mercoledì 31 agosto 2011

MARTEDI’ 6 SETTEMBRE SCIOPERO GENERALE

Contro i ladri di Futuro e di Democrazia
UNA MANOVRA CONTRO I LAVORATORI, LA GENTE COMUNE, I PENSIONATI, LE DONNE, I PRECARI
Il Governo, sotto gli ordini impartiti dall’Unione Europea e dalla Banca Centrale Europea, con l’ennesima manovra economico-finanziaria, la terza nei primi 6 mesi del 2011 e la seconda in poco più di trenta giorni, il cui ammontare arriva a 120 miliardi di euro, infligge un colpo feroce ai diritti e alle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori, dei precari, dei pensionati e di tutti coloro che da sempre pagano i costi di politiche economico/finanziarie imposte dai poteri dominanti, senza toccare i redditi e i privilegi dei veri ricchi, quel 10% delle famiglie che possiedono oltre il 50% della ricchezza del nostro paese o quelli che evadono le tasse per oltre 120 miliardi e, in conclusione, viene tolta anche la “ Tassa di Solidarietà” per i redditi più alti.

Stanno mettendo mano su tutto, dall’attacco alle pensioni ed in nome della crisi, con il decreto in discussione in Parlamento cancellano diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori, aggirano e, di fatto, cancellano l’art. 18, rendono più facili i licenziamenti, annullano il Contratto Nazionale (complice anche il famigerato accordo firmato il 28 Giugno scorso da CGIL, CISL, UIL, UGL e Confindustria) cancellano il 25 Aprile ed il 1 Maggio, arrivano a stabilire il pagamento delle tredicesime subordinato al raggiungimento degli obiettivi, attaccano il sistema pensionistico, annullando la possibilità di riscattare gli anni di laurea e con la minaccia di mettere mano, per rastrellare soldi, perfino alle pensioni di reversibilità, agli orfani e alle vedove e fanno slittare di 24 mesi il pagamento del TFR, smantellano e privatizzano, inoltre, i servizi sociali e sanitari, e svendono beni e patrimonio pubblico imponendo, di fatto, l’introduzione di tickets, tasse locali e nuove gabelle …e, questo senza alcun intervento sulle ricchezze e sui patrimoni.

DICIAMO NO A QUESTO MASSACRO SOCIALE !

per difendere i nostri diritti, la nostra vita e per riprenderci il futuro

PARTECIPIAMO ALLO SCIOPERO DEL 6 SETTEMBRE
Indetto dal Sindacalismo di Base
Cobas Asl Rm/D

