sabato 29 dicembre 2007

RESOCONTO RSU 28.12.2007

Ciao a tutti/e, si è svolta il giorno 28/12/2007 la riunione del Consiglio dei delegati RSU con all’ O.d.G. il regolamento e le elezioni del Coordinatore e della Commissione Trattante.
Se pur non mi sarà possibile rappresentare in modo esauriente lo svolgimento della riunione, con le sue molteplici articolazioni e letture, cercherò di riportarne, qui di seguito, una sua breve, possibile e fedele sintesi.
La discussione sul regolamento si è svolta attraverso spunti di riflessione e contributi ampi e articolati da parte di molti delegati; questa ha riguardato, sia aspetti formali, che sostanziali: come il ruolo del delegato, del Coordinatore, della Commissione trattante e dello stesso Consiglio delle RSU.
Su alcune questioni si sono registrati consensi e sintonie, mentre su altre questioni saranno necessari ulteriori approfondimenti, prima della sua definitiva approvazione.
Come delegati eletti nella Lista COBAS è stato posta, più volte, l'attenzione sul ruolo, sull’autonomia del Consiglio dei delegati, sul ruolo e l'autonomia stessa del delegato, e sul rispetto dei principi e del valore della partecipazione e della democrazia, sia all’interno del Consiglio che nel rapporto con i lavoratori/trici.
Si è poi passati alla discussione e alla votazione del Coordinatore e della Commissione trattante. In realtà più di una discussione si è trattata di una " comunicazione ", in quanto era comunicata da Alfonsi la "proposta" d’Eugenio Bellomo come Coordinatore. Tale proposta veniva presentata senza un minimo di ragionamento, senza neanche esprimere un’analisi, una valutazione complessiva, un punto di vista, e senza, peraltro, presentare una proposta sulla Commissione trattante. Si chiedeva, in sostanza, ai delegati un pronunciamento secco e una votazione esclusivamente sulla proposta del Coordinatore.
Conoscendo quale dinamiche avevano portato a tale decisione, ho espresso alcune perplessità: dichiarando che era necessario uscire dai formalismi e dalle ipocrisie, e giungere ad un confronto franco ed esplicito sulle proposte, sulle scelte e sui criteri adottati. Dopo questo invito e questo necessaria sollecitazione, Giovanni Alfonsi comunicava che la decisione era stata presa dall'Organizzazione di maggioranza, per l'appunto la CGIL.
Tenendo conto di questa dichiarazione facevo presente che se per l'appunto era stata presa una decisione dall' Organizzazione suddetta, questa non poteva non aver formulato anche una proposta più complessiva che riguardasse criteri e composizione della Commissione trattante.
Veniva, pertanto, richiesto, di portare a conoscenza dei delegati, prima della votazione stessa, l’insieme delle proposte e delle decisioni prese. A questo punto lo stesso Giovanni Alfonsi formulava tutta la "PROPOSTA" indicando oltre al Coordinatore anche i nomi degli altri componenti CGIL per la Commissione trattante, ed è a questo punto che anche CISL e UIL, seccamente, avanzavano le loro rispettive proposte indicando ciascuna il suo “ pacchetto “ di proposte nominative.
Appariva oramai chiaro il quadro d'insieme e l'intento di CGIL, CISL e UIL che, stretti in una ferrea logica di schieramento, e chiusi dentro un desolante, imbarazzante e mortificante silenzio, si blindavano senza accennare e rivolgere un pur minimo ragionamento all'insieme dei delegati RSU escludendo, così, di fatto, le altre realtà sindacali e gli altri delegati dalla Commissione trattante, vanificando così, anche, lo stesso lavoro svolto sul regolamento, rendendolo in questo modo solo un mero atto formale.
La proposta veniva a questo punto messa ai voti. Come delegati eletti nella Lista COBAS, pur esprimendo stima ed apprezzamento ad Eugenio Bellomo decidevamo di astenerci.
Certamente non siamo stupiti, sorpresi di questo atteggiamento, ma indignati sì, perché pensiamo che in questo modo siano stati feriti e mortificati quei principi e quei valori di rappresentanza, rappresentatività e democrazia che tutti a parole dichiarano di voler affermare e difendere, ma nei fatti, invece, vengono affossati e cancellati in modo irreversibile e definitivo da scelte e comportamenti che fanno spregio delle più elementari norme di democrazia.
Pensiamo che non si risponda in questo modo alla crisi di rappresentanza e rappresentatività sociale, culturale e politica che investe tutti/e; che, così facendo, non ci saranno “ vincitori “ perché ad essere sconfitti/e saranno proprio coloro che, si dichiara di voler rappresentare, coloro ai quali si è chiamati a dare voce, rappresentanza e potere: i lavoratori, le lavoratrici, l’intero mondo dei lavori.
La nostra proposta, quella che è stata rappresentata alla riunione, pensiamo, poteva raccogliere e rappresentare al meglio l’insieme delle energie, delle posizioni, delle realtà, delle culture presenti ed espresse con il voto da tutti i lavoratori/trici, all’interno dello stesso Consiglio dei delegati. Essere una sintesi “ Altra”, quella cioè che la commissione trattante fosse composta da tutte le componenti ed espressioni presenti.
Quale sarebbe stato il problema? Si dice, si dichiara che, la stessa Commissione è solo un organo esecutivo di decisioni, prese nel Consiglio dei delegati: non era più opportuno, più qualificante, sicuramente più democratico che, la stessa Commissione fosse espressione di tutte le realtà presenti???! Al dì là di ciò che si dice e si dichiara si vuole dare alla Commissione un Potere diverso? Più “ Politico “?
Una cosa, pensiamo, sia il senso d’appartenenza ad un’Organizzazione, altra è quella di rispondere e corrispondere alle logiche esclusive e alle volontà d’apparato, alle scelte e alle decisioni delle gerarchie sindacali e di potere che hanno il solo intento e il solo scopo nell’emarginare, isolare e reprimere ogni voce critica e idea “ altra “ dell’essere e dell’agire sindacale.
Come delegati della Lista COBAS eletti nelle R.S.U. confermiamo e rafforziamo il nostro impegno nel cercare di dar voce alle istanze, ai bisogni, ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, alle loro condizioni di vita e di lavoro, nella difesa e nella valorizzazione dei Servizi Pubblici per affermare il principio del diritto alla salute di ogni cittadino/a come bene d’uso non mercificabile.
Ad Eugenio Bellomo va il sincero ed affettuoso augurio di buon lavoro garantendogli , sin da ora, l’impegno, il contributo di idee, di proposte e di iniziative di tutti i delegati/e eletti nella Lista COBAS.

Un caro saluto a tutti/e ed un grande, sincero Augurio per l’ ann0 nuovo.
p. la Lista COBAS
Cesare Morra

29/12/2007

sabato 15 dicembre 2007

INFORMAZIONE SU RSU AUSL RM D

Ciao a tutti/e, oggi si è svolta la prima riunione del Consiglio dei delegati R.S.U., come delegati eletti nella Lista COBAS abbiamo rappresentato, quello che, secondo noi, dovrà essere il ruolo, la funzione che le suddette rappresentanze devono avere e svolgere. Sappiamo che i problemi e le questioni da affrontare e rappresentare sono complesse e difficili, che le stesse soluzioni, in questa realtà data, sono lontane, forse irraggiungibili, ma il compito, il dovere che tutti noi abbiamo di fronte, è quello di dare voce, rappresentanza e forza ai lavoratori/trici, alle loro condizioni di vita e di lavoro sempre più difficili e precarie dentro un percorso di democrazia partecipata che, come delegati eletti nella lista COBAS, porteremo, con i nostri limiti, le nostre difficoltà, sempre e comunque avanti . Certemente essendo la prima riunione non si è scesi nel merito dei singoli problemi, ma alcune cose sono state rappresentate e ci si è trovati d'accordo ad affrontarle subito. Queste riguardano il confronto diretto e continuo con i lavoratori/trici, in ogni realtà, attraverso incontri e assemblee, la questione preminente dei lavoratori sospesi, dove si è deciso di assumere e rendere pubblica, come R. S. U., la la lettera, inviata al Direttore Generale dove si chiedeva la riammissione in servizio dei lavoratori/trici sospesi; l'altra riguarda la decisione assurda e vergognasa, portata avanti dalla Responsabile Amministrativa dell 'Ospedale G.B. Grassi , Dr.ssa Savina, di negare, di fatto, il diritto alla mensa ai lavoratori/trici. A tale proposito si è deciso di chiedere un incontro urgente per chiedere il ritiro di tale disposizione ed il rispetto della normativa vigente. Pensiamo che dare l'informazione ai lavoratori/trici di quanto, ogni volta, avviene è un compito che sentiamo utile ed importante, ci affidiamo anche alla vostra disponibilità e collaborazione per estendere, tramite bacheche, volantini, e- mail, ecc. le informazioni e le comunicazioni che vi inoltriamo. Vi si chiede solo di scusarci se, a volte, per il poco tempo e la tempestività con la quale si intende informarvi, possano riscontrarsi errori di forma e di ortografia.....Vi invio, in allegato, il comunicato che è stato oggi inviati agli organi d'informazione e che, con il vostro contributo speriamo che arrivi dovunque e a ciascun lavoratore/trice. Un caro saluto, Cesare

