martedì 8 dicembre 2015

Orario e Turni di Lavoro Quando un Diritto si trasforma in “emergenza”


       Era già prevista l'entrata in vigore entro il 25 Novembre 2015 della legge 161/2014 (Legge Europea 2013 - Bis) che prevede (Art.41 per la Dirigenza Medica e Art.17 per il ruolo sanitario-comparto) come minimo 11 ore consecutive di riposo giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale, compreso lo straordinario, 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di riposo annuale.
      Ma "scoprono", solo ora, per evitare la condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e le conseguenti pesanti penalizzazioni economiche che, senza l'immissione di nuovo personale, sarà quasi impossibile applicare tale normativa garantendo, al contempo, lo spirito e il senso della stessa, tendente a diminuire ritmi e carichi di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori e dignitosi livelli qualitativi/quantitativi di assistenza a difesa del Diritto alla Salute delle persone.
     Riteniamo che, in questi anni,  le problematiche, le criticità, i disagi e le difficoltà che quotidianamente ci si trova a vivere non siano stati frutto del caso, ma conseguenza diretta di una serie di fattori che divengono funzionali al disegno più generale di depotenziamento e smantellamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico, all’interno di un processo di privatizzazione della Sanità, a tutto vantaggio del sistema privatistico/assicurativo.
     Basterebbe ricordare, a tale proposito, i recenti dati Censis che hanno rilevato che, solo nel 2013, la spesa privata per la Sanità è arrivata circa a 27 mld, 3 mld  solo per il pagamento dei ticket (10% in più in due anni).
Inoltre, circa 10 milioni di persone rinunciano alle cure a causa delle difficoltà economiche.
Tutto questo mentre ha proseguito, senza interruzioni, il Blocco delle assunzioni e del Turn Over e l’utilizzo delle “Esternalizzazioni” e degli appalti con ulteriore aumento dei costi e precarizzazione, sfruttamento e conseguente dequalificazione delle attività e dei servizi pubblici.
     Solo tra il  2009 e il 2013, inoltre, il personale sanitario si è ridotto del 3,38% con circa 23.500 operatori in meno; 32mila operatori sanitari italiani (su un totale di 670mila) hanno contratti precari. Se si guarda al solo personale infermieristico, in base agli Standard Europei, in Italia ne mancano almeno 60.000 e di quelli attualmente in servizio circa 30.000 sono precari (Fonti del Ministero della Salute) e, questo, mentre con la Legge di Stabilità del Governo Renzi verranno realizzati ulteriori tagli lineari (circa 4mld), la revisione dei LEA, che la stessa Corte dei Conti ha dichiarato a  rischio proprio per l’assenza di adeguati e sufficienti investimenti.
          
     Bastano questi dati per comprendere che quello che stiamo vivendo è in realtà un vero passaggio epocale che tende a trasferire e a cancellare definitivamente diritti e a trasformare in “merce” la Salute delle persone.

E ora VI fingete TUTTI “SORPRESI”?....
Ma,VOI, dove eravate?
E, soprattutto, cosa avete fatto sino ad ora?!!!
     Si è continuato a scaricare sulle operatrici e sugli operatori le difficoltà e le  criticità presenti nelle varie Strutture e nei Servizi Socio Sanitari nonché il peso di carenze, di contraddizioni, di scelte ( v. definanziamento, depotenziamento, riduzione posti letto, ticket, ecc.) conseguenze di quella mala gestione che, come Cobas dell’Asl Rm/D, andiamo segnalando e denunciando attraverso atti, documenti ed interventi pubblici in merito alle Politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali” quando si è assistito a comportamenti e provvedimenti arbitrari e discrezionali (v. mobilità, trasferimenti, collocazioni, ecc.) dettati da logiche e criteri che poco o nulla hanno avuto a che fare con le criticità dei servizi e con le esigenze e i bisogni di salute delle persone.
    Tutto questo mentre altre erano “a parole e sulla carta”  le indicazioni e  gli orientamenti espressi nei Piani Operativi regionali con i quali si prevedevano “la ricognizione del Personale e la riorganizzazione dei servizi, delle strutture e delle attività sulla base delle risorse umane e professionali realmente disponibili”.
Non Ve lo ricordate?
    Ma siete andati avanti imperterriti, attraverso roboanti operazioni propagandistiche e di facciata che annunciavano di volta, in volta aperture di strutture, servizi, attività  ( solo alcuni esempi”: il reparto di “Degenza Breve”, di Sub – Intensiva con personale assunto a tempo determinato in occasione dell’influenza H1N1, della Casa del Parto, persino “l’apertura” di un “Pronto Soccorso Scolastico”, Case della Salute, ecc., ecc., ecc…..) sempre accompagnati da quel silenzio complice e connivente dei MOLTI, dei TROPPI, che OGGI fingono di stupirsi quando già sapevano, ma preferivano non ascoltare, non vedere, magari guardando il dito piuttosto che la luna che quel dito invitava a guardare.
   Forse, una maggiore programmazione e organizzazione delle attività, delle Strutture e dei Servizi Socio Sanitari e una più oculata e trasparente distribuzione, collocazione e razionalizzazione del Personale TUTTO, anche se non totalmente risolutivo di tutte le problematiche, avrebbe consentito, quantomeno, sia il potenziamento di quei Servizi Sanitari integrativi (Cad, Cure Primarie, ecc.) e di interesse sociale (Sert, Dsm, Consultori, ecc.) sia una maggiore funzionalità stessa dei Presidi Ospedalieri ( CPO – G.B. Grassi) in rapporto alle Risorse Umane e Professionali realmente esistenti.
E, ora diteci, chi ha trasformato in emergenza il Diritto alla Tutela della Salute  
per le Lavoratrici, per i Lavoratori e per gli stessi Cittadini/Utenti?
Ora “scoprite” che sono necessarie le assunzioni per far fronte a quell’”emergenza” della quale VOI  siete i soli ed unici responsabili e, allora, se è lecito chiederlo, ci dite
Quante saranno, Quando e Come avverranno queste “annunciate” assunzioni?
Magari evitando ulteriori “Esternalizzazioni” e appalti, con ulteriore aumento dei costi e precarizzazione, sfruttamento e conseguente dequalificazione delle attività e dei servizi pubblici favorendo, peraltro, in questo modo, il processo di privatizzazione ormai in atto con il risultato che tali scelte sono divenute spesso occasione per corruttele ed esclusivi interessi privatistici e di profitto se non di natura criminale, come emerso anche dalle cronache legate alle indagini su “Mafia-capitale”.
          Dinanzi a questo stato di cose non servono "toppe", ma scelte e provvedimenti che vedano, L’IMMEDIATO E TOTALE  SBLOCCO DEL TURN OVER e un'adeguata politica che veda l'assunzione di tutte le Risorse Umane e Professionali necessarie a garantire i Diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori e la Tutela alla Salute delle persone.

Se si vuole realmente salvaguardare il
Servizio Socio Sanitario Pubblico questa è la sola strada percorribile!!!

Cobas Asl Rm/D

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