martedì 22 novembre 2011

Sanità Pubblica…… cronaca di un delitto annunciato!!!

I pesanti tagli alla Sanità Pubblica imposti dalle recenti manovre finanziarie, consistenti in circa 12 miliardi di euro, oltre a quelli imposti agli Enti Locali, dai quali la stessa sanità dipende, stanno determinando vere e proprie condizioni di collasso nelle strutture e nei servizi socio-sanitari pubblici.
Nella sola Regione Lazio, una delle più colpite, tutt’oggi commissariata e sottoposta ai vincoli dettati dal Piano di Rientro, dal 2005 ad oggi sono stati chiusi 27 ospedali sui 56 presenti, cancellati 12 Pronto Soccorso e tagliati circa 7.000 posti letto. A questo si aggiunge l’introduzione di ulteriori tickets sulle prestazioni sanitarie.
I tagli nell’Azienda Usl Rm/D, già fortemente penalizzata da un insufficiente trasferimento di risorse, stanno costringendo al collasso se non alla vera paralisi l’insieme del sistema dei Servizi Socio - Sanitari - Tecnici - Amministrativi, in un Territorio, peraltro, già fortemente carente di servizi, strutture e spazi, in rapporto anche alla crescita edilizio/abitativa.
Questa difficile situazione è segnata ingiustificatamente e irresponsabilmente dallo stato funzionale-organizzativo e gestionale di una Direzione Aziendale latitante che ha visto, nell’arco di un solo anno, avvicendarsi, indubbiamente per giochi di equilibrio di potere, Commissari, Sub-Commissari, Direttori e Direttori Facenti Funzione con la ormai prolungata assenza del Direttore Amministrativo ed oggi, di fatto, anche di quello Sanitario, dopo la nomina a Direttore Generale f.f. della Dr.ssa A. Rosalba Buttiglieri, in un momento, peraltro, nel quale doveva essere redatto l’Atto Aziendale tuttora inesistente.
In questo “navigare a vista”, caratterizzato dal pressappochismo, che non può non ricadere su tutte le attività e le funzioni dell’Azienda, nulla è stato fatto per affrontare quelle problematiche e criticità che riguardano soprattutto la grave carenza di quelle fondamentali figure umane e professionali (Infermieri, Ausiliari, Tecnici, Amministrativi) i soli in grado di incidere sulla funzionalità e l’efficienza delle strutture e dei servizi e, quindi, sui livelli quantitativi e qualitativi dell’assistenza ai cittadini/utenti.
Nonostante il blocco del Turn Over si sarebbe potuto almeno recuperare il personale sospeso a vario titolo, applicare la contestualità delle sostituzioni per maternità, ma soprattutto riorganizzare la rete dei servizi socio sanitari attraverso l’individuazione e la definizione delle priorità in rapporto alle risorse umane e professionali realmente esistenti.
In questo quadro suscitano non poche perplessità scelte e provvedimenti che hanno caratterizzato questo anno di gestione aziendale, quali, per esempio, il taglio di alcuni servizi ( v. riduzione delle attività di pulizia ed igienizzazione dei luoghi e degli ambienti di lavoro ) e nello stesso tempo vengono conferiti incarichi, anche attraverso l’utilizzo di fondi del Dipartimento di Prevenzione e disposti comandi e distacchi che poco, o nulla, sembrano avere a che fare con gli interessi e le ragioni funzionali e organizzative della stessa Azienda.
Per non parlare della decisione di avviare un “progetto sperimentale” che prevede l'attivazione di 15 posti letto al Policlinico Di Liegro e 20 alla Casa di Cura Merry House, riconoscendo al Policlinico Portuense, di cui fanno parte le due strutture, la tariffa onnicomprensiva di 130 euro giornalieri per posto letto a prescindere dall'occupazione effettiva dei posti letto stessi.
Questo mentre si assiste al progressivo depotenziamento ( cancellazione?) dei servizi di Cure Primarie; risultano a tutt'oggi, per varie ragioni, ancora chiusi circa 30 posti letto al G.B. Grassi (Chirurgia, UTIC, Cardiologia); è inapplicato il Decreto n. 90/2010 della Regione Lazio, nel quale il C.P.O. viene definito come “Centro Spinale” dedicato al trattamento delle mielolesioni; risulta ancora sospesa la prevenzione oncologica (v. Programmi Screening del colon retto e mammografico) .
Infine non possiamo non rilevare come il mancato potenziamento dei Servizi Socio-Sanitari Territoriali (ancora non si conoscono i tempi di conclusione dei lavori di ristrutturazione del Sant’Agostino) sta determinando ulteriori file ed intasamenti nei Pronto Soccorso, l'allungamento delle liste di attesa e il conseguente incremento dell'attività libero-professionale nelle strutture pubbliche e il ricorso alla sanità privata.
Crediamo che tutto questo non sia solo il frutto di “mala gestione” ma che anzi la stessa “mala gestione” rientri nel progressivo processo di smantellamento del Servizio Sanitario Pubblico tendente a considerare i Beni Pubblici (Sanità, Istruzione, Trasporti, ecc.) dentro la logica del profitto e dell'interesse privato, trasformando, in questo modo, la salute, non come Bene d'uso, ma come Bene di consumo. In questo si inserisce l'attacco ai lavoratori del Pubblico Impiego anche attraverso il congelamento dei contratti di lavoro.
Come Cobas della Asl RM/D pensiamo, invece, che la salute, cosi come la questione di tutti i Beni Comuni, sia fondante di un altro modello sociale, culturale, politico, di relazioni tra le persone ed è per questo che riteniamo necessario promuovere e lavorare per realizzare un forte movimento nel nostro Territorio in difesa del Servizio Pubblico, dell’Integrazione dei Servizi Socio-Sanitari e del Diritto alla Salute.
Roma, 22.11.2011