venerdì 14 dicembre 2007

COMUNICATO 14 DICEMBRE

COBAS AUSL RM D
COMUNICATO

Continua a persistere nell’Azienda USL Roma D, nelle varie e diverse articolazioni, un atteggiamento dispotico ed arrogante, non sapremmo come altro definire i comportamenti nei confronti degli operatori, dei Rappresentanti Sindacali Unitari (RSU) eletti democraticamente.
Pensiamo che, da tempo, all’interno dell’Azienda ci sia una “cappa” che soffoca ed opprime, e che si registra, si manifesta nel clima di preoccupazione, se non di vero timore che c’è nell’esprimersi, e ad esprimere liberamente ogni forma di critica e/o di dissenso o anche un’idea, un pensiero “altri “, che è cosa ben diversa da un normale riserbo e ponderatezza che ognuno/a deve tenere in un servizio pubblico e sensibile come il nostro.
Qualcuno può sostenere che non è cosi..?
Provate a chiedere ad “ interrogare”, ad “ indagare “ la realtà che ci circonda, i lavoratori/trici, che la sentono, la vivono, ogni giorno, sulla propria pelle. Certo, ciò è dovuto, anche, al clima che si vive nel paese e più in generale nell’intero mondo, ciò, crediamo, investe quel vuoto di rappresentanza e rappresentatività sociale, culturale e politica che fa sentire soli, quella solitudine e quell’isolamento che hanno incontrato anche gli operai morti nella tragedia di Torino.
Per questo denunciamo, con forza quei comportamenti e quelle scelte, pretestuose, strumentali e contraddittorie, altroché illogiche, che hanno solo lo scopo di cercare di emarginare ed isolare le voci libere e critiche. Come quelli adottati, in questi giorni, dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione, il quale, in data 12 c.m. invia una nota Prot. n° 97354 alla Dirigente della Medicina Preventiva con la quale “ordina” il trasferimento, di “persone” e cose, dalla Sede di Casal Bernocchi ad Ostia Lido, nella struttura del S.Agostino ”togliendo di mezzo”, in questo modo, il delegato della Lista COBAS eletto nelle R.S.U., Cesare Morra.
Questo Dirigente, peraltro, dovrebbe sapere che l’organizzazione degli uffici, e le attività amministrative, sociali e sanitarie è materia di confronto con le parti sociali e sindacali, e che, i delegati sindacali avrebbero, almeno, il diritto ad essere informati.
Si pensa che il coinvolgimento, la partecipazione degli operatori, direttamente coinvolti nelle prestazioni, nel funzionamento delle attività, amministrative, sociali e sanitarie, nell’efficacia degli uffici, dei servizi, dei reparti che sono impegnati ogni giorno, tra molti disagi e difficoltà, nel cercare di garantire un’assistenza umana e dignitosa ai cittadini, non abbiano nessuna voce in capitolo nel campo della salute e nella gestione di un’Azienda sanitaria, come in un vecchio autobus, in cui vicino all’autista c’è scritto “non parlate al conducente”??!!!
Esprimiamo, pertanto, piena adesione e condivisione con quanto espresso nella lettera del 11 c.m. prot.. n° 96881 a firma di quattro delegati RSU della struttura di Casalbernocchi, sulla situazione della Medicina Preventiva.
Sottolineiamo e ribadiamo quanto già espresso nel nostro comunicato: “Stranezze o Nefandezze” del 10 c.m. dove affermavamo: come mai all’emergenza determinatasi per la chiusura dei locali del Centro Salute Mentale di Ostia, da oltre tre settimane, agli operatori, ai familiari ed agli utenti si è risposto che il S.Agostino era inagibile, costringendo il CSM ad essere “ospitato” in due stanze del Centro Diurno di Via Tagaste, con grave disagio per gli utenti e per gli operatori, mentre, oggi, apprendiamo che ad un Dirigente delle Medicina Preventiva si “chiede” di individuare le stanze ubicate al 1° piano della struttura” del S.Agostino? Inoltre, non si configura, così, un inutile spreco di risorse pubbliche? Ci credete così stupidi, volete stancarci, isolarci, impaurirci…?!!!
Le ragioni, le idee che ci hanno spinto e ci guidano non sono una merce, ma rispondono a quell’esigenza, quel bisogno e desiderio di cambiamento che noi, con forza, cercheremo, Sempre, di rappresentare.….!
Roma 14.12.2007
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mercoledì 12 dicembre 2007

PUBBLICHIAMO QUESTA POESIA SCRITTA DA "PASQUINO" DEDICATA A TUTTI QUELLI CHE LOTTANO PER LA DIGNITA' DEL LAVORO


Pè piacè a sta direzione
nun devi dì la tua opinione
Nun poi reclamà nessun diritto
sinnò esasperi er conflitto
Si ja risurta na convenienza
t’arisparmieno co pazienza
Finchè fai commodo ar sistema
nun ce sta nessun probblema
Si c’hai quarcosa da rimostrà
sai poi cosa t’hai da aspettà?
Che pe n’urgente accadimento
t’ariva n’ber trasferimento
Si tanto tanto hai esagerato
hai da esse allontanato
E si nun te dai na seria carmata
t’ariva poi n’antra stangata
Si poi vai avanti ad oltranza
nun ce sta proprio speranza!
E’ per caso n’grave ortraggio
potè parlà co coraggio?
Su a libertà de pensiero
dovemo chiede n’ ministero?
Nun è chi è privo de coscienza
che vò crea a divergenza
Nun è chi nun c’ha certi valori
che vo aumentà li dissapori
E si a favella nun l’abbandona
è perché nun sta stretto a la poltrona
E si insiste arditamente
è che rivendica apertamente:
de mantenè a libertà
de lavorà co dignità!




Pasquino

martedì 11 dicembre 2007

PUBBLICHIAMO LA NOTA DI ALCUNI DELEGATI RSU


R
S
U
aazienda
AZIENDA USL ROMA D







Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Dr. Agostino Sorce
Al Dirigente Medico della Medicina Preventiva
Dr.ssa Patrizia Grammatico
e,p.c. Al Direttore Generale dell’ Azienda USL Roma D
Dr.ssa Giuseppina Gabriele
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr. Maurizio Rango
Al Direttore Amministrativo Aziendale
Dr. Antonio Scuteri

Oggetto: situazione Medicina Preventiva Sede Casal Bernocchi.


Si è venuti a conoscenza, per vie informali, di un eventuale trasferimento degli uffici della Medicina Preventiva, attualmente collocati al IV piano della Sede Aziendale di Via Casal Bernocchi, presso la struttura S. Agostino; Considerato che detti uffici sono stati trasferiti dal II piano, solo pochi mesi fa, ( agosto 2007 ) peraltro, con spostamenti ripetuti delle stanze, sempre dall’interno della Sede della Direzione Aziendale;
Tenuto conto che il S. Agostino è stato ritenuto inagibile dalla parte Aziendale e prossimo alla chiusura, con il conseguente trasferimento di tutte le attività, ivi esistenti, presso altre strutture, in attesa dei lavori di ristrutturazione previsti;
Tenuto conto, inoltre, delle gravi difficoltà allocative dei servizi e strutture della AUSL RM/D, ed in particolar modo del 2° Distretto, con le problematiche relative all’individuazione di locali adeguati per il CSM, e che tali, oggettive difficoltà e disagi si aggraveranno in seguito al rilascio e alla conseguente sistemazione degli uffici e dei servizi allocati presso i locali di Lungomare Paolo Toscanelli, 72 e in previsione, anche di quelli allocati presso Via Paolini, con i preventivati lavori di ristrutturazione e di messa a norma della struttura stessa;
Considerato che tale eventuale decisione arrecherebbe disagio e difficoltà, se non veri e propri disservizi alle attività, in essere, della Medicina Preventiva, come l’imminente avvio del Programma di Screening del Colon retto e la Campagna contro il Tabagismo per le quali sono stati già inviati ed ancora in fase di spedizione le informazioni ( locandine, depliant, documentazione ) e gli inviti e le successive risposte, con l’indicazione dei recapiti e riferimenti del Servizio suddetto:
Si chiede di conoscere le ragioni ed i criteri di tale eventuale ipotesi di trasferimento.
Si coglie, infine, l’occasione per far presente che un eventuale trasferimento, riguarderebbe il personale ivi presente, di cui una unità CPSI con riconoscimento dei diritti e benefici riguardanti la L.104/92, ed un’altra, Assistente amministrativo, attualmente eletto come delegato sindacale e quindi soggetto al rispetto delle tutele e dei diritti sindacali.
Certi di un sollecito riscontro si inviano cordiali saluti.

11/12/2007
Prot. n° 96881



I Delegati R.S.U.
Alvaro Bigari
Cesare Morra
Antonio Nocera
Gianni Valeri










lunedì 10 dicembre 2007

COMUNICATO 10.12.2007

STRANEZZE O NEFANDEZZE NELLA NOSTRA AUSL?
Conosciamo tutti le gravi difficoltà allocative dei servizi della AUSL ed in particolare del secondo distretto, per esempio da diverse settimane il CSM di Via delle Sirene ad Ostia è senza sede; tra le varie ipotesi alternative prese in considerazione per reperire nuovi locali è stata considerata l’ipotesi di appoggiarsi temporaneamente presso i locali del S.Agostino; questa ipotesi si è dovuta abbandonare poiché è stato riferito da parte Aziendale che tale struttura è inagibile e in corso di svuotamento per consentirne i lavori di restauro. Oggi veniamo a conoscenza udite, udite dell’ impellente necessità di trasferire il servizio di Medicina Preventiva attualmente allocato in due stanze a Casalbernocchi proprio al S.Agostino.
Ma non sarà perché il capolista della lista COBAS lavora proprio in quella struttura e si cerca così di emarginare, isolare le voci critiche esistenti all’interno della Sede di Casalbernocchi, struttura dove per altro i COBAS sono il secondo sindacato dopo la CISL? Noi non abbiamo nessun problema ad accettare miglioramenti nell’allocazione ed organizzazione di Uffici, Aree, Servizi, Dipartimenti se questi sono rivolte al miglioramento quantitativo e qualitativo nei confronti dei cittadini utenti ma denunciamo e respingiamo con forza i tentativi pretestuosi e strumentali rivolti a colpire, anche indirettamente, i diritti e le tutele dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali.
Roma 10.12.2007 Lista COBAS RM D

