giovedì 12 maggio 2016

I Diritti e la Dignità non si difendono spacciando per “conquiste” atti dovuti e annunci, ma con un pensiero, una pratica, un modo di essere e di agire in grado di far ritrovare e riscoprire ogni giorno la voglia di lottare.



In data 28 aprile si è tenuto l’incontro tra la Direzione Aziendale, le OO.SS. e la RSU per discutere le problematiche derivanti dall’applicazione della L. 161/2014 sull’Orario di Lavoro.
In quella sede il Commissario Straordinario, Giuseppe Legato, in merito alla carenza di personale, ha dichiarato che avrebbe richiesto, alla Regione Lazio, deroghe alle assunzioni per circa 65 Unità di personale del Comparto tra Infermieri, Tecnici ed OSS, impegnandosi nel contempo a regolamentare l’Orario di Lavoro e gli eventuali Ordini di Servizio, garantendo la fruizione delle ferie estive alle Lavoratrici e ai Lavoratori.
Nella medesima occasione lo stesso Commissario Straordinario ha inoltre assicurato l’attribuzione delle Fasce a tutti gli aventi diritto attraverso lo scorrimento della graduatoria entro il 2017, seppure ancora non appare chiaro attraverso quali fondi ciò potrà essere realizzato dal momento che, l’entità degli stessi, sarà determinabile solamente con il bilancio di fine anno. In ogni caso rammentiamo come la mancata riduzione di Posizioni Organizzative e Coordinamenti, peraltro prevista (DCA n. 34/2010 e DCA n. 49/2010) e più volte annunciata dalla Direzione Aziendale ma mai fino ad oggi realizzata, ha già comportato, di fatto, la riduzione del fondo per il Comparto.
In quella occasione, inoltre, un “dettaglio”, che pensiamo non sia affatto secondario, sembrerebbe essere passato “inascoltato”, se non totalmente ignorato: ci riferiamo all’affermazione del Dott. G. Legato che l’impiego dello straordinario “è legato al budget…”.
Come Cobas Asl Rm3 riteniamo grave questa affermazione. Si vuole forse dare implicitamente per scontato che lo strumento dello straordinario sia utilizzato come fattore ordinario dell’organizzazione del lavoro, rimanendo comunque all’interno dei parametri e delle compatibilità economico/aziendali? Ciò significherebbe che le lavoratrici ed i lavoratori, una volta superato il budget previsto, non potranno ottenere la corresponsione economica delle ore effettuate in più ma dovranno obbligatoriamente recuperare le ore in eccesso? Ci sembra doveroso ricordare, non solo che il Contratto tuttora in vigore prevede che spetta solo al lavoratore decidere se recuperare o meno lo straordinario effettuato ma, soprattutto che, questo, non può essere né divenire strumento ordinario di organizzazione del lavoro.   
Come Cobas Asl Rm/3 riteniamo che, allo stato attuale, non esistano, davanti a problemi così complessi, soluzioni facili e garantite, in particolar modo ora che viviamo una fase di transizione che, riteniamo, sia funzionale ad un processo di definanziamento, depotenziamento e smantellamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico.
La privatizzazione ormai appare sotto tutte le forme e, davanti a questo stato di cose, l'incontro del 28 aprile c.a., seppure caratterizzato da “Buone Intenzioni”, non ha dato, di fatto, alcuna risposta certa in merito a se, come e quando verrà realizzata quella ineludibile Riorganizzazione dei Servizi in base alle Risorse Umane esistenti (v. Piani Operativi Regionali 2011- 2012 DCA 113/2010: “Ricognizione del Personale e Riorganizzazione dei Servizi, delle Strutture e delle attività sulla base delle Risorse Umane e Professionali realmente disponibili”) senza la quale non sarà possibile affrontare realmente le problematiche e le criticità presenti, anche nell’eventualità di nuove assunzioni che, in ogni caso, saranno insufficienti rispetto alle necessità attuali.