Cobas Asl Rm/D

Trasferimento unità infermieristica reparto Medicina Uomini P.O. G.B. Grassi.

Al Direttore Generale f.f. Asl Roma D
Dr.ssa A. Rosalba Buttiglieri
Al Direttore Sanitario P.O. G.B. Grassi
Dr.ssa Paola Masala
Al Direttore f.f. U.O.C. Medicina
Dr. Franco Ercolani
Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Dr. Claudio Fantini
Al Coordinatore dei Servizi delle Servizi delle Professioni
Sanitarie e Sociali
Dr. Andrea Tranghese
Al Coordinatore S.A.I. P.O. G.B. Grassi
Sig. Luciano Pietrarelli

e,p.c Al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U

Scrivente O.S è venuta a conoscenza del trasferimento, avvenuto in data 19/10/2011, di una unità infermieristica, assegnata dall’agosto 2011 al reparto di Medicina Uomini del P.O. G.B. Grassi.
Il provvedimento, con il quale si è pervenuti al suddetto trasferimento, risulta essere stato comunicato alle ore 15:30 dello stesso giorno con carattere d’urgenza e, quindi, immediatamente operativo. Circostanza, questa, che avrebbe creato gravi disagi e determinato serie difficoltà, non solo al reparto, ma nei confronti di quel lavoratore del turno pomeridiano che si è trovato, in questo modo, costretto a dover proseguire la sua giornata lavorativa per poter garantire la copertura del turno di notte.
Tale improvvisa decisione risulta ancor più grave ed ingiustificabile se si considera che il trasferimento dell’unità infermieristica è avvenuto sottraendo, questa, ad un reparto di degenza, quello di Medicina Uomini appunto, già pesantemente carente di personale e dove sono presenti situazioni di acuzie, sottoponendo, così, proprio per la carenza e l’insufficienza del personale, le unità presenti a ritmi e carichi di lavoro inumani ed insostenibili, con rischi evidenti per la loro stessa salute e ad inevitabili condizioni di stress (burnout).
Il provvedimento del suddetto trasferimento sarebbe avvenuto, peraltro, per andare a coprire esigenze del Servizio Infermieristico Scolastico del Dipartimento di Prevenzione che, ferme restando le eventuali urgenti esigenze, in ogni caso tutte da dimostrare, avrebbero potuto essere facilmente e diversamente affrontate.
Quest’ O.S. ha già più volte, segnalato e denunciato, attraverso diverse note, anche recentemente, in data 20/01/2011, nota Prot. n° 5270 e il 25/08/2011 con nota Prot. n° 79268, l’ uso e la gestione, all’interno dell’Azienda, delle Risorse Umane e Professionali. In particolare i diversi provvedimenti adottati, sembrano determinati più da atteggiamenti,

