lunedì 12 novembre 2012

Vanno, vengono, e magari si fermano tanti giorni ….…..



                Alla Asl Roma D, il giorno  9/11/2012  è stato dato l'incarico di Direttore Amministrativo al Dr. Alessandro Cipolla, ex Direttore Generale dell'Asl Roma H.

Può sembrare “normale amministrazione” e un atto dovuto quello di nominare un Direttore Amministrativo, se non si tenesse conto di quanto avvenuto in tutti questi anni con l’interminabile ed incredibile serie di avvicendamenti, con l'ennesimo incarico, l'ennesimo valzer e giostra delle nomine. Così, in poco più di tre anni, all'interno di una logica di equilibri politici/istituzionali e aziendali, si è finito per determinare ancora più difficoltà, se non la paralisi organizzativa/gestionale stessa dell’Asl Rm/D in un momento, peraltro, dove sempre più acute, gravi e profonde divengono le criticità e i problemi  nelle strutture e nei  servizi socio sanitari del Territorio, in rapporto al bisogno e al Diritto alla Salute delle persone.

L’incarico di Direttore Amministrativo, assegnato al Dr. Alessandro Cipolla, peraltro in “coincidenza” con l‘ultimo giorno utile per la firma degli atti da parte del Commissario Straordinario dell’Asl Rm/D, Dr. V. De Salazar, è probabile sia stato fatto per consentire, successivamente, allo stesso Dr. A. Cipolla, lo svolgimento delle funzioni di Direttore Generale così come previsto nella normativa vigente che attribuisce: “in caso di vacanza dell'ufficio o nei casi di assenza o di impedimento” dello stesso Direttore Generale, le relative funzioni, al  più anziano per età tra il Direttore Sanitario e quello Amministrativo .

Se a qualcuno sembra normale tutto questo a noi, è certo….., NO!!!

Ci chiediamo e chiediamo, in questa condizione data, quale capacità organizzativa e  programmatrice in grado di affrontare le diverse e numerose problematiche poteva essere messa in campo o, se invece, tutto ciò non  abbia finito per mortificare e umiliare ulteriormente quelle risorse umane e professionali, quelle competenze, quei saperi che ogni giorno tra grandi difficoltà operano nelle varie strutture e servizi  socio sanitari per cercare di dare risposte ai bisogni di salute delle persone.
          Ci sembra, però, che tutto questo, indipendentemente dal valore e dalle capacità di chi è chiamato a coprire tale e delicato incarico, sia ancora una volta espressione di quella concezione privatistica, lottizzatrice, spartitoria, se non a volte feudale, che ha sempre caratterizzato il Servizio Sanitario Nazionale e che è andata sempre più  affermandosi  attraverso il gioco delle nomine  e degli incarichi, divenendo sempre più prevalente e dominante sulla funzionalità e sull’efficienza dei servizi.

Riteniamo, invece, che tutto questo sia funzionale e speculare al processo di depotenziamento e smantellamento, in atto già da tempo, del Servizio Sanitario Pubblico e oggi reso ancora più evidente dalle politiche del Governo Monti  con la Spending Review, con gli ulteriori e i pesanti tagli alle risorse e ai posti letto, con il continuo aumento dei tickets, con il protrarsi del blocco del Turn over.  Tutto questo senza che ci sia alcun serio e concreto intervento per affrontare veramente i problemi e le criticità presenti nella sanità , dalle interminabili liste d’attesa, alla mala gestione, alle dispendiose esternalizzazioni e agli innumerevoli immancabili sprechi. 

 La realtà, sembra ormai chiaro, è solo quella di favorire i processi di privatizzazione e mercificazione di quel  Bene e quel Diritto alla Salute sancito dalla nostra Costituzione... con tanto di lacrime di coccodrillo ( vero Presidente Napolitano?).

 L’attacco portato avanti dagli Istituti e dai poteri economico/finanziari internazionali (Bce e Fmi) per mezzo dei cosiddetti “governi tecnici”, e dei loro fidi cavalier serventi, sta imponendo tagli alle risorse spacciandole come misure di stabilità, ma in realtà, non fanno altro che produrre recessione, licenziamenti, precariato, privatizzazioni, cancellazione dei diritti ed impoverimento delle famiglie, dando vita, così, al definitivo smantellamento di quelle garanzie e  tutele degne di una società umana e civile: ecco perché si vuole colpire la Scuola, la Sanità, tutti i Pubblici Servizi, il Lavoro, la Casa.

Vogliono renderci tutte e tutti più indifesi, più deboli, più precari, più servi… Diciamo NO!!!

Il Cobas Asl Rm/D il 14 novembre sarà in piazza per partecipare allo sciopero generale indetto dalla Confederazione Europea dei Sindacati contro il Fiscal Compact, le politiche di austerità e il massacro sociale in atto in tutto il continente, contro lo smantellamento dei Sevizi Pubblici, per rivendicare, con ancora più forza, il diritto a un futuro che non sia segnato da precarietà e sfruttamento, il diritto ad una sanità e all’istruzione per tutti, il diritto ad una casa, alla certezza di un lavoro, insomma, ad una vita dignitosa.

Siamo contro la logica del mercato e del profitto ritenuta dalle Classi Dominanti la via maestra per ridisegnare la vita di tutte e tutti noi; siamo contro ogni idea di mercificazione e privatizzazione dei  Beni Pubblici; siamo e lottiamo, ora e sempre, per una società più umana, più giusta e solidale.

Roma, 12 novembre 2012

                                                                            Cobas Asl Rm/D

 

martedì 6 novembre 2012

Alla Asl Rm/D …….si riaprono le danze

         
           Nell’incontro tenutosi in data 5 novembre u.s., presso la Direzione dell’Asl Rm/D tra il Commissario Straordinario, Dr. Vitaliano De Salazar, la RSU e le OO.SS. è stato dato l’annuncio, da parte dello stesso Dr. De Salazar, della cessazione del suo incarico a Commissario dell' Asl Rm/D alla scadenza del mandato stesso (9 novembre p.v. ).

Tale situazione, d’altronde prevedibile, è la conseguenza dell'inaudita e vergognosa situazione che si è andata protraendosi nel corso di questi anni attraverso una serie interminabile di balletti e avvicendamenti negli assetti organizzativi/gestionali (commissari, sub-commissari, direttori, direttori facenti funzioni e ancora commissari…. e non finirà qui) frutto di equilibri e giochi di potere all'interno della Regione Lazio e che hanno finito per determinare un profondo e preoccupante stato di approssimazione e confusione rendendo ancor più difficile, se non impossibile, lo svolgimento di quel ruolo e di quella necessaria e fondamentale funzione e azione di governo, oggi più che mai imprescindibile se si vogliono affrontare le numerose e profonde criticità e le gravi problematiche presenti nel sistema dei servizi socio-sanitari pubblici ( dalla funzionalità dei servizi tutti, alla carenza del personale, all'imminenza della scadenza dei contratti di molte/i operatrici e operatori, agli interventi e ai provvedimenti legati alla Spending review con le pesanti ricadute che questi hanno sulla qualità dei servizi e sui livelli occupazionali di tante e tanti lavoratrici e lavoratori, ecc., ecc.).

Riteniamo che tutto ciò, però, sia speculare e strumentale al disegno portato avanti dalle Classi Dominanti tendente al depotenziamento e smantellamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico.

Come Cobas Asl Rm/D riteniamo necessario promuovere e sviluppare tutte le iniziative possibili per denunciare questo stato di cose, a difesa del Servizio Sanitario Pubblico e del Diritto alla Salute.

Roma, 5 novembre 2012

                                                                  Cobas Asl Rm/D

 

MONTI CEDE SUL TFR


 

Non restituisce il 2,5% ma è costretto a ripristinare il TFS

 

Con il decreto legge approvato il 26 ottobre dal Consiglio dei Ministri il governo corre ai ripari per evitare di restituire a oltre 2 milioni di lavoratori pubblici il contributo del 2,5% dichiarato illegittimo dalla recente sentenza N. 223/2012 della Corte Costituzionale. La norma contestata è quella che prevedeva, a decorrere dal gennaio 2011, l’applicazione del calcolo del TFR anche ai lavoratori pubblici assunti prima del 2001, senza tuttavia sospendere il prelievo del 2,5% di contribuzione a carico del lavoratore previsto dalle norme relative al TFS.

 

Il governo, temendo un contenzioso generalizzato come quello avviato da USB, ha preferito ripristinare il vecchio calcolo della liquidazione per diluire nel tempo l’effetto della sentenza della Corte Costituzionale, evitando così di mettere immediatamente mano al portafoglio. Con un successivo DPCM sarà invece definita la riliquidazione dell’indennità di fine servizio a quanti sono andati in pensione dal gennaio 2011 ad oggi. Il decreto del governo estingue i processi pendenti e rende prive di effetti le sentenze emesse, tranne quelle passate in giudicato.  E’ incontestabile, quindi, quanto da sempre sostenuto da i Sindacati di Base in merito al fatto che il TFR sia peggiorativo rispetto al TFS. Resta l’inaccettabile disparità di trattamento per i lavoratori assunti dal 2001, obbligatoriamente in regime di TFR, sulla quale torneremo con specifico comunicato.

 

La risposta del governo alla sentenza della Corte Costituzionale riporta al centro dell’iniziativa sindacale anche la questione previdenziale. Da parte dei gestori dei Fondi pensione del pubblico impiego CGIL-CISL-UIL-CISAL-UGL ci sarà un sempre maggiore accanimento per convincere i lavoratori a passare in regime di TFR e aderire alle forme di previdenza complementare. USB e Cobas saranno al contrario sempre più determinate nel far fallire questo obbiettivo nel pubblico impiego, sensibilizzando i lavoratori sulla necessità di costringere governo e sindacati compiacenti ad affrontare il tema della rivalutazione del sistema previdenziale pubblico.

