lunedì 21 maggio 2012

Orario di lavoro personale comparto – pausa pranzo, buoni pasto.

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S. con la presente intende rappresentare una serie di problematiche che sono emerse a seguito di alcune disposizioni aziendali riguardanti l’espletamento di procedure che, secondo noi, evidenziano incongruenze e criticità che non solo recano disagio alle lavoratrici ed ai lavoratori destinatari delle stesse, ma anche agli uffici preposti alla relativa parte tecnico/amministrativa. Tra queste, riteniamo ci siano quelle riguardanti le disposizioni sul Regolamento del Servizio di Mensa e del Servizio Sostitutivo di mensa ( Prot. n° 2495 del 11.01.2012) sulla Pausa pranzo ( circ. Prot. 15191del 17/02/2012, ) e sull’ Orario di lavoro del personale del Comparto (circ. n° 34293 del 16.04.2012 e n° 37656 del 26.4.2012). Tale serie di disposizioni e normative riguardano la disciplina e la regolamentazione di alcuni elementi come l’orario di lavoro, la pausa mensa, i buoni pasto, ecc., che sono e dovrebbero costituire, in ogni caso, elemento di confronto e di contrattazione. Tali problematiche vengono affrontate attraverso una concezione semplificatrice che risponde unicamente ad una logica limitatrice e di “controllo” e, pur partendo dall’esigenza di affrontare e rimuovere eventuali elementi di difformità presenti, finisce inevitabilmente per costituire, attraverso l’inserimento di inutili e pretestuose rigidità e in assenza di un reale verifica e circostanziato approfondimento, disagio e difficoltà per le lavoratrici e per i lavoratori ed elemento di confusione e difficoltà nell’organizzazione dei vari servizi. Difficoltà che si misurano anche in termini di aggravamento delle criticità già esistenti, come quelle riguardanti in particolar modo la carenza del personale, nei ritmi e nei carichi di lavoro per quegli uffici che sono preposti alla verifica e all’applicazione degli adempimenti burocratico/tecnico/amministrativi richiesti dalle varie procedure. Inoltre la serie di circolari, spesso di non facile lettura, che si sono susseguite e, in alcuni casi, non pervenute in alcuni uffici e servizi, non hanno fatto altro che creare un senso di disorientamento tra le lavoratrici ed i lavoratori. L’adozione di tali provvedimenti, a volte tra l’altro contraddittori tra loro, sta generando non poche difficoltà e confusione come, per esempio, quelli riferiti alle “ Modalità di gestione delle ore eccedenti il debito orario” che “impongono” procedure che contrastano con gli orientamenti più generali della Pubblica Amministrazione in merito alla progressiva informatizzazione e scomparsa del materiale cartaceo (v. anche nota della U.O.C. Affari Generali, Studi e Documentazione, prot. n° 105778 del 16/11/2011) anche in ragione di un possibile risparmio dei costi che questo comporta ( consumo di carta, toner, ecc.). Tale pletora di provvedimenti, inoltre, non favorisce lo snellimento e la sburocratizzazione della varie attività, ma comporta, invece, l’aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro già di per sé molto impegnativi ( v. trasmissione giornaliera all’Ufficio Rilevazione Presenze di riferimento per il riconoscimento nella procedura informatizzata – Cod. K?!!!) con rischi elevati di errore che potrebbero verificarsi nell’esecuzione delle operazioni da compiere ai fini della procedura per l’elaborazione del conteggio delle ore e/o delle relative spettanze. L’intento dichiarato dell’Azienda sarebbe quello di pervenire ad una regolamentazione e ad una più uniforme disciplina delle materie riguardanti l’orario di lavoro, la pausa mensa, ecc., magari cercando di “ correggere” storture e comportamenti “ impropri”, ma ciò, secondo noi, evidenzia invece, una vera volontà ed intento di demonizzazione e colpevolizzazione indiscriminata e generalizzata, che finisce così, di fatto, per deresponsabilizzare ulteriormente i singoli Dirigenti che dovrebbero svolgere anche il ruolo e la funzione di verifica e controllo all’interno di ogni singola Unità Operativa, correggendo eventuali abusi e storture. Si eviterebbero, in questo modo, inutili ed ingiuste generalizzazioni, attraverso l’adozione di provvedimenti improvvidi ed, in ogni caso, inefficaci, nonché dal carattere “vessatorio”. Ci riferiamo anche, in particolar modo, alla rigidità inserita con il “blocco della procedura informatizzata di rilevazione presenze” degli orari di uscita dal turno di servizio. La disposizione fa riferimento ad ore in eccedenza, ma, per esempio, nel caso di ritardi che non possono essere recuperati in giornata o in caso di richiesta di permessi personali, peraltro già riconosciuti dalle normative