martedì 22 novembre 2011

Sanità Pubblica…… cronaca di un delitto annunciato!!!

I pesanti tagli alla Sanità Pubblica imposti dalle recenti manovre finanziarie, consistenti in circa 12 miliardi di euro, oltre a quelli imposti agli Enti Locali, dai quali la stessa sanità dipende, stanno determinando vere e proprie condizioni di collasso nelle strutture e nei servizi socio-sanitari pubblici.
Nella sola Regione Lazio, una delle più colpite, tutt’oggi commissariata e sottoposta ai vincoli dettati dal Piano di Rientro, dal 2005 ad oggi sono stati chiusi 27 ospedali sui 56 presenti, cancellati 12 Pronto Soccorso e tagliati circa 7.000 posti letto. A questo si aggiunge l’introduzione di ulteriori tickets sulle prestazioni sanitarie.
I tagli nell’Azienda Usl Rm/D, già fortemente penalizzata da un insufficiente trasferimento di risorse, stanno costringendo al collasso se non alla vera paralisi l’insieme del sistema dei Servizi Socio - Sanitari - Tecnici - Amministrativi, in un Territorio, peraltro, già fortemente carente di servizi, strutture e spazi, in rapporto anche alla crescita edilizio/abitativa.
Questa difficile situazione è segnata ingiustificatamente e irresponsabilmente dallo stato funzionale-organizzativo e gestionale di una Direzione Aziendale latitante che ha visto, nell’arco di un solo anno, avvicendarsi, indubbiamente per giochi di equilibrio di potere, Commissari, Sub-Commissari, Direttori e Direttori Facenti Funzione con la ormai prolungata assenza del Direttore Amministrativo ed oggi, di fatto, anche di quello Sanitario, dopo la nomina a Direttore Generale f.f. della Dr.ssa A. Rosalba Buttiglieri, in un momento, peraltro, nel quale doveva essere redatto l’Atto Aziendale tuttora inesistente.
In questo “navigare a vista”, caratterizzato dal pressappochismo, che non può non ricadere su tutte le attività e le funzioni dell’Azienda, nulla è stato fatto per affrontare quelle problematiche e criticità che riguardano soprattutto la grave carenza di quelle fondamentali figure umane e professionali (Infermieri, Ausiliari, Tecnici, Amministrativi) i soli in grado di incidere sulla funzionalità e l’efficienza delle strutture e dei servizi e, quindi, sui livelli quantitativi e qualitativi dell’assistenza ai cittadini/utenti.
Nonostante il blocco del Turn Over si sarebbe potuto almeno recuperare il personale sospeso a vario titolo, applicare la contestualità delle sostituzioni per maternità, ma soprattutto riorganizzare la rete dei servizi socio sanitari attraverso l’individuazione e la definizione delle priorità in rapporto alle risorse umane e professionali realmente esistenti.
In questo quadro suscitano non poche perplessità scelte e provvedimenti che hanno caratterizzato questo anno di gestione aziendale, quali, per esempio, il taglio di alcuni servizi ( v. riduzione delle attività di pulizia ed igienizzazione dei luoghi e degli ambienti di lavoro ) e nello stesso tempo vengono conferiti incarichi, anche attraverso l’utilizzo di fondi del Dipartimento di Prevenzione e disposti comandi e distacchi che poco, o nulla, sembrano avere a che fare con gli interessi e le ragioni funzionali e organizzative della stessa Azienda.
Per non parlare della decisione di avviare un “progetto sperimentale” che prevede l'attivazione di 15 posti letto al Policlinico Di Liegro e 20 alla Casa di Cura Merry House, riconoscendo al Policlinico Portuense, di cui fanno parte le due strutture, la tariffa onnicomprensiva di 130 euro giornalieri per posto letto a prescindere dall'occupazione effettiva dei posti letto stessi.
Questo mentre si assiste al progressivo depotenziamento ( cancellazione?) dei servizi di Cure Primarie; risultano a tutt'oggi, per varie ragioni, ancora chiusi circa 30 posti letto al G.B. Grassi (Chirurgia, UTIC, Cardiologia); è inapplicato il Decreto n. 90/2010 della Regione Lazio, nel quale il C.P.O. viene definito come “Centro Spinale” dedicato al trattamento delle mielolesioni; risulta ancora sospesa la prevenzione oncologica (v. Programmi Screening del colon retto e mammografico) .
Infine non possiamo non rilevare come il mancato potenziamento dei Servizi Socio-Sanitari Territoriali (ancora non si conoscono i tempi di conclusione dei lavori di ristrutturazione del Sant’Agostino) sta determinando ulteriori file ed intasamenti nei Pronto Soccorso, l'allungamento delle liste di attesa e il conseguente incremento dell'attività libero-professionale nelle strutture pubbliche e il ricorso alla sanità privata.
Crediamo che tutto questo non sia solo il frutto di “mala gestione” ma che anzi la stessa “mala gestione” rientri nel progressivo processo di smantellamento del Servizio Sanitario Pubblico tendente a considerare i Beni Pubblici (Sanità, Istruzione, Trasporti, ecc.) dentro la logica del profitto e dell'interesse privato, trasformando, in questo modo, la salute, non come Bene d'uso, ma come Bene di consumo. In questo si inserisce l'attacco ai lavoratori del Pubblico Impiego anche attraverso il congelamento dei contratti di lavoro.
Come Cobas della Asl RM/D pensiamo, invece, che la salute, cosi come la questione di tutti i Beni Comuni, sia fondante di un altro modello sociale, culturale, politico, di relazioni tra le persone ed è per questo che riteniamo necessario promuovere e lavorare per realizzare un forte movimento nel nostro Territorio in difesa del Servizio Pubblico, dell’Integrazione dei Servizi Socio-Sanitari e del Diritto alla Salute.
Roma, 22.11.2011

Cobas Asl Rm/D

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