Dalla Terra dei Fuochi alla Val
Susa , passando per Pisa e Parma, una marea umana in piena si sta impegnando per costruire
un’altra Italia , liberata dalla malavita politica e organizzata , dalle opere
devastanti e mortali , dalla precarietà dell’esistenza , dall’essere esclusi e
trattati al pari dei rifiuti.
Ben oltre 60.000 a
Napoli . Un fiume in piena contro il “biocidio” che ha distrutto un
intero ecosistema e per fermare la
strage degli innocenti, promossa da industriali e camorristi con il business
delle discariche di rifiuti tossici
nella Terra dei Fuochi. Questi
criminali assassini vanno ricercati,stanati, perseguiti, per rendere - dopo il
danno - almeno giustizia al popolo
inquinato e ai parenti delle vittime,
tramite bonifiche certe, rapide e gestite con il controllo popolare
e una congrua azione risarcitoria.
Ancora in 30.000
in Val Susa, per ribadire il rifiuto di un’opera
inutile-costosa-dannosa, alla vigilia del vertice Italia-Francia con il quale
la “ ragion di stato della Tav ad ogni costo” intende sfidare la volontà
popolare. Importante la partecipazione
delle numerose delegazioni da ogni dove, tra cui spiccavano i NO Tav
francesi, il movimento per il diritto all’abitare, i NO Muos ; soprattutto la
delegazione aquilana, composta da cittadini e amministratori locali intesi a
rafforzare con azioni concrete il gemellaggio tra questi 2 territori, che hanno
espresso la volontà comune di “ lottare per la ricostruzione de L’Aquila con i soldi destinati alla Tav”.
In tanti a Pisa per sostenere il diritto all’occupazione degli
spazi, ad avere una sede pubblica per svolgervi attività socialmente utili, che
il Comune e altre istituzioni continuano a negare e/o a rimanere indifferenti a questa
riconosciuta necessità.
Così come a Parma, dove si è bloccato l’avvio del famigerato
inceneritore, contestato da gran parte della popolazione e per il quale la Rete Rifiuti Zero e il Forum
Acqua hanno contribuito a dare vita a
due manifestazioni nazionali per impedirne l’apertura al gestore Hera.
A questo “ urlo tonante” che si è
sentito in tutta Italia, i Cobas vi
hanno preso parte con nutrite delegazioni, e si apprestano a farlo il 20 novembre a Roma (h 16, p.za Campo de
Fiori, limitrofa all’ambasciata francese) e negli appuntamenti vitali di
questo scorcio di fine anno.
Una mobilitazione continua,
sociale e popolare, che sta imprimendo priorità e ritmi molto diversi dalle
scontate e stantie agende politico-governative.
Quando avviene che sono i
movimenti sociali ad incalzare le istituzioni, si scatena un moto convettivo
che contagia ovunque – oltre le città anche le periferie - è il segnale distintivo che sta per accadere
qualcosa di significativo , per cui vale la pena partecipare ed impegnarsi per
riappropriarsi dei bisogni-diritti
negati , per imprimere una svolta nel Paese.
Roma, 17 novembre 2013
Confederazione Cobas
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