Al Presidente e
Commissario alla Sanità
della Regione Lazio
On. Nicola
Zingaretti
e.p.c. Al Direttore Generale f.f.
Dr. Alessandro Cipolla
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri
Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
Al Consiglio delle Delegate e dei
Delegati R.S.U.
Scrivente O.S., è venuta a
conoscenza della Sua volontà di portare a soluzione la delicata vicenda del
Centro di Educazione Motoria (Cem) di Via Ramazzini, gestito dal 1956 dalla Croce
Rossa Italiana dopo che, la stessa, ne aveva dato l’annuncio della chiusura
definitiva dal 1 giugno prossimo, a causa della carenza di fondi.
La paventata chiusura della struttura metterebbe a rischio la
continuità curativa, riabilitativa e assistenziale dei circa cinquanta pazienti,
con gravissime disabilità psico fisiche, e avrebbe, inoltre, delle pesanti ricadute
sul destino professionale-lavorativo-occupazionale dei 114 operatori sino ad
oggi impegnati con competenza nelle relative attività.
Tra gli aspetti e le problematiche
emerse, oltre a quelli economici e finanziari, ci sarebbero, come è stato
dichiarato, quelli riguardanti il rispetto delle norme e dei requisiti di
sicurezza della struttura di Via Ramazzini che ospita attualmente il Cem; motivi
per i quali sarebbe stato da Lei stesso ipotizzato, il trasferimento delle
attività del Cem presso uno dei padiglioni del Forlanini.
Scrivente
O.S. ritiene, in ogni caso, fondamentale e prioritaria la difesa del diritto
alla cura e alla salute dei pazienti seguiti presso la struttura, nonché la
salvaguardia dei livelli occupazionali di tutte le operatrici e gli operatori
attualmente presenti e che costituiscono, per il rapporto sino a oggi
realizzato attraverso il contatto costante e quotidiano con i pazienti, un
patrimonio di conoscenze, di saperi, di competenze umane e professionali
indispensabile per garantire quei necessari percorsi curativi e riabilitativi.
La scrivente
O.S. nell’auspicare una definitiva e positiva soluzione della suddetta
problematica, in grado di riportare sicurezza e serenità nei pazienti, nelle
loro famiglie e in tutte/i le operatrici e operatori interessati, chiede che
venga affrontata e risolta, nel contempo, anche la questione delle lavoratrici
e dei lavoratori ex INRCA.
Infatti,
come si ricorderà, a seguito dell’accordo sottoscritto dall’allora
Commissario alla Sanità per la Regione Lazio, On. Bondi il 31/12/2012, 56 dei
117 dipendenti dell’INRCA vennero improvvisamente trasferiti con un “blitz” di
fine anno alla ASL Roma D, calpestandone
tutele, diritti e dignità umana e
professionale. Il
provvedimento assegnava anche la gestione del C.E.M. alla Asl Rm/D che avrebbe
dovuto subentrare alla Croce Rossa assumendone la gestione, sostituendo, in
questo modo, i lavoratori precari della Croce Rossa e mettendo gli stessi sotto
il rischio costante della perdita di
lavoro.
Peraltro,
dall’1 gennaio 2013 a oggi, non c’è stata nessuna chiara assunzione di
responsabilità in merito alla definizione di questa delicata questione; infatti,
mentre il C.E.M. continua ad assicurare l'assistenza con il personale precario
della Croce Rossa che già in precedenza garantiva l’assistenza in quella
struttura (prorogando i contratti mese per mese) le lavoratrici e i lavoratori
ex INRCA, inseriti nei ruoli Regionali, sono ancora in una posizione non definitivamente chiarita (comando)
presso la Asl Rm/D. Una sistemazione avvenuta, vista la mancanza di chiarezza, senza
che vi sia stata, in un ottica di sana gestione aziendale, un’effettiva,
concreta e razionale valutazione del loro attuale utilizzo.
Ciò,
riteniamo, ha contribuito ad approfondire quel clima d’incertezza, confusione e
precarietà che ha finito per accentuare contraddizioni e criticità nelle varie
strutture e servizi socio sanitari in una situazione che vede sempre più messa
a rischio la continuità dei livelli quantitativi/qualitativi assistenziali.
Attualmente nell’Asl Rm/D ci
troviamo dinanzi ad una situazione paradossale che vede, da una parte servizi e
reparti al limite della paralisi, le cui attività vengono “garantite” attraverso
turni insostenibili di lavoro in straordinario per mancanza di personale (peraltro
con conseguenze che ciò può comportare
per la salute e per le condizioni psico – fisiche per le/gli stesse/i
operatrici e operatori) e dall’altra con un’ immissione di personale assegnato
e collocato senza tener conto delle priorità e delle effettive esigenze
dell’azienda.
Come Cobas
dell’Asl Rm/D chiediamo che vengano attivate tutte le procedure e le iniziative
necessarie per favorire la collocazione degli operatori ex INRCA, in tutte le strutture della Regione Lazio che
si trovano in carenza del personale, tenendo conto, nell’eventuale
assegnazione, delle loro esigenze e necessità, soprattutto per quanto riguarda la vicinanza con la
propria sede di residenza.
Analogamente
per coloro che resteranno presso l’azienda Asl Rm/D si dovrà procedere ad una
immissione in ruolo attraverso percorsi
di assegnazione definitivi a partire
dalle maggiori criticità, garantendo i necessari ed ineludibili criteri di
equità e trasparenza.
Scrivente
O.S., coglie infine l’occasione per
segnalare la perdurante assenza (circa sei mesi), presso l’Asl Rm/D, di una
Direzione nella rete delle Professioni Sociali e Sanitarie che sta, di di fatto,
disperdendo un patrimonio tecnico professionale affidando, aspetti di ordinaria
amministrazione a Dirigenti amministrativi, che non hanno una specifica
competenza in materia e a una Direzione Sanitaria dimostratasi sino ad oggi
completamente assente ed inadeguata, accentuando, in questo modo, il clima di
confusione, precarietà e indeterminatezza all’interno dell’Asl Rm/D.
Certi
dell’attenzione che vorrà porre alle problematiche suddette si coglie
l’occasione per porgere cordiali saluti.
Prot. Asl Rm/D
n° 43890 del
13/05/2013
p. Il Cobas Asl Rm /D
le/i
Delegate/i RSU
Corrado
Minioto – Cesare Morra – Claudia Piermaria
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