logiche e criteri arbitrari e discrezionali che nulla hanno a che vedere con la reale funzionalità dei servizi interessati, piuttosto che dall’esigenza di pervenire, davanti alla grave carenza di personale ( Infermieri, Ausiliari, Tecnici, Amministrativi, ecc. ) che diventa ogni giorno sempre più acuta, a quelle necessarie politiche di distribuzione e razionalizzazione delle Risorse Umane e Professionali.
Questa O.S. non può, quindi, che stigmatizzare il perseverare di certi comportamenti che non fanno altro che creare, in una situazione già difficile, disagio e difficoltà, manifestando, peraltro, una totale assenza di sensibilità e rispetto nei confronti delle condizioni di vita e di lavoro di tutte quelle operatrici e di tutti quegli operatori che ogni giorno, tra mille difficoltà, operano per poter garantire il diritto alla salute delle persone a difesa del Servizio Socio Sanitario Pubblico.
Quest’ O.S. ribadisce, ancora una volta, come l’uso e la gestione delle Risorse Umane e Professionali, all’interno dell’Azienda, con particolare riferimento alla mobilità ed ai trasferimenti, necessitano di politiche ed interventi adeguati in grado di garantire, in modo oculato ed appropriato, sia un’equa distribuzione e razionalizzazione delle stesse in rapporto ai ruoli, alle qualifiche, alle competenze e alle professionalità nelle rispettive assegnazioni e collocazioni, sia il rispetto di quei criteri e quei principi di correttezza e trasparenza ( graduatorie, avvisi e bandi di mobilità, ecc.) necessari per assicurare certezza e tutela del diritto, nonché dignità umana, professionale/lavorativa a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori.
I provvedimenti adottati dall’Azienda nelle sue diverse articolazioni, sembrano, invece, riproporre, oltre alle solite poco trasparenti modalità, scelte contraddittorie e approssimative, che sembrerebbero in contrasto anche con quei principi e quei criteri di razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse, indicati dai Programmi Operativi 2011 – 2012 della Regione Lazio.
A tale proposito diviene ancor più indispensabile ed ineludibile l’esigenza di una programmazione ed una organizzazione Territoriale dei Servizi Socio Sanitari, attraverso l’individuazione delle priorità, per una riorganizzazione di tutta la rete dei servizi in rapporto alle effettive Risorse umane e professionali presenti, fermo restando l’esigenza di promuovere ed intraprendere tutte le iniziative aziendali, istituzionali e politiche per cercare di implementare le unità lavorative/professionali necessarie non solo per garantire gli attuali livelli di assistenza, ma anche per lo sviluppo ed il potenziamento di tutti i Servizi Socio Sanitari Pubblici.
Scrivente O.S. chiede, qualora il trasferimento fosse ancora in essere, l’immediata riassegnazione presso il reparto di Medicina Uomini dell’unità infermieristica trasferita, ferma restando la necessità di reintegrare l’unità mancante. Chiede, nel contempo, di conoscere la movimentazione del personale in merito alle assegnazioni e ai trasferimenti avvenuti presso l’Asl Rm/D dal 2010 ad oggi, specificando ruolo, qualifica, professione, sede e servizio di assegnazione.
Si chiede, altresì, di pervenire in tempi brevi alla realizzazione di più corrette e trasparenti procedure di trasferimento ed assegnazione del personale tutto.

Cordiali saluti
Prot. Asl Rm/D n° 107179
del 21/11/2011
p. il Cobas Asl Rm/D
le/i Delegate/i R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

Convenzione, di durata annuale, con il Policlinico Portuense Spa per la realizzazione del "Progetto sperimentale Ospedale di Comunità"

Al Presidente e Commissario alla Sanità della Regione Lazio
On. Renata Polverini
Al Direttore Generale Aziendale f.f. Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri
Al Direttore della Direzione Regionale della Programmazione e
Risorse del Servizio Sanitario Regionale
Prof. Ferdinando Romano
Al Direttore Sanitario f.f. P.O. G.B. Grassi
Dr.ssa Paola Masala
Al Direttore Area Risorse Umane e Professionali e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e,p.c Al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U.


Scrivente O.S. è venuta a conoscenza della Convenzione sottoscritta, in data 16.06.2011 ed approvata con deliberazione n.727 del 28.06.2011, dalla ASL Rm/D con il Policlinico Portuense Spa per la realizzazione del “Progetto sperimentale Ospedale di Comunità” con la quale viene istituita una “Struttura Intermedia” presso i locali del Policlinico Luigi Di Liegro e della Casa di Cura Merry House, per il ricovero dei degenti in dimissione assistita dal Presidio Ospedaliero G.B. Grassi, per la durata di un anno e con un costo complessivo di € 1.665.300,00.

