domenica 13 aprile 2014

SPRECO E SFRUTTAMENTO


Alla crisi prodotta da chi ha ancora la pancia piena, anzi ingrassa sempre di più, i governi di turno rispondono scaricando il conto sugli ultimi, con austerity, precarietà, privatizzazioni, e smantellamento dei beni comuni ed essenziali.
Nelle strutture sanitarie del Lazio, negli ultimi anni, è aumentato a dismisura l’utilizzo di personale precario ed esternalizzato, interi settori della pubblica amministrazione mediante appalti vengono consegnati a cooperative e ditte private, e questo ufficialmente per superare i blocchi delle assunzioni e per produrre dei risparmi.  
Ma è veramente cosi?  Noi crediamo di no.
Il 14 febbraio hanno preso servizio presso l'Ospedale Grassi di Ostia 18 nuovi “addetti a trasporto e accompagnamento degenti, prelevamento e consegna materiale vario, servizio di facchinaggio”, la tariffa  oraria corrisposta alla ditta appaltatrice  MA.CA. è di 20,59 € per la parte diurna e 30,89 € per la parte notturna. Un operatore di livello B regolarmente assunto dalla pubblica amministrazione costa tra oneri diretti e indiretti circa 13,5€/ora, al netto delle assenze (ferie, malattie ecc..) il costo orario arriva a circa 17€/ora.                    
Dov’è il vantaggio per le finanze pubbliche?
Ma non basta! Per quel lavoro che la ASL paga 20,59€/ora, che qualora fosse internalizzato costerebbe 17€/ora, le ditte appaltatrici se la cavano retribuendo i loro dipendenti con 12,50€/ora (oneri diretti e indiretti). E non si venga a parlare di chissà che supporto strutturale e/o tecnologico, al massimo si tratta di secchi e spazzoloni.
Al netto si parla di salari di fame e diritti da quarto mondo
Chi ci guadagna a creare una organizzazione in cui operatori che fanno lo stesso lavoro hanno  trattamenti economici e normativi così diversi? Chi ci guadagna su questa plusvalenza? Come si restituisce la  “cortesia”?  Non di certo il Sistema Sanitario Pubblico che si trova sempre più depredato  di risorse , non di certo gli operatori delle ditte appaltanti che lavorano in condizioni di ricatto e sfruttamento, ne tantomeno gli utenti poiché queste situazioni si pagano poi in termini di caduta vertiginosa della qualità.
Pensate che questo che scriviamo sia esagerato?
È di questi giorni la notizia che la stessa ditta MA.CA., a neanche 5 mesi dalla data di affidamento, abbia “richiesto” agli addetti delle pulizie (stessa ditta e stessi operatori del facchinaggio) di sottostare ad un dimezzamento di operatori per piano, ossia a fare in uno le stesse cose che prima facevano in due, altrimenti sarebbe scattata la cassa in deroga. Il COBAS RMD esprime piena solidarietà ai lavoratori degli appalti e richiede alla ASL RMD, come obbligo derivante dal suo ruolo di committenza, di accertare e verificare la qualità del servizio reso e il rispetto delle condizioni lavorative degli addetti.
PARTECIPIAMO TUTTI ALLA ASSEMBLEA CITTADINA il giorno 11 APRILE 2014
alle ore 15.00  presso la SEDE REGIONE LAZIO in Via C. Colombo - Sala Tevere     Cobas Asl Rm/D