PER LA CURA E LA RIABILITAZIONE A FAVORE DEI MINORI

Sono invitati a partecipare i rappresentanti delle forze politiche, sociali ed Istituzionali del Territorio, GENITORI e operatori

R.S.U. AUSL RM/D

martedì 6 luglio 2010

NO ALLA CHIUSURA DELLA CASA DEL PARTO "ACQUALUCE"ALL' OSPEDALE G.B.GRASSI

Roma,5.7.10
mail:listacobasrmd@gmail.com
blog:listacobasrmd.blogspot.com

COMUNICATO STAMPA
SI SPEGNE LA LUCE ALLA CASA DEL PARTO NATURALE “ACQUALUCE” DELL’OSPEDALE G.B.GRASSI

Giorno 8.3.2009 l’allora Direttore Generale dell’ausl rm d, alla presenza di esponenti e rappresentanti della Regione Lazio,in occasione della giornata internazionale della donna,annunciava,sotto riflettori e microfoni,la realizzazione della Casa del Parto “Acqualuce”.
Questa era stata annunciata come la prima struttura del centro-sud in grado di assicurare una tipologia ed una metodologia del parto naturale in grado di rispondere alle esigenze della donna e del bambino,rispettando i loro ritmi e considerando il parto stesso come un evento importante dal punto di vista psico-affettivo,e non solo medicalizzato.
Ma,al di là degli annunci e della propaganda utilizzate,la struttura ed il servizio veniva attivato senza una reale e necessaria organizzazione e programmazione che avrebbe permesso di affrontare e risolvere le varie e diverse problematiche presenti.
Problematiche e criticità presenti sin da subito e riguardanti sia una chiara definizione normativo/giuridica sulle responsabilità di gestione,sulle competenze e sulla appartenenza,in riferimento al Centro di Costo(Ospedale-Territorio),e,soprattutto,su quelle riguardanti la grave carenza del personale necessario(v.Ostetriche) per il quale nulla è stato fatto.
Così quella che doveva e poteva essere una struttura ed un servizio di eccellenza per le donne,per il bambino e le famiglie non ha mai operato a pieno,come da noi già segnalato e denunciato nella nota Prot. n° 56981 del 14 giugno 2010 malgrado l’impegno,le competenze,le professionalità e le sensibilità dimostrate in questi mesi dal personale medico e dalle ostetriche che hanno creduto in quel progetto.
Ora a questi problemi si aggiungerebbe la decisione di sospendere le visite pediatriche ai nati presso la Casa del Parto “Acqualuce”, in attesa di chiarimenti,in merito alle competenze e alle garanzie richieste(come mai ora?) dal Primario della Pediatria,sulle dimissioni dei nati all’interno della Casa del Parto stessa.
Questa O.S. aveva già evidenziato il rischio che,anche con l’occasione del cambio di gestione nella Direzione Aziendale,le difficoltà e le criticità esistenti sarebbero state occasione e strumento per pervenire alla chiusura della struttura.
Pertanto, pur ribadendo, il netto giudizio critico verso la passata gestione per le gravi responsabilità,le inadempienze per il modo con il quale ha gestito l’intera questione respinge ogni eventuale logica da “resa dei conti” tutte interne ai giochi di potere che poco hanno a che fare con la funzionalità e l’efficacia dei servizi,la salute,i diritti ed i bisogni delle persone.
Rivolge,con forza, l’invito e l’appello al nuovo Commissario Straordinario della AUSL RM D e della Regione Lazio, ed ai vari Dirigenti perché prevalga il senso di responsabilità, di professionalità e l’intento di cercare ed individuare tutte le misure e i provvedimenti necessari al fine di assicurare alla popolazione del Territorio la continuità di un Servizio importante per la Salute della Donna e del Bambino.

mercoledì 23 giugno 2010

Casa del Parto Naturale “Acqualuce”- Ospedale G.B. Grassi di Ostia.

Al Presidente della Regione Lazio
On. Renata Polverini
Al Direttore Generale della AUSL RM/D
Dr.ssa Giuseppina Gabriele
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr. Maurizio Rango
Al Direttore Amministrativo
Dr. Antonio Scuteri
Al Direttore Area Tutela della Donna e del Bambino
Dr. Pierluigi Palazzetti
Al Direttore f. f. U.O.C.I. Salute della Donna e del Bambino
Dr.ssa Patrizia Musacchio
Al Direttore Sanitario Ospedale G.B. Grassi
Dr. Lindo Zarelli
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e,p.c. Al Presidente del Municipio 13
On. Giacomo Vizzani
All’ Assessore ai Servizi Sociali, Scuola e Casa
del XIII Municipio – Comune di Roma
On. Lodovico Pace
All’ Assemblea delle Donne 13 Municipio
Sig.ra Ada Codecà
Al Consiglio della R.S.U. AUSL RM/D

Oggetto: Casa del Parto Naturale “Acqualuce”- Ospedale G.B. Grassi di Ostia.