 

Roma, 30 ottobre 2012

 

 

 

Cobas Asl  Rm/D

Richiesta urgente verifica riduzione attività e servizio di pulizia e sanificazione

Al Commissario Straordinario Asl Roma D Dott. Vitaliano De Salazar
Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli                                                         
 Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri
 Alla U.O.C. Risk Management, Sicurezza e Qualità Dott. Vittorio Chinni
Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione Dr. Claudio Fantini
 Al Dirigente U.O.C. S.Pre.S.A.L. Dr.ssa Maria Claudia Proietti
Al Dirigente U.O.C Acquisizione Forniture Beni Servizi Dr.ssa
 Diana Pasquarelli                                                                                                               
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dr. Filippo Coiro                                     
  e p.c Al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U

Scrivente O.S., aveva avuto già modo di segnalare ( nota del 23/08/2011, Prot. Az. n° 78678) la riduzione, presso alcune strutture/locali e servizi, delle attività di pulizia e sanificazione ambientale affidate a ditte appaltatrici. La riduzione di tali attività si è verificata a seguito di disposizioni della Direzione dell’Asl RmD in merito all’applicazione del Piano di Rientro, imposto dalla Regione Lazio e riguardante anche la riduzione sugli acquisti di beni e servizi, rispetto ai costi sostenuti nell’anno precedente. In seguito alle manovre e ai provvedimenti riguardanti la revisione e la razionalizzazione della Spesa Pubblica (Spending review) e in previsione anche di quelli che saranno imposti con La Legge di Stabilità ci si troverà di fronte al rischio di ulteriori e pesanti riduzioni per tutte quelle commesse e prestazioni relative a contratti di appalto di servizi e di fornitura di beni e servizi ( vedi Servizi Mense, Pulizie, Gestione sportello unico integrato – CUP e Servizi di back office -, Manutenzione, Vigilanza, ecc.). Scrivente O.S. sollevò, in quell’occasione, obiezioni e preoccupazione in merito alle misure adottate, soprattutto per le conseguenze che avrebbero comportato per la sicurezza e la tutela di quelle condizioni di igiene, salubrità e decoro che, necessariamente, devono essere garantite nei luoghi di lavoro che….devono essere sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate” (art.64 – D.Lgs.81/08). Scrivente O.S., a tutt’oggi, ha potuto riscontrare, anche a seguito di numerose segnalazioni pervenute, come la diminuzione e la rimodulazione delle attività di pulizia e sanificazione degli ambienti, stanno determinando non pochi disagi e disservizi nelle diverse sedi e nei luoghi di lavoro (mancata e/o discontinua fornitura di carta igienica, di carta asciugamani e sapone, limitazione frequenza della pulizia in tutti gli ambienti, ecc). Risulterebbe, inoltre, che il numero degli addetti alle pulizie sia insufficiente rispetto alle superfici, agli spazi e in rapporto ai tempi che gli stessi hanno a disposizione per svolgere tutti gli interventi necessari. Operatori che sono spesso sottoposti a carichi e ritmi di lavoro particolarmente impegnativi e costretti, peraltro, a interventi di pulizia in sedi diverse e talvolta anche distanti l’una dall’altra e che oggi, per le ragioni suddette, vedono e vivono il rischio concreto di ulteriori contrazioni in termini salariali e occupazionali (diminuzione turni di lavoro, cassa integrazione, licenziamenti). Scrivente O.S. richiede, in ragione di quanto sopra rappresentato, una costante e puntuale verifica della sussistenza delle condizioni igieniche e sanitarie atte a garantire agibilità degli uffici e delle stanze da bagno sia nella sede di Casal Bernocchi che in tutte le strutture e i servizi amministrativi e socio – sanitari dell’Asl Rm/D. Richiede nel contempo una puntuale verifica del rispetto di quanto previsto dalle norme che regolano gli appalti da parte della pubblica amministrazione riguardo la sorveglianza e il controllo sulle condizioni lavorative e contrattuali dei dipendenti delle ditte di appalto.
Distinti Saluti
Prot. Asl Rm/D n° 94997 del 29/10/2012
p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U.
                                    Corrado Minioto – Cesare Morra – Antonio Nocera

lunedì 22 ottobre 2012

Le Nostre Vite valgono Più del loro “Rigore”

Dopo la Grecia, dopo la Spagna, dopo il Portogallo…ORA TOCCA A NOI!!! TUTTI IN PIAZZA AL NO MONTI DAY IL 27 OTTOBRE Le feroci politiche di "austerità" che il governo Monti e la sua vasta maggioranza continuano selvaggiamente a imporre al paese, stanno facendo pagare il prezzo di una crisi solo a coloro (salariati, pensionati, precari, disoccupati, settori popolari, piccolo lavoro "autonomo") che, di questa crisi, non portano alcuna responsabilità, infliggendo, così, colpi mortali al tessuto sociale e umano del paese, attraverso il sistematico depotenziamento, smantellamento e cancellazione di ogni Diritto, di ogni Bene Comune e di ciò che è rimasto dello Stato Sociale (Lavoro, Sanità, Scuola, Trasporti, ecc. ) con il solo e unico obiettivo di ridurre alla logica del mercato e del profitto quei Beni che contribuiscono a rendere più umana, civile e solidale la nostra società, favorendo quei processi di privatizzazione selvaggia, così come ordinato da quegli Organismi sovranazionali come il FMI, la BCE, il grande capitale e la finanza internazionale. Rientra in questo scenario anche l’opera e il processo di smantellamento della Pubblica Amministrazione e del suo settore più delicato, quello della sanità, che vede sempre più a rischio le varie strutture e servizi socio – sanitari, il cui funzionamento e la stessa sopravvivenza, sono minacciati dai continui tagli, dalla riduzione delle risorse economico/finanziarie e, soprattutto, dalla sempre più grave e preoccupante carenza del personale; carenza destinata ad aggravarsi ulteriormente per effetto della varie manovre (Piano di Rientro - Spending review - Legge di Stabilità ) e per il perdurare del blocco del Turn- over. A questo si aggiunge il rischio, per molte/i lavoratrici e lavoratori che operano nel Servizio Sanitario Pubblico, del mancato rinnovo dei diversi contratti in scadenza. In questa condizione, deve essere chiaro, non ci sarà più alcuna garanzia neanche per gli attuali Livelli Essenziali di Assistenza e, questo, mentre sono già 9 milioni le persone che rinunciano alle cure per motivi economici (dati Censis). Per non parlare degli effetti e delle conseguenze che già si intravedono, a causa dei tagli lineari, per tutte quelle commesse e prestazioni relative a contratti di appalto di fornitura di beni e servizi, con ricadute sia sulla qualità delle prestazioni offerte che sui livelli occupazionali, attraverso la diminuzione delle ore di lavoro, la cassa integrazione e i licenziamenti per il personale interessato (v. mense, pulizie, gestione sportello unico integrato – CUP e servizi di back office -, manutenzione, vigilanza, ecc.). Non può passare neanche sotto silenzio, mentre sempre più difficoltose si fanno le condizioni di vita delle persone, l’ennesimo blocco, per le lavoratrici ed i lavoratori del Pubblico Impiego, del rinnovo dei contratti pubblici, che si vedono così congelare le retribuzioni fino al 2017, oltre alla beffa di negare loro, anche, l’elemosina dell’ “indennità di vacanza contrattuale” che, insieme all’idea sempre richiamata, e mai abbandonata, di licenziamento dei Pubblici dipendenti, esprime la chiara volontà di smantellare la Pubblica Amministrazione. L’infinita serie di provvedimenti come l’aumento dell’età pensionabile, la libertà di licenziamento con l’abolizione dell’art. 18, il blocco dei contratti e la soppressione del CCNL, l’attacco ai Diritti, ai Servizi e allo Stato Sociale, le Privatizzazioni, il Fiscal Compact e l’inserimento del pareggio di Bilancio nella Costituzione, sono stati adottati nell’incredibile, assordante silenzio, se non persino con l’assenso e la complicità, di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che, al di là dei toni di facciata, hanno assistito, “inerti”, alla cancellazione, in un colpo solo, di tutte le conquiste realizzate in questi anni attraverso le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori. Questo, riteniamo, sia solo un inizio, perché l’impegno assunto dal Governo Monti prevede, con il famigerato Fiscal Compact e il pareggio di bilancio in Costituzione, che ogni anno, e per i prossimi 20 anni, saranno necessarie operazioni finanziarie (Legge di Stabilità) di circa 35/50 miliardi che ricadranno sulle fasce sociali più deboli (pensionati, lavoratori, precari, disoccupati) come è già accaduto, e sta accadendo, in Grecia, in Spagna e Portogallo. Ciò comporterà nuovi e pesanti sacrifici, licenziamenti, tagli ai salari, ai Servizi e allo Stato Sociale, la svendita e la privatizzazione del Patrimonio Pubblico, mentre nulla viene realmente fatto per colpire l’evasione e l’elusione fiscale, i grandi patrimoni, le rendite finanziarie e la ricchezza e mentre si confermano ed aumentano le spese per le “grandi opere” (v. TAV) e per il sistema degli armamenti: basti pensare che i cacciabombardieri F35, il cui costo già altissimo (12 miliardi di euro) è lievitato del 60% ( 3 miliardi e 200 milioni di euro) cifra molto superiore a quanto la Legge di Stabilità taglia alla Sanità, all’Istruzione e agli Enti Locali. Evidentemente la Spending Review si applica solo per Ospedali, Scuole, Trasporti, ecc., ma non per i cacciabombardieri!!! Il Cobas dell’Asl Rm/D contro tutto questo sarà in piazza il 27 ottobre accanto a tutte le realtà sociali, sindacali e civili che quotidianamente lottano per il Diritto alla Salute, la Difesa dei Beni Comuni, l’Istruzione, i Trasporti, la Difesa dell’Ambiente, contro ogni speculazione, privatizzazione, cementificazione e devastazione sociale, culturale, ambientale e umana dei Territori. Roma, 22 ottobre 2012 IL 27 OTTOBRE TUTTE E TUTTI A ROMA AL Manifestazione nazionale contro il Governo Monti Corteo ore 14.30 da P.zza della Repubblica a P.zza San Giovanni Cobas Asl Rm/D

VOLER GUARDARE IL DITO PER NON VOLER VEDERE LA LUNA

La carenza di personale nei presidi e nelle strutture socio - sanitarie ha raggiunto livelli allarmanti, ma riteniamo sia un errore quello di rincorrere il sensazionalismo mediatico fuori da qualsiasi analisi e ragionamento sulle reali ragioni che stanno mettendo a rischio la funzionalità e l'esistenza dei servizi pubblici e la situazione è destinata a peggiorare con la Spending review, la legge di stabilità, il Fiscal compact. Da anni è in corso un lento, ma inesorabile processo di impoverimento, depotenziamento e smantellamento del Servizio Sanitario Pubblico che passa attraverso i tagli indiscriminati, il sottofinanziamento del SSN, il blocco del turn over, gli sprechi, la malagestione, ecc.ecc.. Lo scopo è chiaro: favorire il processo di privatizzazione del sistema sanitario, non voler vedere questo significa non voler vedere la realtà vera delle cose e ostacolare quei processi di partecipazione ed iniziativa necessari per rilanciare una concreta lotta in difesa del Servizio Socio Sanitario Pubblico, del Diritto alla Salute sancito dalla stessa costituzione e di tutti i Beni Comuni.... 18 ottobre 2012 Cobas Asl Rm/D

martedì 9 ottobre 2012

POLIZIA DI STATO O STATO DI POLIZIA?

