mercoledì 22 giugno 2011

“Domati” con lo zuccherino ….?!!!

Ogni anno si ripropone, per il Territorio del XIII Municipio del Comune di Roma e per il Comune di Fiumicino il problema dell’emergenza estiva nelle strutture e nei Servizi Socio Sanitari con particolare riferimento all’Ospedale G.B. Grassi di Ostia.
Ma si tratta di vera emergenza stagionale? O ci troviamo, invece, dinnanzi ad una “normale” drammatica ordinaria quotidianità?
La grave carenza di personale (medico, infermieristico, ausiliario, tecnico, amministrativo, ecc.) che investe i servizi e le strutture pubbliche, aggravata ulteriormente e pesantemente dal blocco delle assunzioni e del turn-over, sottopone le/gli operatrici/operatori a ritmi e turni di lavoro insostenibili, se non a rischio e a danno della loro stessa salute nonché di quella degli stessi cittadini/utenti, non garantendo, peraltro, i livelli essenziali di assistenza e, quindi, il pieno diritto alla salute.
Se mettiamo da parte i consueti e roboanti annunci, i proclami e le rituali denunce sulla ormai costante “emergenza estiva” negli Ospedali e nei Servizi Socio Sanitari e i fantomatici “stati di agitazione”, dovremmo riflettere, ragionare, e da qui partire, sui processi in atto che investono il Servizio Socio Sanitario Pubblico Nazionale.
Gli stessi Piani di Rientro economico e finanziario, frutto e conseguenza di gestioni e di politiche inadeguate, sia da parte dei Governi di Centro-Destra che di Centro-Sinistra e la riorganizzazione della Rete Ospedaliera, stanno determinando un pesante ridimensionamento dei Servizi Socio-Sanitari Pubblici con una diminuzione dei posti letto e la chiusura di vari reparti ospedalieri, senza che questa sia stata preceduta ed accompagnata da una reale programmazione legata ai bisogni e alle esigenze di salute della popolazione e, soprattutto, ad un potenziamento dei Servizi Socio-Sanitari Territoriali, favorendo i processi e le politiche di deospedalizzazione e di integrazione socio-sanitaria.
La logica che ha accompagnato tali politiche è stata sempre quella di “fronteggiare” le problematiche e le criticità non affrontando, ma anzi lasciando irrisolte, le vere e gravi carenze e criticità divenute di fatto emergenze quotidiane ad iniziare dalla cronica carenza di Risorse Umane e Professionali all’interno dei vari reparti e dei vari servizi.
Bisogna sottolineare inoltre che richiedere ulteriori sacrifici economico-finanziari alla AUSL RM/D, già fortemente penalizzata da un inadeguato trasferimento di risorse (383 euro pro-capite rispetto, ad esempio ai 1.075 della AUSL di Latina) significa costringere al collasso se non alla vera paralisi l’insieme del sistema dei Servizi Socio - Sanitari - Tecnici - Amministrativi della Azienda Usl RM/D.
Proprio per questo pensiamo che bisogna assumersi la responsabilità politica e gestionale di rigettare ulteriori richieste di contrazione della spesa, in particolar modo di quella riguardante il personale, adottando da subito quei provvedimenti ad oggi possibili quali la sostituzione del personale in maternità e il reintegro delle/dei lavoratrici/tori sospesi a vario titolo.
Come si risponde a questa situazione?… Con il Progetto “Estate Sicura”?...Sic .!!!
In cosa consiste?..........Bastone e zuccherino!!!
La Direzione Generale, infatti, attraverso le sue articolazioni (vedi Responsabili e Dirigente SAI ) per “risolvere” il problema ha escogitato la “trovata”, peraltro non troppo originale, in quanto già adottata negli anni passati, di dare degli incentivi agli/alle operatori/trici che svolgono il proprio servizio articolato sui tre turni lavorativi (h. 24).
L’incentivo è di circa 28 Euro per gli infermieri e di circa 23 Euro per gli OSS e ausiliari, per un massimo di 25 ore, tutto il resto rientra nello straordinario.
Peraltro non si capisce con quale criterio, quale analisi, con quale priorità e con quale ragionamento siano stati individuati alcuni reparti e non altri oltre ad essere stati esclusi ( almeno inizialmente ) Servizi Ospedalieri e Territoriali quali il CPO, i Nuclei di Cure Primarie, ecc. ecc..
Con chi sono state concordate tali misure, che incidono sull’organizzazione del lavoro, sulle condizioni di vita e di lavoro, nonché sulla qualità dell’assistenza ai cittadini/utenti?
Forse in qualche stanza segreta dove è consuetudine intraprendere oscure ed ambigue relazioni sindacali? E se così non è stato, le OO.SS. e la RSU, dopo aver minacciato e proclamato fantomatici “Stati di Agitazione”, non hanno nulla da dire in proposito?
O forse si preferisce, ergersi a paladini dei lavoratori spacciando per conquiste, forme di ricatto e sfruttamento, attraverso la monetizzazione e la mercificazione del rischio? Ma costoro non sono gli stessi che hanno sancito e sottoscritto accordi e contratti che hanno contribuito a rendere più incerte e difficili le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori?
Si ricorda a tutti Lor Signori che il lavoro straordinario non può essere utilizzato come fattore ordinario di programmazione del lavoro ( art.34 CCNL del 7.04.1999 ) e che lo stesso dovrebbe avere, sempre e comunque, carattere di eccezionalità. Ci troviamo, invece, di fronte ad un perenne ricorso preventivo, continuativo, e oramai “istituzionalizzato”, dell’orario di straordinario che, oltre a non coprire la gravi carenze di organico esistenti, comporta per gli/le operatori/trici, un aumento dei carichi e dei ritmi di lavoro che divengono ancor più gravosi e stressanti in considerazione dei particolari compiti e mansioni che gli stessi debbono svolgere nei vari reparti e servizi.
Comprendiamo che le lavoratrici ed i lavoratori, di fronte alla grave crisi economica e nella condizione data di dover in ogni caso svolgere il proprio lavoro, rinunciando e sacrificando i propri tempi di vita (la famiglia, gli amici, gli affetti, il tempo libero, ecc.) vedano con favore tali decisioni per la possibilità di integrare il proprio esiguo e vergognoso salario.
In questa situazione, però, si rischia di non scorgere il pericolo di rimanere ostaggio di tali logiche che tendono a rendere noi tutte e noi tutti “ricattabili” e più subalterni, oltre a mettere in serio pericolo la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro per le/gli stesse/i lavoratrici/lavoratori e per gli stessi cittadini-utenti.
Crediamo che, quelle sino ad oggi adottate, siano solo strumentali ed inutili scorciatoie, che oltre a non affrontare i veri problemi rappresentano un inganno e un ulteriore danno per le/gli stessi lavoratrici/tori e i cittadini/utenti.
Riteniamo, invece, che l’Azienda, davanti a questa situazione, abbia l’obbligo e la responsabilità politica e morale di organizzare i servizi e i reparti in base alle effettive Risorse Umane e Professionali a sua disposizione, programmando e adottando nel breve, nel medio e nel lungo periodo, provvedimenti in grado di salvaguardare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e, nel contempo, garantire livelli qualitativi e quantitativi adeguati e corrispondenti ai bisogni dei cittadini-utenti.