Scrivente O.S., con la presente nota, intende porre l’attenzione sulle problematiche e le criticità di un servizio e di una struttura, quella della Casa del Parto Naturale “ Acqualuce”, inaugurata l’8 marzo 2009 e situata all’interno del perimetro dell’Ospedale G.B. Grassi.
Si coglie l’occasione per ricordare che la Casa del Parto è una struttura dove è possibile eseguire il parto naturalmente con l’assistenza delle Ostetriche e, qualora sia fatta richiesta, il parto può essere effettuato anche in acqua. Il parto è considerato un momento cruciale nella e per la vita della donna e del bambino e poterne creare le condizioni ottimali, attraverso strutture idonee e un’adeguata organizzazione socio – sanitaria e cercando di rispettarne l’individualità e riconoscendone desideri, tempi e modi personali, permette, ad entrambi, di affrontare l’avventura della vita con maggior forza ed ottimismo.
La struttura della Casa del Parto favorisce tutto questo e, al tempo stesso, proprio perchè rispetta l'individualità della partoriente, riduce drasticamente i rischi di una medicalizzazione eccessiva che, come è stato dimostrato, nuocciono al benessere della donna partoriente e del suo bambino, tanto che l'Italia è al secondo posto nel mondo per il numero, sempre più crescente, di parti cesari effettuati.
La Casa del Parto, anche alla luce delle sempre più gravose difficoltà di bilancio che interessano il Servizio Sanitario Nazionale svolge, inoltre, anche una funzione di contenimento dei costi per la sanità pubblica, considerando, proprio che, per il parto naturale, il solo personale preposto all’assistenza, senza che ci sia la necessità della presenza del medico e dell’anestesista,

è la figura dell’Ostetrica ( figura professionale preposta e preparata, con specifiche competenze, per l'assistenza al parto fisiologico ) e dove la stessa degenza, con questa modalità di parto, tenuto conto dello stato di benessere, sia per la madre che per il bambino, si riduce ad un solo giorno.
Va fatta presente, in ogni caso, che la vicinanza con il complesso Ospedaliero e con la stessa Sala Parto dell’Ospedale G.B. Grassi ( 100 metri circa ) garantisce, in caso di necessità e di emergenza, tutti gli standard di sicurezza.
Questa O.S. sindacale, deve, purtroppo, constatare che, malgrado l’importanza di una struttura di questo tipo per la popolazione femminile del nostro Territorio, e non solo, malgrado l’impegno, la professionalità, le competenze e la sensibilità delle Ostetriche, di tutte/i le/gli operatrici/tori e di quei Medici che si sono impegnati, tra non poche difficoltà, alla realizzazione del progetto, e le molte aspettative e speranze che questa struttura ha suscitato, dall’annuncio della sua realizzazione, purtroppo, questa struttura non è stata in grado di assolvere a quel compito e a quel ruolo tanto annunciato e proclamato.
L’apertura della Casa del Parto “Acqualuce” e del servizio che si dichiarava di voler realizzare, richiedeva, in realtà, una volontà programmatrice ed organizzatrice ed un preciso intento per prevenire, ed eventualmente affrontare e risolvere, le problematiche e le criticità che inevitabilmente sarebbero sorte, in modo da assicurare l’effettiva e completa funzionalità della struttura.
In assenza di ciò l’impegno, gli sforzi di quanti hanno creduto nel progetto e, soprattutto, le speranze e le aspettative delle donne sono state, a causa dell’inadeguato ed insufficiente utilizzo della struttura stessa, deluse e mortificate.
Infatti, a tutt'oggi, la struttura, a fronte delle tante richieste che costantemente continuano a pervenire, anche al fuori del Territorio di riferimento, essendo, peraltro, questa, stata definita l’unica nel Centro – Sud Italia e la quinta a livello nazionale, può rispondere ed eseguire, in realtà, una media di 4 o 5 parti al mese, in quanto dalla sua inaugurazione ( 8 marzo 2009 ) non è stato ancora assegnato il personale ostetrico dedicato e la sua attività viene espletata solo attraverso l'istituto della reperibilità con personale già impegnato in altre attività, con notevoli difficoltà a garantire, in questo modo, la normale attività e, conseguentemente, il completo funzionamento della struttura stessa, tant’è che i parti realmente effettuati sarebbero stati, in tutto questo periodo, solamente 31.
La carenza del personale, tenendo anche in considerazione dei periodi di ferie, malattia, ecc., è tale da rendere persino difficoltosa la copertura dei turni di lavoro e di servizio anche per la Sala Parto dello stesso Ospedale e ciò, peraltro, comporta un aumento notevole dei ritmi e dei carichi di lavoro, a volte, insostenibili per le condizioni psico - fisiche delle stesse operatrici impegnate, attraverso l'istituto della reperibilità, alla copertura dei turni per l’assistenza alla Casa del Parto. Si fa presente che, per la tipologia e le modalità del travaglio/parto, la struttura della Casa del Parto dovrebbe garantire la copertura dei turni in tutte le 24 h. con due ostetriche a turno, mentre, attualmente, il servizio, essendo garantito attraverso l’istituto della reperibilità, non sempre assicurata, con difficoltà riesce a coprire un solo turno.