VOLANTINO ASSEMBLEA COSTITUTIVA COBAS

”…che cos’è un ciclo di lavorazione? Un cottimo cos’è,quel fragore…? E le macchine…”
Da “Una visita in fabbrica” di Vittorio Sereni . In ricordo degli operai morti di Torino.
12 DICEMBRE 2007 ORE 17,30 ASSEMBLEA COSTITUZIONE COBAS NELLA AUSL RM D PRESSO LA SALA DELLA TORRETTA A PIAZZA CAPELVENERE DI FRONTE ALLA FERMATA “ACILIA” DEL TRENINO ROMA-LIDO
UN GRAZIE A COLORO CHE CI SONO STATI VICINI E CI HANNO SOSTENUTO IN VARIO MODO ED AI LAVORATORI CHE CI HANNO VOTATO PERMETTENDO DI OTTENERE 137 VOTI E TRE DELEGATI, Cesare MORRA- Antonio NOCERA- Gilda BOSCO, NELLA RSU DELLA AUSL RM D.
COME DICEVAMO LA PARTECIPAZIONE ALLE ELEZIONI SAREBBE STATO UN PRIMO APPUNTAMENTO, IL CUI RISULTATO, LA VERA NOVITÀ, IN QUESTE ELEZIONI, NELLA NOSTRA AZIENDA, CI LUSINGA E CI CARICA NELLO STESSO TEMPO DI RESPONSABILITÀ. IL SECONDO E’ ORA QUELLO DI COSTITUIRE FORMALMENTE LA STRUTTURA COBAS CERCANDO DI RACCOGLIERE LE ADESIONI INDIVIDUALI TRA LE LAVORATRICI E I LAVORATORI CHE SI SENTONO VICINO E SI RICONOSCONO IN QUESTO PERCORSO E PROCESSO CHE CONSIDERIAMO DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E DI VALORIZZAZIONE DI OGNUNO/A SECONDO LE PROPRIE POSSIBILITÀ E DESIDERI METTENDOSI IN RELAZIONE PARITARIA E CONDIVISA PER COSTRUIRE MAGGIORE UNITÀ E FORZA.
…Da ognuno quel che può, da ognuno quel che sa…..!
Riportiamo stralci dall’art.1-2 dello STATUTO COBAS SANITA’, RICERCA E UNIVERSITA’ “…L’ASSOCIAZIONE NON HA FINI DI LUCRO ED È APERTA A TUTTI I LAVORATORI DIPENDENTI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE E DEI SETTORI DELL’UNIVERSITA’ E RICERCA,IN SERVIZIO E PENSIONATI,E A TUTTI COLORO,CHE PUR NON ESSENDONE DIPENDENTI,CONDIVIDONO GLI SCOPI DELL’ASSOCIAZIONE CONTENUTI NEL PRESENTE STATUTO…HA COME SCOPO SOCIALE E RAGIONE D’ESSERE LA DIFESA ED IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI VIA E DI LAVORO DI TUTTI I DIPENDENTI,ALL’INTERNO DEL PIÙ VASTO CONTESTO DEL LAVORO PUBBLICO E PRIVATO ,NONCHÉ LA DIFESA ED IL MIGLIORAMENTO DELL’ASSISTENZA SANITARIA PUBBLICA,ELABORANDO PROGETTI DI DIFFUSIONE DI CULTURE E DI SAPERI ALTERNATIVI CHE CONTRIBUISCONO ALLO SVILUPPO DI UNA RICERCA AL DI FUORI DELLE LEGGI DI MERCATO E DI UNA CONOSCENZA CRITICA DELA SOCIETA’ IN CUI VIVIAMO. …L’ASSOCIAZIONE SI RICONOSCE NELLA DECISA VOLONTA’ DI AFFERMARE IL DIRITTO DI OGNI INDIVIDUO AL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI ESSENZIALI IRRINUNCIABILI: LAVORO,CASA,STUDIO,SALUTE,DIVERSITA’,CON LA CONVINZIONE CHE CIO’ DEBBA ESSERE GARANTITO DALLA COLLETTIVITA’ NELLO SPIRITO DI SOLIDARIETA’…”.
La quota che si paga iscrivendosi è di 0,5% mensili della paga base, il 50% di questa cifra rimane per le spese del nostro cobas locale e che rendiconteremo periodicamente e puntualmente;cominciamo per le spese per la partecipazione alle elezioni RSU che sono state per due volantini di duemila copie ciascuno:uno pagato dal COBAS nazionale ed uno il cui costo è stato 250,00€ da una sottoscrizione tra noi lavoratori.
VOI POTETE COMPERARE IL LAVORO DI UN UOMO, LA SUA PRESENZA FISICA IN UN DETERMINATO LUOGO, POTETE COMPERARE ANCHE UN DETERMINATO NUMERO DI ABILI MOVIMENTI MUSCOLARI PER UN’ ORA O PER UN GIORNO, MA NON POTETE COMPERARE L’ENTUSIASMO, LA LEALTA’, LA DEVOZIONE DEL CUORE, DELLA MENTE E DELL’ANIMO.QUESTE COSE VE LE DOVETE MERITARE. Clarence Francis
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venerdì 7 dicembre 2007

COMUNICAZIONE

GIORNO 12 DICEMBRE 2007 ORE 17,30 ASSEMBLEA COSTITUTIVA COBAS AUSL RM D PRESSO LA SALA TORRETTA A PIAZZA CAPELVENERE AD ACILIA

COMUNICAZIONE

COMUNICATO
Sono trascorsi diversi giorni dalle elezioni per il rinnovo delle R.S.U. e i delegati/e eletti/e non hanno ancora avuto modo di riunirsi per svolgere quel ruolo per il quale sono stati scelti: cercare di rappresentare il disagio, il malessere, le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori/trici; affrontare le problematiche e le criticità dei servizi socio – sanitari in rapporto al bisogno e al diritto di salute di ogni cittadino. Questioni che richiederebbero, senza nascondersi dietro inesistenti aspetti formali, se non l’urgenza, almeno la dovuta attenzione e il rispetto verso tutti/e coloro che hanno, con il voto, espresso e rappresentato un bisogno, un desiderio di cambiamento, una volontà di esserci e di contare. Basterebbe che le sigle “maggiormente rappresentative”; quelle che hanno raggiunto il maggior numero di voti, quelle firmatarie di accordi ad ogni livello, attraverso il delegato più anziano o quello che ha ricevuto più voti….insomma qualcuno…. che senta il dovere morale, politico, etico di comprendere che non si può perdere tempo, che non si possono creare “vuoti”: indicando una data, prima delle feste natalizie, per la convocazione della prima riunione dei delegati/e eletti. Un primo incontro, utile, per iniziare a conoscersi, per parlare e ragionare insieme sulle cose da fare.
Non vorremmo pensar male, o forse, come qualcuno ha detto, a pensar male, peccato si fa, ma a volte ci si indovina che, tutto è “ fermo” in attesa che le gerarchie, gli apparati, i vertici sindacali definiscano, predeterminando, “nuovi assetti” e “nuovi equilibri ”, magari con lo scopo, l’intento di “emarginare”, isolare, “far fuori” chi e coloro non rispondono e corrispondono a nessun equilibrio e/o cordata, chi rifiuta e rifiuterà ogni gioco e giochetto di Potere, che ostacolerà e si opporrà ad ogni collateralismo Aziendale, alle logiche spartitorie e clientelari che hanno, da troppo tempo, contraddistinto e condizionato l’essere e l’agire sindacale. Facciamo appello a ciascun delegato/a, ai lavoratori/trici perché sia affermata in ogni realtà lavorativa, in ogni Sede e Istanza Sindacale l’autonomia, la libertà e la dignità delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, lavorando liberamente per promuovere scelte, iniziative, comportamenti per una elaborazione autonoma, per linguaggi e percorsi condivisi di democrazia e partecipazione. A tutto, e per tutto, questo la Lista COBAS impegnerà e dedicherà ogni energia e tutto il proprio impegno segnalando, denunciando ai lavoratori/trici ogni atteggiamento dilatorio, scelta e comportamento che ostacolerà, lederà e comprometterà la crescita, lo sviluppo di una reale, libera, autonoma rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici tutti/e.
Un caro saluto.
05/12/2007
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sabato 1 dicembre 2007

COMUNICAZIONE RIUNIONE 4.12.2007 ORE 17,00

COME ANNUNCIATO CONTINUA L’IMPEGNO PER COSTITUIRE IL COBAS NELLA AUSL RM D
STIAMO PREPARANDO INFATTI L’ASSEMBLEA PUBBLICA DI COSTITUZIONE CHE SI SVOLGERA’ PRIMA DI NATALE.
PROSSIMA RIUNIONE GIORNO 4.12.2007 0RE 17
SAREMO OSPITATI PRESSO L’UFFICIO ALLA PARTECIPAZIONE DEL 13° MUNICIPIO DEL COMUNE DI ROMA CHE SI TROVA PRESSO L’URP DI ACILIA A PIAZZA CAPELVENERE DI FRONTE ALLA FERMATA STAZIONE DI ACILIA DEL TRENO ROMA-LIDO
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venerdì 23 novembre 2007

RISULTATO ELEZIONE RSU NELLA AUSL RM D PRIMO COMUNICATO

Ciao a tutti/e, si sono svolti, ieri 22/11/2007 gli scrutini di voto per le elezioni delle R.S.U., siamo lieti di comunicare il risultato ottenuto dalla Lista COBAS: 137 voti e 3 delegati eletti. E' un risultato che non vogliamo e ci sentiamo di enfatizzare, ma è certamente importante,forse la vera novità di queste elezioni, considerato che è la prima volta che questa lista si presenta nell' Azienda USL RM/D e che le condizioni nelle quali ci siamo trovati a lavorare non erano sicuramente facili, basti pensare che abbiamo iniziato questo percorso solo due mesi fa e che l'agibilità e i mezzi che abbiamo avuto a disposizione sono stati veramente pochi. Avremo certamente bisogno di tempo per leggere, interpretare e analizzare il risultato del voto, un voto che ci conforta, ma che ci riempie di nuovi compiti e responsabilità perchè espressione di un bisogno, di una domanda di partecipazione, di una voglia di contare e di esserci che non possiamo e vogliamo eludere e deludere. Per questo intendiamo e contiamo di proseguire, nella ricerca di un dialogo, di un confronto con i lavoratori/trici, con quelle realtà e quelle energie umane e professionali che sentono l'esigenza di un cambiamento profondo. Manterremo l'appuntamento settimanale cercando di diffondere ed estendere, ogni volta, attraverso tutte le forme ed i mezzi, le comunicazioni e le informazioni. Avremo bisogno di capire, interrogandoci sul significato di questo voto, ma sento di esprimere nel frattempo, sensazioni e pensieri che, anche nella gioia per il risultato, non possono non essere ascoltati ed espressi. Penso che non dobbiamo e non ci possiamo nascondere che, strumenti di democrazia partecipata come l’elezione per le Rappresentanze Sindacali di base Unitarie diventa, per qualcuno, un esercizio del Potere per continuare a comandare, dominare, sottomettere con il solo, unico scopo di difendere il proprio bieco interesse di bottega. Lo fanno in barba ad ogni principio e dignità mercificando ogni cosa: relazioni, consenso, idee, valori e principi, attraverso una Rete, ramificata d’interessi, di tornaconto, complicità e collateralismo e, nell’ infinito intreccio, che è proprio di una Struttura di Potere, affaristico/clientelare; ed è molto amaro dover vedere, assistere che proprio coloro che per primi avrebbero il compito di rappresentare idee, sogni, bisogni di cambiamento e trasformazione della società, siano, invece, i principali responsabili e artefici di quella caduta etica, morale, ideale e politica che sta soffocando e mortificando ogni speranza ed ogni istanza di cambiamento. E’ proprio per contrastare tutto questo che continueremo ad essere ciò che siamo e a dire ciò in cui crediamo attraverso linguaggi e percorsi da condividere...!
Un caro saluto, un abbraccio e un sincero ringraziamento a tutti e a tutte….

p. Lista COBAS
Cesare Morra
I NOSTRI ELETTI SONO CESARE MORRA,ANTONIO NOCERA,GILDA BOSCO
I 27 MEMBRI DELLA RSU SONO COSI' DISTRIBUITI:
CISL 6
COBAS 3
NURSIG UP 1
UIL 4
FIALS 3
CGIL 10

sabato 17 novembre 2007

COMUNICAZIONE

QUASI SICURAMENTE MARTEDI' P.V. CI SARA' L'INCONTRO DI TUTTE LE LISTE CHE SI PRESENTANO ALLE PROSSIME ELEZIONI DELLE RSU NELLA AUSL RM D PER CONCORDARE UNA POSIZIONE COMUNE.RIPORTIAMO QUANTO SCRITTO DA CESARE MORRA.
Vi informo che stiamo cercando di promuovere un incontro, tra tutte le sigle sindacali, per affrontare la questione dei lavoratori sospesi, dall'Azienda USL Roma/D, in seguito all'indagine per la morte, presso il Pronto soccorso dell'Ospedale G.B.Grassi, di un cittadino polacco avvenuta circa due anni fa. Non vogliamo interferire nel procedimento e nell'indagine giudiziaria, che speriamo e chiediamo faccia presto il suo corso, accertando tutta la verità e le eventuali responsabilità, ma pensiamo che, in assenza di comportamenti "attivi "e responsabilità dirette dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti, si possa verificare se esistono le condizioni e le possibilità per chiedere la revoca del provvedimento di sospensione, tenuto conto che una sentenza definitiva richiede tempi, comunque, lunghi e i lavoratori/trici saranno, sino a quel momento, con la metà dello stipendio. Auspichiamo, e per ciò lavoreremo, affinché una presa di posizione di tutte le sigle sindacali possa divenire ad una soluzione positiva per i lavoratori / trici, senza, per questo, prescindere dai fatti accaduti, ma, anzi, cogliendo, ancora, l'opportunità, che viene, purtroppo, da episodi così gravi, per riflettere e ragionare sulla realtà e sulle condizioni in cui sono costretti ad operare i lavoratori/ trici dei nostri servizi socio - sanitari; condizioni che, spesso, oltre a non garantire la quantità e la qualità delle prestazioni, mettono a rischio la salute e la vita degli stessi cittadini. Un saluto, Cesare
P.S. Per tutti coloro che volessero esprimere un parere e/o prendere posizione su questa vicenda possono mandare un’ e – mail o contattarci personalmente.
17/11/2007

mercoledì 14 novembre 2007

VOLANTINO N 2




ALLE ELEZIONI RSU del 19-22
NOVEMBRE 2007
NELLA AUSL RM D VOTIAMO LA LISTA COBAS

Votare la lista COBAS vuol dire cercare di investire in noi stessi, nella capacità di tornare ad essere protagonisti in prima persona del proprio destino, della propria vita; non sentirsi “costretti” a consegnare a qualcuno una delega in bianco, e diventare, così, spettatori passivi di decisioni e di scelte prese e determinate da altri.