La devastante manovra economica di agosto

Eravamo appena rimasti “tramortiti” dalla manovra ultima di luglio che è arrivata, ben più pesante, quella di agosto.
Per andare incontro alla crisi finanziaria internazionale, al crollo delle borse, ai diktat dei banchieri e delle grandi imprese e su ordine espresso della BCE, il ministro Tremonti, Berlusconi e il governo, con l’obiettivo del fatidico pareggio di bilancio, hanno partorito una manovra-monstre che è di 25,7 miliardi nel 2012 sino ad arrivare nel 2013 a 49,8 miliardi di euro, suscitando la condivisione dei vertici economici europei, il “”grande apprezzamento” della cancelliera tedesca Merkel, la sottoscrizione del decreto del Presidente Napolitano e il nullismo politico della sedicente “opposizione” parlamentare, con gli annessi sindacati governativi.
La manovra è una babele di tagli generalizzati a partire dai 6 miliardi nel 2012 e di 2,5 nel 2013 nei Ministeri sino ai 6 miliardi nel 2012 e di 3,5 nel 2013 negli Enti Locali.
Il pagamento del TFR per i lavoratori (per le uscite di anzianità, non di vecchiaia) sarà posticipato a 24 mesi (non più 6), senza interessi.
Le tredicesime dei lavoratori, nelle amministrazioni che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa, saranno a rischio.
Con l’alibi della riduzione dei costi si procede all’eliminazione dei piccoli comuni sotto i 1000 abitanti e di una trentina di Province (sotto i 300 mila abitanti), senza prevedere chi debba avere le attuali competenze di questi enti, che in genere sono sovra-comunali, il cui risparmio riguarderebbe esclusivamente il taglio della classe politica, ma che sarebbe prontamente sostituita da esosi manager pubblici e/o privati e sarebbe un'ulteriore giustificazione alla privatizzazione di fornitura di beni e servizi, con le competenze oggi spettanti alle province, in materia di formazione professionale e lavoro, privatizzate, con temi come la sorveglianza ambientale o dell'edilizia scolastica accantonati, così come la manutenzione delle strade, dei boschi e del territorio e con la mobilità forzata dei dipendenti stessi. Vengono inoltre soppressi gli enti pubblici non economici con meno di 70 unità.
Vengono annullate e spostate alla domenica festività significative e di lotta del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno, per aumentare la “produttività” nazionale.
A partire dal 2016 sale l’età per la pensione di vecchiaia per le donne che salirà a 65 anni nel 2027.
Viene applicato anche nella scuola, come era già stato deciso per le altre amministrazioni pubbliche, la cosiddetta finestra mobile per la pensione con l’uscita ritardata di 12 mesi a decorrere dal raggiungimento dei requisiti d’età.
I servizi pubblici locali a rilevanza economica, alla faccia del voto referendario, saranno privatizzati. Per favorire questo processo, saranno premiate (stanziati 500 milioni di euro) quelle amministrazioni locali che venderanno le proprie quote azionarie.
E la tassazione dei redditi invece di toccare veramente i patrimoni (per esempio quelli superiori ai 5 o ai 10 milioni di euro) e le grandi rendite finanziarie si limita a una tassa di solidarietà modesta sui redditi oltre i 90 e i 150 mila euro per 3 anni, mentre invece la manovra colpisce ancora una volta i ceti medi e la sbandierata lotta all’evasione fiscale rimane lettera morta.
E dulcis in fundo, come spiegato da Sacconi in conferenza stampa, l’estensione erga omnes, retroattivamente, degli accordi Fiat che si collega direttamente a quanto previsto dal patto interconfederale del 28 giugno, con la ”novità” della prevalenza dei contratti aziendali su quelli nazionali e la rappresentanza sindacale “sancita” dalla maggioranza delle RSU o delle RSA e con l’annunciato pericolo di cambiare pesantemente lo Statuto dei Lavoratori, rimettendo nelle mani dei sindacati complici e dei padroni le tutele prima previste dallo stesso Statuto.
Questi i provvedimenti più odiosi della manovra ferragostana ma è chiaro che essendo una manovra “in progress” solo la pubblicazione del decreto darà una risposta definitiva sulla sua micidiale portata.
La Confederazione Cobas, a partire da settembre, metterà in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie per rispedire al mittente questa famigerata manovra.

Trasferimenti/mobilità personale infermieristico Presidio Ospedaliero G.B.Grassi.


Al Direttore Generale AUSL Roma D
Prof. Ferdinando Romano
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr.ssa A. Rosalba Buttiglieri
Al Direttore Sanitario P.O. G.B. Grassi
Dr.ssa Paola Masala
Al Coordinatore dei Servizi delle Servizi delle Professioni
Sanitarie e Sociali
Dr. Andrea Tranghese
Al Coordinatore S.A.I. P.O. G.B. Grassi
Sig. Luciano Pietrarelli