Appare evidente come le attuali condizioni non assicurino, non solo il funzionamento della struttura, ma il suo stesso destino, compromesso e messo in serio pericolo da condizioni insostenibili: non si può pensare, infatti, che lo svolgimento dell’attività ad essa collegata, e per la quale la struttura è stata finalizzata, possa essere assicurato esclusivamente, attraverso l’uso dell’istituto della reperibilità, dal già carente personale di ostetricia presente all’interno dell’Ospedale G.B. Grassi.
La conseguenza che ciò comporterebbe è quella che, a causa dei notevoli ritmi e dei gravosi carichi di lavoro sostenuti attualmente dalle operatrici, possano, esse stesse, vedersi costrette a rivedere la propria disponibilità alla copertura dei turni suddetti.
Una struttura definita spesso come “unica” al Centro Sud e che, anche noi, consideriamo importante per le donne, non può garantire, attualmente, lo svolgimento delle normali attività e la sua piena e completa funzionalità, senza che siano state affrontate e risolte le problematiche e le criticità esistenti, soprattutto quelle riguardanti l’assegnazione del necessario ed insostituibile personale ostetrico.
Scrivente O.S., nel segnalare e denunciare il rischio che le attuali condizioni possano essere motivo e strumento per cercare di non garantire più la continuità del progetto della Casa del Parto, chiede a tutti gli Organi ed i referenti Istituzionali e di Direzione Aziendale di promuovere, attivare ed adottare tutte le iniziative e le misure giuridiche, amministrative, tecniche e politiche necessarie per scongiurare il rischio di una eventuale chiusura della suddetta struttura.
Si suggerisce, a tal fine, per il reperimento del personale necessario, l’utilizzo della graduatoria del concorso per ostetriche indetto al San Camillo - Forlanini. Tale possibilità eviterebbe di indire, evitando costi inutili, un eventuale altro concorso.
Scrivente O.S. pur consapevole delle difficoltà di bilancio che investono la Regione Lazio e le Aziende UU.SS.LL., al di là del giudizio che su tale questione, la stessa ritiene di avere, reputa che, queste, non possano, e non debbano, rappresentare un elemento ostativo nel cercare di assicurare la piena realizzazione di quei progetti che, se realizzati realmente ed interamente, possono rappresentare una risposta qualificata alle politiche riguardanti la Tutela della Salute della Donna e del Bambino.
Inoltre, istituire e potenziare quegli interventi e quei servizi capaci di realizzare, attraverso un’adeguata ed appropriata organizzazione socio - sanitaria, quelle condizioni in grado di rispondere e meglio rispettare le necessità, i bisogni, i desideri e i diritti di salute della donna e del bambino, intervenendo altresì, attraverso la demedicalizzazione e la deospedalizzazione del parto, significa operare sul contenimento, sul risparmio e sulla razionalizzazione delle risorse economiche/finanziare, obiettivo tante volte inseguito, ma poche volte realmente perseguito, senza che a doverne pagare il prezzo siano, ancora una volta, le persone ed i cittadini stessi.
Certi di un vostro sollecito riscontro, si inviano i più distinti saluti.
Prot. AUSL RM/D
N° 56981 del 14 giugno 2010 p. il COBAS AUSL RM/D
I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

giovedì 10 giugno 2010

14 GIUGNO 2010 SCIOPERO PUBBLICO IMPIEGO PROCLAMATO DA USB-COBAS-SDL MANIFESTAZIONI A MILANO-ROMA-NAPOLI

LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
NON È IL BANCOMAT
DEL GOVERNO!
BANCHE,CORROTTI ED EVASORI:
ECCO CHI DEVE PAGARE
I COSTI DELLA CRISI
14 GIUGNO SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
CONTRO LA MANOVRA,
CONTRO LA DEVASTAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
MANIFESTAZIONI A ROMA, MILANO E NAPOLI

giovedì 27 maggio 2010

COMUNICATO PORTAVOCE NAZIONALE COBAS

IL 5 GIUGNO TUTTI/E IN PIAZZA A ROMA
Confederazione Cobas
26/05/2010 14:50

DAL 7 AL 15 SCIOPERI NELLA SCUOLA, PUBBLICO IMPIEGO E TRASPORTI
RESPINGIAMO LA FINANZIARIA-MASSACRO
LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
Dopo che i governi europei hanno dilapidato centinaia di miliardi per soccorrere banche e imperi finanziari, ora, partendo dalla Grecia, aggrediscono i
lavoratori/trici e i servizi sociali.
E anche il governo italiano vuole imporci che a pagare non sia chi la crisi l’ha provocata ma ancora i salariati, i precari, i disoccupati, i pensionati: come se non bastassero i milioni di licenziati e cassaintegrati, l’ingigantimento del precariato, il massacro della scuola pubblica con il taglio di 41 mila posti, mentre è enorme l’evasione fiscale, la corruzione, la pressione del fisco sui salari e sulle pensioni. Il governo vara una Manovra Finanziaria che colpisce ulteriormente i salariati, in particolare del pubblico impiego e della scuola.
Dopo che per mesi Berlusconi aveva spergiurato sulla favorevole posizione economica italiana, ora, con un voltafaccia a 180°, viene imposta una Manovra-massacro, definita “inevitabile per non finire come in Grecia”.
In tutto il P.I. verranno bloccati i contratti per tre anni: e poiché, secondo i nuovi parametri dell’Ipca (indice europeo prezzi), tale aumento sarebbe nel triennio oltre il 6%, 4 milioni di lavoratori/trici subiranno un taglio salariale tra i 1500 e i 1800 euro.
Nella scuola, si aggiunge il blocco per tre anni degli “scatti di anzianità”, che, sommato al precedente, provoca un furto salariale medio intorno ai 6000 euro.
Per tutti i lavoratori si sposta di un anno la pensione di anzianità, il pensionamento a 65 anni per le donne verrà anticipato al 2016 mentre i dipendenti pubblici verranno derubati della liquidazione, ricevendola non più all’uscita dal lavoro ma diluita in tre anni.
Si dimezzano le spese per i precari del P.I. e l’enorme taglio di finanziamenti a Comuni, Province e Regioni significa o ulteriori tasse locali o drastica riduzione dei servizi sociali. Infine, il governo vuole, con il “Collegato al Lavoro”, togliere le residue garanzie giuridiche ai lavoratori, annuncia altri attacchi al diritto di sciopero e continua a negare i diritti ai sindacati di base.
Solo una generale, forte e rapida mobilitazione può bloccare la Manovra-Massacro e modificare gli eventi. Dunque, come COBAS e USB-Unione sindacale di base, promuoviamo per l’immediato (in coordinamento con analoghe iniziative europee) dieci giorni di manifestazioni e scioperi che proponiamo alle strutture sindacali, sociali e politiche che vogliono che la crisi sia pagata da chi l’ha provocata.
5 giugno Manifestazione nazionale a Roma (P.della Repubblica, ore 15)
7-8 giugno Sciopero della Scuola per l’intera giornata nelle Regioni Emilia-Romagna, Calabria e provincia di Trento; 10-11 giugno nelle Marche, Puglia e Veneto; 11-12 giugno in Sardegna e Umbria; 14-15 giugno in tutte le altre regioni e nella provincia di Bolzano.
11 giugno Sciopero nazionale dei Trasporti Urbani.
14 giugno Sciopero nazionale del Pubblico Impiego

