Alla crisi prodotta da chi ha ancora la pancia piena, anzi ingrassa sempre di più, i governi di turno rispondono scaricando il conto sugli ultimi, con austerity, precarietà, privatizzazioni, e smantellamento dei beni comuni ed essenziali.
Nelle strutture sanitarie del Lazio, negli ultimi
anni, è aumentato a dismisura l’utilizzo di personale precario ed
esternalizzato, interi settori della pubblica amministrazione mediante appalti
vengono consegnati a cooperative e ditte private, e questo ufficialmente per
superare i blocchi delle assunzioni e per produrre dei risparmi.
Ma è veramente cosi? Noi crediamo di no.
Il 14 febbraio hanno preso servizio presso
l'Ospedale Grassi di Ostia 18 nuovi “addetti a trasporto e accompagnamento
degenti, prelevamento e consegna materiale vario, servizio di facchinaggio”, la
tariffa oraria corrisposta alla ditta appaltatrice MA.CA. è di 20,59 € per la parte diurna e
30,89 € per la parte notturna. Un operatore di livello B regolarmente assunto
dalla pubblica amministrazione costa tra oneri diretti e indiretti circa
13,5€/ora, al netto delle assenze (ferie, malattie ecc..) il costo orario
arriva a circa 17€/ora.
Dov’è il vantaggio per le finanze pubbliche?
Ma non basta! Per quel lavoro che la ASL
paga 20,59€/ora, che qualora fosse internalizzato costerebbe 17€/ora, le ditte appaltatrici
se la cavano retribuendo i loro dipendenti con 12,50€/ora (oneri diretti e
indiretti). E non si venga a parlare di chissà che supporto strutturale e/o
tecnologico, al massimo si tratta di secchi e spazzoloni.
Al netto si parla di salari di fame e
diritti da quarto mondo
Chi ci guadagna a creare una organizzazione
in cui operatori che fanno lo stesso lavoro hanno trattamenti economici e normativi così
diversi? Chi ci guadagna su questa plusvalenza? Come si restituisce la “cortesia”?
Non di certo il Sistema Sanitario Pubblico che si trova sempre più
depredato di risorse , non di certo gli
operatori delle ditte appaltanti che lavorano in condizioni di ricatto e
sfruttamento, ne tantomeno gli utenti poiché queste situazioni si pagano poi in
termini di caduta vertiginosa della qualità.
Pensate che questo che scriviamo sia
esagerato?
È di
questi giorni la notizia che la stessa ditta MA.CA., a neanche 5 mesi dalla
data di affidamento, abbia “richiesto” agli addetti delle pulizie (stessa ditta
e stessi operatori del facchinaggio) di sottostare ad un dimezzamento di
operatori per piano, ossia a fare in uno le stesse cose che prima facevano in
due, altrimenti sarebbe scattata la cassa in deroga. Il COBAS RMD esprime piena
solidarietà ai lavoratori degli appalti e richiede alla ASL RMD, come obbligo
derivante dal suo ruolo di committenza, di accertare e verificare la qualità
del servizio reso e il rispetto delle condizioni lavorative degli addetti.
PARTECIPIAMO
TUTTI ALLA ASSEMBLEA CITTADINA il giorno 11 APRILE 2014
alle
ore 15.00 presso la SEDE REGIONE LAZIO
in Via C. Colombo - Sala Tevere Cobas Asl Rm/D
Nessun commento:
Posta un commento