Al Direttore
Generale
Dr. Vincenzo
Panella
Al
Direttore Sanitario
Dr.ssa Flavia
Simonetta Pirola
Al
Direttore Amministrativo f.f.
Dr. Filippo Coiro
Al
Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr.
Filippo Coiro
Al Direttore Sanitario PP.OO. G.B. Grassi – CPO
Dr. Lindo Zarelli
Al Coordinamento dei
Servizi delle Servizi delle Professioni
Sanitarie e Sociali
e, p.c. Al Presidente e Commissario alla Sanità della
Regione Lazio
Onorevole
Nicola Zingaretti
Al Sub
–Commissario ad Acta
Dr. Renato Botti
Al
Consiglio dei Delegati della R.S.U.
A
circa due mesi dalla decisione, da parte della Direzione Aziendale, di
pervenire all’adozione di provvedimenti di mobilità interna per far fronte alla
carenza del personale, presso il P.O. G.B.Grassi, in ragione anche “dell’emergenza estiva”, si ritiene
opportuno tracciare un primo bilancio per valutarne limiti, problematiche e criticità emerse e tuttora
presenti.
Come Cobas Asl Roma/D abbiamo elaborato un
contributo di analisi e approfondimento, inviato a Codesta Direzione in data
30.06.2014 Prot. n.56770, con il quale si è tentato di dare una lettura
d’insieme alle problematiche che riguardano lo stato dei Servizi e delle Strutture
Socio-Sanitarie della stessa Asl Roma D.
I provvedimenti adottati, motivati da un carattere
“d’urgenza”, stanno facendo emergere difficoltà in alcuni Servizi Territoriali
che si sono visti privare di alcune figure professionali, già carenti, tenuto
anche conto che i Servizi di cui trattasi (C.S.M., Ser.T e C.A.D.) rivestono un
ruolo particolarmente delicato per le tematiche e le problematiche di cui si
occupano e che riguardano utenti che vivono in condizioni di particolare
disagio e fragilità sociale.
Tutto
questo è avvenuto attraverso scelte improvvisate e approssimative al di fuori
di qualsiasi criterio di programmazione ed organizzazione.
Si è venuto a determinare, infatti, che a seguito
dei provvedimenti di mobilità adottati, gli stessi Servizi nei quali sono state
individuate le figure infermieristiche
da collocare presso il P.O. G.B. Grassi, si sono trovati a dover ridurre
le attività al “minimo assistenziale” e,
contemporaneamente, a dover coprire i turni lasciati vacanti dalle unità trasferite,
attraverso ulteriori trasferimenti interni.
Ci si è trovati, così, di fronte al paradosso che
per coprire alcuni posti nei vari Presidi (es. Ser.T e C.S.M.) il personale è
stato costretto a spostamenti, peraltro, non privi di costi in termini economici
e di disagi umani e organizzativi, finendo in ogni caso per aggravare
ulteriormente la carenza nei servizi di appartenenza. Inoltre, cosa non
trascurabile, con ricadute sulla continuità assistenziale.
In tale situazione si è verificato che, per poter
garantire l’espletamento delle attività, alcuni operatori avrebbero rinunciato
a parte delle ferie già programmate.
La decisione di reperire nei Presidi Territoriali il
personale per turni h24 attraverso “visite
di idoneita’’ (oltre 150) ha
peraltro portato, ad oggi, all’individuazione di sole 19 unità, 13 delle quali
trasferite temporaneamente al P.O. G.B. Grassi, tra queste alcune
usufruiscono dei benefici di legge (es. Legge n.104/92 e altre forme di Tutela
sociale).
Tutto ciò, di fatto, non ha contribuito in modo
sostanziale ad affrontare la grave carenza di personale all’interno del
Presidio Ospedaliero, tant’è che, anche in ragione del periodo estivo e della
fruibilità delle ferie le lavoratrici ed
i lavoratori, per garantire l’assistenza continuano in molti reparti ad
effettuare turni in orario straordinario, sottoponendo le/gli stesse/i a ritmi
di lavoro disumani e massacranti. Straordinari che sono divenuti, oramai,
strumento ordinario della organizzazione del lavoro, contrariamente a quanto
stabilito dalle norme contrattuali e di legge.
A questo si aggiungono le difficoltà organizzative, gestionali e
funzionali che tale collocazione ha comportato.
Infatti, l’immissione improvvisata di personale
proveniente da realtà e Servizi con altre caratteristiche professionali ed
esperienze, nonché di diverse tipologie assistenziali non poteva non
determinare difficoltà e disagi, sia in termini personali che professionali. Questo perché l’evoluzione ed il progresso
avvenuti nel corso degli anni hanno modificato protocolli e procedure, che sono
alla base di ogni specifica realtà lavorativa, e le stesse attività
clinico/assistenziali. Non tenerne conto significa non solo svilire,
mortificare ed umiliare competenze e saperi acquisiti nel corso della vita
lavorativa e professionale, ma, inoltre, non assicurare una adeguata assistenza
ai cittadini/utenti.
Immettere, quindi, in modo improvvisato e
disorganizzato personale senza la necessaria formazione non può che creare
disagio e difficoltà.
Molto ci sarebbe poi da
dire sui criteri, sulle modalità e sugli aspetti formali e sostanziali, dei
provvedimenti di mobilità. In particolar modo riteniamo di dover sottolinearne
gli aspetti più controversi e contraddittori, tra questi:
1.