Ieri, 4 ottobre 2012 è stato notificato, presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Ostia, il procedimento penale a carico di 4 esponenti delle realtà sindacali e sociali del territorio che avevano partecipato al Sit-in organizzato dal Comitato a Difesa della Salute della Donna e del Bambino e dei Servizi Materno Infantile, il giorno 8 Marzo 2012 per sollecitare il pieno funzionamento della Casa del Parto, presso l'Ospedale G.B. Grassi Il “reato” del quale si sarebbero resi responsabili i 4 manifestanti, peraltro, durante una iniziativa regolarmente autorizzata, sarebbe l’articolo 650 del Codice Penale, riguardante “l'inosservanza di un provvedimento legalmente dato dall'Autorità”. La contestazione riguarderebbe, di fatto, lo “spostamento” dei manifestanti, tra cui donne in stato interessante e bambini, dall’esterno dell’ospedale verso l’interno nel cortile della Casa del Parto dove c’è stato anche un incontro con il Direttore U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia del G.B. Grassi, Dr. Pierluigi Palazzetti. Per un attimo abbiamo pensato di trovarci su “ Scherzi a parte” o forse hanno creduto che i 4 manifestanti fossero degli infiltrati pericolosi Black bloch ma, purtroppo, non è così. Pensiamo non sia un caso che sia stato “scelto” un giorno e un periodo alla vigilia di un autunno che si preannuncia “caldo”, come non è un caso che siano stati denunciati solo i volti noti per il protagonismo nelle battaglie del territorio in difesa dei diritti sociali e dei beni comuni. Inutile dover riferire che il fatto non sussiste e che siamo di fronte all'ennesimo atto repressivo. Non possiamo in questo scenario, però, non rilevare come l'operato del Commissariato di Ostia e del suo Dirigente non abbia avuto, all’interno di questo clima, un ruolo funzionale e sistemico come, abbiamo già avuto modo di constatare negli ultimi anni: lo sgombero della chiesetta nella Vittorio Emanuele, le schedature e le denunce agli artisti del Teatro del Lido, i vergognosi sgomberi delle famiglie in emergenza abitativa tra cui ricordiamo viale Vega, la battaglia contro le recrudescenza dei fenomeni della criminalità organizzata ridotta sostanzialmente a reprimere solo comitive di ragazzini colpevoli di farsi le canne al parchetto, per non parlare poi del tentativo di far apparire come una “ rissa tra bande” un aggressione di alcuni fascisti di zona nei confronti del Teatro del Lido intento ad affiggere manifesti nel territorio ( risultato: 3 ragazzi con gravi contusioni e traumi ). La polizia non solo non è un organo neutro (questo lo sapevamo da tempo) ma sostanzialmente è l'unico “interlocutore politico” rimasto in piedi in mancanza di una classe politica autorevole e credibile capace di dare risposte e soluzioni ai gravi problemi e alle istanze di cambiamento presenti nel paese. Assistiamo così all’estendersi di un sistema intimidatorio/repressivo pronto a criminalizzare i percorsi ed i processi sociali, di partecipazione, di dissenso e ribellione. Coscienti di non essere l'unico territorio in questa condizione continueremo a mobilitarci senza paura alla luce del sole. La repressione non fermerà le mobilitazioni nel nostro Territorio. Roma , 05-10-2012 COMITATO A DIFESA DELLA CASA DEL PARTO E DEI SERVIZI MATERNO-INFANTILI ASSEMBLEA DELLE DONNE COBAS ASL RMD COLLETTIVO L’OFFICINA

mercoledì 26 settembre 2012

FACCIAMOCI DEL MALE!!!

Quest’ O.S. ha più volte avuto modo di segnalare e denunciare, le problematiche riguardanti l’uso e la gestione delle Risorse Umane e Professionali all’interno della ASL RM/D, sottolineando come l’uso e la gestione di queste (assunzioni, mobilità, trasferimenti, comandi, ecc.) richiedessero interventi e politiche adeguate orientate ad un utilizzo appropriato, efficace, efficiente e funzionale piuttosto che, come si è verificato, a criteri e a logiche arbitrarie e discrezionali al di fuori di ogni regola di trasparenza, di confronto e, soprattutto, di funzionalità gestionale. Pensiamo che con l’acuirsi delle criticità connesse alla carenza degli organici determinata dal blocco delle assunzioni, dalle mancate sostituzioni dei Turn-Over, unitamente agli effetti della spending review, al di là delle generiche dichiarazioni di razionalizzazione e di efficentazione del sistema, si stia andando, invece, a delinearsi, attraverso più o meno sotterranei processi di privatizzazione, un progressivo smantellamento del servizio sanitario pubblico e un attacco alle condizioni di lavoro delle lavoratrici dei lavoratori, nonchè a quel Diritto alla Salute sancito dalla stessa Costituzione. Questa situazione riteniamo che richieda una particolare attenzione e scelte sui criteri da adottare nella gestione delle risorse esistenti in rapporto all’individuazione delle priorità per meglio garantire i pur minimi livelli qualitativi e quantitativi di assistenza. E invece… Mentre da un lato si afferma la necessità di potenziare i servizi di assistenza domiciliare, dall’altro si spostano quattro infermieri dai Centri di Assistenza Domiciliare di Fiumicino e del XIII Municipio per ricoprire le necessità del Dipartimento di Prevenzione - Medicina Scolastica. Tali provvedimenti, predisposti attraverso il meccanismo della modalità d’urgenza (a settembre l’inizio dell’anno scolastico è indubbiamente un evento improvviso e non prevedibile…sic!!!), per un servizio non previsto nei LEA, a scapito di un Assistenza Domiciliare che, in tutta la recente normativa e nella letteratura internazionale viene indicata come essenziale per un contenimento dei costi, per favorire i processi di deospedalizzazione e per l’ umanizzazione dei percorsi di cura e ciò la dice lunga sulla capacità e volontà stessa di programmazione e organizzazione presente nell’Asl Rm/D. Ovviamente non si è neanche prestata attenzione, o si preferisce far finta di non sapere che, diversamente da altri settori, esiste una specificità di ruolo per gli infermieri e gli operatori della riabilitazione e che ogni operatore sottratto dai CAD determina automaticamente un aumento dei costi per l’esternalizzazione, con conseguente ricorso a strutture private, e l’impossibilità di attendere alle funzioni di programmazione e controllo, obbligatorio nei rapporti di committenza. Siamo certamente ben consapevoli che nei CAD sussistono molte criticità che ne impediscono un ottimale dispiegamento, ma di certo questi provvedimenti costituiscono un colpo mortale ad un servizio e ad patrimonio umano/professionale che si mette in gioco in prima persona dovendo utilizzare spesso mezzi propri e che si trova ad operare nelle condizioni più disparate, quasi sempre disagevoli, presso il domicilio dei pazienti. Alla luce di quanto esposto chiediamo la revoca dei provvedimenti adottati e l’avvio di un serio confronto sulle criticità e difficoltà, sempre più profonde, in merito alla carenza del personale in tutti i servizi e le strutture socio sanitarie del Territorio. Roma, 25 settembre 2012 Cobas Asl Rm/D

lunedì 10 settembre 2012

Gli Infermieri non arrivano?…Per favore, non facciamo confusione...!!!