Respingiamo il blocco dei contratti nel PI e degli scatti stipendiali nella scuola. NO ai licenziamenti, all’attacco alla spesa sociale e ai lavoratori pubblici, ai tagli nella scuola di 41 mila posti di lavoro, SI alla assunzione stabile dei precari, alla tutela dei pensionati e dei disoccupati. Cancelliamo il Collegato Lavoro. Tassiamo i grandi patrimoni e le operazioni finanziarie. Contro l’attacco al diritto di sciopero e ai diritti sindacali. A fianco dei lavoratori greci ed europei in lotta.
Piero Bernocchi Portavoce nazionale COBAS

martedì 25 maggio 2010

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL 5 GIUGNO 2010 INDETTA DA COBAS E USB PER UNA ALTERNATIVA CONTRO LA CRISI

LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
IMPEDIAMO LA FINANZIARIA-MASSACRO
SABATO 5 GIUGNO TUTTI/E IN PIAZZA A ROMA
Il durissimo conflitto che si svolge in Grecia ha una importanza cruciale per le sorti dell’Europa sociale, per le condizioni di vita dei salariati, dei settori popolari, dei più deboli e indifesi tra i cittadini, per il futuro dei servizi pubblici, dei beni comuni, delle pensioni. E’ una lotta difficile contro la violenza di uno spietato sistema capitalistico che vorrebbe il fallimento economico e sociale di una intera nazione, un ulteriore impoverimento e perdita di diritti per milioni di lavoratori, disoccupati, pensionati e giovani.
Ma anche di noi parla la drammatica situazione del popolo ellenico perché l’attacco ai settori popolari, ai servizi sociali e ai beni comuni sta avvenendo in tutta Europa, anche se per il momento non nelle stesse spietate dimensioni greche. E parla ai salariati, ai precari, ai disoccupati, ai pensionati italiani, che nell’ultimo biennio sono stati ulteriormente spremuti dal potere economico e politico, con milioni di licenziati e cassaintegrati cui a breve scadrà ogni forma di ammortizzatore sociale, con il dilagare di un precariato senza speranze, con tagli impressionanti dei servizi sociali, con un massacro nella scuola pubblica (41 mila posti di lavoro in meno per settembre) e l’espulsione in massa del precariato scolastico, con l’incessante attacco al pubblico impiego, con la crescita a dismisura dell’evasione fiscale e con il dilagare della corruzione, mentre la pressione del fisco sui salari e sulle pensioni diventa intollerabile.
In più, il governo vuole imporre una nuova legislazione del lavoro (il Collegato al Lavoro, in formale riscrittura dopo il rinvio di Napolitano alle Camere) per togliere le residue garanzie giuridiche a milioni di lavoratori eliminando il freno dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, attraverso l’arbitrato concertato con i sindacati complici; e annuncia ulteriori attacchi al diritto di sciopero, continuando a negare rappresentanza e diritti ai sindacati di base, nonché la riscrittura dello Statuto dei lavoratori per cancellarne definitivamente funzione e portata.
In questo momento il popolo greco rappresenta l’avanguardia europea della lotta contro l’arroganza di un capitalismo che ha portato l’Europa e il mondo nella più catastrofica crisi economica del dopoguerra e che, ciò malgrado, impone che a pagare non siano quelli che la crisi l’hanno provocata ma coloro che l’hanno subita e che da sempre pagano per tutti. L’”aiuto” che i partner europei della Grecia promettono assomiglia all’intervento di un medico che per evitare le sofferenze di una colica renale dia al paziente pasticche di cianuro. Ma qualcosa di simile si prepara per altri paesi europei, tra cui l’Italia: come in Grecia, si annunciano riduzioni salariali, blocco della contrattazione e congelamento dei contratti nazionali, elevamento dell’età pensionabile e drastica riduzione delle pensioni, abolizione di ogni garanzia contro i licenziamenti, massicci tagli di posti di lavoro nella scuola e in tutto il settore pubblico. E questo dopo che i governi europei e dei principali paesi capitalistici del globo hanno dilapidato centinaia di miliardi di euro o dollari per soccorrere banche e imperi finanziari in bancarotta, principali responsabili della crisi globale.
In Italia come in Grecia, sperare che l’accettazione dei tagli e dei licenziamenti serva a far passare la crisi sarebbe suicida. L’unica via di salvezza è la crescita rapida della solidarietà e dell’unità nella lotta contro i poteri economici e politici europei che vogliono continuare a far pagare i costi della crisi ai salariati e ai settori popolari. Solo una generale mobilitazione europea, coordinata dalle forze anti-liberiste, da coloro che ritengono possibile un altro mondo non fondato sul profitto, sulla mercificazione globale e sul
dominio del mercato, in una stretta alleanza tra forze sindacali alternative, politiche e sociali, può modificare il corso degli eventi.
In questa direzione, nel quadro di una indispensabile stagione di lotte, scioperi e mobilitazioni, promuoviamo per il 5 giugno una manifestazione nazionale a Roma e la proponiamo a tutte le strutture sociali, sindacali e politiche che si battono contro le catastrofiche ricette di “uscita dalla crisi” del potere economico e politico europeo e italiano. La mobilitazione popolare in corso in Grecia deve diffondersi in tutta Europa, coordinarsi, trovare tempi e modi coincidenti, luoghi di incontro, programmi comuni. E come primo passo intendiamo proporre che il 5 giugno sia una giornata di mobilitazione europea, con manifestazioni nelle varie capitali, a fianco del popolo greco in lotta, per la difesa delle conquiste sociali dei lavoratori/trici europei, perché la crisi sia pagata da chi l’ha provocata.
Impediamo la Finanziaria- massacro
NO ai licenziamenti, all’attacco alla spesa sociale e ai lavoratori pubblici, SI alla tutela dei pensionati, dei precari, dei disoccupati.
Cancellazione del Collegato Lavoro, dei tagli nella Scuola e nei servizi pubblici.
Tassiamo i grandi patrimoni e le operazioni finanziarie; non un euro o un posto di lavoro in meno per salvare banche, finanzieri e padroni.
Respingiamo l’attacco al diritto di sciopero, ai diritti sindacali e del lavoro, ai contratti, alle pensioni, ai beni comuni.
A fianco dei lavoratori greci ed europei in lotta.
Confederazione COBAS
USB – Unione Sindacale di Base

