In data 28 aprile si è tenuto l’incontro tra la Direzione Aziendale,
le OO.SS. e la RSU
per discutere le problematiche derivanti dall’applicazione della L. 161/2014
sull’Orario di Lavoro.
In quella sede il Commissario Straordinario, Giuseppe
Legato, in merito alla carenza di personale, ha dichiarato che avrebbe
richiesto, alla Regione Lazio, deroghe alle assunzioni per circa 65 Unità di
personale del Comparto tra Infermieri, Tecnici ed OSS, impegnandosi nel
contempo a regolamentare l’Orario di Lavoro e gli eventuali Ordini di Servizio,
garantendo la fruizione delle ferie estive alle Lavoratrici e ai Lavoratori.
Nella medesima occasione lo stesso Commissario
Straordinario ha inoltre assicurato l’attribuzione delle Fasce a tutti gli
aventi diritto attraverso lo scorrimento della graduatoria entro il 2017,
seppure ancora non appare chiaro attraverso quali fondi ciò potrà essere
realizzato dal momento che, l’entità degli stessi, sarà determinabile solamente
con il bilancio di fine anno. In ogni caso rammentiamo come la mancata
riduzione di Posizioni Organizzative e Coordinamenti, peraltro prevista (DCA n.
34/2010 e DCA n. 49/2010) e più volte annunciata dalla Direzione Aziendale ma
mai fino ad oggi realizzata, ha già comportato, di fatto, la riduzione del
fondo per il Comparto.
In quella occasione, inoltre, un “dettaglio”, che pensiamo non sia affatto
secondario, sembrerebbe essere passato “inascoltato”,
se non totalmente ignorato: ci riferiamo all’affermazione del Dott. G. Legato
che l’impiego dello straordinario “è
legato al budget…”.
Come Cobas Asl Rm3 riteniamo grave questa
affermazione. Si vuole forse dare implicitamente per scontato che lo strumento
dello straordinario sia utilizzato come fattore ordinario dell’organizzazione
del lavoro, rimanendo comunque all’interno dei parametri e delle compatibilità
economico/aziendali? Ciò significherebbe che le lavoratrici ed i lavoratori,
una volta superato il budget previsto, non potranno ottenere la corresponsione
economica delle ore effettuate in più ma dovranno obbligatoriamente recuperare
le ore in eccesso? Ci sembra doveroso ricordare, non solo che il Contratto
tuttora in vigore prevede che spetta solo al lavoratore decidere se recuperare
o meno lo straordinario effettuato ma, soprattutto che, questo, non può essere
né divenire strumento ordinario di organizzazione del lavoro.
Come Cobas Asl Rm/3 riteniamo che, allo stato
attuale, non esistano, davanti a problemi così complessi, soluzioni facili e garantite,
in particolar modo ora che viviamo una fase di transizione che, riteniamo, sia
funzionale ad un processo di definanziamento, depotenziamento e smantellamento
del Servizio Socio Sanitario Pubblico.
La privatizzazione ormai appare sotto tutte le forme e,
davanti a questo stato di cose, l'incontro del 28 aprile c.a., seppure
caratterizzato da “Buone Intenzioni”,
non ha dato, di fatto, alcuna risposta certa in merito a se, come e quando
verrà realizzata quella ineludibile Riorganizzazione dei Servizi in base
alle Risorse Umane esistenti (v. Piani Operativi Regionali 2011- 2012 DCA
113/2010: “Ricognizione del Personale e
Riorganizzazione dei Servizi, delle Strutture e delle attività sulla base delle
Risorse Umane e Professionali realmente disponibili”) senza la quale non
sarà possibile affrontare realmente le problematiche e le criticità presenti,
anche nell’eventualità di nuove assunzioni che, in ogni caso, saranno
insufficienti rispetto alle necessità attuali.