e,p.c Al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U

.
Scrivente O.S., è venuta a conoscenza, solo oggi, del trasferimento di una CPSI, avvenuto in data 03/04/2011, dal Pronto Soccorso dell’Ospedale G.B. Grassi al Reparto di Emergenza e Terapia Sub Intensiva dello stesso Ospedale.
Il provvedimento avrebbe contestualmente determinato anche il passaggio di un’altra CPSI dallo stesso reparto di Emergenza e Terapia Sub - Intensiva al Pronto Soccorso.
Non si comprendono le ragioni, né tantomeno l’opportunità, di tali spostamenti in considerazione anche del fatto che i provvedimenti hanno riguardato operatrici con diversa tipologia di contratto: infatti l’unità infermieristica che era in servizio presso il P.S., è assunta con contratto a tempo indeterminato, mentre l’altra unità si trova ancora a tempo determinato, per sostituzione maternità, con contratto in scadenza ( 30/09/2011 ).
Cosa accadrà nell’eventualità, chiaramente non auspicabile, che all’operatrice trasferita al P.S. non venga rinnovato il contratto in scadenza?
E’ utile ricordare che, proprio per permettere l’attivazione del reparto di Sub Intensiva, furono utilizzati inserimenti/assunzioni di figure professionali infermieristiche con contratto a tempo determinato, stipulati a seguito della nota campagna antinfluenzale H1N1.
Non vorremmo, invece, che tra le ragioni di tali spostamenti ci fosse il tentativo, di cercare di creare “condizioni di stabilità” al reparto di Emergenza e Terapia Sub - Intensiva, nell’eventualità che non siano rinnovati i contratti in scadenza, assegnando, allo stesso, personale prelevato da altri servizi e altri reparti, aggirando così il problema, senza affrontarlo come si dovrebbe, ma anzi eludendo quella che è la vera questione della carenza del personale; pensiamo invece che sarebbe necessario adottare, anche in questa situazione di difficoltà economico/finanziaria, quei provvedimenti che possano almeno assicurare gli attuali livelli di assistenza, attraverso la proroga dei contratti in scadenza, la sostituzione continuativa di tutto il personale in maternità ed il reintegro del personale sospeso a vario titolo.
Se così fosse, si sono pensate le conseguenze che tale sciagurata ipotesi potrebbe creare per quei reparti e, in questo caso, per il Pronto Soccorso già fortemente carenti di personale?
Non può tale decisione, quindi, non suscitare stupore, perplessità e particolare preoccupazione per la completa assenza di procedure, come quelle, per esempio, di avvisi di mobilità e graduatorie, che avrebbero permesso ad altre/i lavoratrici/tori di poter concorrere, tenuto conto, soprattutto, che il Pronto Soccorso è un reparto dove si verificano circa 70000 accessi l’anno e dove le/gli operatrici/tori, proprio per la carenza e l’insufficienza del personale, sono costretti a svolgere il proprio lavoro in condizioni di estremo disagio e difficoltà, sottoposti a ritmi e carichi di lavoro inumani e, quindi, costretti ad inevitabili condizioni di stress ( burnout).
Questa O.S. ha più volte avuto modo di segnalare e denunciare le problematiche riguardanti le politiche, l’uso e la gestione delle Risorse Umane e Professionali all’interno della Asl Rm/D, sottolineando come queste (assunzioni, mobilità, trasferimenti, comandi, ecc.,) necessitavano di interventi adeguati in grado di garantire, in modo oculato ed appropriato, sia un’equa distribuzione e razionalizzazione delle stesse in rapporto ai ruoli, alle qualifiche, alle competenze e alle professionalità nelle rispettive assegnazioni e collocazioni, sia il rispetto di quei criteri e quei principi di correttezza e trasparenza ( graduatorie, avvisi e bandi di mobilità, ecc.) necessari per assicurare certezza e tutela del diritto, nonché dignità umana, professionale/lavorativa a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori.
Quanto avvenuto, invece, sembra ripercorre strade e modalità già conosciute che contrastano, non solo con i principi di correttezza, trasparenza e buona fede, ai quali un’amministrazione pubblica deve richiamarsi, ma, sembrerebbero, essere anche in contrasto con le stesse intenzioni espresse dalla Direzione Aziendale e che, si presume, fossero all’origine dell’emanazione delle circolari del 14/01/2001, Prot. n° 3379 e della successiva integrazione del 23/02/2011, Prot. n° 17695. Tali circolari, emanate anche in virtù dei Programmi Operativi 2011 – 2012 della Regione Lazio, in merito alla ricognizione del personale e allo scopo indubbiamente di “recuperare”, ottimizzare le risorse umane e professionali esistenti, stabilivano che….” ogni trasferimento interno deve essere preventivamente autorizzato dalla Direzione Generale”.
Scrivente O.S. ritiene, pertanto, tali spostamenti di personale, disposti senza aver prima definito, in modo leggibile e trasparente, criteri, priorità e modalità degli stessi, in rapporto alle esigenze e alle priorità dei vari servizi e reparti, immotivati, discrezionali ed arbitrari e si riserva di segnalare qualsiasi incompatibilità e disservizio che dovesse, eventualmente, verificarsi.
Scrivente O.S. chiede, infine, che vengano attivate tutte le iniziative e le procedure necessarie affinché, alle unità lavorative in servizio a tempo determinato, possa essere rinnovato il contratto, onde evitare ulteriori, gravi e profonde carenze di personale con pesanti ricadute sui servizi e sui reparti e, quindi, sulle stesse condizioni di salute dei cittadini/utenti. Distinti Saluti
Prot. Asl Rm/D
n° 79268 del 25/08/2011
p. il Cobas Asl Rm/D
le/i Delegate/i R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