lunedì 17 maggio 2010

OPUSCOLO SUL BILANCIODI MANDATO AUSL RMD

Al Direttore Generale AUSL Roma D
Dr.ssa Giuseppina Gabriele
Al Direttore Amministrativo
Dr. Antonio Scuteri
Al Direttore Sanitario
Dr. Maurizio Rango
Al Dirigente dell’U.O.S. Ufficio Relazioni
con il Pubblico
Dr. Antonio Scuteri
Al Direttore Area Risorse Umane e AA.GG.
Dr. Filippo Coiro
e,p.c. Al Coordinatore R.S.U.
Eugenio Bellomo


Oggetto: stampa n° 500 opuscoli relativi al Bilancio di Mandato agosto 2005 e marzo 2010.
Determinazione Dirigenziale n° 201/3 del 26/03/2010.

Scrivente O.S. è venuta a conoscenza, attraverso la Determinazione Dirigenziale, in oggetto, della realizzazione, su stampa, di n° 500 opuscoli riferiti al Bilancio di mandato della Direzione Aziendale, agosto 2005 e marzo 2010.
Questa O.S. ritiene fondamentale il ruolo svolto dall’U.S.O., Ufficio Relazioni con il Pubblico, nel cercare di facilitare e garantire, attraverso la più ampia e corretta comunicazione ed informazione sull’organizzazione sanitaria, l’accesso e la fruizione da parte dei cittadini ai servizi socio - sanitari dell’Azienda U.S.L. Roma D, ma considera tale intenzione e motivazione non riscontrabile negli opuscoli, così come viene, invece, indicato nelle finalità della Determinazione Dirigenziale in oggetto che, di fatto, visto l’esiguo numero ( 500 ) degli opuscoli stessi, non potrebbe, in ogni caso, raggiungere quella ampia ed eventuale necessaria diffusione che nelle intenzioni sarebbe stata prefigurata.
Sembrerebbe, pertanto, che la realizzazione di quest’opuscolo risponda più ad esigenze e a necessità “esterne” di carattere propagandistico della Direzione Aziendale, che non all’esigenza di comunicazione, di diffusione ed informazioni sui servizi, sulla loro presenza nel Territorio e sulla loro funzionalità, che sarebbe sempre necessaria ed utile, se finalizzata a migliorare il rapporto e la fruibilità, di questi, con e verso i cittadini.

Ci appare quindi, evidente il carattere “ pubblicitario” e propagandistico dell’opuscolo/book, dove, peraltro ci si è dimenticati di includere il “ nuovo Consultorio di Ostia”, e non solo….,
Se poi si confrontano i contenuti dello stesso con quanto viene rappresentato e reclamizzato, si può constatare che non corrisponde, secondo noi, alla realtà delle cose e alla situazione così come si vuol far credere e, ci chiediamo, che attinenza abbiano l’elenco delle ristrutturazioni, riportate nell’opuscolo, con l’organizzazione socio - sanitaria dell’Azienda, in relazione alle modalità di accesso e fruizione dei servizi da parte dei cittadini.