Nelle motivazioni del provvedimento sopraccitato viene riportato che, con l’attuazione di tale progetto, l’Azienda Asl Rm/D realizzerebbe un potenziamento della attività clinico assistenziale, ritenendo in questo modo di rispondere all’ esigenza di decongestionamento del Presidio Ospedaliero G B.Grassi.
Secondo tale provvedimento, inoltre, l’Ospedale di Comunità è regolamentato rispetto alle sue funzioni, gli obiettivi, nonché gli aspetti strutturali, tecnologici ed organizzativi, secondo quanto disposto per i PTP Presidi Territoriali di Prossimità (Decreto del Commissario ad Acta n 82 del 30.09.2010:“Chiarimenti, integrazioni e modifiche al Piano Sanitario Regionale 2010-2012, di cui al Decreto Commissario ad Acta n.87/2009).

Tale Ospedale, pertanto, dovrebbe rappresentare per la Asl Roma D un nuovo modello di organizzazione assistenziale, rispetto alla offerta sanitaria tradizionale degli ospedali, in grado di fronteggiare l’aumento dei bisogni di salute “a lungo termine“ dei pazienti affetti da patologie croniche, che per loro natura implicano importanti problemi sui costi che il Sistema Sanitario deve affrontare; quindi si porrebbe come uno strumento per realizzare un impiego più efficiente e razionale delle risorse finanziarie aziendali.

A tale proposito la scrivente O.S. non può non rilevare alcuni elementi di dubbia interpretazione. Secondo quale criterio la Direzione Aziendale, avrebbe “individuato”, e peraltro concordato con le parti sindacali (legittimo è a tale proposito il quesito: quali OO.SS. ed in che circostanza?) le strutture presso le quali è stato allocato l’Ospedale di Comunità ?

Secondo il D.C.A 82/2010, infatti, il fabbisogno calcolato per la Asl Rm/D è stimato in 35 posti letto, dei quali 15 al Policlinico di Liegro e 20 al Presidio Territoriale di Ostia presso l’Ospedale Grassi.

Perché, invece, nella convenzione sono previsti 15 posti letto al Policlinico Di Liegro ed i 20 posti letto assegnati al Presidio territoriale di Ostia sono stati acquisiti dalla Asl Roma D in convenzione con il Policlinico Portuense ed allocati presso la Casa di Cura Merry House (appartenente sempre al Gruppo del Policlinico Portuense SpA) ?
Appare, quindi, singolare che appena un anno fa (settembre 2010) veniva individuato dalla Regione Lazio il P.O.G.B. Grassi come struttura presso la quale allocare i 20 posti letto per l’attuazione dei PTP per poi, invece, pervenire alla stipula di una convezione con una struttura privata per gli stessi posti.

Tali scelte appaiono in contrasto anche con quanto indicato nel DCA 82/2010 in merito all’attivazione dei PTP ” demandata a ciascuna ASL, privilegiando la riconversione di strutture pubbliche” e soprattutto, ci si pone l’interrogativo: come si conciliano tali scelte con le esigenze di equilibrio economico-finanziario dell’ Azienda, considerata, anche, la gravosa e critica situazione economico/finanziaria in cui si trovano ad operare le Aziende Sanitarie per l’attuazione del Piano di Rientro, tanto più che la Asl Rm D è già fortemente penalizzata da un insufficiente trasferimento di risorse rispetto alle Asl della stessa regione?

Maggiori perplessità, inoltre, questa O.S esprime in merito agli oneri economici a carico della Azienda Asl Rm/D derivanti dall’attuazione del progetto. La convezione stabilisce, infatti che…“al Policlinico Portuense Spa verrà riconosciuta la tariffa omnicomprensiva di 130,00 € giornalieri per posto letto a prescindere dalla occupazione effettiva dei posti letto stessi”, per un totale complessivo in un anno pari a € 1.665.300,00.

Qualora la domanda di posti letto dell’ Azienda Asl Roma D per i degenti da trasferire dal P.O.G.B. Grassi fosse inferiore ai 35 posti letto offerti dalle strutture soprarichiamate, si avrebbe, comunque, l’obbligo del pagamento de i posti letto non utilizzati e, quindi, delle prestazione non eseguite, tutto ciò in palese contrasto con ogni principio di economicità, efficacia ed efficienza di gestione aziendale.

Sarebbe stato più che opportuno, certamente più razionale ed economico, prevedere, proprio in virtù della natura sperimentale del progetto, la facoltà di ridefinire i criteri e le modalità della stessa Convenzione in merito alle tariffe dovute, rapportandole esclusivamente all’effettiva domanda e, quindi, alla reale copertura dei posti letto, garantendo il principio di risparmio della spesa pubblica.