Lo strumento sindacale è una necessità fondamentale dei lavoratori, è uno strumento d’informazione, di confronto e di crescita; è quello strumento che ci consente di creare quei rapporti di forza necessari per affermare e rappresentare le nostre idee, le nostre ragioni, i nostri bisogni, i nostri diritti e le nostre istanze. Viviamo in una società, in un mondo dove, sempre più, domina la logica della guerra, dove sono visibili profonde ingiustizie, povertà, sofferenze; dove lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sulla natura stanno mettendo a rischio la vita stessa del pianeta; dove una parte minoritaria che detiene immense ricchezze, odiosi privilegi, gode, in pratica, di una totale immunità, dentro un sistema blindato a tutela e a difesa della Classe, della Casta dei Dominanti. Tutto ciò a scapito e a svantaggio delle fasce più deboli della società, private e saccheggiate di ogni tutela e di ogni diritto: i Dominati.Meccanismi apparentemente neutri come gli adeguamenti stipendiali calcolati in percentuale comportano un progressivo allargamento della forbice salariale, così, chi ha di più, avrà sempre di più, e chi ha di meno, avrà sempre di meno. In nome di cosa sono stati firmati accordi con aumenti salariali ridicoli cancellando, peraltro,13 mesi di arretrati che stiamo ancora aspettando…???!
In questi anni la storia del movimento sindacale ci ha insegnato che non esistono diritti al di fuori della capacita di conquistarli e difenderli. Purtroppo, oggi, gli strumenti e le forme di rappresentanza delle nostre istanze hanno finito per dedicare maggior impegno nel difendere e sostenere gli interessi degli apparati politico/sindacali, finendo così per trasformarsi in meri carrozzoni consociativi e autoreferenziali.Noi crediamo che è solo attraverso una partecipazione attiva, un confronto costante, una pratica sociale ed umana “altra” nei posti di lavoro, nel territorio in cui si vive, nel cercare di essere e divenire comunità, che si possano creare le premesse e le condizioni da cui ripartire, per determinare dei cambiamenti reali nelle condizioni di vita e di lavoro di ciascuno e ciascuna di noi. La possibilità stessa per rimettere in discussione, per ripensare e ridisegnare non solo l’organizzazione del lavoro, ma l’intero sistema di relazioni umane e sociali, i tempi e i modi stessi della vita delle persone, per una diversa qualità del vivere. Pensiamo, che una importante affermazione della LISTA COBAS in queste elezioni, possa essere e rappresentare un punto di partenza. Il nostro impegno, il nostro programma saranno quelli di cercare di costituire una rete capillare di confronto e di rappresentanza con tutte le realtà che sono all’interno della nostra Azienda, con gli strumenti che saremo in grado di utilizzare, cercando, nel contempo, di stimolare il dialogo ed il confronto con l’insieme delle realtà che vivono ed operano nel territorio della ASL Roma D.
Siamo convinti che con il confronto, la partecipazione, la pratica costante della democrazia, attraverso l’ incontro tra percorsi ed esperienze diverse e la ricerca costante di unità tra i lavoratori del Servizio Sanitario Pubblico e gli utenti, sia possibile ritrovare e ripensare il senso e la passione di un diverso agire, la possibilità, stessa, di realizzare quel cambiamento, quella società solidale capace di rendere migliore la nostra vita.E’ QUESTA LA NOSTRA SCOMMESSA, QUESTO SARA’ IL NOSTRO IMPEGNO per:
contratti che rispettino le naturali scadenze e per un recupero salariale vero, contro ogni forma di triennalizzazione;
il ripristino di un meccanismo automatico di adeguamento degli stipendi al costo reale della vita;
l’eliminazione del lavoro precario e atipico nelle pubbliche amministrazioni, per un’effettiva assunzione dei lavoratori e lavoratrici precari esistenti;
il superamento del blocco delle assunzioni e l’adeguamento degli organici;
il potenziamento delle strutture e dei servizi socio - sanitari territoriali ( Consultori, TSMREE, DSM, CAD, SERT ) e l’avvio di reali processi di integrazione socio- sanitaria;
Indagini di settore per verificare la funzionalità, l’efficienza, l’efficacia e l’organizzazione degli uffici e delle strutture socio-sanitarie, i carichi e la distribuzione del lavoro;
realizzare Relazioni Sindacali in grado di ridefinire un sistema di regole che diano certezza del diritto e trasparenza circa i trasferimenti, gli incarichi e le assegnazioni e la gestione del personale, l’applicazione ed il rispetto delle normative contrattuali;
verifica, trasparenza ed equità nell’applicazione degli Istituti di Incentivazione;
il superamento delle consulenze fittizie e il ricorso agli appalti per coprire i vuoti in organico del personale infermieristico ed ausiliario, per la valorizzazione delle risorse umane e professionali esistenti;
rispetto delle norme che disciplinano l’utilizzo del lavoro straordinario, che non può e non deve essere utilizzato come fattore di programmazione e organizzazione del lavoro e, quando questo viene svolto, deve sempre, essere remunerato; eventuali recuperi possono essere effettuati solo ed esclusivamente su richiesta del lavoratore;
il rinnovo ed una maggiore democrazia e trasparenza nella gestione degli Organismi Sociali, che, ricordiamo, appartengono ai lavoratori, perché, da loro, sono finanziati;
il rafforzamento e piena applicazione del sistema di prevenzione previsto dalla 626/94 (sicurezza sul posto di lavoro) ;
libertà di assemblea e uguali diritti sindacali per tutte le Organizzazioni sindacali e per i lavoratori/trici.
CONTRO
lo smantellamento dei Servizi Pubblici e contro le strategie, le scelte della Regione Lazio e delle Direzioni della AUSL che determinano il depotenziamento, la dequalificazione dei presidi ospedalieri:G.B.Grassi e CPO (già sottodimensionati alle esigenze del territorio) con trasferimento di operatori e attività a vantaggio delle strutture private convenzionate (vedi Luigi Di Liegro),in una zona con la più alta concentrazione di posti letto ospedalieri d’Europa ( S. Camillo, Spallanzani, Forlanini).I NOSTRI E VOSTRI CANDIDATI:
1. MORRA
CESARE
AMMINISTRATIVO
2. AMMATURO
SOFIA
C.P.S.OSTETRICA
3. BOSCO
GILDA
C.P.S.INFERMIERE E.
4. COSENTINO
FULVIA
C.P.S.INFERMIERE
5. LINETTI
LUCILLA
C.P.S.INFERMIERE
6. MANUCCI
DANIELA
AMMINISTRATIVA
7. MAZZARELLA
LAURA
C.P.S.INFERMIERE
8. NOCERA
ANTONIO
AMMINISTRATIVO
9. PIERMATTEI
IVANO
C.P.S.INFERMIERE
10.SANTOPIETRO
SANDRO
C.P.S.INFERMIERE
11.ZOLITO
MARINA
C.P.ASSIST.E SOCIALE

SI POSSONO DARE DUE PREFERENZE
Per contatti e-mail: listacobasrmd@gmail.com

domenica 11 novembre 2007

Comunicato sullo sciopero del sindacalismo di base il 9 c.m.

Comunicato-stampa


9 NOVEMBRE: SCIOPERO E CORTEI OLTRE LE PIU' ROSEE PREVISIONI


Eravamo fiduciosi che lo sciopero generale e generalizzato di oggi e i cortei in 32 città avrebbero dato buoni risultati: ma la realtà è andata oltre le nostre più rosee previsioni. Gli scioperanti nei principali comparti del lavoro pubblico e privato hanno abbondantemente superato i due milioni: ma tantissimi precari, che operano in situazioni ove è difficile quantificare con precisione, si sono aggiunti allo sciopero. In piazza più di quattrocentomila lavoratori/trici, precari e studenti hanno affollato i cortei, con presenze particolarmente rilevanti a Roma e Milano dove si sono superate le 50 mila persone. I trasporti urbani nelle principali città sono rimasti bloccati con punte del 70% e medie intorno al 50%. Bloccato l'aereoporto di Roma e gravi difficoltà per il traffico di altri aereoporti nonchè a quello ferroviaro. Nelle più importanti città il 50% delle scuole non ha funzionato o ha visto presenze minime al lavoro. Buoni i risultati negli ospedali, nel pubblico impiego in generale e in tante e importanti fabbriche (quelle del gruppo Fiat in primo luogo). Ma tante presenze studentesche, di migranti e movimenti per la casa nei cortei e la massiccia partecipazione dei precari dei Centri sociali dimostrano che questo sciopero ha unito giovani e meno giovani, lavoratori relativamente stabili e precari, stanziali e migranti in una corale protesta contro le politiche economiche, sociali e securitarie del governo Prodi. I Cobas e gli altri sindacati di base come Cub e SdL sono stati il fulcro della protesta per cancellare il Protocollo del 23 luglio che massacra il sistema pensionistico e rende permanente la precarietà del lavoro; per abrogare la legge 30 e il pacchetto Treu; contro la Finanziaria, che dà soldi solo al padronato, e la politica economico-sociale del governo Prodi; per il diritto al lavoro stabile e al reddito; per difendere e potenziare la scuola, la sanità e i servizi sociali pubblici; per il taglio drastico delle spese militari; contro le politiche securitarie, li decreto nazistoide "anti-romeni e anti-rom", il razzismo e la xenofobia; per dire no al monopolio Cgil-Cisl-Uil sui diritti sindacali e per la democrazia nei luoghi di lavoro. Il monito ad un governo che pratica il berlusconismo senza Berlusconi è fortissimo. Ma la lotta non si ferma qui: da domani, unitariamente, concorderemo altre iniziative di protesta che esercitino la massima pressione nei confronti di un Parlamento sordo alle esigenze dei salariati e dei settori popolari e ad un governo che dà soldi solo al padronato e per le spese militari mentre impoverisce sempre più salari e servizi sociali.