Servizio di pulizia e sanificazione ambientale: riduzione attività


Al Direttore Generale Asl Roma D
Prof. Ferdinando Romano
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri
Al Dirigente U.O.C Acquisizione Forniture Beni Servizi
Dr.ssa Diana Pasquarelli
Al Dirigente U.O.C. Amministrativa PP.OO. Grassi CPO
D.ssa Paola Savina
Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Dr. Claudio Fantini
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e p.c Al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U




Scrivente O.S., è venuta a conoscenza che, a seguito di recenti disposizioni della Direzione della Asl Rm/D, sono state ridotte, da qualche settimana, le attività di pulizia e sanificazione ambientale, espletate dalle ditte appaltatrici, presso alcune strutture/locali e servizi, specificatamente a quelle che fanno riferimento ad alcune tipologie di superfici/spazi.
Pur consapevoli che tali decisioni aziendali sono dettate dalla necessità di dare applicazione al Piano di rientro, imposto dalla Regione Lazio, che chiede, tra l’altro, alle Aziende Sanitarie la realizzazione di un ulteriore risparmio del 10% sugli acquisti di beni e servizi, rispetto ai costi sostenuti nel 2010, non possono non sollevarsi alcune obiezioni e preoccupazioni in merito alle misure adottate.
Infatti, le possibili conseguenze derivanti da tale disposizione sono quelle di non veder garantite quelle condizioni di igiene e salubrità, nonché di decoro, che necessariamente devono mantenersi nei luoghi di lavoro che, si ricorda “…….devono essere sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate” (art.64 – d.lgs.81/08). Il diritto alla salubrità nei rispettivi luoghi di lavoro, è una manifestazione del diritto alla salute sancito nella Costituzione Italiana, e deve ritenersi, fondamentale anche per il rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che vivono una parte considerevole della loro giornata in tali ambienti senza trascurare il fatto che alcuni degli uffici interessati sono aperti anche al pubblico e, quindi con una maggiore necessità di interventi.



Cosa che non può, inoltre, non essere sottolineata è quella della pulizia dei bagni e dei servizi igienici che richiedono pulizie e sanificazioni quotidiane.
Probabilmente le limitazioni imposte andranno a determinare un peggioramento delle condizioni igieniche nei spazi/luoghi di lavoro, soprattutto con la ripresa del lavoro a pieno regime dopo le ferie estive e, quindi, un disagio per le/gli operatrici/tori/, questo anche in considerazione del fatto che i livelli dei servizi affidati alle ditte esterne erano, già prima della recente restrizione, il risultato di appalti che nel corso del tempo sono stati sempre più progressivamente orientati ed improntati a logiche e criteri di estremo risparmio.
I tagli nei fondi destinati a tali servizi, potrebbero, inoltre, avere ripercussioni sugli standard di qualità delle attività di pulizia giornaliere e/o periodiche, per la stessa necessità da parte delle ditte di dover operare un ulteriore razionalizzazione e risparmio nel tentativo di recuperare quella parte di utili sacrificati dalla applicazione delle nuove disposizioni.
Scrivente O.S. intende, inoltre, sottolineare, un’ulteriore aspetto, che non può essere trascurato, ed è quello delle possibili ricadute che tale provvedimento può comportare dal punto di vista occupazionale per il personale addetto a tali servizi: ossia, il rischio di vedersi collocato, a causa della riduzione dell’orario di lavoro, in cassa integrazione o di perdere il lavoro stesso.
Questa O.S. auspica, pertanto, che ogni rimodulazione del servizio di pulizia venga programmato e organizzato nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di igiene e pulizia nei luoghi di lavoro tenendo conto, oltre alla necessità di provvedere al contenimento della spesa, alla necessità dell’individuazione e dell’adozione di efficienti ed efficaci sistemi di verifica e di controllo sui servizi resi per poter meglio garantire livelli quantitativi/qualitativi adeguati delle prestazioni.
Distinti saluti

