sabato 5 gennaio 2008

LETTERA PER LAVORATORI SOSPESI NELLA AUSL RM D

Agli organi di Informazione.

Come delegati delle R.S.U. dell'Azienda USL Roma D abbiamo deciso di rendere pubblica la lettera, inviata al Direttore Generale dell' Azienda USL, in data 23/11/2007, riguardante la richiesta di revoca del provvedimento di sospensione dall'attività lavorativa per quegli operatori sottoposti a procedimento penale in seguito alla morte avvenuta circa due anni fa, di un cittadino polacco nel Pronto soccorso dell'Ospedale G. B. Grassi. La lettera è stata firmata dai rapresentanti di tutte le OO.SS. che allora si erano presentate alle elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie. La decisione di non rendere pubblica, al momento, la lettera, era dettata, considerarta la delicatezza della questione, dall'intento di voler evitare ogni tipo di forzatura e strumentalizzazione nel momento elettorale, ma soprattutto era determinata dalla volontà di avviare, promuovere una riflessione, rappresentando ed esprimendo, alla Direzione Aziendale, attrraverso una lettera, un punto di vista non " vertenziale " nella speranza che si potesse, così, giungere ad una riconsiderazione della vicenda. Ad oggi, dobbiamo dire, che non si è ricevuto nessun segnale e riscontro, e pur comprendendo la complessità e la delicatezza della questione, sentiamo che è necessario informare e sensibilizzare, i cittadini/e,partendo dalla condizione che questi lavoratori/trici si trovano attualmente a vivere e riflettendo sulle condizioni più generali di lavoro degli operatori e sul livello quantitativo e qualitativo dei nostri servizi socio - sanitari.

Cordiali saluti
Il Delegato R.S.U.
Cesare Morra



Al Direttore Generale della AUSL RM/D
Dr.ssa Giuseppina Gabriele
Roma 23.11.2007 Prot. 91912

Ci rivolgiamo, con la presente, a Lei, per rappresentare un problema che in questi giorni è tornato a riproporsi con la decisione, da parte della Direzione Aziendale, di pervenire al provvedimento di sospensione dall’attività lavorativa, per quegli operatori che sono sottoposti a procedimento penale in seguito alla morte avvenuta circa due anni fa, di un cittadino polacco nel Pronto Soccorso dell’Ospedale G.B. Grassi.
Scegliamo di farlo, pur ribadendo e affermando il rispetto dell’autonomia di ciascuno negli incarichi e nei ruoli rispettivamente ricoperti, con questa lettera: visto che la complessità e la delicatezza della questione qui rappresentate, richiedano uno sforzo, un impegno ed una sensibilità che sottende a questioni che riguardano non solo il destino lavorativo/professionale, ma la vita stessa delle persone, rifuggendo da qualsiasi clamore, spettacolarizzazione e strumentalizzazione d’ogni tipo.
Ribadiamo, infatti, che non intendiamo in nessun modo, interferire con il procedimento penale e con l’ indagine giudiziaria che, speriamo, auspichiamo, e chiediamo, faccia presto il suo corso. Accertando tutta la verità e le eventuali responsabilità, ma siamo fermamente convinti che ci sono verità che la stessa verità giudiziaria, perché materia non di sua competenza, non è in grado di affrontare e rilevare. Fatti che riteniamo gravi, come quello accaduto, di una persona che cerca e chiede assistenza e che, invece, perde la sua vita, pensiamo non debbano più ripetersi. Proprio, partendo ed affrontando quanto accaduto, si possa e si debba riflettere sulle condizioni che hanno determinato ciò. Condizioni che riguardano la capacità stessa dei servizi nel garantire, non solo la quantità, ma la stessa qualità delle prestazioni a garanzia del diritto di salute di ogni cittadino. Riteniamo sia necessario affrontare tutte quelle problematiche rivolte a migliorare la quantità, la qualità e l’umanità dell’assistenza dei servizi socio - sanitari ed in particolar modo di quelli ad assistenza diretta e di emergenza come il Pronto Soccorso ( personale, accesso, tempi d’attesa, spazi ecc….), favorendo in primo luogo, quelle politiche di integrazione e collegamento con i servizi territoriali e ambulatoriali e della medicina di base. Solo così, pensiamo, sia possibile migliorare la realtà e le condizioni umane e professionali degli operatori tutti, che potrebbero altrimenti, trovarsi a lavorare in situazioni di grave rischio e pericolosità per loro e per i cittadini stessi.
E’ proprio perché consapevoli di tali difficoltà e condizioni di rischio, in cui sono spesso costretti ad operare i lavoratori , che riteniamo, qualora non si siano riscontrati comportamenti “ attivi “ e responsabilità dirette, dei singoli operatori sull’episodio, possa essere riconsiderata la decisione assunta chiediamo, pertanto, a Lei, di prendere in ipotesi la revoca del provvedimento di sospensione, considerando che i tempi per una sentenza definitiva sono comunque lunghi e i lavoratori/trici saranno sino a quel momento, con la metà dello stipendio. Tenuto, altresì conto che questi lavoratori/trici hanno continuato sino all’assunzione del provvedimento a svolgere le loro mansioni con professionalità, non si evidenzierebbero, pertanto, sufficienti ragioni che possano impedire la continuità lavorativa in attesa dell’esito processuale.
Certi di un sollecito riscontro, si porgono distinti saluti.
Firmato dai Rappresentanti delle Liste elettorali presenti alle elezioni RSU AUSL RM D
CISL Braghetti Luciano
COBAS Morra Cesare
NURSING UP Di Marco Calogero
FIALS Bicari Alvaro
UIL FP Del Prete Gennaro
FSI Capogna Alba
CGIL Alfonsi Giovanni

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