Confederazione Cobas

Un articolo interessante tratto dalla Stampa

Rom, qualcosa di sinistra. Un articolo della Stampa
Fabrizio Rondolino
[9 Novembre 2007]
Il «decreto sicurezza» ieri è stato discusso in senato, nelle commissioni giustizia e affari costituzionali. Il centrodestra accusa il governo di avere«annacquato» il decreto sulle espulsioni. «L’estrema sinistra ha vinto la partita del decreto sicurezza», dice il vice coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto secondo il quale «Veltroni ha perso due volte». Ma, anche in questo modo, la disciplina sulle espulsioni solleva parecchi dubbi. Mentre la commissione affari costituzionali [che si pronuncerà entro la prossima settimana] pare, per così dire, meno attenta alle questioni di diritto, la commissione giustizia ieri è stata molto dura, ed entro mercoledì prossimo esprimerà il suo parere. Ad aprire il fuoco di fila degli interventi il senatore Mauro Bulgarelli, che ha criticato «l’amplissima discrezionalità riconosciuta all’amministrazione ed il richiamo ad istituti della Bossi-Fini: si pensava che il governo attualmente in carica li volesse superare e invece vengono invece estesi ai cittadini comunitari». E’ stato poi il turno di Giuseppe Di Lello (di Rifondazione), Felice Casson (dell’Ulivo), Roberto Manzione (del gruppo misto) e dell’ex magistrato milanese Gerardo D’Ambrosio, che ha demolito dal punto di vista del diritto interno e di quello comunitario. Qui pubblichiamo, per dar conto del clima, un pregevole articolo di Fabrizio Rondolino, dal quotidiano torinese La Stampa di oggi.
La politica è fatta di scelte, ma vive di gesti simbolici. Veltroni, il leader della sinistra italiana, anziché suggerire o sollecitare o tollerare che l’inumana favela di Tor di Quinto fosse rasa al suolo, avrebbe dovuto visitarla. Avrebbe dovuto parlare con chi ci abita, fermarcisi una notte, convocare le telecamere e dire agli italiani due cose: come leader del Partito democratico, spiegare che i non-italiani sono tanti e saranno sempre di più, e che è nostro preciso dovere garantire loro condizioni di vita dignitose; come sindaco di Roma, impegnarsi a trovare quanto prima un lavoro e una casa e una scuola per tutti i disgraziati abitanti delle baraccopoli. Che senso ha andare in Africa se non ci si preoccupa delle migliaia di stranieri che vivono come bestie in decine di agglomerati fatiscenti – Forza Italia ne ha contati ottanta – sparsi per Roma? E che senso ha essere e dirsi «di sinistra» se non si condivide e non si pratica l’accoglienza, la tolleranza, l’apertura, la pietà? Non traggano in inganno le parole, che potranno suonare retoriche: siamo talmente assuefatti al cinismo della sopravvivenza quotidiano e ai suoi automatismi, da non conoscere più neppure il lessico della convivenza civile. La questione dei non-italiani è esemplare per molti motivi: ma soprattutto perché è un esempio di come le soluzioni moralmente più ripugnanti – figlie dell’ondata xenofoba di cui siamo vittime e artefici – siano anche le più stupide e inefficaci. In altre parole, la questione dei non-italiani dimostra che etica e politica sono due aspetti di un medesimo progetto – la convivenza umana – e che senza un’etica robusta e condivisa la politica, semplicemente, sbaglia. Sia chiaro: nessuno, quando si parla di «tolleranza», intende quella caricatura che ne fa la destra. È ovvio che le leggi vanno rispettate, che la sicurezza va garantita perché è il fondamenta della libertà, e che chi sbaglia deve pagare. Né il rispetto delle leggi è una concessione, o un privilegio, o un «giro di vite»; è semplicemente, un dovere di tutti, degli italiani e dei non-italiani. Le leggi, a loro volta, non devono contraddire la lettera e lo spirito della Costituzione, e devono essere uguali per tutti. Sono questi i principi dello Stato liberale di diritto, e poiché tutti dicono di condividerli, non resta che4 applicarli con scrupolo e coscienza. Ma il punto non è questo. Forse sarebbe bastato qualche lampione in più per salvare Giovanna Reggiani; forse il decreto del governo – che venga votato o no dalla sinistra radicale, che venga bocciato o no dalla destra – non impedirà un altro assassino di alzare la sua mano omicida. È talmente evidente che il punto è un altro, che fa persino rabbia l’incoscienza con cui i politici si rimpallano le responsabilità, per di più misurando queste «responsabilità» sul numero di espulsioni o di internamenti o di arresti e mai, nemmeno per sbaglio, sulla qualità della convivenza, del rispetto, della dignità reciproca. Proviamo invece a ragionare sulla realtà. Nel 2000, secondo uno studio condotto dal World institute for development economico research delle Nazioni unite, l’1 per cento degli adulti più ricchi del pianeta possedeva da solo il 40 per cento della ricchezza mondiale, e il 10 per cento l’85 per cento; al 50 per cento più povero della popolazione toccava invece lì1 per cento della ricchezza globale. Sono dati ampiamente noti, ed è improbabile che in questi sette anni la situazione sia migliorata. Dunque questo è il nostro mondo, il mondo che abbiamo costruito, il mondo in cui viviamo. Che quella metà del mondo che possiede, tutta insieme, soltanto l’1 per cento delle ricchezze, provi in qualche modo a spostarsi verso quell’area, abitata dal 10 per cento della popolazione, dove si trova l’85 per cento della ricchezza, è del tutto normale. Sarebbe strano che non accadesse. È una specie di legge dei vasi comunicanti. Non abbiamo forse fatto così, noi italiani, partendo per l’America, per l’Australia, per il Belgio, per la Svizzera, per la Germania? E se io desidero mandare mia figlia negli Stati uniti perché abbia una formazione migliore, perché mai un ragazzo magrebino o romeno o senegalese dell’età di mia figlia non dovrebbe desiderare di venire in Italia per provare ad avere una vita migliore? Il pietismo ipocrita con cui mascheriamo la durezza del nostro cuore ci fa parlare di «disperati»: ma chi varca il mare o attraversa il deserto per cominciare una nuova vita è al contrario una persona piena di speranze, proprio come lo saremmo noi se potessimo salpare per un mondo migliore. Tutti coloro che tentano in ogni modo di venire da noi, dunque, hanno il diritto soggettivo di farlo perché coltivano una speranza; e proprio perché coltivano una speranza sono persone ricolme di dignità. Che risposta diamo a queste donne e a questi uomini? La politica [e la sinistra] è prodiga di soluzioni per i criminali, ma non sa dire una parola alle persone perbene, che sono, come in ogni gruppo umano, la grande maggioranza. La nostra ipocrisia non conosce limiti. Multiamo i lavavetri ma non muoviamo un dito per stroncare il traffico indegno di ragazze dell’Est o dell’Africa che vengono quotidianamente deportate, stuprate, percosse e uccise esclusivamente per il nostro piacere, consumato a buon prezzo lungo i viali mentre a casa ci aspetta una famiglia affettuosa. Radiamo al suolo in diretta tv le capanne di lamiera e stracci che hanno ospitato un presunto assassino, e non ci poniamo nemmeno il problema di come hanno vissuto finora i «vicini di casa» come Nicolae Romolus Mailat, e di come vivranno adesso. Coltiviamo a tal punto la paura, da scordarci di avere a che fare con altri esseri umani. È un errore concettuale pensare che esistano ancora le frontiere, i confini, gli stati. Il mondo somiglia a un gigantesco Sudafrica: e cioè una comunità profondamente divisa [un’esigua minoranza bianca e ricca, una stragrande maggioranza «colorata» e povera], e tuttavia costrettala convivere. Giusto o sbagliato, è così. Possiamo imboccare la strada dell’apartheid, per esempio sgomberando le baraccopoli, procedendo a espulsioni di massa, internando chi non è in regola, modificando le leggi, pattugliando le coste, affondando le barche che violano le nostre coste territoriali. Poiché il flusso migratorio non può fermarsi, e dunque non si fermerà, è probabile però che la strada dell’apartheid porti a una progressiva militarizzazione della nostra vita quotidiana, senza che la nostra sicurezza ne risulti accresciuta. Oppure possiamo aprire gli occhi alla realtà e, per esempio, scoprire che gli ideali antichi e le parole dimenticate della sinistra non soltanto hanno un senso, ma addirittura indicano la soluzione oggi più ragionevole, perché più pratica e più efficace. È questo che si vorrebbe da Walter Veltroni: che il capo della sinistra attinga alla grande tradizione di cui oggi è il custode e l’interprete più autorevole per indicare l’unica soluzione compatibile: l’accoglienza, la tolleranza, l’integrazione. Il «buonismo» non c’entra niente, checché ne dica Casini rimproverando quei cattolici che ancora sono capaci di dare un senso concreto alla propria fede: c’entra invece, e molto, l’idea che si possa convivere in pace anziché in guerra. Una terza possibilità non esiste. Agli stranieri che vengono in Italia dobbiamo dare, nei limiti delle nostre possibilità, che peraltro sono molto ampie, un lavoro, una casa, una scuola: dobbiamo dar loro una prospettiva. È giusto, ed è utile. Non è detto che questa strada porti al successo. Nel governare una società complessa, del resto, spesso limitare il danno è già un grande risultato. Nessuno predica la pace universale:sarebbe bella, ma sappiamo che non è possibile. È possibile invece sbagliare, e anzi accade sovente. Ed è anche possibile provare a fare le cose in modo più serio, più giusto, più utile, partendo dalla dignità di ogni singolo essere umano e impegnandosi perché questa dignità dia i suoi frutti. Se la sinistra non fa questo, oggi, subito, a che serve la sinistra?

giovedì 8 novembre 2007

Un pò di storia.Una lettera aperta del 2006 di quattro lavoratori della ausl rm d,tre di questi oggi hanno aderito alla lista COBAS

LETTERA APERTA ALLE LAVORATRICI ED AI LAVORATORI DELLA RM D
Gilda Bosco - Roberto Di Giuseppe - Francesco Donzella - Cesare Morra
…e mentre il saggio indicava la luna, lo stolto guardava il dito…
(antico proverbio cinese)
Ognuno di noi, da ormai diversi mesi, sia pure nella diversità dei ruoli e delle condizioni di lavoro, avverte il forte e profondo senso di disagio che serpeggia tra i lavoratori della ASL RM D. Senza troppi giri di parole, né complicate analisi, possiamo tranquillamente affermare che il motivo principale è uno soltanto:
la delusione e la frustrazione delle speranze suscitate dalla vittoria del centro-sinistra alle elezioni regionali e dal conseguente cambio di guardia nella direzione dell’Azienda.