Prot. AUSL RM/D
n° 78.678 del 23/08/2011




p. il Cobas Asl Rm/D
le/i Delegate/i R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

Presidio Sant’Agostino – Progetto Casa della Salute della Donna e del Bambino – destinazione / collocazione attività e Servizi.

Al Presidente e Commissario alla Sanità della Regione Lazio
On. Renata Polverini
Al Direttore Generale AUSL Roma D
Prof. Ferdinando Romano
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr.ssa A. Rosalba Buttiglieri
Al Direttore del Distretto Municipio XIII
Dr.ssa Daniela Sgroi
Al Direttore Area Tutela della Donna e del Bambino
Dr. Pierluigi Palazzetti
Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Dr. Claudio Fantini
Al Direttore f. f. U.O.C.I. Salute della Donna e del Bambino
Dr.ssa Patrizia Musacchio
Al Dirigente Responsabile U.O. Tutela Salute Mentale e
Riabilitativa Età Evolutiva
Dr. Enrico Nonnis
Al Dirigente U.O.C. Gestione Patrimonio Immobiliare
Ing. Domenico Di Nino
e,p.c Al Comitato a Difesa della Casa del Parto e dei
Servizi Materno - Infantile
Al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U


Questa O.S., ha avuto modo di rappresentare più volte in passato, attraverso diverse segnalazioni, la problematica della carenza e dell’inadeguatezza delle strutture nel Distretto Sanitario del XIII Municipio.
Particolare attenzione è stata rivolta al Presidio Sant’Agostino di Ostia in merito al trasferimento e alla sistemazione dei servizi lì precedentemente collocati ( v. Consultorio Familiare di Ostia, l’Immunoprofilassi / Vaccinazioni, TSMREE, Comavi, ex Medicina Preventiva) e per quanto riguarda la ripresa dei lavori stessi dopo la nota sospensione ( tra quelle inviate le note del 7.09.2010, Prot. Asl n° 80838 e del 14/01/2011 Prot. Asl n° 3329 Rm/D).
Nelle note si chiedeva, tra l’altro, di poter conoscere le intenzione e la programmazione Aziendale in merito alla realizzazione del Progetto della “Casa della Salute della Donna e del Bambino”, motivo stesso dello stanziamento e del finanziamento dei lavori di ristrutturazione e, soprattutto, di conoscere, viste le enormi difficoltà e gli evidenti disagi nei quali attualmente operano i servizi sopra indicati, i tempi e le modalità della definitiva ricollocazione dei Servizi lì precedentemente esistenti.
Tali questioni e le relative problematiche sono state anche al centro di partecipate iniziative pubbliche con richieste di chiarimenti e sollecitazioni da parte di molte realtà del Territorio ( v. Comitato a Difesa della Casa del Parto e dei Servizi Materno Infantile ) che hanno visto anche l’interessamento delle forze politiche del XIII Municipio.
Malgrado ciò a tutt’oggi, al di là di alcune generiche notizie, peraltro diramate e apparse a mezzo stampa, nessuna formale comunicazione ed informazione è pervenuta e non si sono potuti, quindi, conoscere nè i tempi certi dell’ultimazione dei lavori, né, tantomeno, fatto ancora più grave, le modalità di attuazione, con l’individuazione e l’assegnazione di spazi idonei ed adeguati, come previsto nel Progetto originale e dalle norme esistenti riguardanti l’accreditamento delle strutture sanitarie, della sistemazione e ricollocazione dei servizi, soprattutto, di quelli lì precedentemente esistenti quali il Consultorio Familiare di Ostia, il TSMREE, l’Immunoprofilassi/Vaccinazioni, oltre a quella fondamentale, ed imprescindibile, della destinazione e del pieno utilizzo della struttura pubblica Sant’Agostino.
Tra le intenzioni manifestate dall’Azienda, sempre a mezzo stampa ( Il Nuovo Giornale di Ostia del 12/07/2011 dopo di quello sul Messaggero del 2/09/2010 ) ci sarebbe quella del trasferimento, dei servizi e delle attività legate agli ambulatori di Medicina Specialistica, dalla sede di Via Paolini al presidio Sant’Agostino. Tale trasferimento sarebbe determinato dalla necessità di realizzare i lavori di ristrutturazione, soprattutto, quelli per la messa in sicurezza della struttura stessa, lavori peraltro già preventivati, annunciati e rinviati da tempo.
