Questa
volta non è stato affatto semplice per noi COBAS decidere di presentarci alla
nuova competizione elettorale delle RSU.
Non
solo per la legittima stanchezza che assale coloro che hanno già svolto il
compito di delegato, quanto perché la funzione dello strumento RSU nelle
relazioni sindacali ha palesato limiti sempre più evidenti.
La
RSU avrebbe, infatti, dovuto rappresentare lo strumento efficace per garantire
ai lavoratori non solo il rispetto delle norme contrattuali ma anche la difesa
dei servizi che, con il pretesto della crisi economica, hanno subito la scure
dei tagli delle prestazioni e riduzioni di personale, tali da pregiudicare
anche le prestazioni ai cittadini.
In
realtà questo obbiettivo si è rivelato sempre meno praticabile, sia per le
trasformazioni del contesto sociale, che per il carattere sempre più
dittatoriale delle relazioni sindacali adottato dalle amministrazioni e per
l’impossibilità/incapacità delle RSU a farvi fronte, anche se non sono rari i
casi in cui ci si è trovati davanti a scelte di complicità sindacale con gli
interessi delle Amministrazioni.
Questa però è anche la tornata elettorale del dopo “Jobs
Act”, delle scelte gravi operate dal governo per cancellare lo Statuto dei
Lavoratori, ampliando i licenziamenti senza reintegro, cancellando la Cassa Integrazione.
Misure che potrebbero facilmente estendersi ai lavoratori
pubblici, come testimonia la delega data al ministro Madia.
Il rinnovo delle RSU arriva in una situazione disastrosa
per i lavoratori del Pubblico Impiego, con il blocco dei contratti che appare
ancora lontano dall’essere rimosso.
Gli attacchi verso i dipendenti pubblici non nascono solo
degli esuberi minacciati dal Governo per ridurre il debito pubblico, ma
scaturiscono dal messaggio volgare di chi ci vuole tutti fannulloni e
perditempo, impegnati a rubare il salario.
Ogni episodio negativo diventa oggetto di una campagna
mediatica contro i dipendenti pubblici: dai Vigili Urbani di Roma all’impiegato infedele
dell’ultimo comune italiano.
Così come non vogliamo certo nascondere che il COBAS è
costretto a competere in condizioni di forte penalizzazione rispetto ad altre
OO.SS., perché a noi non è concesso il diritto a svolgere assemblee retribuite
e ai permessi.
Ma questa continuano a chiamarla
democrazia.
Sappiamo che NOI
non avremo quella “agibilità “, quei mezzi che, “Altri”, per
compiacenza, per opportunismo, per interesse e collateralismo avranno
e faranno valere.
Sappiamo anche
che avremo a che fare, come sempre, con il mercimonio, con le solite
logiche e pratiche mercantili di coloro che, senza principi, valori e dignità
elemosineranno e chiederanno un voto nella ricerca di un “risultato elettorale”
con il quale, mostrando la loro protervia, si faranno ”forti”.
Le stesse
logiche e pratiche di cui si sono nutriti e alimentati all’interno di quei
rapporti di potere e di dominio che hanno finito per generare subalternità,
sudditanza e soggezione tra le stesse/i lavoratrici e
lavoratori nel clima di “ricatti“, di pressioni, di favoritismi e di
condizionamenti clientelari/opportunistici che sono andati affermandosi con il
tempo, generando e favorendo quella passivizzazione che è stata, di
fatto, voluta, incentivata e realizzata proprio da chi questa condizione
avrebbe dovuto contrastare.
Conosciamo già le difficoltà che incontreremo,
le abbiamo vissute, le percepiamo e le viviamo ogni giorno sulle nostre
vite; ci siamo interrogati, continueremo a farlo, cercando di costruire
percorsi, intrecciare relazioni, anche con chi questa scelta non condivide, ma
è, comunque, mosso dal desiderio profondo di cambiamento verso questo
stato di cose.
Continueremo a farlo cercando di
affermare un’idea, “Altra”, del vivere e dell’essere Comunità, per riprenderci
la parola, per difendere il nostro diritto a pensare, a
ragionare, a lottare, a credere che: un Altro mondo è possibile.
La nostra campagna elettorale si riduce, così, a quei
pochi messaggi come questo che ancora non sono riusciti a vietarci.
Un messaggio che chiede alle lavoratrici e ai lavoratori
di partecipare in prima persona, di non sottrarsi davanti alle scelte
istituzionali che condizioneranno pesantemente il futuro dei servizi in cui
operano, ma soprattutto di non continuare a riporre fiducia incondizionata
nella delega ad un sindacato, sempre più espressione della casta e degli
interessi di pochi.