Noi firmatari di questa lettera ci siamo impegnati duramente ed in prima persona per quella vittoria e siamo oggi altrettanto impegnati, su ogni fronte possibile (a cominciare da quello delle elezioni politiche), al superamento di quella pericolosa malattia infantile della società italiana che Indro Montanelli chiamava “berlusconite”. Proprio questo impegno e la passione con cui lo conduciamo, fa crescere in noi una sensazione di rabbia e d’ingiustizia nel vedere forze e personaggi variamente collocati, sul fronte professionale, politico e sindacale, che guardano con malcelata soddisfazione a questa situazione e che sognano un non lontano ritorno al buon tempo antico, quando tutte le porte dei piani alti dell’Azienda erano loro aperte e le politiche, gli accordi e le carriere si discutevano e si decidevano tra vecchi e buoni amici.
Ci troviamo, noi e tanti altri compagni/e, lavoratori e lavoratrici come noi, in mezzo ad una sorta di fuoco incrociato: da un lato una direzione aziendale, che non sa o non vuole dire “qualcosa di sinistra” perché, al di là di ciò che fa, giusto o sbagliato che sia, in tutte le sue articolazioni non comunica, non spiega, non condivide, agendo in maniera autoritaria ed autoreferenziale ed assumendo iniziative che appaiono del tutto incongruente con ciò che era stato asserito poco tempo prima, suscitando, ovviamente, sconcerto, malumore e confusione; dall’altro quei “nostalgici” di cui si parlava, che sbandierano magari la loro presunta “tecnicità” e/o “apoliticità”, ma che in realtà hanno da sempre una filosofia ben chiara: quella della consociazione, dell’accordo sottobanco, fino al clientelismo e che, almeno fino ad ora, sembrano non essere riusciti a passare e che quindi, com’è ovvio, cercano di soffiare sul malcontento e di suscitare proteste ed agitazioni varie, magari fasulle, com’è accaduto, ma capaci in ogni modo di trovare adeguata eco sui mezzi d’informazione.

Per noi, come ben si capisce, si tratta di una condizione difficile, ma che non ci spaventa. Siamo ben allenati alla lotta e siamo qui a dimostrarlo. Lanciamo un messaggio forte e chiaro a tutti coloro che si sentono vicini a questo nostro sentire: noi siamo il “terzo incomodo” e non ci lasceremo piegare da questo gioco al massacro.

Non permetteremo più che la direzione aziendale, soprattutto nelle sue componenti “generale” e “sanitaria”, continui indisturbata questo suo andazzo autoritario ed accentratore. L’Azienda è un “Bene Comune” che produce Salute. La sua direzione è un onore ed un onere, non un privilegio. Chi si sente troppo stanco o stressato si accomodi. Chi pensa di essere frutto buono per tutte le stagioni sappia che a noi gli “organismi geneticamente modificati” non piacciono e che non siamo disposti a mangiarne. Così come annunciamo ai tanti “furbetti dell’aziendina” che l’epoca del “vogliamoci bene” è terminata. Le lotte fatte “a mezzo stampa”, senza i lavoratori, non saranno più possibili, né accetteremo più in silenzio le lamentazioni di chi, ieri era complice di una gestione feudale e fallimentare ed oggi improvvisamente, si accorge che le cose non vanno.
Per una chiarezza ancora maggiore, indichiamo alcuni punti concreti ed urgenti ma anche utili come esempio. Non troviamo assolutamente giustificabile l’eccesso di attenzione che l’Azienda sta riservando al P.O.I. Portuense (Osp. Di Liegro), struttura di fatto, privata con innesti di pubblico, mentre il G.B. Grassi rischia di giorno in giorno, realmente, la morte per inedia. In questo contesto troviamo semplicemente folle l’incuria mostrata di fronte al problema del Centro Trasfusionale del Grassi stesso, benché la situazione fosse ben conosciuta da mesi e per mesi, si siano moltiplicate da ogni parte, le sollecitazioni a colmare i pesanti buchi di personale, fino all’attuale, drammatica situazione.
Questo ritardo, come quello ancora più vasto e grave circa l’avvio di un serio dibattito sulle dotazioni organiche, apre di fatto le porte al ricorso in “stato di necessità” all’estensione incontrollata del lavoro precario. Si è assistito in silenzio, per anni, alla vergogna di lavoratori privi di ogni tutela e diritto chiamati a svolgere le identiche nostre mansioni.

E’ tempo di costruire un grande NO a questa situazione.

Ci lascia, inoltre, sconcertati l’incredibile balletto di caposala e “facenti funzioni” del Posto di Primo Intervento di Casal Bernocchi che oltretutto dovrebbe, come trionfalmente annunciato, essere il cuore sperimentale del costituendo Dipartimento delle Cure Primarie. Un tale affermava che a pensar male si fa peccato, ma che raramente si sbaglia. Restiamo nella attesa di un parere in merito da parte della direzione aziendale.
Allo stesso tempo ci chiediamo come mai così tante componenti politiche, sindacali ed aziendali continuino a “dimenticare” lo scandalo dei 150 milioni di euro di deficit lasciati dalla vecchia amministrazione e dei 2 miliardi di euro sempre di deficit lasciati dalle giunta Storace in Sanità. L’attuale, drammatica carenza di personale nell’Azienda è la logica conseguenza di queste voragini finanziarie. Così come è conseguenza del famigerato taglio del 3% sulle risorse umane, messo in atto dalla Regione su imposizione della Legge Finanziaria. E’ noto a tutti il debito di 250 milioni di euro verso la Regione Lazio che il governo Berlusconi ha evitato di onorare.
Omettere questi dati di fatto non è altro che un puro e semplice esercizio di malafede e di disonestà intellettuale.
Quando in tempi non sospetti, alcuni sostennero la necessità di un controllo dal basso dei bilanci aziendali, da quasi ogni parte fu risposto che questo“non era nelle competenze del Comparto”. Ben contenti, molti, di godere di qualche briciola “generosamente” concessa. Dove sono adesso gli smaliziati, competenti “tecnici apolitici” di allora? Certamente pronti per salire su qualche finta barricata in stato di agitazione parolaia. E’ per questo che diciamo pubblicamente anche a coloro che, sia pure criticamente, abbiamo sentiti più vicini nel tempo, che non ci fidiamo più.

Pensare di affrontare e risolvere la crisi attuale dell’Azienda senza fare i conti con i suoi nodi strutturali è solo un esercizio retorico, buono al massimo per sostenere qualche posizione elettoralistica o di clientela. Un gioco al quale noi non staremo.

Uscire da tutte le difficoltà del presente non sarà né breve né facile. Non proponiamo ricette semplici e demagogiche, ma pensiamo alla costruzione di un modo diverso di gestione e di governo, fondato su un sistema di partecipazione democratica, capace di connettere e valorizzare, vite, professionalità, competenze legate all’esperienza ed in grado di avviare un processo che abbia come suo centro, tanto la difesa e la valorizzazione delle condizioni di esistenza e di lavoro delle donne e degli uomini, che “sono” l’Azienda che produce Salute, quanto la ripresa di un’iniziativa politico – culturale che concepisca la Salute stessa come condizione di benessere psichico e fisico degli individui e delle comunità. Un Bene Comune nel quale privatizzazioni e precariato sono segni di malattia da curare e da combattere.
Ciò che intendiamo, semplicemente, è che per noi, Sinistra, vuol dire, ancora, il movimento reale che cambia lo stato delle cose presenti, senza dominatori né dominati. Per alcuni un’illusione per altri una pratica di vita e di lotta.
Con la speranza e l’intento che questa lettera possa esprimere e rappresentare un contributo all’avvio di una riflessione e di un contributo ad un nuovo percorso di cambiamento.