In questi giorni è stato dato ampio risalto dagli organi di informazione (v. il Messaggero del 7 settembre u.s.) alla notizia relativa alle difficoltà incontrate nell'Asl Rm/D, a pervenire, tramite chiamata con l’utilizzo di graduatorie già esistenti, alla copertura di n 9 posti per Collaboratore Professionale Sanitario Infermiere da impiegare presso le strutture sanitarie ospedaliere G.B. Grassi - C.P.O.. Difficoltà dovute al "rifiuto", opposto da circa 500 operatori sanitari/infermieri ( su 9 disponibilità al momento sarebbero solo 2 i posti ricoperti). Non si tratta di nuove assunzioni, ma della copertura di posti vacanti attraverso contratti a tempo determinato ( circa 5 mesi ) per le sostituzioni di maternità, le lunghe assenze, ecc… E’ una goccia nel mare che, in ogni caso, non è in grado neanche minimamente di affrontare, ne' tanto meno risolvere, la grave carenza del personale esistente in tutte le strutture e i Servizi Socio - Sanitari Pubblici. Come Cobas dell'Asl Rm/D, riteniamo debbano essere evitate da parte di tutti letture ed interpretazioni semplificative che possono essere utili solo per creare facili sensazionalismi mediatico/propagandistici, ma non aiutano certamente a comprendere, ne' tanto meno a conoscere la complessa attuale realtà del Servizio Sanitario e dei Servizi Pubblici in generale, nonché la difficile situazione che sta attraversando il Paese. Il problema, riteniamo, non sta nel fatto che davanti ad una situazione di disoccupazione dilagante c'è chi si "permette” di "rifiutare" un lavoro, un'occupazione, uno stipendio... una professione e, peraltro, ciò contrasterebbe , appunto, con la scelta di tutte/i coloro che hanno già conseguito la Laurea in Scienze Infermieristiche, ma in un sistema che tende ad estendere le situazioni ed i fenomeni di incertezza e precarietà lavorativa, professionale, sociale ed umana. Si pensi proprio a quante e quanti di costoro che hanno avuto una formazione e hanno conseguito una Laurea non hanno avuto in tutti questi anni la possibilità e l'opportunità di poter trovare inserimento presso Il Servizio Sanitario Pubblico a causa del blocco delle assunzioni e del turnover. Tale situazione, rende ancora più complesso, se non a volte impossibile, anche il reperimento di quelle poche unità lavorative/professionali chiamate a contratto a tempo determinato, proprio perché diventa difficile, per chi già svolge un lavoro, rispondere a chiamate solo per brevi periodi magari con il rischio di perdere anche le poche certezze acquisite (vedi lavoro presso altre strutture). La carenza degli infermieri, pertanto, non può essere risolta attraverso chiamate a tempo determinato o attraverso modalità normativo/contrattuali che non garantiscono un minimo di certezza e/o di continuità lavorativo/professionale. Quali garanzie, quali prospettive, quali speranze, progetti di vita e di lavoro, quale, inoltre, continuità professionale ed assistenziale, può esserci attraverso la copertura di posti vacanti con tipi di contratti che non lasciano alcuna prospettiva? Si valutano quali effetti e conseguenze si determinano nei vari reparti e servizi con il continuo ricambio di personale? Se a tutto questo si aggiungono le pessime politiche di gestione del personale ( v. trasferimenti, mobilità, collocazioni, spostamenti, ecc.) possiamo assistere ad una situazione che, nelle varie strutture e nei vari servizi sta mettendo, a causa di ritmi e carichi di lavoro insostenibili, seriamente a rischio le condizioni di vita e di lavoro delle operatrici e degli operatori e, di fatto, gli attuali pur minimi livelli qualitativi/quantitativi di assistenza con le gravi conseguenze che questo stato di cose potrà avere sugli stessi cittadini/utenti. Quello che ci troviamo davanti, pensiamo, allora, sia in realtà un dato che conferma ed evidenzia, ancor più la difficile situazione sociale, lavorativa, occupazionale, causa e conseguenza delle politiche economico/ finanziarie dei vari Governi di Centro sinistra, Centro destra, e oggi di quelli "Tecnocratici" che, di fatto, stanno determinando il depotenziamento, lo smantellamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico a vantaggio del sistema privatistico e di una visione mercificata del Bene Salute. Non si possono dare risposte ai bisogni di salute delle persone continuando a tagliare sui servizi, sul personale, sulla sanità...... La salute non è un costo... La salute è un diritto...!!! Cobas Asl Rm/D

venerdì 24 agosto 2012

Utilizzo/pagamento fondi produttività

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S., esprime con la presente il proprio disappunto e contrarietà perché, malgrado sia stata più volte rappresentata ( v. note del 6 aprile 2012 Prot. Az., n° 31791 e del 15/05/2012, Prot. Az. n° 43023) la problematica dei fondi della produttività in giacenza per gli anni che vanno dal 2006 al 2009, fondi che ammonterebbero a circa 2 milioni di €, a distanza di circa 4 mesi, non vi sia stato in merito alcun riscontro, eludendo, in questo modo, non solo le prerogative sindacali del diritto all’informazione, ma, soprattutto, le aspettative e i legittimi diritti delle lavoratrici e dei lavoratori rispetto a quello che dovrebbe essere e rappresentare un “ Atto dovuto”. Si ritiene che tali questioni dovrebbero e devono costituire una priorità proprio perché riguardanti il riconoscimento di spettanze retributive che, se pur in minima parte (circa 500 €.), sono, oggi più che mai, un importante sostegno a fronte della difficili condizioni economiche che diventano ogni giorno, a causa della crisi che attraversa il paese, sempre più gravose e profonde per la vita delle persone. Scrivente O.S. sottolinea, inoltre, che tale problematica è stata altrettanto rappresentata dalla RSU aziendale con nota del 12 aprile u.s., Prot. Az. N° 33717, e nell’incontro avvenuto tra il Commissario Straordinario, Dr. Vitaliano De Salazar e le OO.SS. del 13 giugno u.s.; malgrado ciò a tutt’oggi nulla è dato sapere in merito alla suddetta questione. Scrivente O.S., sollecita, pertanto, la positiva soluzione della problematica in oggetto, nonché il riconoscimento e la conseguente erogazione delle spettanze per ogni singolo lavoratore e lavoratrice; considererà, inoltre, ingiustificabile ogni ulteriore ritardo che farebbe sorgere il dubbio che tali fondi e risorse siano stati utilizzati dall’Azienda, in modo difforme e improprio rispetto alla loro destinazione naturale. Scrivente O.S., chiede, pertanto di conoscere formalmente la disponibilità e l’ammontare esatto degli importi in oggetto, nonché le ragioni di un eventuale altro utilizzo dei fondi in questione. Distinti saluti p. il Cobas Asl Rm/D Prot. Asl Rm/D n° 73726 i Delegati R.S.U. del 22/08/2012 Corrado Minioto – Cesare Morra – Antonio Nocera

venerdì 17 agosto 2012

LA STORIA QUANDO SI RIPETE…..DIVENTA FARSA!!!

Continua lo stato di confusione, indeterminatezza e precarietà nella gestione dell’Asl Rm/D dove ancora una volta assistiamo a un susseguirsi di nomine e incarichi a tempo o provvisori alla Direzione Generale senza pervenire, come necessario e dovuto, ad una nomina definitiva. La Regione Lazio ha provveduto a prorogare l’incarico, per altri tre mesi, di Commissario Straordinario, assegnato il 14 maggio u.s., per un periodo di 90 giorni, al Dr. Vitaliano De Salazar. Tale “ inspiegabile” e irresponsabile decisione, oltre che a rinviare ingiustificatamente quello che dovrebbe essere un atto dovuto, quello, appunto della nomina di un Direttore Generale, giunge dopo che, nell’arco di circa 3 anni, si è assistito ad un susseguirsi di avvicendamenti negli assetti organizzativi/gestionali (Commissari, Sub Commissari, Direttori, Direttori facenti funzioni e ancora Commissari) determinando uno stato di confusione e rendendo ancor più difficile ed inefficace un ruolo e un’azione di governo, oggi più che mai necessari per affrontare le numerose e profonde criticità e problematiche presenti nel sistema dei servizi socio-sanitari pubblici. In questo modo si determinano continui e ripetuti ritardi, disagi e difficoltà nella normale attività tecnico-amministrativa-gestionale e s’impedisce e si ostacola, di fatto, una programmazione ed organizzazione dei servizi socio-sanitari, necessarie a garantire quantomeno i pur minimi livelli essenziali di assistenza, per non parlare poi dell’assenza di linee di indirizzo e orientamento rispetto alle realtà e alle problematiche del Territorio. Tale situazione ha ricadute ancor più pesanti in considerazione delle scelte e dei provvedimenti che devono essere presi e adottati relativamente al Piano di Rientro del debito sanitario e a quelli, ancora più recenti, legati alla revisione e razionalizzazione della Spesa Pubblica (spending review) che comporterà, tra l’altro, una riduzione di un ulteriore 5% per tutte quelle commesse e prestazioni relative a contratti di appalto di servizi e di fornitura di beni e servizi, con ricadute sia sulla qualità dei servizi offerti che sui livelli occupazionali e diminuzione delle ore di lavoro per il personale interessato (vedi società pulizie, dell’ N.T.A. – Nuove Tecnologie Applicate -, della manutenzione, ecc.). Tali provvedimenti renderanno più acute e profonde le criticità e difficoltà già esistenti, sia per le condizioni di vita e di lavoro delle/i lavoratrici/lavoratori, che per l’efficacia e l’efficienza dei servizi tutti (socio-sanitari, tecnici e amministrativi) messi già a dura prova a causa della cronica carenza del personale (blocco delle assunzioni e del turn over). Scrivente O.S. ritiene pertanto grave e irresponsabile la decisione della Regione Lazio di non dare un governo e una gestione stabile attraverso la nomina a tutti gli effetti di un Direttore Generale, decisione, questa, che è il riflesso, indubbiamente, dei conflitti, delle tensioni e degli equilibri di potere tutti interni al quadro politico ed istituzionale della stessa Regione Lazio e le cui conseguenze, di fatto, ricadono ulteriormente sulla qualità e sull’offerta dei servizi socio-sanitari ai cittadini. Chiede altresì al nuovo Commissario Straordinario, Dott. De Salazar, di rappresentare lo stato di disagio e difficoltà della Asl Rm/D e di avviare nell’immediato un confronto con le parti sociali e sindacali per affrontare i numerosi e gravi problemi presenti nei servizi e nelle strutture socio-sanitarie del Territorio (v. Pronto Soccorso, ecc. ecc.) Cobas Asl Rm/D 16/08/12

mercoledì 18 luglio 2012

Situazione D.S.M. – Distretto 2 – Municipio XIII – Via delle Sirene – Ostia.