Come Cobas siamo consapevoli, l’abbiamo più volte segnalato e denunciato, della grave situazione nella quale versano le Strutture e i Servizi Socio Sanitari a causa della carenza del personale determinata dai Piani di Rientro, dal blocco del Turn Over, ecc. carenza che, se non affrontata in modo chiaro, concreto e adeguato, non permetterà di applicare e rispettare la normativa sull’Orario di Lavoro. Allo stesso modo, però, non possiamo nasconderci che, in tutti questi anni, le “Politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali”, sono state spesso realizzate attraverso logiche che nulla avevano a che vedere con i criteri di priorità, efficienza e funzionalità cui un’Amministrazione Pubblica sempre dovrebbe richiamarsi.
In questo scenario, malgrado incombano minacce di sanzioni, il pericolo che non si veda applicata e rispettata, proprio per la mancanza di un’adeguata politica di assunzioni, la L. 161/2014 sull'Orario di Lavoro, entrata in vigore il 25 Novembre 2015, appare concreto. Sebbene la Regione Lazio, con enfasi fuorviante e propagandistica, abbia diramato annunci e proclami rispetto al numero di personale in entrata, siamo certi che questo non potrà, rispetto al reale fabbisogno, comunque essere sufficiente a garantire una completa applicazione della Legge stessa.
E’ doveroso, inoltre,  sottolineare che, se anche la Regione Lazio dovesse autorizzare il numero di unità richieste dall’Azienda, le eventuali assunzioni dovranno comunque seguire i necessari tempi dell’iter tecnico/amministrativo e ciò lascia le Lavoratrici ed i Lavoratori esposti al rischio di non poter essere tutelati rispetto alla nuova normativa sull’Orario di Lavoro, ma anche nell’incertezza di poter fruire del periodo di ferie estive, considerando che siamo al mese di maggio e la stagione estiva è ormai alle porte.
Ricordiamo, ancora una volta, che la Legge sull’Orario di Lavoro trova il suo fondamento e la sua ragione d’essere proprio nella tutela delle condizioni di vita e di lavoro delle Lavoratrici e dei Lavoratori, oggi più che mai divenute gravose, insostenibili ed inaccettabili, nonché nel garantire dignitosi livelli qualitativi/quantitativi di assistenza ai cittadini/utenti, a difesa del Diritto alla Salute delle persone.
Se non si perverrà, in tempi brevi e certi, all’attuazione di misure reali, tangibili e consistenti, che non rispondano solo ad operazioni di facciata e/o propaganda, si correrà il rischio, concreto ed  imminente, di compromettere ulteriormente le condizioni di salute psico-fisica delle Lavoratrici e dei Lavoratori, cioè di coloro che in questi anni, attraverso Competenze  Professionali e Saperi Umani hanno garantito, nonostante tutto, una efficace assistenza, in difesa del Servizio Socio Sanitario Pubblico.
Non si può, infine, non sottolineare e ribadire che le condizioni di vita e di lavoro che tragicamente vivono oggi le Lavoratrici e i Lavoratori non possono non avere ripercussioni pesanti e concrete anche sulla qualità dei Servizi offerti ai Cittadini/Utenti e, quindi, su quel Diritto alla Salute sancito dalla Costituzione.
Come Cobas Asl Rm3 continueremo a ritenerci impegnati affinché venga fatta sufficiente chiarezza su questo, come su tutte le questioni poste: dall’Organizzazione dei Servizi, allo scorrimento della graduatoria per il riconoscimento della Fascia Economica Orizzontale Superiore a tutte/i le Lavoratrici e i Lavoratori (ad oggi mancherebbero circa 170.000 euro), alla riduzione delle Posizioni Organizzative e dei  Coordinamenti, ecc.
Su questo pensiamo sia necessario costruire e realizzare percorsi di partecipazione con e tra le Lavoratrici ed i Lavoratori e con gli stessi Cittadini/Utenti, in difesa del Servizio Socio Sanitario Pubblico e di quel Diritto alla Salute sancito dalla nostra  Costituzione.
Cobas Asl Rm/3