lunedì 7 maggio 2012

PAROLA D’ORDINE: ZITTE E LAVORATE…… PER SALVARE LA CASA DEL PARTO?

Passate le feste gabbate lo santo dice un vecchio detto, ma si può considerare quanto mai più calzante se si guarda alla storia della Casa del Parto “Acqualuce” situata presso il P.O. G.B. Grassi. Inaugurata l’ 8.3.2009 dall’allora Direttore Generale, dopo incredibili annunci, smentite e contraddizioni, (v. Comunicato Stampa Aziendale 5.12.2008) come quello che prevedeva inizialmente, il trasferimento del Consultorio Familiare di Ostia, dal Sant’Agostino all’interno della stessa struttura, poi trasferito, invece, in un vergognoso mini appartamento di “ due camere e cucina” ( il terzo consultorio?…sic!!!). Alla presenza di esponenti e rappresentanti delle istituzioni (Regione Lazio, Municipio) e delle forze politiche e sindacali, tra squilli, feste, microfoni e riflettori, si diede vita all’esperienza della Casa del Parto, una struttura definita tra le “uniche” al Centro Sud per garantire il percorso del parto spontaneo, evitando l’ospedalizzazione della gestante. Ci s’impegnò, anche attraverso un verbale d’intesa tra l’Azienda, la RSU e l’Assemblea delle Donne, per l’istituzione di un Tavolo di Confronto per la programmazione condivisa delle problematiche del Materno Infantile. Tavolo immediatamente disatteso per volontà della stessa Direzione aziendale. Dopo solo circa un anno, nel luglio 2010, e con soli 30 parti effettuati, l’attività della Casa del Parto, a dimostrazione della più totale assenza di volontà di programmazione e di organizzazione, venne formalmente sospesa per l’incredibile assenza degli adempimenti da parte della Regione Lazio, quali la definizione/collocazione giuridico/normativa della struttura, l’adeguamento dei percorsi di emergenza-urgenza e, soprattutto, per l’insufficienza del personale ostetrico che non permetteva il pieno e completo funzionamento della struttura. Fu poi la stessa Presidente della Regione Lazio, On. Renata Polverini, a seguito della lotta e delle iniziative promosse dal “Comitato a Difesa della Casa del Parto e dei Servizi Materno Infantili”, ad impegnarsi per rilanciare la struttura e per garantirne la piena funzionalità, attraverso la ricerca di soluzioni delle criticità esistenti soprattutto con riferimento alla carenza del personale ostetrico. Anche qui, altra festa, altri annunci, altri microfoni e riflettori e….altro Tavolo di Confronto, caduto, dopo solo qualche incontro, nel dimenticatoio della Regione Lazio e dell’Azienda Asl Rm/D. Risultato? Approvazione del “Profilo Assistenziale per l’assistenza al travaglio e parto fisiologico extraospedaliero in case di maternità e a domicilio”…….. “Protocollo per le Case di Maternità” (Decreto del Commissario ad Acta, n° U0029 del 01 aprile 2011) con la definizione di “Acqualuce” come Casa di maternità intraospedaliera, realizzazione del progetto di "messa in sicurezza" (Tunnel sic!!!), proroga su proroga della sperimentazione. E per quanto riguarda la dotazione organica, quella che costituiva e che a tutt’ora costituisce il vero problema da sempre esistente…? NULLA, SOLO ORECCHIE DA MERCANTE DA PARTE DELLA REGIONE LAZIO E DELLA ASL!!! Per questi Lor Signori, pur di salvare la “faccia” almeno sino alle prossime elezioni, la Casa del Parto “Acqualuce”, deve continuare a “ funzionare” costi quel che costi, senza la necessaria dotazione organica: solo ed esclusivamente attraverso lo strumento della reperibilità, reso per l’occasione obbligatorio. Ciò, non solo non permette il pieno e completo funzionamento della struttura (parti nel 2012 n° 5 al 3 maggio 2012 per un totale di n° 59 dal 2009) ma sottopone, altresì, le lavoratrici a ritmi e turni di lavoro alla lunga umanamente insostenibili, con inevitabili conseguenze sulla loro salute e condizione psico – fisica, tenuto anche conto della delicatezza delle diverse funzioni che le stesse si trovano a svolgere nelle varie attività (Blocco Parto, Pronto Soccorso Ostetrico, Reparto di Ostetricia/Ginecologia) e considerando che per tutte queste attività sono presenti 26 unità, di cui solo una minima parte (17) turnante in h 24, e nulla è stato fatto per assegnare il necessario personale ostetrico dedicato. A proposito della carenza del personale ostetrico ci chiediamo, e chiediamo, se siano state espletate le procedure per le sostituzioni di maternità. Questa O.S., impegnata da anni nel segnalare e nel denunciare questo stato di cose, anche quando in molti hanno preferito non vedere e/o tacere per non disturbare il manovratore e/o per poter, così, partecipare alla grande saga della propaganda buona per ogni occasione, atteggiamento, peraltro, non nuovo (v. le tante partecipate inaugurazioni della Casa della Salute della Donna e del Bambino – Sant’Agostino) ritiene inaccettabile la decisione di rendere obbligatorio l’istituto della reperibilità che mortifica e ferisce la dignità, i diritti, la salute proprio di quelle lavoratrici - le Ostetriche - che in tutti questi anni hanno manifestato concretamente, malgrado tutte le difficoltà, dedizione, partecipazione e professionalità. Dichiara, pertanto, la propria solidarietà ed il proprio sostegno alle lavoratrici e allo stato di agitazione indetto dalla R.S.U. affinchè venga immediatamente revocata per il personale ostetrico l’obbligatorietà dell’istituto della reperibilità. Cobas asl Rm/D

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