Scrivente O.S. è venuta a conoscenza che nel corso di una riunione di servizio del DSM del XIII Municipio – Distretto 2, svoltasi in data 14 maggio u.s., presso la sede di Via delle Sirene/Via Cozza – Ostia, sarebbero state presentate dal Direttore f.f., Dr. Antonello D’Elia, due Psicologhe che opererebbero, per il Centro “Alios”, presso lo studio medico MED&TECH, centro che risulta non essere accreditato. Le ragioni di tale presenza, sarebbero state dettate per realizzare un’eventuale collaborazione consistente nell’invio, presso il Centro suddetto, di quei cittadini/utenti che, rivolgendosi al C.S.M., e avendo necessità di psicoterapia, non hanno la possibilità di essere seguiti, a causa della lunga lista d’attesa, dal Servizio stesso. Tale situazione è stata immediatamente rappresentata da alcuni operatori, attraverso una lettera, in data 23/05 u.s., Prot. Az. n° 47485 inviata al Direttore DSM, Dott. Andrea Balbi, al Dott. Antonello D’Elia e, per conoscenza, al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U. e alle OO.SS. delle categorie Medici e Psicologi, con la quale, tra l’altro, veniva richiesto un incontro urgente per discutere delle problematiche emerse nella suddetta riunione. A seguito di tale lettera fu indetta dalla R.S.U. un’Assemblea, presso la sede di Via delle Sirene/Via Cozza, per il giorno 31 maggio, avente come O.d.G: “Chiarimenti degli obblighi spettanti agli operatori, relativi alle modalità di accoglienza degli utenti e al loro eventuale invio presso soggetti esterni”, assemblea, alla quale furono invitati, dalla stessa RSU, sia il Direttore di Dipartimento, Dott. Andrea Balbi, sia il Dirigente f.f. Dott. Antonello D’Elia. A seguito di tale convocazione, risulta a quest’ O.S., ci fu, da parte del Dott. A. D’Elia, un tentativo d’interferire sul regolare svolgimento dell’Assemblea attraverso una lettera inviata in data 30 maggio u.s. al personale del DSM del XIII Municipio e al Direttore DSM, Dott. A. Balbi adducendo motivazioni riguardanti i tempi e le modalità dell’assemblea stessa, motivazioni risultate poi di natura pretestuosa e strumentale tendenti unicamente ad ostacolare lo svolgimento della riunione. Tale atteggiamento costrinse la stessa RSU ad inviare ulteriore nota di conferma dello svolgimento dell’assemblea stessa. Questa O.S. fa notare, non solo la natura antisindacale di certi comportamenti tendenti a ledere principi, diritti e libertà riconosciuti dalla stessa Costituzione Italiana, ma come questi evidenzino e aggravino ulteriormente il clima di difficoltà e criticità, sia nei confronti dell’utenza, sia nei rapporti e nelle relazioni interne al Servizio. Basti pensare che dalla fine del 2008, data dell’incarico affidato al Dott. A. D’Elia, come Direttore f.f. del D.S.M. del XIII Municipio – Distretto 2, sono stati circa 16 gli operatori che si sono trasferiti presso altri servizi, senza, peraltro, che siano stati mai completamente sostituiti con altro personale; un fenomeno, questo, che non può e non deve essere sottovalutato considerando anche che sono state interessate tutte le figure professionali ( Infermieri, Assistenti Sociali, Psicologi, Psichiatri, compresi i due incarichi di Struttura Semplice del II° Distretto - Responsabile C.S.M. di Ostia e Responsabile Centro Diurno di Via Tagaste - ). A fronte delle difficoltà e delle criticità in cui versa il Servizio, tenuto altresì conto dell’aumento del disagio psichico, sembra evidente come questo lento ed inesauribile depauperamento di risorse umane e professionali presso il Servizio DSM del Distretto 2, abbia ulteriormente aggravato e compromesso la capacità dello stesso servizio di rispondere, sia in termini quantitativi che qualitativi, ai bisogni e alle necessità assistenziali dei cittadini/utenti che vi si rivolgono. Basti pensare che i tempi di attesa ad oggi sono di circa 150 giorni ( cinque mesi): di fatto, ci troviamo davanti alla realtà di un Servizio che, nel corso degli anni, anche a seguito di questi avvenimenti, è stato gravemente depotenziato, cosa che questa O.S. ebbe già modo di segnalare con una nota del 27.10.2010, Prot. Az. n° 97432 inviata a seguito della decisione di “spostare” una unità infermieristica lì collocata. Questa situazione è stata ampiamente discussa e affrontata nell’ambito delle due assemblee svoltesi presso il DSM Distretto 2, a seguito di quanto accaduto, indette dalla RSU, ad una delle quali, quella del 31 maggio u.s., ha partecipato anche il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale, Dr. Andrea Balbi. Restano, pertanto, incomprensibili le ragioni per le quali, a distanza di due mesi, l’Azienda Asl, pur essendo stata direttamente investita in merito ai fatti accaduti, anche attraverso una nota della R.S.U. del 22/06/2012, Prot. Az. n° 56940, non abbia provveduto, non solo ad adottare alcuna decisione, ma neanche a fornire i necessari chiarimenti in una vicenda che non può non considerarsi in tutta la sua gravità, come quella, appunto, che vedrebbe utenti, inizialmente rivoltesi presso un Servizio Pubblico, trovarsi a essere “dirottati” verso operatori e strutture privati a spese, peraltro, degli stessi. Non può essere, pertanto, una “ragione”, né un pretesto, nè tantomeno una giustificazione, quella dell’esistenza di lunghe “liste d’attesa” che sono la conseguenza del lento, ma progressivo depotenziamento avvenuto nel corso di questi anni, anche a causa delle ragioni suddette. Si ricorda, inoltre, come un eventuale ricorso a forme di collaborazione con soggetti e strutture private debba necessariamente rispondere, e rispettare, procedure di accreditamento e/o convenzionamento, previste dalle apposite normative, in modo trasparente e pubblico, altrimenti ci si troverebbe davanti ad un sistema tendente a favorire, in modo sotterraneo, direttamente e/o indirettamente, il trasferimento di funzioni, servizi e attività dalla Struttura Pubblica a quella Privata, cosa questa che finirebbe, peraltro, per incidere inevitabilmente, pesantemente e negativamente sulla qualità e l’efficacia dell’intervento terapeutico - assistenziale stesso. La scrivente O.S. non può non rilevare la singolarità dell’atteggiamento degli Organi di Direzione Aziendale che, mentre nel passato sono intervenuti prontamente, attraverso la revoca di incarichi, anche in circostanze meno evidenti e gravi ( V. tra i tanti, gli avvicendamenti avvenuti nel dicembre 2011) a distanza di circa due mesi, non hanno dato alcun riscontro in merito a quanto accaduto. Non vorremmo pensare che il mancato intervento da parte degli Organi di Direzione Aziendale sia una conseguenza di quel sistema di relazioni, anche “extra-aziendali”, di quegli apparati politici, sindacali, lobbistici, abituati, a volte, ad agire in modo occulto e spesso intervenuti nel passato, condizionando e determinando scelte che nulla hanno a che vedere con la difesa del Bene Pubblico. Non può, peraltro, essere una ragione quella di chi sostiene che tale vicenda sarebbe un fatto “marginale” che ha interessato solo una parte dei lavoratori rispetto ad un’altra che avrebbe espresso, invece, anche attraverso una lettera, apprezzamenti sull’operato del Direttore f.f. DSM Distretto 2 Municipio XIII dott. A. D’Elia. Tale impostazione che, peraltro, dovrebbe far riflettere sul clima che si è instaurato all’interno del servizio, contrasterebbe con il fatto che gli operatori che hanno sentito il dovere, avendone peraltro l’obbligo, di segnalare quanto ritenuto illegittimo, hanno richiesto e promosso un incontro/assemblea per discutere appunto di quanto avvenuto con tutte le parti interessate. Si sottolinea, infatti, come nelle diverse e partecipate assemblee svoltesi non si sono registrate difformità di veduta e di posizioni contrapposte, rispetto all’accaduto. Tale visione sarebbe, in ogni caso fuorviante, strumentale e finirebbe per eludere quella che è la vera questione che non può restare inascoltata. Pensiamo, invece, che ogni logica di “schieramento” vada evitata favorendo e lavorando per l’unitarietà del servizio. Quello che invece non può essere evitato è la conoscenza, l’analisi e la verifica dei fatti. Solo da questi è necessario partire. Come O.S. pensiamo, quindi, che questa Direzione Aziendale abbia il dovere di verificare e accertare quanto avvenuto all’interno della riunione del 14 maggio u.s. tenutasi presso il DSM di Via delle Sirene, accertando e valutando solo ed esclusivamente i fatti: per esempio, chi era presente e a che titolo e perché, considerando altresì che gli operatori, inviando utenti presso soggetti e strutture private, senza una regolare e formale procedura rischierebbero di incorrere in evidenti violazioni. Ciò, pensiamo sia doveroso nell’interesse stesso dell’azienda, nell’interesse del servizio pubblico, della dignità umana e professionale degli operatori e, soprattutto, dei cittadini/utenti. In attesa di un sollecito riscontro si porgono Distinti saluti Prot. Asl n° 64830 del 18/07/2012

lunedì 25 giugno 2012

...Sant’Agostino: “Finalmente ce l’hanno fatta, ma quante ne ho dovute vedere e… sentire!!!”