Questa O.S. esprimeva, a tale proposito, e specificatamente nella nota del 7.09.2010, Prot. Asl n° 80838, il timore che tale decisione, senza le opportune garanzie sui tempi, sui modi e, soprattutto sulla temporaneità del trasferimento in questione, in merito ai lavori di ristrutturazione della sede di Via Paolini, potesse compromettere, non solo il progetto della Casa della Salute della Donna e del Bambino, ma anche ostacolare un’adeguata ed idonea ricollocazione all’interno del Sant’Agostino, di quei servizi che lì si trovavano e che attualmente operano con particolari difficoltà e con enormi disagi per le/gli operatrici/tori e, soprattutto per i cittadini/utenti.
Timori e preoccupazioni che, oggi trovano fondamento anche nel fatto che al Progetto della Casa della Salute della Donna e del Bambino non è stata data definizione certa sia in merito ai servizi e alle specifiche attività che lì dovrebbero svolgersi, sia in merito all’individuazione delle risorse umane e professionali necessarie alla sua completa realizzazione e, di conseguenza, al pieno e completo funzionamento della struttura stessa secondo quanto già previsto ed approvato.
Si ricorda che il Progetto della Casa della Salute della Donna e del Bambino rispondeva agli obiettivi strategici del Piano Sanitario Nazionale 2003 – 2005 e agli obiettivi legati alla riorganizzazione e al potenziamento dei Servizi Territoriali con particolare riferimento a quelli riguardanti l’Area Materno Infantile e dell’Età Evolutiva. Ed è con queste premesse che venne individuato, una volta ristrutturato, il Sant’Agostino come un idoneo specifico spazio fisico per ospitare la Casa della Salute della Donna e del Bambino e il Centro per il bambino autistico.
Progetto, questo, che si inserisce, oltretutto, in un contesto territoriale, quello del Comune di Fiumicino e del Municipio XIII, già carente di servizi e che ha visto realizzare nel corso degli anni una forte crescita ed espansione edilizio/abitativa, peraltro ancora in continuo e crescente divenire, con una significativa presenza di donne, di coppie giovani e con indici di natalità molto elevati.
Dopo la nota sospensione, la ripresa dei lavori lascia pensare che sia imminente la consegna della struttura ( novembre 2011? ) ma la mancanza di chiarezza e di trasparenza da parte della Regione Lazio e della Direzione Aziendale, nel far conoscere formalmente le intenzioni, i programmi ed i progetti e la più totale assenza di un confronto per cercare di realizzare un percorso condiviso con le parti sociali, le realtà del territorio e le/gli operatrici/tori, rischiano di trasformare la Struttura/Presidio Sant’Agostino in “Terreno di Conquista” privo di uno studio razionale e funzionale oltre che di una sua effettiva progettualità capace di tener conto dei reali bisogni di salute del Territorio.
Tale situazione può determinare, in assenza di una necessaria ed ineludibile visione d’insieme nell’organizzazione e nella programmazione socio/sanitaria territoriale, la spinta ad assecondare interessi ed esigenze che, se pur avrebbero una qualche ragione e legittimità, rischiano di compromettere non solo il Progetto originario, per il quale è stata finanziata la ristrutturazione, ma la giusta, idonea e funzionale collocazione di quei servizi lì precedentemente esistenti.
Scrivente O.S. riterrebbe, grave, pertanto, qualora corrispondesse al vero, l’esistenza di un “Piano Operativo Aziendale dei Servizi Territoriali e Distrettuali” in merito all’utilizzo del Sant’Agostino che, cancellerebbe, di fatto, il Progetto della Casa della Salute della Donna e del Bambino senza, peraltro, aver preventivamente informato, interessato ed investito sia le/gli operatrici/tori, i cittadini/utenti e tutte quelle realtà che nel Territorio direttamente operano e vivono.