Scrivente O.S. ,quindi, non può non rilevare come l’attuazione del progetto dell’Ospedale di Comunità, sembrerebbe avere, come unico elemento certo, i costi, peraltro considerevoli, che l’Azienda sosterrà, anche indipendentemente dall’utilizzo effettivo dei posti letto attivati e quindi anche a fronte di nessuna prestazione. In tutto ciò, paradossalmente, appaiono tutelati prevalentemente gli interessi imprenditoriali delle strutture sanitarie private, che avranno, così, corrispettivi certi e garantiti, trasferendo il rischio dell’attività d’impresa, per definizione a carico dell’imprenditore, sulla Azienda Sanitaria e realizzando un trasferimento di risorse pubbliche a vantaggio delle strutture sanitarie private.

La Scrivente O.S. chiede, pertanto, tenuto conto anche della natura sperimentale della convenzione, la revoca della stessa e/o l’immediata riformulazione, soprattutto per quanto riguarda le modalità applicazione delle tariffe dovute, rapportando, queste, esclusivamente all’effettiva domanda e, quindi, alla reale copertura dei posti letto.

Si coglie, infine, l’occasione per sottolineare la necessità di pervenire, anche, allo sviluppo e al potenziamento dell’Assistenza Sanitaria Domiciliare (CAD) per fronteggiare i sempre maggiori bisogni di salute “a lungo termine”, oggi fortemente emergenti, arginando i ricoveri inappropriati e favorendo in questo modo la deospedalizzazione.

Distinti Saluti

Prot. Asl n° 107173 p. il Cobas Asl Rm/D
del 21/11/2011 le/i Delegate/i R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

martedì 8 novembre 2011

Comandi/distacchi - incarichi – consulenze – Asl Roma/D.

Al Presidente e Commissario alla Sanità della Regione Lazio
On. Renata Polverini
Al Direttore Generale Aziendale f.f. Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri
Al Direttore della Direzione Regionale della Programmazione e
Risorse del Servizio Sanitario Regionale
Prof. Ferdinando Romano
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e,p.c Al Coordinatore della R.S.U.
Eugenio Bellomo
Al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U