E’ con soddisfazione che come Cobas ASL RM/D accogliamo la notizia della tanto attesa riapertura del presidio Sant’Agostino. Se oggi la Struttura verrà riconsegnata al territorio, con la ricollocazione dei servizi precedentemente esistenti (Consultorio Familiare, Servizio Vaccinazioni e TSMREE) lo si deve, soprattutto, a quelle realtà sociali, sindacali, a quei soggetti che con coerenza e continuità si sono impegnati, nel corso di tutto questo tempo, attraverso segnalazioni ed iniziative partecipate, perché ciò si realizzasse. Ora sono in molti a festeggiare, compresi tutti coloro che nel silenzio e nella complicità hanno, di fatto, lasciato soli quanti andavano denunciando lo smantellamento e le vergognose collocazioni di servizi primari quali il Consultorio Familiare, il Servizio Vaccinazioni ed il TSMREE e, magari, partecipavano, festeggiando, alle numerose inaugurazioni della “Casa della Salute della Donna e del Bambino”, progetto per il quale, si ricorda, il Sant’Agostino è stato ristrutturato e che non è mai decollato ed oggi completamente smantellato, se non per ritrovarlo “trasferito”, attraverso la Convenzione con il Policlinico Luigi Di Liegro con il progetto “Centro di Cura per la Donna e la Famiglia”. La dislocazione e la ricollocazione dei Servizi suddetti, fatta eccezione per i locali del TSMREE, che ha trovato, almeno in parte, sistemazione dignitosa presso la sede ANFFAS di Via del Sommergibile, dopo che, peraltro, in precedenza, ne era stato ufficializzato il suo spostamento nei locali di Via Umberto Cagni, sono avvenuti, infatti, tutti in modo improvvisato e frammentato, contraddicendo e violando, peraltro, precedenti decisioni e lo stesso confronto con le realtà sociali e sindacali del Territorio. Fin dal giorno della “posa della prima pietra”, come Cobas ASL RM/D, abbiamo sottolineato come lo spostamento dei Servizi ivi esistenti, fosse avvenuto senza uno studio attento e razionale degli spazi, senza considerare le effettive necessità delle diverse attività e le molteplici funzioni per poter garantire la piena ottimizzazione e funzionalità degli stessi, in modo idoneo ed appropriato. La situazione più delicata e, per certi aspetti, insensata e scandalosa, riguardò la collocazione del Consultorio Familiare di Ostia, unico presente nella zona Litorale, trasferito in un mini appartamento. Tale vergognosa e inidonea sistemazione venne segnalata più volte dalla “Assemblea delle Donne del XIII Municipio”, successivamente dal “Comitato a Difesa della Casa del Parto e dei Servizi Materno-Infantile” e denunciata da questa O.S. anche attraverso un esposto, dopo che la stessa Direzione Aziendale della ASL RM/D, aveva annunciato, a mezzo stampa, il temporaneo trasferimento, del Consultorio stesso presso la “Casetta nel Bosco” (vedi “Acqualuce”) - Ospedale G.B. Grassi - per poi immediatamente e contraddittoriamente smentirlo. Le conseguenze di tale collocazione sono state la diminuizione e la frammentazione dei servizi e delle attività precedentemente esistenti al Sant’Agostino che ha determinato, di fatto, una situazione d’estremo e crescente disagio e difficoltà per le/gli operatrici/ori e per i cittadini/utenti. E… mentre noi andavamo segnalando e denunciando tutto questo, altri, sempre pronti a salire sul carro dei “vincitori”, annunciavano, tra “fanfare e squilli di trombe”, l’apertura di un terzo Consultorio ad Ostia… cosa, in realtà, mai avvenuta, evidenziando, così, ancora una volta, il pressappochismo e la demagogia propagandistica che hanno accompagnato le azioni e le iniziative di molti. Ci chiediamo, inoltre, dove sono stati, nel corso di questi anni, coloro i quali, proprio per ruolo e/o per mandato avevano il compito ed il dovere di realizzare e difendere il progetto iniziale della “Casa della Salute della Donna e del Bambino”, promosso ed annunciato in maniera così roboante?!!! Dov’erano quando i lavori di ristrutturazione del Sant’Agostino furono misteriosamente interrotti senza una formale motivazione, nonostante le innumerevoli richieste di chiarimenti in proposito da parte di questa O.S. ed iniziative promosse assieme alle Associazioni del Territorio?!!! Di tutto questo, riteniamo, sia importante conservare memoria, perché quanto accaduto denota e rappresenta, non solo un’idea di gestione della Cosa Pubblica scevra da qualsiasi criterio e principio di difesa del Bene Comune, ma dell’idea stessa delle relazioni umane, sociali e politiche che si articolano all’interno di un Territorio. Non ci si stupirà, quindi, nel vedere certi personaggi “miracolosamente” riapparire ad un’altra inaugurazione e/o al “taglio del nastro”, magari arrogandosi il diritto ad essere protagonisti. Questa O.S. cogliendo l’importanza di questo primo risultato rispetto alla ricollocazione, presso la loro sede originaria, di alcuni fondamentali servizi Socio-Sanitari, in un Territorio che vede, proprio per la crescita demografica, l’insufficienza degli stessi, non può non rilevare e sottolineare non solo la gravità dell’ormai evidente e definitivo abbandono del Progetto della “Casa della Salute della Donna e del Bambino”, ma il fatto che ancora non sono stati resi chiari il progetto e la destinazione presente e futura, di tutto il Presidio Sant’Agostino. A tale proposito il Cobas ASL RM/D vigilerà affinché venga realizzato un corretto e adeguato utilizzo del Presidio Sant’Agostino, ritenendo a tal fine necessario che gli Organi di Direzione dell’ASL RM/D facciano conoscere quanto prima i programmi e i progetti sull’utilizzo complessivo dell’intera Struttura. Cobas ASL RM/D

lunedì 4 giugno 2012

Politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali – Mobilità interna.

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro Al Coordinatore dei Servizi delle Servizi delle Professioni Sanitarie e Sociali Dr. Andrea Tranghese Al Coordinatore S.A.I. P.O. G.B. Grassi Sig. Luciano Pietrarelli e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S. si trova costretta, ancora una volta, come già più volte ha avuto modo di segnalare e denunciare attraverso diverse note, ( v. note del 21/11/2011, Prot. Asl Rm/D n° 107179, del 25/08/2011 con nota Prot. n° 79268 e del 20/01/2011, nota Prot. n° 5270, nota del 17/11/2008 prot. n. 94759 e del 29/5/2008 prot. 44753 ) nonché attraverso prese di posizione pubbliche (comunicati/volantini, incontri, dichiarazioni ecc, ) le problematiche riguardanti le politiche, l’uso e la gestione delle Risorse Umane e Professionali all’interno della Asl Rm/D. In quelle note si sottolineava la necessità di interventi adeguati in grado di garantire, sia un’equa distribuzione e razionalizzazione delle stesse in rapporto ai ruoli, alle qualifiche, alle competenze e alle professionalità nelle rispettive assegnazioni e collocazioni, sia il rispetto di criteri e principi di correttezza e trasparenza ( graduatorie, avvisi e bandi di mobilità, ecc.) necessari per assicurare certezza e tutela del diritto, nonché dignità umana, professionale/lavorativa a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori. A tutt’oggi invece rileviamo che persiste, all’interno dell’Asl Rm/D, un sistema, frutto di relazioni e comportamenti aziendali, e non solo, tendente ad imporre pratiche, scelte e decisioni in modo discrezionale ed arbitrario, venendo meno così a criteri di legittimità e trasparenza e finendo, peraltro, per esercitare, in questo modo, forme di condizionamento, di ricatto nonché di “controllo” e di “comando”. I trasferimenti e la mobilità del personale hanno finito così per divenire un forte elemento clientelare e di “favore” e/o strumento ricattatorio/punitivo/vessatorio, sfuggendo ad ogni minima regola di trasparenza e confronto e, soprattutto, venendo meno, non solo alla tutela e alla dignità di ogni singola/o lavoratrice/lavoratore, ma a quei criteri di efficienza ed efficacia necessari al funzionamento di ogni singolo ufficio, reparto o servizio. Tale situazione non poteva che creare un clima di incertezza, confusione ed insicurezza tra le stesse/i operatrici/operatori ed ha finito, inoltre, in assenza di una reale programmazione ed organizzazione dei vari servizi e strutture socio-sanitarie capace di individuare criticità e priorità, inevitabilmente per aggravare la problematica della carenza di personale. Tutto ciò contraddicendo anche gli orientamenti e le direttive emanate dalla Regione Lazio, attraverso i Programmi Operativi 2011-2012, in merito alla ricognizione del personale, allo scopo di recuperare ed ottimizzare le risorse umane e professionali esistenti. Orientamenti che, crediamo, siano stati all’origine delle disposizioni emanate dalla stessa Direzione Aziendale, attraverso le circolari del 14/01/2011 n. prot. 3379 e della successiva integrazione del 23/02/2011 n. prot. 17695 con le quali si stabiliva che …”ogni trasferimento interno deve essere preventivamente sottoposto, per l’autorizzazione alla Direzione Generale”. Nonostante ciò assistiamo al perdurare di trasferimenti, mobilità ed assegnazioni disposti senza un’adeguata e tempestiva informazione alle OO.SS. e senza un reale confronto in grado di individuare e definire, di volta in volta, esigenze, priorità e criteri, nel rispetto delle richieste e degli accordi, come quello sottoscritto e ratificato con verbale d’intesa tra l’Az. USL Rm/D e le RSU in data 12/02/2008. In tale modo gli spostamenti e la movimentazione del personale sono continuati a sfuggire a qualsiasi regola di trasparenza e a qualsiasi criterio e ragione di oggettività e necessità funzionale, al punto che non si conosce, a tutt’oggi, l’effettiva movimentazione del personale malgrado questa sia stata più volte richiesta, non solo da questa O.S., ma anche dalla RSU aziendale con nota del 13/04/2012 prot. 33701. Anche gli ultimi provvedimenti riguardanti l’assunzione e l’assegnazione di 14 infermieri sono stati adottati senza che siano stati esplicitati i criteri e le priorità della loro collocazione, né se queste nuove immissioni si sono inserite in quelle situazioni di maggiore criticità, e/o se hanno determinato il trasferimento di altre unità. E, inoltre, perché non sono stati adottati in tempo atti e procedure tesi a garantire trasparenza e certezza del diritto attraverso la pubblicizzazione di Avvisi e Bandi di mobilità? E perché non vi è traccia di tali procedure in molti, se non quasi tutti, i provvedimenti adottati sino ad oggi in merito alla mobilità e ai trasferimenti? (v. anche i recenti trasferimenti di Coordinatori CPSI non di ruolo). Ci si trova dinnanzi ad una situazione nella quale si ha l’impressione che non ci sia, in realtà, al di là dell’istituzione di fantomatici Tavoli Tecnici (v. quello del Maggio 2011) una effettiva volontà, da parte della Direzione Aziendale nel suo complesso, di pervenire sia ad una regolamentazione che tuteli e rispetti professionalità, qualifiche, ruoli e competenze, nonché diritti e dignità per tutte le lavoratrici ed i lavoratori, sia di rispondere alle esigenze di riordino e di riorganizzazione dei vari uffici amministrativi, tecnici e dell’insieme dei servizi socio-sanitari, per affrontare in modo adeguato le profonde criticità esistenti, attraverso l’individuazione delle priorità e delle situazioni che richiedono interventi atti a garantire efficienza, efficacia e funzionalità ai vari settori. Ci si chiede e si chiede, inoltre, se i trasferimenti e le mobilità realizzati, anche recentemente, abbiano seguito le procedure indicate dalle circolari della Direzione Generale del 14/01/2011 n. prot. 3379 e della successiva integrazione del 23/02/2011 n. prot. 17695 nelle quali si stabiliva che “ogni trasferimento interno deve essere preventivamente sottoposto, per l’autorizzazione alla stessa Direzione Aziendale”. Se così non fosse ci troviamo forse di fronte a decisioni prese discrezionalmente, autonomamente e, quindi, arbitrariamente, da qualche articolazione aziendale? Scrivente O.S., nel chiedere il pieno e totale rispetto delle normative e delle regole esistenti in materia di trasferimenti e mobilità del personale (Bandi, Avvisi Pubblici, Graduatorie, Informativa alle OO.SS.) ritiene ineludibile che sulle Politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali vi sia la massima trasparenza, nel rispetto del principio di buon andamento ed imparzialità della Pubblica Amministrazione. Ciò, riteniamo, si rende ancor più necessario in un momento nel quale il blocco delle assunzioni di personale, il blocco del turn over, ecc. stanno mettendo in sofferenza molti Uffici e Servizi Socio-Sanitari Pubblici e dove, spesso, le scarse risorse umane e professionali presenti si trovano a svolgere il proprio lavoro in condizioni di estremo disagio e difficoltà se non, in taluni casi, sottoposti a ritmi e carichi di lavoro inumani e, quindi, costretti ad inevitabili condizioni di stress (burnout). Scrivente O.S. rinnova pertanto la richiesta di conoscere la movimentazione del personale in merito alle assegnazioni e ai trasferimenti avvenuti presso la Asl Rm/D dal 2010 ad oggi, specificando ruolo, qualifica, professione, sede e servizio di assegnazione e la verifica della congruità degli stessi trasferimenti in relazione alle effettive esigenze e priorità dei vari Servizi. Si riserva, in tal senso, di segnalare e denunciare qualsiasi provvedimento, del quale verrà a conoscenza, teso a ledere tutele, diritti e dignità umana, lavorativa e professionale di ogni singola/o lavoratrice e lavoratore nonché difficoltà, disagio e disservizi a danno della funzionalità dei vari settori e, quindi, dei cittadini-utenti. Distinti saluti. Prot. Asl Rm/D n° 50036 del 04/06/2012 p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U. Corrado Minioto - Cesare Morra - Antonio Nocera