RIPRENDIAMOCI IL FUTURO:
costruiamo anche nel nostro posto di lavoro una rete che
possa partecipare alla difesa dei servizi.
Il nostro impegno, i nostri programmi,
i nostri progetti, il nostro cammino per:
·
il rinnovo dei contratti pubblici
con un recupero salariale automatico al reale costo della vita;
·
l’eliminazione
del lavoro precario e atipico nelle
pubbliche amministrazioni e la stabilizzazione attraverso l’assunzione a tempo indeterminato dei
lavoratori precari esistenti;
·
il
superamento del blocco delle assunzioni e l’adeguamento
degli organici per garantire, qualitativamente e quantitativamente, idonei
livelli assistenziali;
·
il
superamento delle esternalizzazioni, delle consulenze
e degli incarichi ad esterni per l’abbattimento dei costi e la valorizzazione
delle Risorse Umane e Professionali esistenti;
·
il
rispetto dell’applicazione dell’istituto giuridico del lavoro straordinario, che non può e non deve essere utilizzato come
fattore di programmazione ed organizzazione del lavoro e la garanzia che, quando questo viene svolto, venga
remunerato; eventuali recuperi possono
essere effettuati solo ed esclusivamente su richiesta del lavoratore (art. 34
C.C.N.L. del 7/4/1999);
·
l’affermazione
e la difesa di tutti i Diritti Sindacali:
libertà di assemblea e uguali diritti sindacali per tutte le Organizzazioni
Sindacali e per i lavoratori/trici;
·
lo
sviluppo di democratiche, adeguate e trasparenti Relazioni Sindacali sia nel rapporto tra gli Organi di Direzione
Aziendale e le OO.SS., sia tra questi e le lavoratrici/lavoratori, attraverso
l’informazione, il coinvolgimento, la consultazione e la facoltà di
partecipare, in qualità di uditori, ai tavoli di contrattazione;
·
la
nomina dei Rappresentanti dei Lavoratori
per la Sicurezza (RLS) così come previsto dall’art. 47 del D. Lgs. 81/2008
(tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro) ed il rafforzamento
e la piena applicazione del sistema di prevenzione previsto dal decreto stesso;
·
maggiore
democrazia e trasparenza nella gestione, attraverso anche la pubblicizzazione
dei bilanci regolarmente e puntualmente aggiornati e facilmente accessibili;
·
l’incompatibilità,
o quanto meno, l’inopportunità nello svolgimento della funzione sindacale da
parte di un Delegato che abbia, nello stesso tempo, l’incarico di Posizione Organizzativa, specialmente
quando questa ha responsabilità diretta di gestione del personale;
·
la
realizzazione di un’adeguata programmazione ed un riordino dei Servizi Socio Sanitari, definendo principi coerenti
con le risorse umane e professionali attualmente presenti nel rispetto e
nell’interesse delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici, dei
lavoratori e dei cittadini/utenti;
·
la
richiesta della definizione di un sistema di regole nella gestione del personale che assicurino tutele, certezza
del diritto e trasparenza in merito ai trasferimenti, alla mobilità, agli
incarichi, alle assegnazioni;
·
per
il reale potenziamento dei Presidi
Ospedalieri (G.B. Grassi e CPO) e delle Strutture e dei Servizi Socio
Sanitari Territoriali(Consultori, TSMREE, DSM, CAD, Ser.T, Cure Primarie,
ecc.) e l’avvio di reali processi di integrazione socio-sanitaria;
·
’adeguamento
ed il potenziamento dei programmi informatici in uso, attualmente poco
funzionali;
·
corretta applicazione degli istituti e
dei benefici giuridici
(v. Part-time, L. 104/92, ecc.) che non possono e non debbono essere assoggettati
ad alcun criterio arbitrario e discrezionale;
Perché è importante sostenere i COBAS:
Sostenere le nostre
liste vuol dire schierarsi per la democrazia nei luoghi di lavoro, vuol dire
fare in modo che la trattativa con l’Amministrazione non venga spostata su
tavoli tecnici dove si inventano accordi che penalizzano gli interessi dei
lavoratori, espropriando la RSU del suo ruolo collegiale nelle decisioni.
Votare la
lista COBAS vuol dire cercare di investire in noi stessi, nella capacità di
tornare ad essere protagonisti in prima persona del proprio destino, della
propria vita; non sentirsi “costretti” a consegnare a qualcuno una delega in
bianco, e diventare, così, spettatori passivi di decisioni e di scelte prese e
determinate da altri.
Cobas
Asl Rm/d
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