Crediamo, invece, come, già quest’O.S., ha avuto modo, più volte, di segnalare nel merito di alcune questioni, e come si può evincere e verificare, attraverso le conoscenze, le esperienze delle/gli operatrici/tori e, soprattutto degli stessi cittadini, che un “Bilancio di mandato”, diverso peraltro dal Bilancio sociale fatto in altre precedenti occasioni, non può prescindere dalle molte e profonde criticità



esistenti riguardanti le prestazioni, la funzionalità, l’efficacia e l’efficienza dei Servizi Socio - Sanitari dell’Azienda USL Roma D che necessitavano, a nostro parere, di ben altre scelte e attenzioni per cercare di dare maggiore e completa efficienza e funzionalità all’insieme dell’organizzazione socio - sanitaria territoriale.

Resta, in ogni caso, per questa O.S., al di la delle diverse considerazioni, valutazioni e opinioni, che si possono avere, e certamente si hanno, l’interrogativo sull’opportunità e l’appropriatezza che ha portato alla decisione di realizzare la stampa di un opuscolo, che non risponde e non assolve ai compiti ai quali la stessa decisione si richiama, e del quale non va sottovalutata la spesa complessiva di € 5.280,00 sostenuta, a fronte di una oggettiva difficoltà economico/finanziaria, che richiederebbe, peraltro, la massima attenzione e oculatezza per il controllo e la trasparenza della spesa.
Difficoltà, si ricorda, che investono e attraversano ogni aspetto dell’Azienda: dai servizi socio - sanitari, agli uffici tecnico/amministrativi e che vanno dall’acquisto di beni e servizi, necessari allo svolgimento del lavoro e delle varie attività e dove, a volte, sembra ci siano stati problemi persino per la spedizione postale delle raccomandate, alla problematicità per le/glioperatrici/tori nel vedersi, spesso, riconosciuto il legittimo pagamento dello straordinario effettuato per il funzionamento dei servizi stessi.

Quindi, se appare evidente il carattere propagandistico/pubblicitario dell’iniziativa, ci sentiamo di suggerire che, se questo era “l’obbiettivo”, forse, pensiamo, sarebbe, stato più utile ed efficace esercitare una capacità ed una volontà di gestione che mettesse, veramente, attraverso percorsi e processi di gestione democratica e partecipata….” gli uomini e le donne al centro del sistema”.

Distinti saluti

Prot. AUSL RM/D
n° 47182 del 14/05/2010



p. COBAS AUSLD RM/D
I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

mercoledì 28 aprile 2010

LOTTA AUSILIARI AUSL RMD

IL COBAS DELLA AUSL RM/D ESPRIME IL SUO APPREZZAMENTO PER L’IMPORTANTE RISULTATO OTTENUTO CON LA LOTTA, INDETTA DALLA R.S.U. E CONDOTTA DALLE LAVORATRICI E DAI LAVORATORI DELLA AUSL RM/D, PER IL MANTENIMENTO IN SERVIZIO DEL PERSONALE AUSILIARIO, IMPEGNATO NEI SERVIZI SOCIO SANITARI, IN PARTICOLARE MODO PRESSO L’OSPEDALE G.B. GRASSI, AI QUALI SCADEVA IL CONTRATTO DI LAVORO IL PROSSIMO 10 MAGGIO, CON LA CONSEGUENZA DI CREARE GRAVI RIPERCUSSIONI SU SERVIZI SOCIO – SANITARI GIA’ CARENTI DI QUELLE RISORSE UMANE E PROFESSIONALI NECESSARIE PER ASSICURARE LIVELLI DI ASSISTENZA ADEGUATI, UMANI E DIGNITOSI.
TALE RISULTATO E’ UN PRIMO PASSO CONTRO LA PRECARIETA’ ED I PROCESSI DI ESTERNALIZZAZIONE CHE RAPPRESENTANO LE NUOVE FORME DI SFRUTTAMENTO E NON GARANTISCONO, NEI SERVIZI PUBBLICI, NEANCHE QUELLA QUALITA’ E QUEL RISPARMIO OGGI TANTO DECLAMATI.
QUESTO PRIMO RISULTATO, CONSEGUITO ANCHE ALL’IMPEGNO DI UN VASTO MOVIMENTO SOCIALE ED ISTITUZIONALE, SAPENDO CHE ALTRE QUESTIONI SI IMPONGONO CON URGENZA, COME LA SCADENZA DEL CONTRATTO PER LE 5 TERAPISTE DELLA RIABILTAZIONE PER I MINORI, IN SCADENZA DI CONTRATTO ( 3 SETTEMBRE P.V. ) PUO’ E DEVE RAPPRESENTARE DA INSEGNAMENTO AFFINCHE’ I LAVORATORI E LE LAVORATRICI TORNINO AD ESSERE PROTAGONISTI IN PRIMA PERSONA INSIEME A QUELLE REALTA’ CHE FANNO DELLA DIFESA DEL LAVORO, DEI SERVIZI SOCIO - SANITARI, DEI DIRITTI E DEL BENE PUBBLICO LA RAGIONE DEL PROPRIO ESSERE E DEL PROPRIO AGIRE.