La scrivente O.S. è venuta a conoscenza della deliberazione n. 1284 con la quale la Direzione Aziendale della Asl Roma D, in data 29.09.2011, ha disposto il distacco della D.ssa Paola Avanzini ( dalla data del 1 Ottobre 2011 e fino al 31.03.2012, data di scadenza del comando presso l’Azienda Rm/D della stessa) presso gli Uffici della Direzione Regionale della Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario Regionale, uffici che si trovano dal 1 ottobre c.a. sotto la direzione del Dr. Ferdinando Romano.
La D.ssa Avanzini risulta in comando presso la Asl Rm/D con funzioni di Assistente del Direttore Generale, con incarico di organizzazione e coordinamento delle attività di Segreteria “in considerazione della complessità delle attività che la Direzione Aziendale era chiamata ad affrontare” (delibera n. 408 del 31.03.2011).
Appare, pertanto, alquanto singolare che, una unità di personale, chiamata in “comando” a ricoprire un incarico per “impellenti” esigenze della Direzione Aziendale, poi venga, successivamente, e solo a distanza di pochi mesi, “distaccata” presso Uffici Regionali ai quali vengono trasferiti “il potere direttivo, di controllo e disciplinare per l’attività lavorativa “ della stessa e questo, con oneri a carico dell’ Azienda Asl Rm D.
Il distacco per una unità già comandata risulta quanto mai anomalo considerando, inoltre, che per il distacco dovrebbero essere ben chiari e trasparenti le finalità, gli obiettivi e l’interesse dell’ Azienda distaccante, in questo caso dell’Asl Roma D.
Non si comprende, in ogni caso, la ragione per cui per l’assegnazione presso gli Uffici Regionali della D.ssa Paola Avanzini, non sia stato richiesto e disposto un comando direttamente dalla Regione Lazio, evitando in questo modo di andare ad incidere ulteriormente sui costi e sul bilancio economico dell’ Asl Roma D.
Non può sfuggire, d’altronde, come l’adozione di una serie di provvedimenti riguardanti consulenze, incarichi e comandi appaia caratterizzata da dubbie scelte che poco o nulla sembrano avere a che fare con gli interessi e le ragioni funzionali/organizzative della stessa Azienda, tenendo conto, soprattutto, delle difficoltà gestionali dell’ Asl Roma D, dove nell’arco di un solo anno si sono succeduti Commissari e Direttori e dove, attualmente, i poteri di gestione sono affidati ad un Direttore f.f. con l’assenza, peraltro, da circa un anno di un Direttore Amministrativo e, oggi, dopo la nomina a Direttore Generale f.f. della Dr.ssa Rosalba Buttiglieri senza neanche il Direttore Sanitario.
Provvedimenti che, considerate anche le difficoltà economico/finanziarie che hanno comportato e comporteranno un’ulteriore riduzione della spesa per beni e servizi, sembrerebbero essere in netto contrasto proprio con quelle direttive regionali per l’attuazione del Piano di Rientro del debito sanitario che impongono alle Aziende Sanitarie la razionalizzazione ed il contenimento della spesa del personale malgrado la grave e preoccupante carenza cronica dello stesso (medico, infermieristico, ausiliario, amministrativo, tecnico, ecc.) che sta mettendo in seria difficoltà le strutture ed i servizi socio – sanitari del Territorio dell’Asl Rm/D.
Direttive ribadite, peraltro, anche recentemente dal Direttore della Direzione Regionale della Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario Regionale, Dr. Ferdinando Romano che, con nota del 21/10/2011 n. 185924/07/10, richiede alle AA.SS.LL., al fine di predisporre un bilancio preventivo 2012, in linea con gli impegni programmatici assunti dalla Regione con i Programmi Operativi per l’anno 2012 ( p.to 4) un ulteriore decremento del 1,5%. rispetto al valore di budget assegnato per il personale per l’anno 2011 con DCA 86/2011.
Questo per l’Asl Rm/D già, peraltro, fortemente penalizzata da un inadeguato trasferimento di risorse ( circa 383 euro pro-capite rispetto, ad esempio ai 1.075 della Asl di Latina) potrà determinare un collasso, se non una vera paralisi, del sistema dei Servizi Socio - Sanitari - Tecnici - Amministrativi dell’Asl RM/D, rappresenterà un ulteriore e grave sacrificio economico-finanziario.
Questa O.S. non può, pertanto, non ribadire le perplessità già segnalate con nota del 22/09/2011 Prot. Asl Rm/D n° 87513, in merito ai provvedimenti adottati dalla Direzione dell’Asl Rm/D, riguardanti gli incarichi conferiti e prorogati, peraltro, con notevole ed ingiustificabile anticipo rispetto alla scadenza giuridica, all‘Avvocato Paolo Maselli, all’ Avv. Egidio Russo e al Dr. Domenico Crisara’ per costi complessivi pari a € 210.179,89 (deliberazione n° 1201 del 16 Settembre 2011) andando, peraltro, di fatto a vincolare con tali decisioni i successivi vertici aziendali. Incarichi affidati a professionisti esterni chiamati a svolgere funzioni e competenze adducendo a motivazione che non sarebbero state rinvenibili ” all’interno della struttura aziendale una figura (delle figure) professionale/i che possa (no) svolgere le diverse e specifiche attività …”.
Incarichi, finanziati, peraltro, con fondi privati, riducendo quei contributi che l’Azienda avrebbe potuto destinare all’acquisto di attrezzature sanitarie e scientifiche.
Dubbi e perplessità da noi espressi anche con nota del 07.10.2011 Prot. Asl Rm/D n° 92806) riguardanti gli Avvisi di Selezione per il conferimento di incarichi, attraverso l’utilizzo dei fondi del Dipartimento di Prevenzione, di figure professionali, alcune, a dir poco atipiche per l’attività e la funzionalità dello stesso; fondi, peraltro, derivanti, oltre che dalle prestazioni dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione (SPRESAL, il SISP, il SIAN ) dalle sanzioni dovute a violazioni e inosservanze delle leggi (D.Lgs 758/94- D.Lgs 81/2008 ) in materia di Igiene, Tutela della Salute e della Sicurezza nei luoghi di lavoro che, in ogni caso, dovrebbero essere distribuiti e reinvestiti, esclusivamente, “per finanziare l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro svolta dai Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.LL.” (art. 13 comma 6 D.Lgs 81/08) soprattutto attraverso l’adeguamento di quelle Risorse Umane e Professionali “realmente necessarie” ( v. Ispettori e Tecnici della Prevenzione ).
Si evince da una lettura d’insieme come, in un momento di grave crisi economico finanziaria che ha riflessi e ricadute pesanti sul Servizio Socio Sanitario Pubblico, si preferisca, in un clima di confusione ed indeterminatezza, dovuto ai continui “previsti e prevedibili” passaggi di gestione, adottare provvedimenti di dubbia necessità che poco hanno a che fare con le priorità, le difficoltà e le criticità esistenti nelle varie strutture e nei servizi socio sanitari dell’Azienda Asl Rm/D.
Problematiche e criticità che riguardano soprattutto la grave carenza di figure umane e professionali ( Infermieri, Ausiliari, Tecnici, Amministrativi, ecc. ) e che incidono sulla funzionalità e sull’efficienza delle strutture e dei Servizi tutti e, quindi, sui livelli quantitativi e qualitativi dell’assistenza ai cittadini/utenti.
Perché non si è usata la stessa celerità per adottare quei provvedimenti possibili anche nel quadro delle attuali compatibilità economico/finanziarie, per recuperare quel personale e quelle figure professionali che potevano, anche se solo in parte, andare a coprire le emergenze più acute, quali PP.OO. G.B. Grassi e C.P.O. (sostituzione delle lavoratrici in maternità e il recupero di quel personale sospeso a vario titolo, peraltro, a tutt’oggi retribuito dall’Azienda)?
Scrivente O.S. ritiene, pertanto, che i provvedimenti sopra elencati non siano corrispondenti alle effettive e reali necessità e priorità aziendali, anche in ragione, non solo delle profonde e complesse difficoltà in cui versa l’azienda, ma anche dei pesanti sacrifici che vengono richiesti quotidianamente alle lavoratrici, ai lavoratori ed ai cittadini tutti.
Chiede, pertanto, nel pieno rispetto dei criteri e principi di trasparenza, imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione, e nel solo ed esclusivo perseguimento imparziale del fine pubblico, la revisione dei suddetti provvedimenti e la revoca immediata degli stessi qualora le attività e le prestazioni professionali dei richiamati professionisti, nonchè dell’unità distaccata presso gli uffici della Regione Lazio, non abbiano una effettiva e specifica corrispondenza funzionale/organizzativa, ampiamente motivata e documentata, in rapporto alle strette e dirette esigenze dell’Azienda Asl Rm/D e che, quindi, non possano più ritenersi rispondenti all’interesse pubblico originario, anche in considerazione degli oneri economici che continuano a gravare sul bilancio aziendale per le remunerazioni di tali prestazioni.
Distinti saluti