Si ricorda, a tale proposito, che questa O.S. ha già rappresentato più volte in passato, attraverso una serie di note, la necessità di politiche volte all’individuazione e alla realizzazione di spazi e strutture dove potenziare e collocare quei servizi socio – sanitari primari, necessari alla tutela della salute e, di conseguenza, al miglioramento della qualità della vita delle persone, ribadendo la necessità e la priorità di dare giusta ed idonea sistemazione a quei servizi sopra indicati, ricordando, inoltre, che, in particolare, per quanto riguarda il Consultorio Familiare di Ostia sono state presentate dettagliate e specifiche note di segnalazione (del 15/12/2008 Prot. Asl n°103823 – del 23/06/2009, Prot. Asl n° 57806, del 09/02/2011, Prot. Asl n° 12268) e, pertanto, la sua futura sistemazione, all’interno del Sant’Agostino, non può non rispettare e osservare quei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi previsti dal Decreto della Regione Lazio n° 90 del 10/11/2010.
Situazione altrettanto delicata quella riguardante il TSMREE e il Servizio Immunoprofilassi/ Centro vaccinale.
Lo spostamento e la ricollocazione, presso il Sant’Agostino, dei servizi suddetti non può non tener conto delle loro singole e specifiche esigenze e necessità anche attraverso uno studio e un’analisi che sappia considerare e superare le difficoltà, le criticità ed i disagi attualmente esistenti.
In particolare, per quanto riguarda il TSMREE, l’attuale collocazione (sede ANFFAS di Via del Sommergibile ) se pur ritenuta dignitosa rispetto a quella, che fu in passato inizialmente individuata ( Via U. Cagni) risulta insufficiente e non risponde chiaramente a quei requisiti e a quell’esigenza di luogo/spazio dove i pazienti, portatori di svariate e specifiche patologie, di diverse fasce di età, possano essere accolti, visitati, curati e seguiti in modo idoneo e funzionale al percorso terapeutico ed al progetto riabilitativo necessario, insieme al nucleo familiare.
Situazione altrettanto disagevole quella del Servizio Immunoprofilassi/Centro vaccinale, che avrebbe la necessità di 7/8 stanze ed ampie sale d’attesa, ma che attualmente è collocato presso parte dei locali di V.le Vasco De Gama / Via delle Repubbliche Marinare dove le/gli operatrici/tori sono costretti a svolgere la loro attività in spazi angusti ed insufficienti, e dove, gli stessi cittadini/utenti e molte mamme con bambini in passeggino, sono costretti a sostare, a causa dell’insufficienza dei locali e dell’inadeguatezza della sala d’attesa, all’esterno della struttura cercando di trovare sistemazione lungo uno strettissimo marciapiede da dove, peraltro, provengono miasmi irrespirabili per la presenza di grate che si affacciano sugli impianti idraulico/fognari condominiali e quindi sicuramente insalubri in particolar modo per i bambini presenti.
Scrivente O.S. considererebbe, pertanto, inaccettabile ed ingiustificabile qualsiasi scelta o provvedimento che non tenesse conto degli spazi necessari per ciascun servizio, con l’assegnazione di un numero sufficiente ed idoneo di stanze per garantire non solo un appropriato e funzionale svolgimento del ruolo e delle funzioni istituzionali dei servizi suddetti, ma anche il rispetto della dignità umana, lavorativa e professionale delle operatrici e degli operatori, nonché per rispondere alle esigenze, ai bisogni, ai diritti e per tutelare il diritto alla salute e la dignità stessa dei cittadini/utenti.
Scrivente O.S. nell’esprimere, infine, il più totale rammarico e disappunto per l’assenza di un confronto su tali problematiche, malgrado questo fosse stato più volte richiesto e sollecitato anche dalle realtà del Territorio come il Comitato a difesa della Casa del Parto e dei Servizi Materno Infantile, dichiara la sua più netta contrarietà a decisioni e scelte che potrebbero determinare la cancellazione del Progetto della “ Casa della Salute della Donna e del Bambino” e che, in modo particolare, potrebbero altresì comportare limitazioni e difficoltà per quei servizi che, operando nelle più totali difficoltà e nel più profondo disagio, sono da anni in attesa di una definitiva idonea e dignitosa sistemazione.
Scrivente O.S. si riserva, in ogni caso, di intraprendere tutte le iniziative per segnalare e denunciare qualsiasi criticità, limitazione, disservizio e disagio che verranno a determinarsi.
Distinti saluti
Prot. Asl Rm/D
n° 78455 del 22 Agosto 2011