COBAS AUSL RM/D

martedì 20 aprile 2010

Passaggio di Gestione all'ASL RMD

Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma i silenzi dei nostri amici ….( Martin Luther King )
Le elezioni per il rinnovo dei Consigli Regionali hanno portato al cambiamento degli assetti politici nel Governo della Regione Lazio determinando il passaggio da una maggioranza di centro - sinistra ad una maggioranza e ad un governo di centro - destra.
Il Governo della Sanità nella Regione Lazio ha visto, in questi anni, un alternarsi di dichiarazioni solo apparentemente “infuocate” tra i dei due schieramenti, mentre, invece, è apparso evidente come, per le politiche e le problematiche riguardanti la Sanità, sia a causa delle scelte di politica economico/finanziaria del Governo Berlusconi, che del Governo della Regione Lazio, ci sia stato, anche se ciascuno con le sue distinte responsabilità politiche, un gioco di specchi con l’unica conseguenza di avere determinato un vero e proprio contraccolpo e un pesante ridimensionamento quantitativo/qualitativo del Servizio Socio - Sanitario Pubblico.
A pagarne maggiormente il prezzo sono stati, soprattutto, i cittadini che hanno subito le conseguenze del continuo depotenziamento dei Servizi Pubblici e delle strutture socio - sanitarie e le operatrici ed operatori, costretti a lavorare in condizioni di disagio e difficoltà sempre maggiori, sia per la mancanza di tutte le necessarie figure umane e professionali (mediche, infermieristiche, tecniche, ausiliarie, amministrative e sociali) che per l’inadeguatezza ed insufficienza degli spazi e delle strutture.
Nell’AUSL RM/D tale situazione, al di là della propaganda, delle autocelebrazioni e dell’autoreferenzialità muscolare esibita dalla Direzione Generale, si è sentita in modo ancor più pesante, considerate anche le inadeguate ed esigue risorse economico/finanziarie destinate alla AUSL RM/D ( 383 euro procapite rispetto, per esempio, ai 1.075 dell’AUSL di Latina ) alle quali si è aggiunta la richiesta, da parte della Regione Lazio per il Piano di Rientro economico/finanziario, dopo che, peraltro, la stessa Direzione Aziendale si era vantata di un risparmio gestionale di oltre 130 milioni, di un’altra contrazione della spesa sul personale per l’anno 2009 di altri 3 milioni d’Euro.
Ora ci appaiono come vere e proprie lacrime di coccodrillo quelle che vengono versate davanti ai problemi e alle difficoltà, quali la carenza del personale, con particolare riferimento a quelle/quei lavoratrici/tori precari alle quali sta per scadere il contratto ( infermieri, ausiliari, figure professionali impegnate nella riabilitazione come Logopediste, e Terapiste della Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva).
Perché non ci si è mossi prima? Perché non è stato fatto tutto il possibile, sia in termini Istituzionali/Aziendali, politici e sindacali, per promuovere iniziative affinché potessero essere assunti preventivamente tutti quei provvedimenti necessari ( richiesta di risorse economico/finanziarie appropriate e richiesta di deroghe per assunzioni e/o atti amministrativi per un eventuale proroga dei contratti in essere) per garantire, non solo i livelli occupazionali delle lavoratrici/tori coinvolti, ma la continuità qualitativa/quantitativa all’interno di quei Servizi assistenziali interessati a non vedersi privati di figure professionali necessarie nell’interesse generale riguardanti il Diritto alla Salute delle persone?
NON E’ MAI TROPPO TARDI, MA LA CHIAREZZA, LA CONOSCENZA E L’ANALISI DEI PROBLEMI SONO SEMPRE NECESSARI PER RIUSCIRE AD AFFRONTARE LA REALTA’ ED I SUOI PROBLEMI, SENZA MISTIFICAZIONI E DISTORSIONI, NEL MODO PIU’ OPPORTUNO ED ADEGUATO.
Al di là di cosa accadrà con la definizione degli assetti Politici/Istituzionali e Aziendali restano tutte aperte le questioni ed i problemi emersi, anche alla luce dell’esperienza che sta per concludersi: quale idea di Gestione della Cosa Pubblica debba, oggi, governare le tematiche e le problematiche legate ai diritti e alla Salute delle persone?
La lottizzazione è una degenerazione gravissima che ha sempre caratterizzato il Servizio Sanitario Nazionale e che è andata sempre più affermandosi con l’introduzione della figura dei Direttori Generali nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere con i quali si è cercato, apparentemente, di dare risposte, in nome dell’efficienza e dell’efficacia, ad un’idea di gestione di carattere privatistico e falsamente manageriale, come se i diritti e, soprattutto, la salute delle persone potessero essere considerati una merce, un bene di consumo, ma che, di fatto, per il ruolo e per il potere monocratico e assoluto assegnato ai Direttori Generali, non solo ha finito per mortificare, soffocare e reprimere quell’idea di gestione democratica e partecipata della Cosa Pubblica, che era nello spirito riformatore della L.833/78, ma ha finito per diventare strumento ed elemento di occupazione e spartizione dello Stato da parte dei partiti con tutte le conseguenze degenerative verso quei fenomeni di dominio, clientelismo ed autoritarismo, che questo sistema ha determinato.
I Direttori Generali, ci hanno dimostrato, sino ad oggi, che non hanno idea di cosa sia la “ Cosa Pubblica”, il Servizio e il Bene Pubblico; non considerano la necessità, l’opportunità che, per poter rendere più efficienti, più efficaci e, soprattutto, più umani l’insieme dei servizi socio sanitari dedicati alla cura e all’assistenza delle persone e per cercare di farli meglio funzionare e per rispondere appieno alle esigenze, ai bisogni ed ai diritti di salute delle persone, questi hanno bisogno di essere “ Governati” attraverso percorsi, processi e gli strumenti della pratica della Democrazia e della Partecipazione, con il coinvolgimento diretto ed indispensabile di tutte quelle competenze, quei saperi, quelle sensibilità presenti all’interno del Servizio Pubblico rappresentato dalle molte e molti operatrici ed operatori che vi lavorano.