Prot. Asl Rm/D
n° 102711 del 8 Novembre 2011



p. il Cobas Asl Rm/D
le/i Delegate/i R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

venerdì 4 novembre 2011

Comunicato Cobas su Cure Primarie

Apprendiamo da alcune dichiarazioni dell’attuale Direttore Generale f.f., Dr.ssa Rosalba Buttiglieri, apparse sul quotidiano “ il Messaggero” del 3 novembre u.s.., che la chiusura del presidio dove trovava collocazione il Servizio delle Cure Primarie di Casal Bernocchi è dovuta alla volontà di “…salvaguardare al massimo la salute dei cittadini perché la struttura ha subito degli allagamenti e c’è il rischio che anche con le prossime precipitazioni un rischio simile si verifichi”.
Comprendiamo la preoccupazione, ma non ci risulta che il territorio del XIII Municipio, pur con gli enormi danni e conseguenze derivati dalle imponenti piogge, abbia visto masse di sfollati e, se poi un’Azienda non è nelle condizioni di compiere normali interventi di ripristino si interroghi sulle sue possibilità e capacità tecnico/organizzative/funzionali.
Sappiamo bene, invece, che queste sono solo argomentazioni pretestuose tant’è, come viene ammesso dalla stessa Dr.ssa Buttiglieri, nella struttura continuano le loro attività, sia la Guardia Medica, che la postazione dell’ Ares del 118….ma non c’è anche la radiologia…?!!!
Ma ciò che appare singolare è la motivazione con la quale viene giustificata la diminuzione dell’attività delle Cure Primarie, attualmente presso il Poliambulatorio, cancellando il turno di notte, pensando così di ….” di ottimizzare le risorse ed evitare gli sprechi…”.
Vorremmo ricordare alla Dr.ssa Buttiglieri che nel suo ruolo di Direttore Generale f.f.. e nelle vesti di “Direttore Sanitario” e …dulcis in fundo di “Direttore Amministrativo” ha il dovere ed il compito di affrontare le problematiche e le criticità esistenti nelle strutture e nei servizi socio – sanitari del territorio, affrontando soprattutto la carenza del personale che sta mettendo a rischio anche quei minimi livelli assistenziali sino ad oggi garantiti, soprattutto dall’ l’impegno e dalla professionalità delle/gli operatrici ed operatori presenti.
Parlare del Servizio delle Cure Primarie di Casal Bernocchi, dopo che in questi anni non si è fatto nulla per potenziarlo e dotarlo delle risorse umane e professionali e di tutti gli strumenti necessari, come un “ doppione” di altri servizi significa non conoscere un territorio che vede nel suo entroterra una realtà carente se non completamente privo dei servizi necessari in grado di rispondere quantitativamente e qualitativamente ai più elementari bisogni sociali, sanitari delle persone.
Per non parlare poi che depotenziare e cancellare anche quei pochi servizi esistenti non significa altro che far aggravare ancor di più il carico, già pesante e insostenibile, delle strutture sanitarie ospedaliere, G.B. Grassi su tutte.
Ricordiamo, infine, alla Dr.ssa Buttiglieri che la salute non è una merce che si misura in quantitativi, ma nella capacità di dare risposte alle esigenze ed ai bisogni dei cittadini ed è, proprio per questo, che consideriamo e considereremo qualsiasi decisione di depotenziamento e cancellazione dei servizi socio sanitari pubblici un atto contro il diritto alla salute dei cittadini.
Riteniamo non più rinviabile la realizzazione di una reale programmazione ed un riordino dei servizi socio sanitari, definendo principi e priorità in rapporto, soprattutto, alle risorse umane e professionali attualmente presenti, nel rispetto e nell’interesse delle condizioni di vita e di lavoro di tutte le lavoratrici, dei lavoratori e dei cittadini/utenti.
Chiediamo che vengano sin da subito avviate tutte le iniziative e le procedure politico/istituzionali/amministrative per pervenire al reperimento di tutte le figure professionali necessarie a garantire gli attuali livelli assistenziali.