lunedì 21 maggio 2012

Orario di lavoro personale comparto – pausa pranzo, buoni pasto.

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S. con la presente intende rappresentare una serie di problematiche che sono emerse a seguito di alcune disposizioni aziendali riguardanti l’espletamento di procedure che, secondo noi, evidenziano incongruenze e criticità che non solo recano disagio alle lavoratrici ed ai lavoratori destinatari delle stesse, ma anche agli uffici preposti alla relativa parte tecnico/amministrativa. Tra queste, riteniamo ci siano quelle riguardanti le disposizioni sul Regolamento del Servizio di Mensa e del Servizio Sostitutivo di mensa ( Prot. n° 2495 del 11.01.2012) sulla Pausa pranzo ( circ. Prot. 15191del 17/02/2012, ) e sull’ Orario di lavoro del personale del Comparto (circ. n° 34293 del 16.04.2012 e n° 37656 del 26.4.2012). Tale serie di disposizioni e normative riguardano la disciplina e la regolamentazione di alcuni elementi come l’orario di lavoro, la pausa mensa, i buoni pasto, ecc., che sono e dovrebbero costituire, in ogni caso, elemento di confronto e di contrattazione. Tali problematiche vengono affrontate attraverso una concezione semplificatrice che risponde unicamente ad una logica limitatrice e di “controllo” e, pur partendo dall’esigenza di affrontare e rimuovere eventuali elementi di difformità presenti, finisce inevitabilmente per costituire, attraverso l’inserimento di inutili e pretestuose rigidità e in assenza di un reale verifica e circostanziato approfondimento, disagio e difficoltà per le lavoratrici e per i lavoratori ed elemento di confusione e difficoltà nell’organizzazione dei vari servizi. Difficoltà che si misurano anche in termini di aggravamento delle criticità già esistenti, come quelle riguardanti in particolar modo la carenza del personale, nei ritmi e nei carichi di lavoro per quegli uffici che sono preposti alla verifica e all’applicazione degli adempimenti burocratico/tecnico/amministrativi richiesti dalle varie procedure. Inoltre la serie di circolari, spesso di non facile lettura, che si sono susseguite e, in alcuni casi, non pervenute in alcuni uffici e servizi, non hanno fatto altro che creare un senso di disorientamento tra le lavoratrici ed i lavoratori. L’adozione di tali provvedimenti, a volte tra l’altro contraddittori tra loro, sta generando non poche difficoltà e confusione come, per esempio, quelli riferiti alle “ Modalità di gestione delle ore eccedenti il debito orario” che “impongono” procedure che contrastano con gli orientamenti più generali della Pubblica Amministrazione in merito alla progressiva informatizzazione e scomparsa del materiale cartaceo (v. anche nota della U.O.C. Affari Generali, Studi e Documentazione, prot. n° 105778 del 16/11/2011) anche in ragione di un possibile risparmio dei costi che questo comporta ( consumo di carta, toner, ecc.). Tale pletora di provvedimenti, inoltre, non favorisce lo snellimento e la sburocratizzazione della varie attività, ma comporta, invece, l’aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro già di per sé molto impegnativi ( v. trasmissione giornaliera all’Ufficio Rilevazione Presenze di riferimento per il riconoscimento nella procedura informatizzata – Cod. K?!!!) con rischi elevati di errore che potrebbero verificarsi nell’esecuzione delle operazioni da compiere ai fini della procedura per l’elaborazione del conteggio delle ore e/o delle relative spettanze. L’intento dichiarato dell’Azienda sarebbe quello di pervenire ad una regolamentazione e ad una più uniforme disciplina delle materie riguardanti l’orario di lavoro, la pausa mensa, ecc., magari cercando di “ correggere” storture e comportamenti “ impropri”, ma ciò, secondo noi, evidenzia invece, una vera volontà ed intento di demonizzazione e colpevolizzazione indiscriminata e generalizzata, che finisce così, di fatto, per deresponsabilizzare ulteriormente i singoli Dirigenti che dovrebbero svolgere anche il ruolo e la funzione di verifica e controllo all’interno di ogni singola Unità Operativa, correggendo eventuali abusi e storture. Si eviterebbero, in questo modo, inutili ed ingiuste generalizzazioni, attraverso l’adozione di provvedimenti improvvidi ed, in ogni caso, inefficaci, nonché dal carattere “vessatorio”. Ci riferiamo anche, in particolar modo, alla rigidità inserita con il “blocco della procedura informatizzata di rilevazione presenze” degli orari di uscita dal turno di servizio. La disposizione fa riferimento ad ore in eccedenza, ma, per esempio, nel caso di ritardi che non possono essere recuperati in giornata o in caso di richiesta di permessi personali, peraltro già riconosciuti dalle normative contrattuali e quindi già autorizzate dal Dirigente Responsabile o da chi ne fa le veci, si deve richiedere ulteriore autorizzazione? Che senso ha, inoltre, stabilire che i ritardi non recuperati in giornata, necessitano di ulteriore autorizzazione del Dirigente Responsabile? Ci si chiede e chiediamo perché, invece di richiamare i Dirigenti Responsabili alla loro funzione, si inseriscono strumenti, peraltro problematici ed inefficaci, penalizzando, di fatto, le lavoratrici ed i lavoratori? Ci sembra che, in tal modo, vengono immessi inutili e generalizzati elementi di rigidità, non tenendo conto delle funzioni, attività, competenze ed organizzazione dei singoli uffici e servizi, che spesso possono trovarsi ad affrontare situazioni non programmate e programmabili. In tali casi e in determinate situazioni come può il Dirigente Responsabile autorizzare preventivamente i minuti e le ore eccedenti? Sembra che non si abbia conoscenza e consapevolezza delle difficoltà che attraversano i vari uffici e servizi che si trovano a garantire la funzionalità e l’efficacia delle varie attività a fronte, inoltre, di una grave e cronica carenza di personale (v. per esempio servizi socio-sanitari, servizi aperti al pubblico, ma anche alcune attività svolte negli uffici tecnico/amministrativi che richiedono, a volte, una maggiore flessibilità). Scrivente O.S. intende inoltre richiamare all’attenzione alcune problematiche emerse nell’applicazione della circolare aziendale del 17/02/2012, Prot. 15191 a firma del Direttore Area Risorse Umane, Dott Filippo Coiro, con la quale viene disposta la procedura della pausa pranzo dopo le 6 ore per il personale infermieristico afferente al presidio Casal Bernocchi, come già avveniva per il personale tecnico/amministrativo. Riteniamo che tale materia avrebbe richiesto, prima di introdurre elementi di “perequazione”, in termini restrittivi e penalizzanti per tutti, una verifica, uno studio ed un approfondimento, proprio per evitare il determinarsi di disagio e difficoltà per le lavoratrici ed i lavoratori, come quelle che sono state segnalate per il conteggio del debito orario proprio perché, tale applicazione, di fatto, costringe le lavoratrici ed i lavoratori a recuperare minuti/ore mancanti, nelle giornate di rientro pomeridiano, salvo vedersi decurtata la prevista mezzora di pausa, non venendo incontro, in questo modo, alle esigenze, ai bisogni e alle difficoltà oggettive riguardanti i tempi di vita delle persone. Contiene, inoltre, elementi contraddittori tra i tempi della pausa pranzo fissati dopo 6 ore e quelli per l’attribuzione del buono pasto riconosciuto dopo 8 ore di servizio. In considerazione della complessità della materia, l’amministrazione avrebbe anche potuto, peraltro, prima di adottare provvedimenti dal carattere perentorio e definitivo, assumere percorsi e modalità di natura sperimentale per poi verificare, nel corso dell’applicazione, eventuali problematiche e difficoltà, ai fini di una più aderente regolamentazione, sia in rapporto alla funzionalità dei servizi, sia in riferimento alle esigenze, ai bisogni e ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Scrivente O.S. esprime quindi la totale contrarietà per il metodo adottato sino ad oggi dagli Organi di Direzione dell’Azienda perché ritiene che tali problematiche siano elemento e prerogativa di contrattazione decentrata che, nel caso venga elusa, come effettivamente avvenuto, attraverso scelte e disposizioni adottate in modo unilaterale, senza confronto, approfondimento, preventiva, formale informazione e successiva approvazione delle Rappresentanze Sindacali, costituisce, di fatto, una violazione delle normali e corrette relazioni sindacali. Scrivente O.S. coglie infine l’occasione per ribadire quanto già espresso e rappresentato con nota del 25/08/2008 Prot. aziendale n° 68954, con la quale si proponeva all’Azienda di far fronte, anche in parte, alla ritenuta trattenuta nella busta paga dei dipendenti, per il recupero della quota di € 1,03 per ogni tickets buono pasto, venendo, così, incontro ad una, sia pur parziale, rivalutazione dello stesso, attraverso la verifica della possibilità di utilizzare i fondi, provenienti da privati, a disposizione dell’Azienda. Scrivente O.S. chiede, pertanto, in ragione della già richiamata complessità, la revoca dei provvedimenti adottati e la revisione, in sede di contrattazione decentrata, di tutta la materia riguardante il debito orario, pausa pranzo e buoni pasto. Distinti saluti Prot. Asl n° 44918 del 21 maggio 2012 p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U. Corrado Minioto – Cesare Morra – Antonio Nocera

domenica 20 maggio 2012

Politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali – Comandi e Incarichi.