p. il Cobas Asl Rm/D
le/i Delegate/i R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

I Cannibali

Dal 2009 cinquecentomila posti di lavoro in meno, solo quest’anno sono stati novantamila, ed il futuro non lascia intravedere, vista la possibile recessione, nessuna inversione di tendenza, questo mentre il Governo con l’ ennesima manovra economico-finanziaria, con il decreto di agosto, aggira, e di fatto cancella l’art.18, rendendo più facili i licenziamenti, annullando il Contratto Nazionale e sacrificando, in nome della crisi, diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori (abolizione del 25 Aprile, 1 Maggio e delle festività civili, pagamento delle tredicesime subordinato al raggiungimento degli obiettivi, trasferimenti più facili, slittamento di 24 mesi del pagamento del TFR etc. etc. …) smantella, inoltre, i servizi sociali , privatizza e svende servizi, beni e patrimonio pubblico …….

E questo senza alcun intervento sulle ricchezze e sui patrimoni…..

Ora, non contenti, come cannibali, cercano anche di spolpare tutto ciò che è rimasto, pensano di rimettere mano alle pensioni, innalzando l’età pensionabile ed ipocritamente sostengono, mentendo sapendo di mentire, che tali interventi saranno di aiuto, non solo per affrontare e risolvere la crisi, ma anche ai giovani, mentre neanche nel più lontano orizzonte si intravede una politica che aumenterà l’occupazione e che favorirà la stabilizzazione dei migliaia dei giovani precari, attualmente esistenti.

In questa situazione, la CGIL, come se nulla fosse accaduto in questi mesi, e dopo aver firmato, con la CISL, la UIL, l’ UGL e la Confindustria un documento comune, minaccia di indire uno sciopero, inviando anche una lettera a CISL e UIL, ....

Ma per dire cosa?? Su quali punti, e con quali contenuti?

In realtà, pensiamo, stiano agendo non per contrastare realmente la manovra, la sua filosofia ed i suoi contenuti, ma per favorire ed accompagnare operazioni politiche, mascherate da possibili “Governi Tecnici e/o di Responsabilità” che di fatto non costituiranno una vera alternativa politica e sociale e pertanto non saranno in grado di affrontare le vere cause della crisi, che è soprattutto crisi di sistema e che, quindi, non può essere affrontata, né tanto meno risolta, con sotterfugi, accorgimenti di facciata, e, soprattutto, con le stesse politiche che l’hanno determinata.

Noi riteniamo, invece, sia necessario sviluppare tutte le iniziative possibili per realizzare un movimento di massa che, partendo dai Territori e dai posti di lavoro, sappia far nascere e crescere una forte mobilitazione per contrastare, impedire la definitiva approvazione di queste odiose misure e la realizzazione di una vera e propria devastazione sociale, in difesa dei diritti, della dignità e della libertà.
21 agosto 2011
Cobas Asl Rm/D