28/02/2006

sabato 3 novembre 2007

lettera di Francesco Donzella settembre

“Certo è assai difficile non piegarsi ai potenti ed è assai vantaggioso ingannare i deboli … le epoche di massima oppressione sono quasi sempre epoche in cui si discorre di cose molto grandi ed elevate … in epoche simili ci vuole coraggio per parlare di cose basse meschine come il vitto e l’alloggio dei lavoratori, mentre tutto intorno si va strepitando che ciò che più conta è lo spirito di sacrificio …”
B.Brecht DA Cinque difficoltà per chi scrive la verita’ 1935
Lettera di saluto di Francesco Donzella, delegato uscente della Rappresentanza Sindacale Unitaria ed assistente sociale, nel campo della salute mentale, della AUSL RM D.
Cari lavoratori e lavoratrici, il prossimo mese di ottobre non sarò in servizio attivo, ho deciso di concludere il mio rapporto lavorativo iniziato nel 1971, e dal 1976 nella salute mentale e sempre nel territorio del 13° Municipio del Comune di Roma.
Chi mi conosce sa che ho sempre cercato di coniugare professionalità e lotta per la trasformazione politica culturale dei servizi che può essere sintetizzata nel concetto di “ prendersi cura e rendere conto ” e per l’affermazione dei diritti di cittadinanza sia per gli utenti e sia per gli operatori.
Negli ultimi sei anni i lavoratori mi hanno eletto nelle liste della CGIL per la RSU.
Vi ricorderete che sono stati gli anni in cui la destra, a livello nazionale e regionale, ”ha governato” producendo danni economici e morali ed un peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini e del paese. Situazione che ha fatto maturare la mia volontà a dare un modesto contributo per contrastarla e far riaffermare un cambio politico che rimettesse al centro i Servizi Pubblici, lo sviluppo ed il miglioramento dei servizi sociali e sanitari, i servizi in generale e, un’idea stessa di cittadinanza.
Cambio avvenuto sia nella regione Lazio con Marrazzo che ha portato, nella nostra AUSL, ad avere un D.G. di Rifondazione Comunista, e da più di un anno, nel paese, il governo Prodi.
Pur ammettendo l’eredità disastrosa del lascito della destra sia nella regione e sia nel paese credo, che si possa affermare, anche se con amarezza, che un vero segnale di discontinuità con quelle politiche, con quelle “culture” non è avvenuto: i dominanti dominano ed i dominati subiscono un progressivo peggioramento delle proprie condizioni di vita: precarietà nel lavoro e nei progetti di vita, salari di fame, servizi collettivi insufficienti e/o abbandonati al degrado, mentre aumentano le spese militari, determinate da una politica estera succube dell’arroganza militarista degli USA ed i Poteri Finanziari, economici, industriali continuano a divorare risorse ad un paese sempre più devastato, impoverito socialmente e culturalmente.
La demagogia, il populismo, la sottocultura ed il servilismo imperano nei diversi ambiti, mentre, con lo spauracchio di un “berlusconismo” dilagante, vogliono legittimare e farci accettare decisioni, scelte, comportamenti che, la destra stessa, non era stata in grado di fare.
Penso, che stiamo vivendo una fase complessa, difficile, delicata, e che per affrontarla, sia necessario cominciare a dichiararsi la verità, sviluppare un’analisi approfondita del capitalismo che stiamo vivendo senza liturgie salvifiche ma analisi concrete della realtà.
Una riflessione e una discussione, la più ampia possibile, sulle cose che è necessario ed è possibile fare, in questa realtà data, sulle strade e sulle posizioni che si possono, insieme, percorrere nel cercare, trovare e costruire luoghi, spazi, forme di rappresentanza reale che diano il senso di un cambiamento possibile, di una speranza di trasformazione dello stato di cose esistenti.
A questo proposito, sento di manifestare una piena condivisione con quanto espresso nella lettera, i dominanti ,a firma di Cesare Morra, che fornisce vari spunti di riflessione e di ragionamenti di lotta, sia politici che culturali e sindacali.
Ognuno di noi, credo, si sforza di mettersi in relazione con gli altri nel contesto storico-sociale in cui vive ed “immagina percorsi di cambiamento” da condividere in un dialogo continuo con “il passato, il presente ed il futuro”. Vorrei condividere un primo bilancio della mia esperienza sindacale nella CGIL e nella RSU della AUSL RM D.
Ho creduto che la CGIL, pur nelle sue contraddizioni, potesse fornire lo spazio di un’alternativa per lo sviluppo dei servizi e delle professionalità degli operatori, per una crescita dei lavoratori e delle lavoratrici, per l’avvio e lo sviluppo di percorsi di partecipazione e di democrazia nei posti di lavoro e nella società; così non è stato, sia a livello nazionale che locale, e le dimostrazioni sarebbero innumerevoli, ma su tutte, sento di sottolineare quella di un’irritazione, di un’insofferenza, sino all’intolleranza e all’arroganza, verso ogni forma, pur minima, di critica e di dissenso.
Con la sindrome del “governo amico” e “della situazione data” e la litania dei conti in regola e della situazione disastrosa abbiamo avuto una finanziaria 2007 con un aumento delle tasse, aiuti alla grande industria, la solita Fiat, contratti del P.I. scaduti da 21 mesi, e con il protocollo del 23 luglio aumento dell’età pensionabile, il furto legalizzato da parte del governo di mettere mano unilateralmente sui conti, in regola dell’INPS, dimenticandosi che è nostro salario differito; la non separazione tra fondi previdenziali ed assistenziali che dovrebbero essere a carico della fiscalità generale e che ci fa essere il paese che spende meno , a livello europeo, per i servizi di sicurezza sociale, ed hanno la sfacciataggine di dire che aumentano le pensioni ,di circa 30,00 € mensili,solamente a due milioni di pensionati che non superano 8.504,00€ cioè 654,00 al mese.
Da queste considerazioni,a febbraio,è maturata la decisione di ritirare la mia delega,dimettendomi dalla CGIL,esprimendo in questo modo,una distanza,un dissenso,divenuti sempre più evidenti e cercando di rompere,quel silenzio, quell’ipocrisia di chi dice di rappresentare il mondo del lavoro,dei lavori,ma poi costringe,gettando nell’abbandono, nell’indifferenza e nella solitudine,chi,quel mondo lo abita e lo vive,alienando e cancellando ogni forma di visibilità e rappresentanza reale.Anche nella RSU sono prevalse queste logiche ed una dipendenza paralizzante ai sindacati di riferimento.
Credo,a tale proposito,che sia necessario verificare,ed anche a questo dedicherò il mio impegno,tempi e modalità per costruire,realizzare forme di presenza e di rappresentanze nuove,certamente diverse da ciò che,oggi sono CGIL-CISL-UIL a partire dalle prossime elezioni delle RSU il 19-22 novembre 2007.
Certamente non sarà facile,per i motivi che ho cercato di illustrare,ma nello stesso tempo è fondamentale,anche in questo contesto locale della AUSL RM D ,riorganizzare le forze per contrastare una direzione aziendale autoritaria e accentratrice che esibisce l’idea del comando e del potere assoluto, dove principi e valori di partecipazione e democrazia vengono calpestati e mortificati,dove è colpita l’dea stessa di un modo diverso di gestione del servizio pubblico.
I lavoratori e le lavoratrici vivono un profondo malessere, umano e professionale, su di loro ha pesato e continuerà a pesare la capacità di fornire servizi in condizioni che diverranno sempre più difficili, per la carenza degli organici e delle risorse, per i processi di privatizzazione ,per l’assenza stessa di una volontà e capacità di programmazione e di organizzazione. Pensiamo che questo malessere debba e possa essere organizzato e rappresentato, esprimersi liberamente e democraticamente , per tornare ,ancora, a contare.
Lavoriamo per presentare una lista dei “COBAS-SANITA’, UNIVERSITA’ E RICERCA” nella nostra AUSL.
Personalmente,anche per motivi di salute,non mi sento di potermi impegnare in questi fronti di lotta ,come ho fatto in questi anni,ed ho preferito lasciare il lavoro attivo ed indirizzare il mio contributo da altri fronti ma che comunque sempre,spero, si intrecceranno con i vostri; colgo infine l’occasione per rivolgere un saluto affettuoso,un ringraziamento a tutti coloro,con i quali,in questi anni,nelle rispettive differenze ed identità,ho diviso e condiviso percorsi sociali,umani e professionali … e con l’augurio ,a me e a voi ,di continuare a difendere le nostre verità …
ALL’INGANNO DEL PLEBISCITO SUL PROTOCOLLO DEL 23 LUGLIO INDETTO DA CGIL-CISL-UIL DICIAMO DI NO
Roma ,settembre 2007

lettera di Cesare Morra ...I dominanti agosto

I Dominanti…….!

……..Non governano, comandano, non si preoccupano se hanno consenso e se le loro scelte sono condivise, non si chiedono come mai, risorse umane, professionali, saperi, competenze, sensibilità “ fuggono” via perché sentono sulla propria pelle, nella propria anima l’ offesa, l’umiliazione, nel vedere calpestata la propria professionalità, la propria dignità: la speranza e il diritto a credere in una vita diversa, forse migliore, il diritto a pensare che un altro mondo è possibile. Come non si può non vedere che questa “ voglia di fuga” è una espressione estrema di una solitudine indicibile, di una crisi di rappresentanza sociale, culturale e politica sempre più evidente?
Non si domandano se i lavoratori, le lavoratrici vivono condizioni lavorative, professionali, umane dignitose? Non s’interrogano se quel bisogno e quel diritto di salute, tanto proclamato, evocato, sia affermato, tutelato, garantito. L’unica sostanza, l’unica religione e ideologia che sembra preoccuparli e accomunarli, perché per quello sono stati chiamati e, a quello devono rispondere, anche se non sempre sembra essere così, è dimostrare quanto siano bravi a far quadrare i conti, i bilanci, ma delle loro scelte, dei loro comportamenti e delle conseguenze che, queste, comportano non rendono partecipi chi, di quelle scelte, ne è direttamente e indirettamente destinatario e, non sanno, o fanno finta di non sapere che, spesso, dietro quelle scelte, ci sono uomini e donne in carne ed ossa con i propri problemi, i propri sogni, i propri desideri, i propri bisogni e i propri diritti.
Non sanno guardare, non sanno ascoltare, non possono vedere, una nube oscura il loro sguardo, li rende cechi: è la nube nera del Potere.
Si sentono e si comportano da Padroni, pensano e, credono di poter decidere della vita e della morte d’ogni individuo. Ma, Loro, imperterriti, vanno avanti, si piacciono così, coltivano le loro ambizioni, hanno cura e attenzione per la propria immagine e, in quella immagine si riflettono compiaciuti e soddisfatti. La prima cosa che pensano e fanno al mattino è sfogliare i giornali per vedere se c’è qualche notizia che parla di loro, delle loro imprese, e dio ce ne scampi e liberi se qualcuno ha osato parlarne male, se ha espresso, sollevato qualche critica, qualche dubbio, denunciato qualche disservizio, evidenziato qualche problema, diventano insofferenti, intolleranti, autoritari pronti alla caccia alle streghe, capaci di farla pagare al primo malcapitato, a chi non si sottomette ai voleri e ai poteri del Sovrano. Si trasformano in giustizieri, in moralisti, mossi solo da un moralismo senza morale, e, come tutti i giustizieri e i moralisti, non hanno etica, non hanno principi, non hanno valori.
Si accompagnano, si contornano di uomini senza anima e senza qualità, di coloro che consapevolmente e/o inconsapevolmente, per interesse, per ipocrisia , per opportunismo o, anche solo, perchè “impossibilitati” a svolgere liberamente e serenamente il proprio ruolo, il proprio lavoro, si trasformano in portaborse,” carnefici”, esecutori, capri espiatori, aguzzini, di chi, per i
propri giochi di potere, non ha neanche il coraggio delle proprie azioni e non conosce, non sa riconoscere, l’onestà, la lealtà intellettuale; che si definisce “democratico” , “di sinistra” ma non esita ad usare le armi e le vesti dei tiranni.
Fanno leva sul sentimento di sudditanza, sulla paura, usano l’autorità per vessare, intimidire, per imporre scelte e decisioni. Sono refrattari, indifferenti a qualsiasi percorso e processo partecipato e condiviso. ……Chi sono costoro…….?! E’ la nuova Classe Dirigente, sono i Governanti di ieri e di oggi, i nuovi Padroni : Manager, Dirigenti, Imprenditori , Banchieri al servizio degli “ interessi particolari” , di tutti i poteri, delle oligarchie: i domini economici, finanziari, politici e “ religiosi”.
Purtroppo costoro si alimentano, crescono, vivono nell’autoreferenzialità, nel degrado e, nell’assenza stessa della politica, di una sua cultura ”altra”, nel “ primato” dell’antipolitica. Proliferano nell’indifferenza dei molti, negli egoismi e nella competizione indotta, nella rassegnazione e nel disincanto di chi sente i propri sogni e le proprie speranze tradite e calpestate dai falsi oppositori, dai politicanti in carriera, dai mercanti del tempio, di sempre, dagli pseudo – sindacalisti senza più principi, senza più valori, senza più dignità…….!
Tempo fa, quando “qualcuno” ha voluto criticare alcune decisioni prese, alcuni metodi adottati, utilizzando lo pseudonimo “ Pasquino” vi siete chiesti chi fosse? Non vi affannate a formulare ipotesi, un “ Pasquino” ci sarà sempre, in ogni angolo della terra, è in ogni uomo , in ogni donna, in ogni individuo che non vorrà piegare la testa, che non si sottometterà ai poteri e ai voleri dei Sovrani d’ogni tempo, che saprà usare anche le armi della satira, dell’ironia e della fantasia, per rompere la gabbia soffocante, di solitudine e d’indifferenza, nella quale ci volete condannare; per combattere tutti i poteri, e i potenti della terra, per combattere il vostro potere, la vostra arroganza, il vostro dominio e, soprattutto, per poter continuare a dire, sempre, ciò che pensa, pensando, ragionando, ciò che sente, e gridando, forte, al cielo, con rabbia, con amore e, con dignità …..
…….ESISTO perché VIVO……!
…Un caro saluto….. a noi tutti…!