contrattuali e quindi già autorizzate dal Dirigente Responsabile o da chi ne fa le veci, si deve richiedere ulteriore autorizzazione? Che senso ha, inoltre, stabilire che i ritardi non recuperati in giornata, necessitano di ulteriore autorizzazione del Dirigente Responsabile? Ci si chiede e chiediamo perché, invece di richiamare i Dirigenti Responsabili alla loro funzione, si inseriscono strumenti, peraltro problematici ed inefficaci, penalizzando, di fatto, le lavoratrici ed i lavoratori? Ci sembra che, in tal modo, vengono immessi inutili e generalizzati elementi di rigidità, non tenendo conto delle funzioni, attività, competenze ed organizzazione dei singoli uffici e servizi, che spesso possono trovarsi ad affrontare situazioni non programmate e programmabili. In tali casi e in determinate situazioni come può il Dirigente Responsabile autorizzare preventivamente i minuti e le ore eccedenti? Sembra che non si abbia conoscenza e consapevolezza delle difficoltà che attraversano i vari uffici e servizi che si trovano a garantire la funzionalità e l’efficacia delle varie attività a fronte, inoltre, di una grave e cronica carenza di personale (v. per esempio servizi socio-sanitari, servizi aperti al pubblico, ma anche alcune attività svolte negli uffici tecnico/amministrativi che richiedono, a volte, una maggiore flessibilità). Scrivente O.S. intende inoltre richiamare all’attenzione alcune problematiche emerse nell’applicazione della circolare aziendale del 17/02/2012, Prot. 15191 a firma del Direttore Area Risorse Umane, Dott Filippo Coiro, con la quale viene disposta la procedura della pausa pranzo dopo le 6 ore per il personale infermieristico afferente al presidio Casal Bernocchi, come già avveniva per il personale tecnico/amministrativo. Riteniamo che tale materia avrebbe richiesto, prima di introdurre elementi di “perequazione”, in termini restrittivi e penalizzanti per tutti, una verifica, uno studio ed un approfondimento, proprio per evitare il determinarsi di disagio e difficoltà per le lavoratrici ed i lavoratori, come quelle che sono state segnalate per il conteggio del debito orario proprio perché, tale applicazione, di fatto, costringe le lavoratrici ed i lavoratori a recuperare minuti/ore mancanti, nelle giornate di rientro pomeridiano, salvo vedersi decurtata la prevista mezzora di pausa, non venendo incontro, in questo modo, alle esigenze, ai bisogni e alle difficoltà oggettive riguardanti i tempi di vita delle persone. Contiene, inoltre, elementi contraddittori tra i tempi della pausa pranzo fissati dopo 6 ore e quelli per l’attribuzione del buono pasto riconosciuto dopo 8 ore di servizio. In considerazione della complessità della materia, l’amministrazione avrebbe anche potuto, peraltro, prima di adottare provvedimenti dal carattere perentorio e definitivo, assumere percorsi e modalità di natura sperimentale per poi verificare, nel corso dell’applicazione, eventuali problematiche e difficoltà, ai fini di una più aderente regolamentazione, sia in rapporto alla funzionalità dei servizi, sia in riferimento alle esigenze, ai bisogni e ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Scrivente O.S. esprime quindi la totale contrarietà per il metodo adottato sino ad oggi dagli Organi di Direzione dell’Azienda perché ritiene che tali problematiche siano elemento e prerogativa di contrattazione decentrata che, nel caso venga elusa, come effettivamente avvenuto, attraverso scelte e disposizioni adottate in modo unilaterale, senza confronto, approfondimento, preventiva, formale informazione e successiva approvazione delle Rappresentanze Sindacali, costituisce, di fatto, una violazione delle normali e corrette relazioni sindacali. Scrivente O.S. coglie infine l’occasione per ribadire quanto già espresso e rappresentato con nota del 25/08/2008 Prot. aziendale n° 68954, con la quale si proponeva all’Azienda di far fronte, anche in parte, alla ritenuta trattenuta nella busta paga dei dipendenti, per il recupero della quota di € 1,03 per ogni tickets buono pasto, venendo, così, incontro ad una, sia pur parziale, rivalutazione dello stesso, attraverso la verifica della possibilità di utilizzare i fondi, provenienti da privati, a disposizione dell’Azienda. Scrivente O.S. chiede, pertanto, in ragione della già richiamata complessità, la revoca dei provvedimenti adottati e la revisione, in sede di contrattazione decentrata, di tutta la materia riguardante il debito orario, pausa pranzo e buoni pasto. Distinti saluti Prot. Asl n° 44918 del 21 maggio 2012 p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U. Corrado Minioto – Cesare Morra – Antonio Nocera

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