Cobas Asl Rm/D
04/11/11

Comunicato Cobas sul CPO

L’assemblea indetta dalla R.S.U., presso il presidio sanitario del C.P.O. di Ostia, ha fatto emergere, ancora una volta, la difficile situazione nella quale si trovano le strutture socio sanitarie del Territorio a causa della grave carenza di personale.
Il C.P.O., dopo gli impegni presi dalla Regione e, soprattutto, dopo le tante promesse elettoralistiche rischia un lento, ma progressivo depauperamento della sua funzione e del suo ruolo, sino al rischio di una chiusura e/o trasformazione proprio perché, a quelle promesse, non hanno fatto seguito quei provvedimenti ( dotazione organiche) i soli in grado di garantire la piena e completa funzionalità della struttura.
La grave carenza del personale, oltre a non dare piena attuazione al Decreto n° 90/2010 della Regione Lazio, nella quale il C.P.O. viene definito come “ Centro Spinale” dedicato al trattamento delle mielolesioni, rende difficoltoso assicurare anche quei minimi livelli assistenziali sino ad oggi garantiti, proprio perché, alle già preesistenti carenze di figure professionali, se ne sono aggiunte altre negli ultimi mesi ( tra settembre a oggi 4 unità infermieristiche in meno ).
In questa situazione le lavoratrici ed i lavoratori sono costretti, per coprire i turni di lavoro, a svolgere lavoro straordinario (900 ore di di straordinario di media effettuate al C.P.O.) con rischi enormi per la loro stessa salute.
La Regione Lazio e la Direzione dell’Asl Rm/D sino ad oggi non hanno adottato, pur nel quadro delle difficoltà economico/finanziarie dettate dal piano di rientro, alcun provvedimento ( recupero personale sospeso a vario titolo, sostituzione maternità, ecc., ecc. ) capace di far fronte alla grave condizione nella quale versano i servizi ed i presidi socio sanitari del Territorio, venendo meno, in questo modo, tra l’altro, alle stesse direttive di riordino ed organizzazione del servizio socio sanitario reso ancor più necessario oggi attraverso l’individuazione e la definizione delle priorità dei livelli qualitativi/quantitativi assistenziali minimi, in rapporto alle risorse umane e professionali realmente presenti.
La Direzione della Asl Rm/D non può pensare di “ risolvere” le criticità e le problematiche presenti nei vari Servizi Socio – Sanitari del territorio adottando provvedimenti contraddittori e non funzionali con argomenti pretestuosi pervenendo, ad un lento e progressivo depotenziamento dei servizi stessi, per poi creare le condizioni per la loro chiusura ( v. Cure Primarie di Casal Bernocchi) magari con l’intento di “spogliare un altare per rivestirne un altro “ con il rischio che la cura diventi peggiore della malattia.
Pensiamo sia in atto nel paese un tentativo di smantellamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico per favorire processi di privatizzazione a tutto vantaggio del mercato e del profitto; a questo è necessario rispondere costruendo in ogni posto di lavoro e in ogni Territorio un forte movimento in difesa del Servizio Sanitario Pubblico e del Diritto alla Salute.
Come Cobas dell’Asl Rm/D confermiamo tutto il nostro impegno e la nostra volontà perché questo si realizzi.
Cobas Asl Rm/D
02/11/11