In realtà, mentre le lavoratrici ed i lavoratori cercano, tra le difficoltà ed i disagi, di “ fare Servizio Pubblico” costoro, o meglio molti di questi Lor Signori/e, “ Fanno Azienda”, si comportano come veri e propri Sovrani e Padroni credendo che la Cosa Pubblica sia “Cosa Loro” e che sia possibile poter agire indisturbati/e con il piglio del “Comando” e del “ Dominio” assoluti, preoccupandosi solo di “ dimostrare” quanto siano bravi ed efficienti nel far quadrare i conti ed i bilanci senza rendere partecipi delle loro scelte, direttamente ed indirettamente, e senza attentamente considerare le conseguenze che tali scelte e tali comportamenti possono determinare e/o causare a chi, di quelle scelte, è destinatario: i cittadini/utenti e le lavoratrici ed i lavoratori che operano nei vari reparti e servizi socio - sanitari.
Non sappiamo, a tutt’oggi, come si dispiegherà il valzer delle nomine, se ci saranno i cosiddetti, e quali, “salti della quaglia “ ma siamo tra quelli che non brinderanno, ma conserveranno memoria di un’esperienza che ha segnato, in modo negativo, quella che avrebbe dovuto, per appartenenza, provenienza culturale, sociale e politica, esprimere, anche in un quadro non condivisibile, delle compatibilità politiche/economiche/istituzionali, un’idea ed una pratica Democratica e Partecipata di “ Gestione della Cosa Pubblica”.
La nostra critica e la nostra denuncia, in tutti questi anni, in una condizione certamente difficile, pagando anche alcuni prezzi, ha sempre agito partendo solo ed esclusivamente dal merito dei problemi e delle questioni per segnalare e denunciare ciò che credevamo fosse giusto e necessario, cercando di dar voce e rappresentare, anche attraverso limiti e difficoltà, il disagio, il malessere delle lavoratrici e dei lavoratori, in un clima di arroganza e paura instaurato da una gestione autocratica ed autoritaria che ha teso a comprimere, limitare e soffocare diritti, tutele, dignità e professionalità.
Ora saranno in molti a dire :”Era Ora!!!”, ma tra questi molti ci sono anche coloro e, precisamente, tutte quelle forze, quegli apparati sindacali e politici di centro - destra e di centro - sinistra che, direttamente ed indirettamente, per opportunismo, per interesse, per collateralismo, per compatibilità istituzionale/politica e sindacale, si sono resi partecipi di un silenzio assordante, complice ed irresponsabile, che ha finito per disorientare ed isolare quelle energie, quelle risorse, quelle realtà umane, professionali e sociali che muovono ed agiscono solo ed esclusivamente nell’interesse e nella difesa del Bene e del Servizio Pubblico e per acuire ed approfondire quel sentimento di sfiducia e di disaffezione e quella crisi di rappresentanza e rappresentatività che sono tra le ragioni del declino, della decomposizione morale, civile, sociale e politica che sta soffocando oggi il paese.
Non siamo tra coloro che sono uso brindare per un’eventuale amara esperienza conclusasi: non è nella nostra cultura e nel nostro stile, anche perché riteniamo che, se tutto ciò è stato possibile, lo si è dovuto ad un sistema di potere e di interessi che resterà ancora totalmente intatto. Ma, certamente, siamo tra coloro che porteranno memoria e che considerano questa esperienza gestionale, tra le più negative e fallimentari, non tanto e non solo per le scelte legate a quelle compatibilità economico/Aziendali non condivisibili, perché, crediamo, siano in antitesi con un’idea ed una cultura della salute che vede al centro la persona ed il suo benessere psico –fisico, ma proprio perché c’è stata l’incapacità e la non volontà di misurarsi e confrontarsi sul terreno di un’idea ed una pratica democratica e partecipata della Gestione della Cosa Pubblica.
Aspettare ora, un “ Messia”, e/o un nuovo “Bravo e Buono” Direttore Generale?
Dovremmo aver imparato, a nostre spese, che, questo, non solo mina la nostra autonomia di analisi, di giudizio e di iniziativa, ma rischia di essere un’illusione che può costar cara….!!!
Pensiamo che questa esperienza debba e possa servire per riflettere e ragionare sulla necessità di impegnarsi, ciascuno per quel che può, per costruire e favorire, la crescita e lo sviluppo di una reale, libera, autonoma rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici tutti/e, attraverso percorsi condivisi di partecipazione e di democrazia, per contrastare ogni logica di dominio, in difesa dei propri diritti, delle proprie tutele e per migliorare le condizioni di vita e di lavoro.
Da parte nostra ribadiamo che continueremo ad essere e a sentirci impegnati, al di fuori di qualsiasi opportunità e compatibilità politico/sindacale/aziendale e con il solo ed unico scopo di portare, attraverso il confronto, il dialogo ed il ragionamento un contributo, per difendere il Servizio Socio Sanitario Pubblico e un’idea “ Altra” dell’essere e dell’agire politico/sindacale, nonché per cercare di realizzare, attraverso percorsi condivisi con le/i lavoratrici/tori, con le realtà del Territorio e con i Movimenti, un’idea di Comunità, di uomini e donne che, autonomamente e liberamente si batte per affermare i propri diritti e le proprie aspirazioni……