Come Cobas siamo consapevoli, l’abbiamo più volte
segnalato e denunciato, della grave situazione nella quale versano le Strutture
e i Servizi Socio Sanitari a causa della carenza del personale determinata dai
Piani di Rientro, dal blocco del Turn Over, ecc. carenza che, se non affrontata
in modo chiaro, concreto e adeguato, non permetterà di applicare e rispettare
la normativa sull’Orario di Lavoro. Allo stesso modo, però, non possiamo
nasconderci che, in tutti questi anni, le “Politiche
di Gestione delle Risorse Umane e Professionali”, sono state spesso
realizzate attraverso logiche che nulla avevano a che vedere con i criteri di
priorità, efficienza e funzionalità cui un’Amministrazione Pubblica sempre
dovrebbe richiamarsi.
In questo scenario, malgrado incombano minacce di
sanzioni, il pericolo che non si veda applicata e rispettata, proprio per la
mancanza di un’adeguata politica di assunzioni, la L. 161/2014 sull'Orario di Lavoro,
entrata in vigore il 25 Novembre 2015, appare concreto. Sebbene la Regione Lazio, con
enfasi fuorviante e propagandistica, abbia diramato annunci e proclami rispetto
al numero di personale in entrata, siamo certi che questo non potrà, rispetto
al reale fabbisogno, comunque essere sufficiente a garantire una completa
applicazione della Legge stessa.
E’ doveroso, inoltre, sottolineare che, se anche la Regione Lazio dovesse
autorizzare il numero di unità richieste dall’Azienda, le eventuali assunzioni
dovranno comunque seguire i necessari tempi dell’iter tecnico/amministrativo e
ciò lascia le Lavoratrici ed i Lavoratori esposti al rischio di non poter
essere tutelati rispetto alla nuova normativa sull’Orario di Lavoro, ma anche nell’incertezza
di poter fruire del periodo di ferie estive, considerando che siamo al mese di
maggio e la stagione estiva è ormai alle porte.
Ricordiamo, ancora una volta, che la Legge
sull’Orario di Lavoro trova il suo fondamento e la sua ragione d’essere proprio
nella tutela delle condizioni di vita e di lavoro delle Lavoratrici e dei Lavoratori,
oggi più che mai divenute gravose, insostenibili ed inaccettabili,
nonché nel garantire dignitosi livelli qualitativi/quantitativi di assistenza ai
cittadini/utenti, a difesa del Diritto alla Salute delle persone.
Se non si perverrà, in tempi brevi e certi, all’attuazione
di misure reali, tangibili e consistenti, che non rispondano solo ad operazioni
di facciata e/o propaganda, si correrà il rischio, concreto ed imminente, di compromettere ulteriormente le
condizioni di salute psico-fisica delle Lavoratrici e dei Lavoratori, cioè di
coloro che in questi anni, attraverso Competenze Professionali e Saperi Umani hanno garantito,
nonostante tutto, una efficace assistenza, in difesa del Servizio Socio
Sanitario Pubblico.
Non si può, infine, non sottolineare e ribadire che
le condizioni di vita e di lavoro che tragicamente vivono oggi le Lavoratrici e
i Lavoratori non possono non avere ripercussioni pesanti e concrete anche sulla
qualità dei Servizi offerti ai Cittadini/Utenti e, quindi, su quel Diritto alla Salute sancito dalla
Costituzione.
Come Cobas Asl Rm3 continueremo a ritenerci
impegnati affinché venga fatta sufficiente chiarezza su questo, come su tutte
le questioni poste: dall’Organizzazione dei Servizi, allo scorrimento della
graduatoria per il riconoscimento della Fascia Economica Orizzontale Superiore a
tutte/i le Lavoratrici e i Lavoratori (ad oggi mancherebbero circa 170.000
euro), alla riduzione delle Posizioni Organizzative e dei Coordinamenti, ecc.
Su questo pensiamo sia necessario costruire
e realizzare percorsi di partecipazione con e tra le Lavoratrici ed i Lavoratori
e con gli stessi Cittadini/Utenti, in difesa del Servizio Socio Sanitario
Pubblico e di quel Diritto alla Salute sancito dalla nostra Costituzione.
Cobas Asl Rm/3
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