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S. ha avuto modo di affrontare, in diverse occasioni, attraverso note e prese di posizioni pubbliche, una serie di problematiche riguardanti la “Gestione delle Risorse Umane e Professionali” nella Asl Roma D, mettendo l’accento su come queste (comandi, incarichi, assunzioni, mobilità, trasferimenti, ecc.) necessitavano di interventi adeguati al fine di garantire, in modo oculato ed appropriato, sia un’equa distribuzione e razionalizzazione delle risorse stesse in rapporto ai ruoli, alle qualifiche, alle competenze e alle professionalità nelle rispettive assegnazioni e collocazioni, sia il rispetto di quei criteri e quei principi di correttezza e trasparenza ( v. graduatorie, avvisi e bandi di mobilità, ecc.) necessari per assicurare certezza e tutela del diritto, nonché dignità umana, professionale/lavorativa a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori. Riteniamo che affrontare tale problematica si rendeva e si rende oggi ancor più necessario in considerazione delle limitazioni derivanti dal blocco del Turn – Over, soprattutto per quelle Regioni, come il Lazio, sottoposte al Piano di rientro a causa del deficit di bilancio in ambito sanitario, che ha imposto ed impone continue, progressive, riduzioni della spesa di beni e servizi e, soprattutto, una razionalizzazione ed un contenimento della spesa del personale. E’ di pochi giorni fa la notizia del taglio dei finanziamenti, da parte del Governo Nazionale, alla Regione Lazio, a seguito di quanto emerso nell’ incontro del Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti, tenutosi in data 3/04/2012; tra le diverse eccezioni sollevate alcune riguardano, appunto, il costo del personale (quasi 3 mld di €). Ciò, non può non determinare ulteriori pesanti ricadute e conseguenze considerata la grave e preoccupante carenza cronica del personale che, con le diverse professionalità coinvolte, sta mettendo in seria difficoltà le strutture ospedaliere ed i servizi socio-sanitari territoriali della Asl Rm/D. Tra le diverse segnalazioni che questa O.S. ha rappresentato e che, con questa nota intende riproporre, ci sono alcuni rilievi e considerazioni riportate in precedenti note indirizzate alle istituzioni regionali, ai vertici aziendali ed alla Corte dei Conti, in merito ad alcuni provvedimenti adottati dalle precedenti Direzioni della Asl Roma D per l’affidamento di incarichi a professionisti esterni. Tra queste, con nota del 22/09/2011, Prot. Asl Rm/D n° 87513, sono state evidenziati quei provvedimenti, adottati dalla Direzione dell’Asl Rm/D, riguardanti “gli incarichi conferiti e prorogati, peraltro, con notevole ed ingiustificabile anticipo rispetto alla scadenza giuridica, all‘Avvocato Paolo Maselli, all’ Avv. Egidio Russo e al Dr. Domenico Crisara’ per costi complessivi pari a € 210.179,89 (deliberazione n° 1201 del 16 Settembre 2011) andando, peraltro, di fatto, a vincolare con tali decisioni i successivi vertici aziendali. Incarichi affidati a professionisti esterni chiamati a svolgere funzioni e competenze adducendo a motivazione che non sarebbero state rinvenibili “all’interno della struttura aziendale una figura (delle figure) professionale/i che possa (no) svolgere le diverse e specifiche attività …”. Restano più che plausibili dubbi, non solo in merito alla vera funzione svolta dai Professionisti incaricati, ma sulla loro stessa “presenza all’interno dell’Azienda”. La Scrivente O.S. ha,altresì, denunciato, nota in data 08.11.2011, Prot. Az. n° 102711, le disposizioni aziendali con le quali veniva disposto (atto n. 1284 del 29.09.2011) il distacco di una unità in comando nella Asl Roma D, presso gli Uffici della Direzione Regionale della Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario Regionale con oneri economici a carico del bilancio della Azienda Asl Rm D. Comando cessato, anticipatamente, solo dal 01 gennaio 2012, con deliberazione n. 103 del 28.02.2012. L’adozione di questi provvedimenti, come di altri riguardanti per es. le Convenzioni per il Progetto Ospedale di Comunità, segnalati da questa O.S. con nota del 21/11/2011, Prot. Az. n° 107173 e quelli riguardanti l’affidamento del Programma di Screening mammografico e la realizzazione del progetto del “Centro di Cura per la Donna e la Famiglia presso il Policlinico di Liegro, segnalato con nota del 17/04/2012, Prot. Az. n° 34582, sono apparsi, anche alla luce delle difficoltà gestionali dell’Asl Roma D, dove nell’arco di un solo anno si sono alternati Commissari, Sub Commissari, Direttori e Direttori f.f. e in assenza, peraltro, del nuovo Atto di Autonomia Aziendale, caratterizzati da dubbie scelte che poco o nulla sembrano avere a che fare con gli interessi e le ragioni funzionali/organizzative della stessa Azienda. Scrivente O.S., non avendo avuto riscontro alcuno alle segnalazioni/istanze sopra indicate, ha ritenuto dover inviare in data 25/01/2012 una nota alla Procura Regionale della Corte dei Conti (Prot. Az. n° 7935 del 26/01/2012 ) ai fini di una verifica di ipotesi di responsabilità erariale in merito ai richiamati provvedimenti. Tali scelte, orientamenti e provvedimenti Aziendali si sono consolidati anche con alcune recenti disposizioni come quella adottata con Delibera n. 269 del 20/04/2012, con la quale sono state conferite le funzioni di direttore della U.O.C. Ortopedia e Traumatologia del P.O. G.B. Grassi, in attesa di un nuovo concorso, al Dr. Vincenzo Castelli, con una posizione di comando per la durata di tre anni presso l’Azienda Rm/D dal 1/04/2012. Tale ulteriore provvedimento suscita non poche perplessità, soprattutto in considerazione del fatto che, a seguito del collocamento in quiescenza del precedente direttore della Ortopedia, Dr. Carmine Di Croce, era già stato individuato, con Deliberazione n. 501 del 22.04.2012, nel Dr. Silvio Papitto il nuovo Responsabile facente funzioni dell’Ortopedia al quale, in ogni caso, tale incarico non risulta attualmente essere stato revocato. Scrivente O.S., alla luce di quanto sopra segnalato, richiede, pertanto, la revisione di tutti i suddetti provvedimenti ancora vigenti e/o la revoca degli stessi, in particolar modo per quelle consulenze che non trovano una reale, effettiva e specifica corrispondenza funzionale/organizzativa, ampiamente motivata e documentata, in rapporto alle strette e dirette esigenze dell’Azienda Asl Rm/D, anche in considerazione degli oneri economici che continuano a gravare sul bilancio aziendale per le remunerazioni di tali prestazioni. In attesa di riscontro si porgono Distinti saluti Prot. Asl Rm/D n° 43029 del 15/05/2012 p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U. Corrado Minioto - Cesare Morra - Antonio Nocera

Utilizzo fondi produttività.

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S. ha già avuto modo di rappresentare con nota del 6 aprile u.s., Prot. Asl n° 31791, la problematica dei fondi in giacenza della produttività per gli anni che vanno dal 2006 al 2009, fondi che ammonterebbero a circa 2 milioni di €. Tale problematica, ai fini di una pronta e sollecita soluzione, è stata altrettanto rappresentata, in data 12 aprile u.s., Prot. Az. N° 33717, dalla RSU aziendale; malgrado ciò non vi è stata a tutt’oggi alcuna formale risposta da parte degli organi di Direzione Aziendale, nonostante che il riconoscimento e, quindi la distribuzione a ogni singolo lavoratore e lavoratrice (circa 500 €.) delle spettanze suddette, dovrebbero rappresentare da parte dell’Azienda un “ Atto dovuto” ed una delle priorità, in considerazione, come veniva anche ricordato nella nostra precedente nota, che diventano sempre più scarse le possibilità per le lavoratrici ed i lavoratori di vedersi riconosciuti anche pur minimi adeguamenti salariali a causa del blocco del rinnovo dei contratti e, quindi, della cancellazione, di fatto, di tutti i miglioramenti normativo/economici ( v. fasce, buoni pasto e la stessa produttività) tenuto, altresì conto che la crisi ecomomico/finanziaria sta oggettivamente mettendo in seria e profonda difficoltà le già precarie condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori. Scrivente O.S. non può, con l’occasione, non ribadire le proprie critiche al modo come l’Azienda, sino ad oggi, ha assunto atteggiamenti bivalenti, dimostrando: da una parte solerzia di intervento nell’applicazione di istituti normativi, peraltro senza alcun confronto verso quelli che sono, in ogni caso, elementi della contrattazione ( v. disciplina orari, pausa mensa, buoni pasto, ecc. ) e, dall’altro, appunto, atteggiamenti dilatori e/o “distratti” verso quei diritti e quei legittimi riconoscimenti degli strumenti e degli istituti, che rappresentano, in ogni caso, anche se in minima parte, quel salario accessorio divenuto sempre più indispensabile. Scrivente O.S., nel sollecitare codesta Direzione aziendale ad adottare provvedimenti urgenti per una positiva soluzione della suddetta problematica, coglie l’occasione per esprimere al nuovo Commissario, oltre all’augurio di buon lavoro, l’auspicio che possa essere realizzato, in discontinuità con il passato, un più corretto percorso nel Sistema delle Relazioni Sindacali basato principalmente, nel rispetto e nell’autonomia dei ruoli e delle reciproche posizioni, sull’idea di una gestione democratica e partecipata della Cosa Pubblica. In attesa di un sollecito riscontro si porgono Distinti saluti. Prot. Asl Rm/D n° 43023 del 15/05/2012 p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U. Corrado Minioto – Cesare Morra – Antonio Nocera