Nelle
lettere di assegnazione non viene prevista una data indicativa per il rientro nel servizio di appartenenza,
lasciando nell’incertezza e nella precarietà sia il personale interessato che
l’Unità Operativa di provenienza;
2.
Viene
fatto riferimento all’esigenza di “assicurare
la continuità assistenziale” come se questa non dovesse essere garantita in tutti i servizi, sia
ospedalieri che territoriali;
3.
Viene
assegnato temporaneamente al P.O. G.B. Grassi anche il Personale che, in
riferimento al giudizio d’idoneità, ha presentato ricorso, quando sarebbe stato
opportuno e necessario utilizzare il “principio di precauzione”, senza
procedere al trasferimento fino all’
esito definitivo del ricorso stesso, onde evitare di mettere a rischio la
salute dei lavoratori interessati;
4.
Il
criterio dell’età anagrafica, è stato utilizzato senza tener conto né dei
livelli quantitativi/qualitativi di assistenza necessari per i vari Servizi e
Strutture, né dei carichi di lavoro, dell’ “esposizione al rischio” e delle
specifiche tipologie, dentro una logica esclusiva di “saccheggio” dei Servizi Territoriali, in assenza di una cultura di
Integrazione Socio-Sanitaria.
La situazione e lo stato in cui versano i
Presidi Ospedalieri e i Servizi Socio-Sanitari tutti è caratterizzata, oggi più
che mai, da non poche difficoltà e criticità. La maggior parte di queste è
evidentemente legata alla carenza di Risorse Umane e Professionali, in grado di
garantirne la piena e completa funzionalità. A questo hanno concorso, e concorrono, diversi
fattori: dal blocco delle assunzioni, del turn-over, che peraltro non permette
quel necessario ricambio nei e tra i servizi e strutture, e politiche di
Gestione del Personale caratterizzate da criteri e comportamenti arbitrari e
discrezionali, come andiamo
segnalando e denunciando sin dal 2008.
I
provvedimenti adottati dalla Direzione Aziendale, utilizzando lo strumento
della “mobilità d’urgenza”, quindi,
non hanno contribuito, e non contribuiscono, ad affrontare e risolvere “l’emergenza” che ormai non è più un fattore “stagionale” e/o episodico,
ma elemento strutturale e di sistema. Considerando inoltre che la stessa
mobilità d’urgenza “…avviene nei casi in
cui sia necessario soddisfare le esigenze funzionali delle strutture aziendali
in presenza di eventi contingenti e
non prevedibili… (CCNL – Comparto Sanità)” quindi,
appare oggi più che mai uno strumento utilizzato impropriamente, dettato più
dall’urgenza, dall’approssimazione, dalla assenza di una capacità
programmatrice ed organizzativa e dalla mancanza di una visione d’insieme in merito
alle problematiche e criticità esistenti, alle condizioni di vita e di lavoro
delle lavoratrici e dei lavoratori e
soprattutto a quelle riguardanti la salute dei cittadini che vivono nel
Territorio.
La
problematica della carenza del personale, proprio in ragione dell’insieme dei
provvedimenti economico-finanziari (Legge di stabilità, Piani di rientro,
Spending review, Blocco delle assunzioni e del Turn-over, ecc.), è destinata a
divenire sempre più gravosa e non si può pensare, quindi, che possa essere
affrontata, anche in un prossimo futuro, attraverso provvedimenti dettati,
esclusivamente, dal carattere d’urgenza e dalla provvisorietà.
Quello che riteniamo, quindi, non sia più rinviabile ed eludibile, è l’avvio di una seria programmazione e
organizzazione dell’insieme delle attività delle Strutture e dei Servizi
Socio-Sanitari e una più oculata e trasparente distribuzione, collocazione e
razionalizzazione del Personale tutto consentendo, al contempo, sia il potenziamento di quei Servizi Socio-Sanitari
integrativi ( C.A.D, Cure Primarie, ecc.) e di interesse sociale (Ser.T,
C.S.M., Consultori, ecc.) sia la funzionalità stessa dei Presidi Ospedalieri
(C.P.O. – G.B. Grassi) in rapporto alle Risorse Umane e Professionali realmente
esistenti.
E’ quindi compito dell’Amministrazione
evidenziare le criticità e definire le
strategie aziendali, le priorità, predisporre e attuare le soluzioni, secondo criteri,
che garantiscano il principio del buon andamento della pubblica amministrazione
e, in ottemperanza a ciò, assolvere al compito ed al dovere di predisporre gli
atti corrispondenti essenzialmente in base ai principi di efficienza, di
efficacia e di appropriatezza.
Una
programmazione ed organizzazione che sia in grado di rispondere, in termini
quantitativi/qualitativi, ai bisogni e ai diritti di salute delle persone, nel
rispetto della professionalità, dei diritti e della dignità stessa di ogni
singola/o lavoratrice e lavoratore.
Come
Cobas Asl Rm/D pensiamo che su tali questioni sia necessario avviare un
confronto di merito che veda partecipi e coinvolte le Istituzioni interessate,
le Parti Sociali, Sindacali e le Associazioni del Territorio.
Distinti
saluti.
p. il Cobas Asl Rm/D
le/i Delegate/i
R.S.U.
Corrado Minioto
– Cesare Morra –
Claudia Piermaria
Prot. ASL Rm/D
n° 67381 del 04 agosto 2014
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