…….”.Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza fino ad un gesto molto
più umano che ti dia il senso della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così
coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni………..”
da “Nella mia ora di libertà”
Fabrizio De Andrè
Cesare Morra

Agosto 2007

cesaremorra1956@libero.it
cesaremorra@virgilio.it

volantino n.1

VOI POTETE COMPERARE IL LAVORO DI UN UOMO, LA SUA PRESENZA FISICA IN UN DETERMINATO LUOGO, POTETE COMPERARE ANCHE UN DETERMINATO NUMERO DI ABILI MOVIMENTI MUSCOLARI PER UN’ ORA O PER UN GIORNO, MA NON POTETE COMPERARE L’ENTUSIASMO, LA LEALTA’, LA DEVOZIONE DEL CUORE, DELLA MENTE E DELL’ANIMO.QUESTE COSE VE LE DOVETE MERITARE. Clarence Francis

Siamo un gruppo di Lavoratori e Lavoratrici che hanno preso la decisione di organizzarsi, decidendo di presentare, alle elezioni per le RSU del 19 - 22 novembre 2007 una lista di alternativa. La lista sarà quella che ha garantito maggiore agibilità, autonomia e libertà: COBAS SANITA’ UNIVERSITA’ E RICERCA. Un fatto nuovo nella nostra Azienda che ha portato, in pochi giorni , a raggiungere il numero necessario per presentare la lista. Continueremo sino all’ultimo giorno possibile, invitando chiunque lo desiderasse, e condividesse lo spirito e le ragioni che ci hanno spinto in questa “ avventura “, a presentare la propria candidatura.
Avvertiamo la responsabilità di una scelta così complessa, per certi versi, così , controversa, in un momento in cui sentiamo , forte, il senso di smarrimento, di solitudine, di sfiducia: un misto di rabbia, impotenza, frustrazione e rassegnazione che attraversa il mondo del lavoro, la società nel suo insieme, gli uomini e le donne che la compongono.
In questi anni abbiamo visto peggiorare, sempre più, le nostre condizioni di vita e di lavoro a causa dei salari da fame, della carenza degli organici, delle nuove forme di schiavitù, attraverso la precarizzazione del lavoro, della carenza e dell’impoverimento dei servizi sanitari, sociali e culturali, che dovevano , e potevano, soddisfare quei bisogni materiali e immateriali, rendere dignitosa e serena la vita delle persone e, tutto ciò, mentre aumentano i profitti e le rendite finanziarie.
Abbiamo visto ferire, umiliare il nostro impegno, le nostre professionalità, le nostre competenze, mortificare le nostre idealità, le nostre speranze; abbiamo assistito alla progressiva cancellazione e polverizzazione del sistema di tutele e delle libertà individuali e collettive, dei diritti fondamentali come il lavoro, le pensioni, la salute, l’istruzione, la casa, i trasporti; lo stesso diritto a decidere del proprio tempo, per poterlo vivere, dividere e condividere liberamente con i propri affetti, i propri interessi, i propri svaghi.
Tutto questo non può non aver determinato un malessere diffuso, profondo: una condizione che non ha trovato espressione, visibilità, rappresentanza. E’ in questo clima che noi, oggi, ci muoviamo, e lo facciamo con le nostre idee, con le nostra ragioni, le nostre domande e i nostri dubbi.
Sappiamo le difficoltà che incontreremo, le viviamo sulla nostra pelle, le percepiamo sulle nostre vite, ci siamo interrogati, continueremo a farlo, cercando di costruire percorsi, intrecciare relazioni, anche con chi, questa scelta non condivide, ma è, comunque, mosso dal desiderio profondo di cambiamento verso questo stato di cose. Lo faremo cercando di affermare un’idea, altra, del vivere e dell’essere comunità, per riprenderci la parola, per difendere il nostro diritto a pensare, a ragionare, a lottare, a credere che: un altro mondo è possibile.
Sappiamo, anche che non avremo quella “agibilità “, quei mezzi, che, altri, per compiacenza, per interesse, collateralismo avranno e possederanno; sappiamo che incontreremo le “ Truppe Cammellate” senza principi e dignità, le logiche e le pratiche mercantili alla ricerca di un “risultato elettorale”, le stesse che si nutrono e si alimentano nei rapporti di sudditanza, nelle soggezioni e nei “ ricatti “, nei favoritismi, nei condizionamenti clientelari/opportunistici che si sono generati e si sono affermati sempre più, nel clima di passivizzazione che è stato voluto, incentivato, creato, anche da chi questa condizione, questo clima, avrebbe dovuto contrastare.


Sappiamo, anche che incontreremo, nel nostro cammino, diffidenza, ostilità; incontreremo anche coloro che hanno deciso di astenersi, di non votare, magari annullando la scheda.
Comprendiamo le ragioni di questa scelta, non cercheremo di “ convincere”, di affermare che “ è sbagliato ”, che “non è opportuno”: quelle ragioni, sentiamo, sono, anche, le nostre ragioni e, non nascondiamo che, nella nostra discussione, questa ipotesi si è affacciata ed è stata affrontata; sarebbe stata la decisione più ” semplice ”, anche quella che avrebbe avuto maggior “consenso”, ma abbiamo avvertito i rischi di una tale scelta: quella dell’abbandono alla rassegnazione, della chiusura in se stessi, della rinuncia a rappresentare ed esprimere la propria rabbia, la propria condizione, i propri bisogni, i propri sogni, i propri diritti, quello di sentirsi, anche, forse, un po’ più liberi e libere.
Veniamo da percorsi ed esperienze diverse , ma tutte e tutti, in questi anni, ci siamo mossi sul terreno dei conflitti, delle differenze, per l’integrazione socio – sanitaria, cercando di affermare e difendere quella idea di socialità in grado di mettere al centro la difesa degli spazi e dei servizi pubblici, come beni d’uso non negoziabili e un’idea di democrazia basata sul principio della partecipazione di tutti alle decisioni che riguardano tutti . Per questo ci siamo impegnati, per questo ci siamo battuti. Su questi principi e idealità molti di noi, nella nostra realtà, hanno pensato e vissuto l’esperienza delle RSU, come unica, espressione diretta dei lavoratori che avrebbe potuto rappresentare un’opportunità e una occasione per rilanciare quel protagonismo diretto in grado di incidere con decisione e con forza sulle condizioni di vita e di lavoro di ciascuno e di ciascuna.
Così non è stato! Sarebbe necessaria ed utile una riflessione, un’analisi seria ed approfondita sulle ragioni che hanno determinato questo stato di cose, speriamo di crearne le occasioni e le condizioni, ma quello che va, con forza, sottolineato, è che, ciò è dovuto ed è stato determinato, soprattutto, dalle volontà, dalle strategie, dalle decisioni, dalle scelte e dai comportamenti degli apparati politico/sindacali che hanno trasformato l’agire e l’essere sindacato in forme e strumenti di pressione, di controllo e sterilizzazione nei confronti di ogni forma di democrazia partecipata.
Tale situazione li ha resi “incapaci” ed ”impossibilitati”, anche, ad intervenire contro l’arroganza e la protervia delle varie Direzioni, dei vari Capetti e Padroncini Aziendali che imperterriti ed indisturbati continuano a comandare e a dominare, nella logica del “Controllo Totale”, come se la “ Cosa Pubblica “ fosse ” Cosa Loro”, lasciando che la frustrazione, l’impotenza e il senso di isolamento e solitudine prendessero il sopravvento nei sentimenti e nella coscienza dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il nostro impegno, il nostro “programma” è quello di provare a scommettere, ancora una volta e, su questo, metterci in gioco direttamente, di immaginare e lavorare, attraverso percorsi condivisi, con le realtà del Territorio, con i Movimenti, con il mondo dell’Associazionismo, per realizzare un collettivo di uomini e di donne che, liberamente, si batte per affermare i propri diritti e le proprie aspirazioni…..


Lista COBAS AUSL Roma D
e-mail: listacobasrmd@gmail.com


ALLE ELEZIONI PER LA RSU NELLA AUSL RM D
IL 19-22 NOVEMBRE 2007
VOTA LA LISTA COBAS SANITA’ UNIVERSITA’ E RICERCA

comunicato stampa n.1

COMUNICATO STAMPA
Si svolgeranno in tutta Italia e nei diversi settori del Pubblico Impiego, nei giorni 19-22 novembre 2007,le elezioni in cui i lavoratori eleggeranno i loro rappresentati nelle Rappresentanze Unitarie Sindacali. In data 19/10/2007 è stata formalizzata, presso la AUSL Roma D, la presentazione della Lista COBAS Sanità Università e Ricerca per partecipare alle suddette elezioni. Sono state raccolte, in pochi giorni, 123 firme con una lista di 11 candidati che sono espressione di diverse qualifiche e professioni. Senza particolari enfatizzazioni, pensiamo sia stato raggiunto un primo risultato importante, una novità nella nostra realtà, ma sappiamo, anche, che il cammino ed il compito che ora ci spettano è ancora lungo e difficile.
Vogliamo e cercheremo di comunicare, esprimere e rappresentare il disagio, il dissenso verso una situazione ed una realtà che sentiamo estranea ai bisogni, ai desideri, alle condizioni di ciascuno e ciascuna di noi, a quella delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché ai cittadini che non vedono affermato, tutelato e garantito quel l bisogno, quel diritto di Salute tanto evocato e proclamato. Un bisogno, un desiderio di cambiamento, che cercheremo, insieme di trasmettere e diffondere con i nostri limiti, con la nostra rabbia, con le nostre ragioni, con i nostri dubbi, e con le nostre idee, e che ci vedrà impegnati nella difesa degli spazi, dei servizi pubblici e della salute come beni d’uso non negoziabili. Ci batteremo per una vera, reale integrazione dei servizi socio – sanitari, per un’idea di democrazia basata sul principio della partecipazione di tutti alle decisioni che riguardano tutti, contro le derive plebiscitarie e democraticistiche; contro l’arroganza e la protervia delle varie Direzioni, dei vari Capetti/e, dei vari Padroncini/e Aziendali che continuano a comandare e a dominare come se la “Cosa Pubblica” fosse “Cosa Loro”. Lo faremo segnalando, denunciando il progressivo depotenziamento e smantellamento delle strutture sanitarie pubbliche, come sta già avvenendo con l’ Ospedale G,.B. Grassi, dove, la grave carenza di personale tecnico – sanitario, il trasferimento di attività, di servizi e di personale specialistico verso il Policlinico Luigi Di Liegro ( ex POI ) sta determinando il depotenziamento, la dequalificazione della struttura sanitaria pubblica a tutto vantaggio della struttura e degli interessi privati, in una zona dove già esistono altre strutture Ospedaliere ( S. Camillo, Forlanini, Spallanzani ). Quali logiche, quali e quanti interessi si nascondono dietro queste scelte scellerate???!
Pensiamo che tale situazione, oltre ad essere tra le cause dell’esodo e della “fuga” di molti operatori che vedono frustrate e mortificate le proprie professionalità, comporta un aggravamento delle condizioni di vita e di lavoro degli operatori stessi, con turni massacranti e la minacciata eventualità di non vedersi pagare le ore di straordinario, effettuato per garantire la continuità dell’assistenza, e non garantisce né la quantità né la qualità delle prestazioni mettendo a rischio la salute dei cittadini.
per la lista COBAS SANITA’ UNIVERSITA’ E RICERCA nella AUSL Roma/D
Roma 21.10.2007 Cesare Morra